San Valentino, ZoroxSanji

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Sanji 94
view post Posted on 13/2/2011, 22:50




E' la mia prima ZoroxSanji per cui siate clementi...
Anzi no!
Rimproveratemi, così alla prossima farò meglio.
Spero che il mio lavoro non sia così pietoso, ma adesso che ho a che fare con personaggi marginali, tornare a scrivere delle ben amata ciurma mi è quasi difficile... xD
Comunque...
A voi l'ardua sentenza!



Nonostante l’aria di febbraio fosse fredda, anche se ci fosse il sole, Zoro non aveva rinunciato ad allenarsi, come d’abitudine all’aperto e rigorosamente a torso nudo.
Era da ore che si stava esercitando ormai, e aveva proprio bisogno di fare uno spuntino, giusto per rimettersi in forze prima di fare un'altra sessione di flessioni, ma disgraziatamente la cucina era impraticabile.
L’idiota cuoco ossigenato era da giorni in visibilio per l’ormai imminente festa degli innamorati, e aveva deciso di precludere la cucina a tutti, tranne a lui stesso ovviamente, e vi si era rinchiuso dentro a preparare chissà quale diavoleria per stupire le sue dolci muse, Nami e Nico Robin.
-Idiota, apri la porta!- sbraitò lo spadaccino battendo le mani sulla porta in legno della cucina, in modo da richiamare l’attenzione del cuoco.
-Ho detto di no!- la voce di Sanji giungeva dall’interno lontana.
-Ma non è possibile. E’ da due giorni che non possiamo entrare, né per bere né per mangiare. Ma che ti è saltato in mente?!-
L’altro non rispose. Zoro tentò allora di sbirciare all’internò da uno degli oblò sulla porta, che sfortunatamente per lui, per l’occasione erano stati coperti con delle tendine.
-Apri!- fece per battere i pugni per l’ennesima volta quando la porta si aprì e Sanji ne uscì raggiante.
Per poco non gli cadde addosso, ma prontamente il biondo lo sorresse con una gamba, dato che le mani erano occupate a sorreggere un paio di vassoi.
-Cosa vuoi?- gli domandò accigliato.
-Ho sete, e non posso entrare in cucina quando voglio!-
Sanji sbuffò, annoiato dalle lamentele di Zoro.
-Tieni!- gli avvicinò il vassoio che trasportava dei bicchieri ricolmi di liquidi colorati –Non toccare quelli colorati, sono per…-
Non terminò la frase perché Zoro lo precedette, concludendo con voce tediosa –Nami e Nico Robin- sospirò. Sanji diceva sempre le stesse cose.
Quanto era noioso!
Fortunatamente le sue orecchie avevano riposato per due anni senza sentire quell’odiosa voce smielata rivolgersi alle ragazze, volteggiando e sprizzando cuori da tutti i pori.
Afferrò un bicchiere contenente un fresco liquido ambrato che trangugiò in un sorso, poi lo liquidò con un “grazie” e tornò a dedicarsi ai suoi allenamenti.
Ma cosa ci trovavano tutti di tanto eccitante in quella festa?
L’intera ciurma era in fermento per il giorno successivo.
Franky si era rinchiuso nella stiva insieme ad Usop a costruire un qualche strano marchingegno da regalare probabilmente a Robin, che per la prima volta era ignara di tutto.
Chopper si era rinchiuso in infermeria, con la paura che Sanji lo scegliesse come piatto principale per il giorno di San Valentino, mentre Rufy gli diceva insistentemente di uscire e di andare a pescare con lui, dato che non aveva a disposizione nessuno che gli facesse compagnia durante le sue trovate più pittoresche.
Brook si dilettava a suonare il suo violino, sotto ordine di Sanji, perché avrebbe dovuto allietare la serata che stava preparando.
Ed infine, Nami e Nico Robin, erano visibilmente elettrizzate all’idea di ricevere dei regali.
