Cap 9
Il cuore di Sanji martellava furiosamente, rimbombandogli nella testa.
Le mani fredde erano sudate e gli mancava il fiato, mentre correva alla volta dell’infermeria.
No!
Non poteva perderlo così.
La colpa era tutta sua, se non avesse reagito così alle provocazioni di Zoro, lui non si sarebbe incuriosito e tutto questo non sarebbe successo.
Era colpa sua, non avrebbe dovuto mentirgli fin dall’inizio…
… era solo colpa sua…
Sanji stava tremando ed era mortalmente pallido quando afferrò la maniglia per spalancare la porta.
Quello che vide lo lasciò sconvolto.
Zoro… si stava allenando!
Era chino sul pavimento che faceva una serie di flessioni e, a giudicare dal sudore e dalla sua conta, era da molto che era impegnato negli allenamenti.
Zoro lo fissò senza interrompersi.
Il biondo dopo un primo momento di smarrimento gli corse incontro e gli si inginocchiò al fianco.
-Che stai facendo… nelle tue condizioni…- mormorò sconnesso.
-Torciglio che vai blaterando?-
Il verde lo fissava spaesato, cosa caspita era preso a quel cuocastro?
Non gli erano ancora tornati alla mente quei due giorni fatidici ed in più il comportamento del cuoco si faceva di giorno in giorno sempre più assurdo.
-E’ tutta colpa mia… mi dispiace sono un idiota, come faccio senza di te…- Sanji continuava a parlare sconvolto e Zoro cominciò a preoccuparsi.
Gli afferrò il viso tra le mani e lo guardò.
-Ti vuoi calmare? Che ti succede?-
Per tutta risposta il cuoco si sfilò la giacca e gliela fece passare attorno alle spalle.
-Copriti rischi di prendere freddo e aggravare le tue condizioni! Ora ti rimetto a letto…-
Quel gesto!
Quella giacca passata attorno alle sue spalle…
I ricordi di Zoro presero a fluire nitidi e chiari nella sua testa, ricordò tutto.
Per questo non si accorse che alle parole il cuoco aveva fatto seguire i gesti.
Quando si riprese dalla valanga di ricordi, si rese conto che era sollevato a mezz’aria.
Sanji lo aveva preso in braccio e lo stava rimettendo a letto.
In situazioni normali lo avrebbe fatto a fette ma ora ricordava, e quel gesto gli parve alquanto naturale perciò, anche se in mortale imbarazzo, lo lasciò fare.
Quando il biondo l’ebbe posato delicatamente sul letto, iniziò a guardarsi intorno frenetico.
-Una coperta, dove le avrà messe Chopper… un asciugamano ti devi asciugare…-
Zoro lo fissò stranito.
Sanji era di un pallore impressionante e sembrava sconvolto, preoccupato e spaventato.
Allora con una mossa agile scattò a sedere, gli artigliò un polso e lo costrinse a sedersi accanto a se.
-Ora basta. Datti una calmata!-
Sanji lo guardò con occhi persi.
-..l-lo so che stai male…la medicina… Chopper ha detto…-
Uno lampo e Zoro si mise a ridere sommessamente.
Chopper, quella renna stava diventando troppo furba per i suoi gusti.
Però c’era da dargliene atto, se Sanji ora era così vicino lo doveva solo al dottore.
-Guardami, sto bene! Non ho nulla… Chopper ti ha detto una piccola bugia!-
Sanji lo guardò incerto, non fidandosi.
Iniziò a tastargli il corpo in cerca di qualcosa di tangibile.
Un graffio, un ematoma, delle bolle, qualcosa che confermasse le sue tetre paure.
Zoro lo lasciò fare anche questa volta, tra lo stupito e il divertito.
Quando alla fine, la ricerca di Sanji si rivelò –fortunatamente- infruttuosa, il biondo rimase per alcuni istanti muto, come annichilito.
Sollevò la testa lentamente incrociando gli occhi ancora divertiti dello spadaccino.
Un mortale imbarazzò si fece largo nella sua mente.
Aveva fatto una figura da idiota.
-I.O L’A.M.M.A.Z.Z.O. –
Urlò Sanji digrignando i denti e stringendo i pugni.
Stava per alzarsi, per corre fuori e perpetrare la sua vendetta ma, la mano del verde lo trattenne.
-Ricordo tutto- disse solamente con tono piatto.
Sanji si bloccò di colpo a quelle poche parole.
Si girò come al rallentatore, rispecchiandosi in due occhi imperscrutabili.
Non riuscendo a capire quali fossero i pensieri di Zoro, Sanji si innervosì ulteriormente.
Era arrabbiato, lo compativa, gli faceva schifo, lo divertiva?... lo ricambiava?
L’ultimo pensiero fece scattare in Sanji una risata isterica.
Essere ricambiato dal marimo… ora aveva toccato veramente il fondo!
