[NSFW] A year with One Piece: Musica leggera (cantautori italiani), Sanji Zoro

« Older   Newer »
  Share  
NonnaPapera!
view post Posted on 16/3/2011, 17:02




Pensavate fossi morta? e invece nooo eccomi qui con una nuova raccolta di Sanji Zoro

Attenzione i personaggi sono OOC e alcune storie sono delle PWP


GENNAIO

-Giorni di Gennaio, quando il tempo si è fermato
e la natura sembra non svegliarsi mai ed anch'io come lei
vorrei dormire per non pensare più-

(Pierangelo Bertoli) “Gennaio”



Sento stranamente caldo, un caldo che mi riempie il cuore e mi distende i sensi. Perché sto così bene? Non riesco a capire cosa c’è di differente rispetto alle altre volte, il sonno intorpidisce ancora i miei sensi e la mente si rifiuta di svegliarsi del tutto. Eppure sono sicuro che qualcosa di strano c’è. Fuori sento ululare il vento freddo che ghiaccia ogni cosa. Dovrei avere freddo, tremendamente ed inesorabilmente freddo. Sono già settimane ormai –da che l’inverno si è fatto ancora più rigido- che la mattina mi sveglio tutto accartocciato su me stesso, tremando e battendo i denti nonostante le pesanti coperte. Allora come mai questo tempore sta mattina mi avvolge così dolcemente?
Scuoto la testa per cercare di riprendere coscienza del mio corpo nel dormiveglia. Sono ancora stanco ma la curiosità è più forte, e poi mi devo alzare per preparare la colazione agli altri. Sollevo con fatica la palpebra del mio unico occhio funzionante. La camera è in penombra e faccio fatica a raccapezzarmi. Mi stiracchio leggermente, sbadigliando soddisfatto e riposato… anche queste sono strane sensazioni. La prima cosa che vedo è il soffitto sopra di me sorrido rendendomi conto che ho dormito disteso sulla schiena per tutta notte, non come le altre volte che mi svegliavo raggomitolato su un fianco con le punte delle mani congelate.
Sto tremendamente bene, anche se non so chi o cosa ringraziare per questa splendida dormita. Mi auto convinco che è il momento di alzarmi perciò faccio forza sulla schiena e mi tiro su a sedere.
Due braccia forti ed abbronzate mi stringono forte la vita, tirandomi indietro e costringendomi a sdraiarmi nuovamente…
-Zo…Zoro!?- esclamo sconvolto e sbalordito per la sua presenza nella mia brandina.
-Mmmm- mugugna il testone senza neppure degnarsi di sollevare una palpebra.
-Che diavolo ci fai nel mio letto? Brutto imbecille, levami subito le mani di dosso- sbraito irritato imbarazzato e un po’ eccitato dalla sua prepotente vicinanza.
Zoro si decide finalmente ad aprire gli occhi e mi fissa sorridendo sornione:
-Sta notte tremavi come un cucciolo torciglio, eri tanto bello che ho pensato di scaldarti-
Non ne sono certo ma la mia faccia deve essere diventata bordeaux dalla vergogna, non so che dire così evito lo sguardo del marimo.
Lo sento ridere sommessamente ed alzarsi dal letto, pochi istanti dopo è già fuori dalla stanza.
Maledetto ci trova gusto a mettermi in imbarazzo! Sono furioso, con lui e con me stesso per la reazione avuta.
Però –nonostante la rabbia- il mio corpo si muove da solo e in breve mi trovo nuovamente disteso tra le coperte calde ad annusare il cuscino sul quale pochi istanti fa era poggiata la testa verde di Zoro.
Sospiro sconsolato e mormoro: -Vorrei dormire per non pensare più…-


PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
La raccolta è scritta per la challenge 12 mesi di musica
Come avreta capito sarà una raccolta lunga dodici capitoli (One-shot, drabble e flashfc) che si baserà su delle canzoni della musica italiana d'autore nelle quali sono citati i dodici mesi dell'anno




MARZO

-I giardini di marzo si vestono di nuovi colori

e le giovani donne

in quel mese

vivono nuovi amori-

(Lucio Battisti) “I Giardini di Marzo”



-Ohhh Nani –chan, che bella maglietta che hai oggi- Sanji seguiva la navigatrice con la bava alla bocca continuando a ripetere come in una litania –Meno male che l’inverno è finito, così le mie due muse si spoglieranno un po’ e splenderanno nella loro bellezza-
Anche Nico Robin uscì dalla biblioteca vestita con un abitino primaverile succinto e provocante. Sanji se possibile spanse maggiori cuoricini a quella visione.
-Robin-san anche tu sei splendida- e poi inginocchiandosi davanti alle due con fare teatrale si mise a decantare una specie di poesia in versi:
-I giardini di marzo si vestono di nuovi colori e le giovani donne, in quel mese, vivono nuovi amori-