Fece l’ultima flessione sostenuto da un solo braccio e poi raccolse le spade e la maglietta poggiate lì a fianco e si diresse verso il bagno per fare una doccia ristoratrice, per tergersi il sudore che gli imperlava i muscoli ambrati.
Mentre l’acqua gli scorreva addosso, infilandosi negli anfratti più oscuri e privati del suo corpo beandolo del suo calore, la sua mente prese a vagare tra i pensieri più strambi riguardanti la festa degli innamorati, come la chiamava Sanji.
E se anche lui avesse fatto un regalo a qualcuno?
In fondo che male ci sarebbe stato mostrarsi più dolce di come appariva, per una volta soltanto, per un giorno e basta, poi tutto sarebbe tornato normale.
Spense il getto d’acqua e si asciugò in fretta cercando di distogliere la mente da quei pensieri folli che gli si affollavano in testa.
Scostò l’asciugamano dal volto e si guardò allo specchio.
Per la prima volta sembrava che l’immagine riflessa gli rimandasse qualcosa di più del suo semplice volto. Era lui, su questo non c’era dubbio, ma era così solo, il sorriso spento e quel viso un semplice guscio avvizzito che oscurava un cuore tenero.
-Amore…- sussurrò piano osservandosi nel vetro.
Scosse la testa.
-Zoro, ma che vai farneticando?!- si rimproverò duramente.
Avvolto in un asciugamano giunse nella cabina adibita al riposo e si vestì in fretta.
“Chi è la persona a cui tengo più dell’intera ciurma? Per chi darei la vita?” si domandò mentre si infilava una delle tante magliette bianche che adorava e che mettevano in risalto il suo fisico scolpito e proporzionato.
-No!- esclamò –Non può essere!-
Rufy che stava passando di lì, udendolo urlare si affacciò nella stanza.
-Zoro c’è qualche problema?-
-No, niente Rufy!-
Il giovane capitano si dileguò facendo spallucce e con un sorriso radioso e contagioso sul volto.
Uscì sul ponte con l’intenzione di respirare un po’ di aria fresca, gli piaceva l’inverno proprio per questo; nonostante facesse freddo il sole intiepidiva le giornate e l’aria era più pulita.
-Nami swan, Robin chan!- il cuoco stava saltellando come un ebete attorno alle ragazze –domani sera siete entrambe invitate in cucina per festeggiare San Valentino con il sottoscritto!-
Le due, in parte contente e in parte per far felice Sanji, batterono le mani all’unisono. Il cuoco, raggiante, tornò a rifugiarsi in cucina.
-Cretino!- sbottò.
Il suo commento non passò inosservato e Robin si avvicinò a lui sorridendogli dolcemente.
-Zoro, dovresti essere più comprensivo con lui-
Erano passati due anni e Robin era diventata stupenda, ancor più bella di prima; Nami era cresciuta, diventata più donna, ma Robin aveva quel senso di maturità in più che la rendeva ancor più affascinante.
-Non ce la faccio. Mi dà ai nervi. E adesso che ci siamo ritrovati ancora di più!-
Rise fragorosamente.
-Scusami Zoro, devo andare-
Nami la stava chiamando a gran voce e lei non poteva dirle di no, per cui se ne andò lasciandolo con quel sorriso dolce.
Rimase per tutto il pomeriggio sul ponte, poggiato al parapetto e osservando la vita tranquilla della Sunny, aveva ignorato anche il pranzo quel giorno, preferiva stare da solo nei suoi pensieri.
-Ho trovato!- esclamò in un istante.
Si alzò di scatto e corse in camera, dove fece passare tutti i cassetti e gli armadi alla ricerca di qualcosa a lui stesso sconosciuto.
-Vediamo cosa potrebbe andare bene…- mugugnò mentre frugava tra i vari indumenti.
La ricerca si rivelò vana.
-Nulla. Maledizione! Ho bisogno di un aiuto… ma chi?-
Rattristato uscì dalla stanza e mentre attraversava i corridoi della nave passò di fronte alla camera delle ragazze, dove vide Robin sdraiata sul letto che sorreggeva un biglietto.