A quella reazione Zoro si infastidì, fraintendendola.
-Piantala di ridere! Non ricordavo nulla e tu mi hai mentito… mi sono semplicemente fidato di quello che mi avevi detto ed ho agito di conseguenza- ringhiò nel tentativo di recuperare un po’ d’orgoglio, -dato che pensava che l’altro ridesse di lui-.
Le parole del vice capitano ebbero l’effetto di calmare il biondo e riportarlo alla triste realtà.
Zoro non l’amava… questo era tutto!
Lo sguardo si fece spento e lentamente si alzò dal letto.
-Mi dispiace, non era mia intenzione mentirti, volevo dirtelo però…- la frase gli si strozzò in gola.
Zoro non voleva che se ne andasse ora era il momento di chiarire tutto.
-Ok, vorrà dire che conserverò quei due giorni nella mia testa e non ti infastidirò più- disse di rimando senza riflettere.
Sanji alzò il volto di scatto spalancando gli occhi.
-Non ti dà fastidio?- domandò guardandolo con trepidazione.
Il verde scosse lentamente il capo e poi disse:
-Tu mi piaci da molto tempo… anni…Ma tranquillo non ti infastidirò più, so che tu non ricambi, si insomma eri innamorato dell’altro me…-
Le parole uscirono incespicando dalla sua bocca, il vice capitano stava facendo uno sforzo sovrumano per esprimere i suoi sentimenti a parole.
La testa piegata, si fissava intensamente la punta delle scarpe.
Per questo non si accorse che il cuoco gli si era avvicinato così tanto.
-Anche tu mi piaci… amo tutto ciò che sei! Con o senza memoria- sussurrò lentamente nell’orecchio del compagno.
Zoro, preso alla sprovvista, non poté far altro che arrossire.
Però lo smarrimento durò pochissimo, perché una folle passione prese il sopravvento su entrambi.
Il bacio che seguì subito dopo fu quanto di più eccitante avessero sperimentato fino a quel momento.
Un bacio bagnato, pretenzioso, profondo e furioso.
Non era il momento della dolcezza, l’impulso ora, era solo quello di sentirsi, fin anche a farsi male.
I denti bianchi del cuoco affondarono dispettosi nel labbro inferiore di Zoro.
Lo spadaccino mugolò di dolore e di eccitazione, inarcando il bacino.
Questo movimento portò in contatto la loro eccitazione che, seppur stretta tra le stoffe degli abiti, era pulsante e gonfia per entrambi.
Le mani di Zoro corsero frenetiche alla camicia del biondo.
Non c’erano né il tempo né la voglia di aprire a uno a uno quei bottoni infernali.
Lo strappo venne coperto dai loro respiri tesi ed eccitati.
I piccoli bottoni rotolarono tintinnando per terra, mentre loro caracollavano sul letto dell’infermeria.
Zoro si liberò a sua volta dalla maglietta, aiutato da Sanji che gli stava seduto sul bacino.
Con un movimento fluido il biondo sfilò in un solo colpo pantaloni e boxer al compagno steso sotto di lui.
Il sesso di Zoro svettò alto tra le sue gambe, abbronzate dal sole e forgiate dagli allenamenti.
Il cuoco si concesse alcuni istanti di pura ammirazione, sfiorando delicatamente, quasi senza toccare, l’intimità del verde.
Dalla bocca dello spadaccino usci un sospiro di puro piacere.
Poi si riscosse, facendo correre la mano attraverso i pantaloni di Sanji.
Così, senza slacciarglieli o calarli iniziò a massaggiare la virilità del biondo.
La testa di Sanji calò sulla sua spalla, mentre cercava di recuperare fiato, per la sorpresa e il piacere dovuti a quel massaggio.
La mano bianca e curata del cuoco si attaccò al bottone dei suoi stessi pantaloni, andando a finire il lavoro che Zoro aveva deliberatamente ignorato.
A quel gesto lo spadaccino portò anche l’altra mano a fare compagnia alla precedente, iniziando a manipolare i testicoli del partner.
Un ansito strozzato sfuggì da Sanji, che seppur intrappolato da quella miriade di sensazioni cominciò a ricambiare il compagno con la stessa moneta.
Infatti le mani del biondo cominciarono a danzare sull’eccitazione del verde come ballerine.
Passarono così alcuni interminabili attimi in un misto di lingue, baci infuocati e sospiri eccitati.
Poi come se si fossero letti nel pensiero si staccarono, fissandosi negli occhi.
-Guardo nell’armadietto di Chopper… magari c’è qualcosa che ci può tornare utile- disse Sanji a mezza bocca.
Zoro si limitò ad annuire stringendo, con una presa molto più forte delle altre, la virilità del biondo prima di lasciarlo alzare.
Quell’ultimo gesto aveva completamente scombussolato la mente del cuoco che si mise a cercare freneticamente in mezzo ai medicinali, facendo perlopiù cadere boccette e garze.