Continuò a seguire le due donne riempiendole di complimenti per altri lunghissimi minuti. Poi ad un certo punto si bloccò di colpo. Nami e Robin si fissarono perplesse e poi volsero lo sguardo nella stessa direzione in cui il cuoco sembrava essersi incantato.
Dall’altra parte della nave Zoro aveva ripreso i suoi allenamenti all’aperto. Sanji lo stava fissando come incantato, in religioso silenzio, cercando di deglutire senza successo per via della bocca improvvisamente secca. Nami sbuffò infastidita e Robin sorrise sussurrandole:
-Che ci vuoi fare! I nostri vestiti aderenti a Sanji piacciono moltissimo… ma a quanto pare preferisce il petto nudo di Zoro-

PICCOLO SAPZIO PRIVATO:
Si lo so che manca febbraio... i mesi saranno sparpagliati, non su tutti ho le idee molto chiare .-. però alla fine li inserirò tutti non temete :)
Ovvimente sarò felice di sapere cosa ne pensate :)

Edited by Akemichan - 17/9/2015, 21:53
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 16/3/2011, 17:22




SETTEMBRE

-Restiamo insieme fino a quando gli occhi tuoi
ancora chiusi troveranno gli occhi miei.
Settembre non ci troverà,
coi suoi venti non può, non vincerà.
Adesso si tutto è possibile
farlo così con tutta l'anima
quando la musica pian piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà.
(Antonello Venditti) “Settembre”

Le mani correvano sul petto, il loro candore e la delicatezza venivano sottolineati maggiormente dal contrasto con la pelle scura e virile. Sanji non era un uomo timido, e neppure una ragazzetto alle prime armi, eppure in quel momento si sentiva tremendamente in imbarazzo. Forse perché era strano o forse perché aspettava quel giorno da talmente tanto tempo… troppo tempo.
Senza fretta fece scorrere un dito sulla superficie ruvida e informe della cicatrice, voleva guadagnare tempo, chiarirsi le idee per capire come muoversi, cosa fare per non sbagliare. Zoro a quel tocco lieve si irrigidì leggermente, il ricordo di quel giorno umiliante era ancora vivido nella sua mente e non voleva in alcun modo che la sua testa lo associasse -in futuro- anche con la loro prima volta… però nonostante tutto lasciò che il biondo continuasse a toccarlo, quasi la volesse cancellare quella brutta ferita rimarginata.
Il silenzio era teso della loro agitazione, nell’aria si respirava l’ansia del primo incontro, l’aspettativa e il timore di non deludere il compagno.
Forse avevano atteso troppo, però i rapporti tra di loro non erano mai stati semplici, le cose chissà perché risultavano sempre complicate. Si erano riscoperti mesi addietro innamorati l’uno dell’altro. Attratti inesorabilmente verso gli occhi e il corpo di quello che, fino a poco prima, consideravano poco più che un amico, forse solamente un rivale.
Prendere coscienza di tutto questo e poi accettarlo non era stato facile per nessuno. Certo avevano reagito in modo differente, però entrambi erano stati tormentati in egual misura.
Sanji sorrise ripensando ai loro trascorsi, mentre con la bocca lasciava una scia di piccoli baci casti sul collo dello spadaccino.
Lui, quando aveva compreso di provare dei forti sentimenti nei confronti di Zoro, inizialmente si era semplicemente un po’ stupito –così come ci si stupisce la mattina quando ci si alza con il segno delle cuciture del cuscino sulla faccia e ci si domanda: ma come è successo?- poi, passata la fase di stupore era divenuto curioso.
Voleva conoscere tutto di Zoro – e non solo fisicamente- perciò aveva iniziato a seguirlo, ad allenarsi con lui… a parlare e a fare domande.
Voleva che diventassero una cosa unica, solo loro due, fino a fondersi in un unico corpo. Era sempre stato questa la sua romantica concezione dell’amore. Eppure aveva sofferto molto. Tentare di scrutare nell’animo di Zoro non era affatto facile. Il timore di non essere corrisposto e l’ansia di non essere all’altezza, lo avevano portato a vivere così male quella sua scelta; oltre tutto Zoro aveva reagito allontanandolo.
Lo spadaccino con quei baci lievi sul collo parve rilassarsi leggermente, lasciò scappare un sospiro frustrato. Voleva che andasse bene, voleva che per entrambi ci fosse un bel ricordo di quella loro prima volta… ma come fare? Lui non era abituato a lasciarsi andare –se non quando combatteva e non era questo il caso-. La rigida disciplina alla quale si era sottoposto per tutta la vita lo aveva forgiato a stare sempre all’erta, sempre con la guardia alzata e la mano poggiata sull’impugnatura delle spade. Ora le sue amate katane erano abbandonate solitarie in un angolo della piccola stanza e –seppure vicine- gli pareva di essere nudo e vulnerabile senza di esse.
Ecco perché quando aveva intuito che i suoi sentimenti nei confronto del biondo si stavano modificando aveva cercato di fuggire.
Non aveva paura o ribrezzo per ciò che provava, però… è un dato di fatto: l’amore rende deboli. Kuina ne era stata la dimostrazione, quanto aveva sofferto dopo che lei era morta? Se ci ripensava un dolore sordo lo assaliva ancora alla bocca dello stomaco.
Però si potevano dire molte cose su Sanji, ma non che in amore non fosse testardo ed ostinato. Per quante volte lui lo allontanasse, per quante volte lui lo picchiasse – e non come al solito, ma con il fermo proposito di fargli veramente male- il biondo ritornava sempre e-se possibile- più agguerrito e determinato di prima. Alla fine Zoro aveva abbassato le sue barriere, capitolando di fronte all’ostinazione di Sanji, in fondo era quello che voleva anche lui.
E poi, senza rendersene conto, aveva iniziato a rispondere alle migliaia di domande che il cuoco pazientemente e cocciutamente gli rivolgeva ogni giorno. Inizialmente digrignando i denti per il fastidio, poi sbuffando e iniziando anche lui a porne, infine… chiacchierando e ridendo per ogni sciocchezza.