-Entra pure!- gli disse senza neanche rivolgergli uno sguardo –So che c’è qualcosa che ti turba, a me puoi dirlo- posò il biglietto sul comodino lì a fianco e gli sorrise facendo cenno di entrare.
Zoro si sedette sul letto di Nami di fronte a lei e la guardò con aria triste.
-Ehm… Robin… vedi io… vorrei fare un regalo!- lo disse tutto ad un fiato e dovette ripeterlo una seconda volta prima che lei capisse.
-Immagino che sia per San Valentino-
Lo spadaccino annuì; era inutile mentire di fronte a Nico Robin, la sua perspicacia lo avrebbe inchiodato subito.
-E chi è la fortunata?- domandò Robin con una punta di malizia nella voce.
Scosse la testa, per farle capire che non esisteva nessuna fortunata.
-S…S…- non aveva il coraggio di pronunciare quel nome.
La ragazza gli posò una mano morbida sulle labbra e annuì dolcemente.
-Ho capito- gli sorrise –Bene, quindi, cosa vorresti fargli?-
-Non ne ho idea-
-Beh, un regalo apprezzato deve essere qualcosa di personale, che quando lo guarda può sentire la tua presenza e ti sente sempre vicino. Oppure potresti fare qualcosa con le tue mani, come sta facendo Franky per me- gli porse il biglietto che stava leggendo e lesse l’invito di Franky per la sera successiva nella stiva.
-Ma cosa?- domandò lui spaesato.
-Cioccolatini!- esclamò –I cioccolatini sono sempre apprezzati!- pensò per un attimo a cosa potesse andare storto –Il problema è che la cucina è impraticabile e sicuramente avrebbe qualcosa da ridire. Per cui escludiamo il cibo!-
-Vedi- mormorò abbattuto –non c’è nulla che a quell’idiota incravattato possa piacere!- sbottò.
Robin aprì la bocca stupita –Zoro, come lo hai appena chiamato?-
-Idiota incravattato. Perché?- domandò inarcando un sopracciglio.
-Ho trovato!- esclamò con il volto illuminato –potresti regalargli…- ma la frase fu interrotta dall’irruzione di Nami nella stanza.
-Hei voi due, che state combinando tutti soli?- domandò ammiccando.
-Nulla!- sbottò Zoro –Scusami Robin, ma devo andare- e lasciò sole le due.
E nonostante avesse parlato con Robin non sapeva ancora cosa regalargli.
Maledizione!
Nel frattempo Nami stava facendo il terzo grado all’amica, con la convinzione che lo spadaccino stesse cercando un regalo per una delle due.
-Allora sei tu la ragazza richiesta?- le domandò.
Robin scosse la testa. Gli occhi di Nami si illuminarono e scattò in piedi, per poi uscire correndo sul ponte chiamando a gran voce lo spadaccino.
-Cosa vuoi?- gli chiese lui sprezzante.
Nami gli si avvicino facendosi più conturbante. Se qualcuno li avesse visti con il sole che calava e in quegli atteggiamenti ambigui avrebbe di certo frainteso.
-Suvvia Zoro, non puoi negarmelo, cosa hai intenzione di regalarmi?-
Alzò un sopracciglio –Ma tu sei pazza. Nessuno ti vuole regalare nulla!-
-Robin me l’ha detto- gli sorrise ammiccando.
-Illusa!- sbottò senza prestarle un minimo di attenzione.
-Brutto zoticone, come ti permetti!- gridò attaccandolo con i pugni cercando di attirare la sua attenzione.
Zoro si scanso, cercando di allontanarsi da Nami che proseguiva i suoi capricci senza fine.
-Nami smettila. Non cambi di certo le cose facendo così- bloccò le mani mentre cercava di assestargli l’ennesimo colpo.
