In sogno sul Titanic..., [VM 18] la demenza infinita dei sogni di Lucci e Kaku

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Vegethia
view post Posted on 4/12/2010, 00:15 by: Vegethia
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The storm is approaching

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**Da Città di San Popula**

Nota:
avvisiamo le gentili lettrici (sperando che ancora ce ne siano xD) che questa parte della role può considerarsi una digressione dalla storia principale di Lucci e Kaku.
In altre parole, i nostri micio e giraffolo preferiti, si sono addormentati e hanno cominciato a sognare di essere niente e poco di meno che i protagonisti del noto film "Titanic"... :rotfl:
Vista la demenzialità di questa storiella malsana, i caratteri dei personaggi saranno abbastanza OOC.

L'autrice qui presente chiede sentitamente scusa ai suoi personaggi per questo strazio... u____u

Rob Lucci

Le lancette di un preistorico orologio affisso alla parete dietro il bancone del Blueno's Bar ticchettavano coperte dal vociare confuso e concitato delle migliaia di persone fuori dal locale, vicino al porto, che salutavano amici e parenti in partenza sulla nave più grande, lussuosa e inaffondabile (o almeno, così era di moda pensare) che la storia umana avesse mai conosciuto. Il Titanic.

Rob Lucci, artista di strada in erba, fermamente convinto di possedere strane tecniche e di parlare con i piccioni, se ne stava ad un tavolo, con una sigaretta semi consumata tra le labbra, a disputare la partita di poker che avrebbe potuto cambiare la vita a lui e al suo compare, un biondo di bell'aspetto con la fissa del gioco d'azzardo e delle corde d'ogni sorta e fattura (il cui utilizzo sconosceva lo stesso Lucci, che però sospettava tendenze sadomasochiste).
La posto in gioco, pari in valore a tutti i soldi che avevano scommesso, erano due biglietti per il viaggio sul Titanic messi in palio da uno straniero dalla mora chioma biforcuta a forma di orecchie (di volpe o pipistrello, o entrambi) che si sforzava d'imbrogliare più che di vincere la partita.

<< Scusa tanto, Fabrizio... >> fece Lucci all'ultima mossa, dopo aver pescato la carta "jolly" che lo avrebbe fatto vincere.
<< Ti scuso, Lucci. Ma si può sapere perché cazzo continui a chiamarmi Fabrizio se sai benissimo che il mio nome è Paulie!?? >>
Il moro gli lanciò in risposta uno sguardo stranito. A dire il vero non sapeva manco lui da dove gli fosse uscito quel nome.
<< Beh allora scusa tanto Paulie.. >>
<< Ho capito che abbiamo perso!! >>
<< Dicevo per il nome >> replicò di nuovo Lucci << comunque.. Penso proprio che non rivedrai tua nonna per un po' di tempo... no, non è morta dopo che l'hai legata al letto, è perché noi due... Noi due ce ne andiamo a Water Seven! >>
Urlò quelle ultime parole sbattendo le carte vincenti sul tavolo. Paulie si alzò di scatto ed in preda all'euforia lo abbracciò, gridando frasi sconnesse.
<< LUCCI! Maledetto figlio di una piccionaia!! Ahahah CE NE ANDIAMO A WATEEEEEEEEEEEER!!!!!! >>
La folla nel locale si riscosse dal torpore e tutti fissarono i due strabiliati.
<< L'avessi io quell'entusiasmo quando vado a ca***e! >> commentò tristemente un cliente mezzo sordo che beveva drink tossici assieme al suo povero schiavo egiziano.

Ma l'euforia dei due giovani fu interrotta dal muccone che lavorava all'osteria, Blueno.
<< No ragazzi.. il Titanic se ne va a Water Seven, tra cinque minuti! >> esclamò con l'espressione statica indicando l'orologio, per poi rivolgersi ad un tizio narcolessico che dormiva con la faccia sul piatto e la forchetta in mano da due giorni << E tu stanotte ti trovi un albergo o mi paghi l'affitto, non mi interessa! >>
Lucci arraffò tutti i soldi sparpagliati sul tavolo, biglietti compresi, e si diresse rapidamente verso l'uscita del bar.
<< Merda! Paulie corri! Dobbiamo prendere la nave... e lascia quelle fottute cordicelle per tende, non sono roba tua!!! >>

Ma se da un lato Lucci e Paulie rincorrevano euforici il Titanic con quei quattro spiccioli ed i soli vestiti che avevano addosso, dall'altro c'era chi, più fortunato di loro, era arrivato con tutta calma, accompagnato da carrozze e file interminabili di bagagli, facendo sfarzo delle proprie ricchezze.
<< Che splendida giornata, n'è vero? Se solo non ci fossero tanti plebei a far chiasso!>> commentò l'aristocratico dai capelli viola, rivolgendosi alla donna dai lunghi capelli biondi, e all'uomo che presto sarebbe diventato suo consorte nella splendida Water Seven.. Kaku.


okay, è veramente la cosa più cretina che abbia mai scritto.. moglie, se sopravvivi fammelo sapere :loool: :loool:


Edited by Akemichan - 7/4/2012, 20:57
 
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