“Perché i tre orecchini?”
“Uno per ogni spada!”
“E tu perché usi un grembiule rosa?”
“… Perché mi dona!”

Stupidaggini che a poco a poco, domanda dopo domanda e risposta dopo risposta li avevano avvicinati sempre più, fino a farli scontrare in un bacio pieno di passione.
Ora a due settimane di distanza dal quel primo bacio erano lì, in quel ripostiglio piccolo e male illuminato, che con lentezza ed ansiti si esploravano in un misto di eccitazione ed imbarazzo.
Ormai l’estate stava finendo, settembre era alle porte, Sanji respirava odore di cambiamento nell’aria… forse era vero ed il vento stava portando con se l’autunno o forse –semplicemente- sentiva dentro di sé che quel giorno e quella decisione di concedersi finalmente l’uno all’altro, avrebbero cambiato le loro vite.
Poco importava però, perché era certo che sarebbero stati cambiamenti positivi.
Nessuno dei due parlava, mentre ormai spogli degli abiti si distendevano sul pavimento umido di legno. Non faceva freddo o per lo meno loro non lo sentivano.
La mano di Sanji corse lieve a tuffarsi nei ricci verdi del pube di Zoro. Voleva sentirlo tra le dita, stringere nel palmo tutta la forza pulsante del compagno.
Un ansito di piacere sfuggì dalla bocca di Zoro, sentirsi accarezzare così intimamente dopo mesi e mesi di astinenza in mare era una cosa che non si poteva descrivere.
Spinto dai sensi anche lui fece scivolare il braccio tra le gambe del cuoco. Accarezzò rudemente il sesso del biondo, sorprendendosi di quanto fosse morbido in quel punto così nascosto.
I loro occhi si fissarono attraverso le palpebre chiuse. Era strano, ma nessuno aveva necessità di vedere l’altro, i loro occhi chiusi si trovavano ugualmente.
Continuarono ad eccitarsi con le mani muovendo piano e a ritmo i bacini, ansimando uno nell’orecchio dell’altro, rendendo così la cosa ancora più personale e profonda.
Gradualmente Sanji si posizionò meglio tra le gambe del compagno; fu tutto così naturale, tutto così giusto… pareva che il tempo si fosse impigrito, rallentando i loro respiri e i loro battiti, permettendo così ad entrambi di raggiungere la perfezione.
Zoro non sentì dolore – o per lo meno se lo sentì venne presto accantonato e rimosso nelle spire dei sensi- Sanji si fuse in lui come se fosse una cosa che ormai era diventata abituale, talmente tanto totale era il loro connubio.
Insieme poco dopo raggiunsero finalmente l’orgasmo, accasciandosi poi esausti uno tra le braccia forti e abbozzante dell’altro.
Rimasero così per molto.
Da quanto tempo erano in quello sgabuzzino? Ore, minuti , giorni? Impossibile stabilirlo… eppure –se si eccettuano gli ansiti di piacere- nessuno dei due aveva ancora proferito parola.
Sanji si ritrovò a pensare a questo mentre si chiedeva perso tra le spire del piacere –misto ad una stanchezza soddisfatta- : chissà chi sarà il primo di noi due che parlerà… ma in fondo che importanza aveva?