La navigatrice abbassò il capo –Come vuoi- mormorò costernata e poi se ne andò. I suoi sogni erano stati smorzati ancora sul nascere, Robin avrebbe saputo consolarla, in fondo un po’ di tatto in Zoro non poteva aspettarselo; rimaneva il solito gorilla misantropo,nonostante fossero passati ben due anni.
Il sole era ormai calato e il suo stomaco brontolava, quel giorno aveva saltato sia il pranzo che la cena.
-Sanji ho fame!- gridò nei pressi della cucina.
Un mano diafana fuoriuscì dalla porta e posò in terra un piatto di carne e una bottiglia di sakè.
-Posso parlarti?- gli domandò mentre raccoglieva la cena.
-Non ora, sono impegnato!- esclamò il cuoco da dentro.
-Come vuoi- sospirò.
Con il piatto da una parte e la bottiglia dall’altra si rifugiò in camera dove consumò il tutto e si coricò, pronto a far fronte alla giornata successiva.

Il giorno successivo aveva passato l’intera mattinata con l’intento di parlare in privato con Robin, ma disgrazia voleva che nei momenti in cui la speranza si faceva sporadica qualcuno passava sempre nei paraggi e perciò gli era impossibile confidarsi con lei.
Parlare con il diretto interessato era ancor più arduo, dato che rifiutava contatti con l’esterno e rimaneva chiuso nella sua maledetta cucina; e a peggiorare le cose si aggiungeva pure Nami, che non aveva perso la speranza riguardo ad un regalo da parte sua, infatti ogni occasione era buona per riservagli delle stupide moine.
Aveva bisogno di trovare un maledettissimo regalo!
Osservò il sole alto nel cielo e capì che ormai era pomeriggio inoltrato e non doveva mancare molto alla sera in cui tutti erano impegnati a farsi apprezzare da una delle due ragazze.
Robin aveva gentilmente promesso a Franky che dopo la cena con Sanji sarebbe andato da lui, il cyborg allora, per rendere il tutto ancor più affascinante aveva arruolato anche Rufy e Chopper per riuscire a rendere il suo momento con Robin migliore di quello che lei avrebbe passato con Sanji.
Nami aveva occupato per l’intero pomeriggio il bagno della ciurma agghindandosi in modo alquanto provocante e sensuale, mentre l’amica aveva preferito qualcosa di più sobrio e si era limitata ad occupare la propria camera da letto e il bagno che della stanza.
E quel giorno erano addirittura tre le stanze impraticabili.
-Nami esci!- sbottò Zoro, mentre passava dal corridoio su cui si affacciava il bagno.
-Ma come sei noioso!- gli gridò lei di rimando.
Lo spadaccino insistette e riuscì nel suo intento, tanto che Nami uscì dal bagno avvolta in un asciugamano e si diresse inviperita a vestirsi.
-E’ inutile che tenti di farti bello, non ti si fila nessuna!- gridò mentre richiudeva la porta della camera.
-Strega!-
E se avesse avuto ragione?
Ci avrebbe provato comunque, anche se era convinto che il suo tentativo di farsi apprezzare sarebbe stato vano.
Rimase nella vasca a lungo, crogiolandosi al calore che saliva dall’acqua e continuando a pensare alle parole di Nami di poco prima.
Il resto della ciurma, nel frattempo, era rimasta stupita dal comportamento insolito di Zoro, dato che non era da lui rimanere nel bagno più di venti minuti.
Si asciugò rapidamente dopo aver realizzato che aveva perso tempo e non aveva ancora un regalo per le mani, poi si chiuse in camera a vestirsi.
Non sapeva cosa mettere; ovviamente di abiti eleganti ne aveva ben pochi, per cui decise di non indossare vestiti troppo sofisticati, ma più sportivi.
Optò per un paio di jeans e sopra una giacca. Si sentiva strano con addosso quegli abiti.
Dato che aveva ancora un po’ di tempo, decise di cercare qualcosa che potesse utilizzare come regalo; Robin lo aveva aiutato, gli aveva detto che la cosa ideale sarebbe stato un qualcosa di personale per far sentire la sua presenza anche se si fossero trovati lontani.