Pochi istanti e si voltò con sguardo trionfante in direzione di Zoro, con in mano un tubetto di vasellina.
Fissandolo negli occhi gli lanciò il piccolo oggetto e si riavvicinò al letto.
-Scegli tu! A me va bene tutto- disse distendendosi di nuovo al fianco del vice-capitano che lo fissava sorpreso dal gesto.
Sul viso di Zoro si dipinse un ghigno ed assentì, ricominciando poi a baciare il cuoco con foga.
Sanji era certo che sarebbe stato lui ad accogliere lo spadaccino.
Certo gli sarebbe piaciuto anche sperimentare il contrario… però il verde non era il genere d’uomo che si facesse fare certe cose –almeno non all’inizio-
Così quando Zoro strizzò il tubetto, non fece neppure caso alle sue azioni, continuando a mordicchiargli e leccargli il collo.
Quasi saltò dalla sorpresa quando sentì qualcosa di freddo e scivoloso venire a contatto con la sua virilità tesa.
Alzò lo sguardo smarrito fissandolo negli occhi del compagno.
Zoro ghigno, poi le labbra lentamente si piegarono in un sorriso più dolce.
Il vice-capitano, senza dire una parola, prese la mano destra di Sanji e lì vi versò dell’altra vasellina.
Vedendo però che l’altro lo guardava, come se la cosa fosse assurda, si decise a mormorare.
-Un piccolo premio per aver aspettato e per avermi respinto quando ero senza memoria!-
Poi avvicinò le labbra all’orecchio del biondo e aggiunse.
-Qui non ci disturberà nessuno… abbiamo tutto il tempo del mondo-
Ad intendere che anche lui poi avrebbe avuto la sua parte.
Sanji sorrise per la sorpresa -alquanto gradita- e senza più esitare portò la mano all’apertura del verde.
Iniziò prima con delicatezza infilando l’indice.
Poi, visto che Zoro non dava segni di fastidio, anzi si tendeva per un maggiore contatto, iniziò a muovere le dita con forza avanti ed indietro, penetrando ed allargando quanto più possibile.
Il fiato dello spadaccino era corto e strozzato, le dita del biondo gli stavano procurando un piacere inaspettato.
Sanji continuò così per alcuni attimi, finché il verde, quasi al limite lo fermò.
-Vieni- disse semplicemente.
Il cuoco non se lo fece ripetere due volte.
Con un movimento fluido ma delicato e attento, fu dentro al compagno in un attimo.
La strettezza di Zoro si contrasse leggermente per l’intrusione e Sanji rimase fermo in attesa.
Pochi secondi e Zoro con un ghigno dipinto sul volto iniziò a muovere il bacino.
Quel gesto diede il via al biondo, da quel momento inarrestabile, nella foga della sua passione.
Le spinte si facevano sempre più forti, mentre il sesso di Sanji scavava sempre più in profondità, l’intimità stretta e calda di Zoro.
Ansiti di piacere uscivano dalle loro bocche, ormai erano un’unica cosa, così profondamente uniti in quell’amplesso di fuoco.
I respiri erano una sincronia di melodie ed i movimenti parevano una strana –ma affascinante- danza ancestrale.
Senza interrompere minimamente il contatto il biondo alzò lievemente la testa verso il verde, in una tacita domanda.
-Ri…mani- riuscì solo ad ansimare Zoro, che subito dopo si sciolse nella calda mano del compagno.
Contemporaneamente Sanji lo inondò con il suo liquido caldo, riempiendogli la strettezza con il suo sperma.
Si baciarono un’ultima volta, con le lingue che si cercavano e si rincorrevano –mentre Sanji era ancora piantato a fondo nell’ano del compagno-
Poi lentamente si staccarono ansimando –prima le bocche, infine i corpi-
Sanji uscì lentamente da Zoro e gli si distese sopra, poggiando la testa sul suo petto.
Attesero entrambi di riprendere fiato in un silenzio di pace.
-Dopo ricordami che devo uccidere Chopper- mormorò Sanji poco dopo.
-Ucciderlo? Io piuttosto direi che gli devi fare un regalo- ribatte l’altro ridendo sommessamente.
Si fissarono negli occhi e la passione poco prima soddisfatta si riaccese infuocata.
Sanji alzò le spalle, tuffandosi nuovamente sulle labbra di Zoro.
…Chopper poteva aspettare.
End
PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
Ed ecco la tanto sospirata lemon… accidenti, spero che sia stata di vostro gradimento!(se così non fosse ditemelo altrimenti come faccio a migliorarmi?)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa mia ennesima uscita di testa.
Un grazie particolare a tutti quelli che si sono presi la briga di seguirmi con le loro recensioni, dandomi suggerimenti ed incoraggiamenti1
Ora vi saluto, chiedendovi un ultimo sforzo per recensire e commentare anche quest’ultimo capitolo!
Alla prossima