Piccolo spazio privato:

Allora che ne dite? Piaciuta?

 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 16/3/2011, 18:01




NOVEMBRE


E’ per te questo fiore che ho scelto,
te lo lascerò lì
Sotto un cielo coperto
Mentre guardo lassù sta passando novembre

(Eros Ramazzotti) “Sta passando Novembre”

Ancora non se ne capacitava, come era potuta accadere una cosa simile? Il dolore si era affievolito, non gli urlava più nelle orecchie, però anche se silenzioso era divento parte di lui. Non lo abbandonava mai, lo seguiva come la sua stessa ombra, sempre presente, gli riempiva le giornate e lo tormentava nei sogni. O forse era meglio chiamarli incubi. Ogni notte sempre diversi, ma terribilmente uguali.
Avrebbe tanto voluto dimenticarsi di tutto, ma sapeva che farlo avrebbe significato comportarsi da vigliacco, e lui non era un vigliacco. Ora aveva due sogni e due promesse da mantenere, non solo Kuina ma anche il suo…
Afferrò quasi con rabbia un fiore bianco e giallo, forse una margherita ma lui non se ne intendeva, e se lo portò di fronte agli occhi.
Quel giallo gli ricordava così tanto i suoi capelli, ed il bianco della corolla aveva la stessa sfumatura della sua carnagione.
Chiuse gli occhi, e per l’ennesima volta, come in un personale supplizio infernale, rivide le scene di quell’infausto giorno scorrergli davanti alle palpebre chiuse. In un rallenty senza suoni ne colori lo rivide per la centesima volta cadere a terra e sputare sangue.
Riaprì gli occhi sopraffatto dall’angoscia, non ce la faceva a rivivere quegli ultimi istanti, non voleva ricordare le ultime parole, le lacrime e tutta quella soffocante ed irreversibile conclusione.
Sanji…
Sanji…
Cosa sarebbe stato disposto a dare per riaverlo? A cosa sarebbe stato disposto a rinunciare, per voltarsi indietro e rivederlo ancora con quella stupida e puzzolente sigaretta tra le labbra rosse?
Tutto.
Kami, se solo fosse stato possibile…
Sollevò il volto verso il cielo scuro di pioggia, come se anche Dio volesse piangere la loro definitiva separazione:
“Mentre guardo lassù sta passando novembre” sussurrò a sé stesso, non era più il tempo di restare, e di rimpiangere ciò che era stato, era giunto il momento di partire.
Scosse la testa, la tristezza, il rimpianto ed il rimorso lo stavano sopraffacendo. Non poteva essere debole, non poteva assolutamente cedere, lo aveva promesso… un giuramento solenne fissando gli occhi del cuoco che si chiudevano alla morte.


“…il … mio …”
“Zitto idiota, non parlare” ringhiò quasi mentre lo stringeva convulsamente a sé e la vita di Sanji gli scorreva calda ed appiccicosa tra le dita.
“…il mio sogno…”
Zoro non ci pensò neppure un secondo, aveva capito cosa l’altro cercava di dire, non voleva che spirasse con dei rimpianti.
“Lo troverò io… L’All Blue… lo troverò per te, lo giuro”
Un sorriso sghembo fu l’ultima cosa che il cuoco concesse al suo amante.

Avrebbe tanto voluto rimanere lì, in quel luogo desolato, per poter vegliare sulla tomba di Sanji per il resto dei suoi giorni. Però sapeva di dover partire, aveva promesso. Doveva trovare l’All Blue per lui.
Zoro si rigirò lo stelo del fiore tra le dita e poi parlò alla fredda pietra, che mai gli avrebbe risposto:
“E’ per te questo fiore che ho scelto, te lo lascerò lì” disse poggiando il piccolo fiore sulla lapide.
Sotto un cielo coperto Zoro si incamminò dando le spalle, forse per sempre, all’unica persona che avesse mai amato.

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
Arghhh dolore! Sappiate che queste cose mi fanno star male...
 
Top
2 replies since 16/3/2011, 17:00   49 views
  Share