Continuò a cercare scartando la maggior parte delle cose che gli capitavano sotto mano, fino a quando, ad un certo punto, eccola là!!
Era quella la cosa ideale!
Riuscì a raccoglierla appena in tempo dal fondo dell’armadio e a nasconderla dietro alla schiena prima che Rufy potesse vederla mentre entrava nella stanza.
-Zoro cosa nascondi dietro la schiena?- gli domandò ridendo e cercando di sbirciare.
-Nulla- rispose.
-Dai fammi vedere!!- insistette il capitano.
Zoro scosse la testa e uscì, sempre tenendo ben nascosto il regalo.
Ora mancava soltanto il pacchetto.
Si diresse rapidamente nella stiva, cercando di non farsi notare da nessuno, dove incontro Franky, che visibilmente esaltato accarezzava un marchingegno coperto da un velo viola.
-Franky ho bisogno di un pacchetto per questo!- gli porse una scatolina.
-Fratello, ci diamo da fare eh?! Lascia fare a me!- prese la scatola e strappò un pezzo del drappo viola.
Abilmente avvolse la custodia e la decorò con un vistoso fiocco a dir poco perfetto.
-Ora va’ e solo quando l’avrai conquistata ringraziami- si avvicinò abbassando la voce –sperando che si tratti di Nami, altrimenti…-
Non riuscì a terminare la frase perché lo spadaccino si era già disperso.
Era finalmente giunta l’ora!
L’atmosfera di ansia che si respirava era palpabile.
Era di fronte alla porta della cucina, e doveva solo trovare il coraggio.
Estrasse una mano dalla tasca e bussò. Nessuno rispose, ma una dolce musica di violini di sparse per tutta la stanza; era Brook, che a quanto pare doveva iniziare a suonare proprio quando sentiva bussare, in modo tale che l’invitato, o meglio, in questo caso, l’imbucato, potesse avere il consenso di entrare.
Aprì debolmente la porta e vi entrò.
Di fronte a lui un drappo scarlatto pendeva dal soffitto, e gli precludeva la vista di ciò che vi era oltre; alla sua destra su un piccolo tavolino erano poggiate due bende nere e un biglietto.
Dopo esservi bendate gli occhi tirate la corda.
Una breve frase, poche e semplici indicazioni.
Realizzò dove fosse la corda e dopo essersi bendato la tirò.
L’elegante tendone rosso si scostò di lato e mostrò il volto di un Sanji alquanto stupito.
-Tu?!- gli gridò contro; il collo pulsava pericolosamente –Fuori immediatamente cretino! Hai intenzione di rovinarmi la festa?!-
-Aspetta Sanji…-
-Ti ho detto di uscire!- scandì le parole lentamente, in modo tale che l’altro potesse capire meglio.
-Come vuoi- si voltò e fece per uscire –tieni- gli porse il piccolo pacchetto che gli aveva fatto –volevo solo dirti che in questi due anni mi sei mancato-
Non sapeva nemmeno lui dove aveva trovato tutto quel coraggio, ma come aveva previsto era stato tutto un fallimento. Si richiuse tristemente la porta della cucina alle spalle.
All’interno Sanji era rimasto davvero senza parole.
Scartò con delicatezza l’involucro, cercando di non rovinare niente e poi aprì il pacchetto sgualcito, scoprendo il segreto che celava.
Una cravatta.
Una cravatta verde.
Certo che il marimo aveva davvero gusti orribili, quel verde era davvero improponibile, ma in fondo era pur sempre un gesto dolce nei suoi confronti e lui l’aveva scacciato così in malo modo. Sapeva anche lui quanto gli voleva bene, o forse di più, ma di sicuro non avrebbe permesso che gli altri lo capissero, in fondo lui era sempre stato il donnaiolo della ciurma, sarebbe stato uno smacco far sapere agli altri la sua passione per il sesso maschile, e per di più per Zoro.
Aprì la porta, fregandosene della reazione che gli altri potessero avere, in fondo in quel momento ciò che gli importava davvero era passare la serata con la persona che più desiderava.
Allungò una mano verso lo spadaccino, che si era seduto in terra.
-Forza entra!-
Lui la afferrò e lo seguì all’interno della cucina.
-Che ne diresti di cenare con me? Io e te da soli- gli sorrise dolcemente, ma non era lo stesso sorriso che gli riservava Robin, era un sorriso ancor più dolce e carico di desiderio.
Sì, non c’era alcun dubbio, era lui quello giusto.
Annuì.
-Ah quasi dimenticavo!- esclamò mostrandogli il regalo scartato –Grazie Zoro!- gli diede un delicato bacio a fior di labbra, casto e dolce, ma sensuale al tempo stesso.
Lo spadaccino chiuse gli occhi gustandosi il sapore acre del tabacco misto al profumo di colonia che le labbra del cuoco gli offrivano.
In quel preciso istante, sfortunatamente o fortunatamente, dipende dal punto di vista delle cose, Robin fece il suo ingresso in cucina, ma prontamente si ritrasse, sorridendo a Sanji, che l’aveva vista; dietro di lei Nami cercava insistentemente di guardare oltre, ma l’altezza della mora le bloccava la visuale.
-Credo che stasera ci sia qualcuno che ti desidera di più- le disse richiudendo la porta della cucina e facendo cenno ad un Rufy nascosto e alquanto imbarazzato.
-Ma Sanji? Gli avevo promesso…-
-Tranquilla. Sono convinta che Sanji passerà una migliore serata ora rispetto che con noi due- rise.
La rossa annuì.
-E tu?- le domandò.
-Ti dimentichi di Franky- le sorrise di nuovo.
-Hai ragione! Quindi mia cara, buona serata e divertiti!-
-Anche tu! E mi raccomando non farmi imbarazzare troppo il capitano- le due risero e poi si divisero, andando entrambe dal proprio uomo.
-Siediti- gli disse amabilmente il biondo scostando la sedia per farlo sedere.
-Sarai sempre così gentile cuocastro?- gli domandò scompigliandogli i capelli biondi.
-Non contarci troppo bifolco!- Sanji poso le labbra sulla sua guancia ambrata e poi servì i suoi manicaretti –anche se devo dire che mi sei mancato parecchio in questi due anni-
-A quanto pare i travestiti ti hanno traviato- Zoro rise sguaiatamente.
-Cretino! Tu mi hai traviato, sin dal nostro primo incontro al Baratie-
-Ti vedevo più concentrato su Nami in quel periodo- mormorò fingendo di essere imbronciato.
-Beh, era un modo per farti ingelosire!- rise anche lui.
-Si si certo, come no!-
-Zitto e mangia!- lo rimbeccò il cuoco.
Quella sarebbe stata la più bella sera che avrebbero passato dopo il ricongiungimento, forse l’unico che avrebbe preferito che non ci fosse era Usop, obbligato ad utilizzare il nuovo marchingegno di Franky, adibito alla produzione dei fuochi artificiali che allietarono l’intera serata; i fuochi artificiali che Zoro e Sanji rimasero a contemplare stretti l’uno nelle braccia dell’altro regalandosi ogni istante di quell’amore che quella sera era iniziato.
Baci, baci e ancora baci… quello era solo l’inizio e non era importante se gli altri avessero saputo qualcosa, in fondo erano sempre i loro compagni, la loro famiglia e li avrebbero apprezzati per quello che erano veramente.
Infine, Zoro comprese quanto l’amore e la festa di San Valentino non fossero così negativi e inutili, ma di certo non poteva dirlo a Sanji, altrimenti l’avrebbe trattato come una ragazzina alla ricerca di attenzioni da parte del suo amato.
 
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view post Posted on 29/3/2011, 12:25

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bellissimissima!!!
 
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