Come cane e gatto, [VM18] Jabura x Lucci

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Yellow Canadair
view post Posted on 16/1/2017, 18:01 by: Yellow Canadair
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2rr1bft ~ Jabura

CITAZIONE
« Non dirmi cosa devo fare, cane. »

« Lupo. Vai a farti fottere. »
Jabura era a corto di insulti, a quel punto, e di litigare non aveva voglia; gli avrebbe ricacciato in gola la sua arroganza a suon di cazzotti, ma facendolo avrebbe azzerato gli sforzi dei suoi compagni per rimetterlo in piedi… e per non essere rispedito a calci sulle piazze a fare il buffone, decise di rimandare ogni rissa.
Si appoggiò con i pugni sul davanzale e guardò fuori, distogliendo lo sguardo dall’infame.
Anche perché diciamocelo, che gusto c’era a fare a pugni con l’idiota, se quello a mala pena si muoveva? Non si abbassava mica a certi livelli come faceva il direttore! …ex direttore.

CITAZIONE
«Volete abbassare la voce? Se l'infermiera scopre che siamo saliti tutti insieme, ci farà buttare fuori!»
«AH! DEPLOREVOLE, IGNOBILE INGIUSTIZIA!!»
«Sono le politiche dell'ospedale...»
«Indecenti come molestie sessuali.»
«Chapapa! Jabura ha detto che sono delle politiche del caz-»
«Sappiamo che cosa ne pensa lui! Ora, possiamo entrare in silenzio, per favore?»

FINALMENTE! Perché avevano tardato tanto?

Le voci arrivarono molto vicine alla porta e, prima di entrare, ci furono dei secondi in cui il volume scemò fino a sparire. Succedeva sempre così: casino totale nei corridoi e poi, a mezzo centimetro dalla porta, silenzio assoluto come se si entrasse in chiesa. Jabura quasi riusciva a vedere Fukuro che si chiudeva la zip e Califa che cominciava a camminare sulla punta delle scarpe per non far ticchettare i tacchi.
La maniglia si abbassò (Kaku, sicuramente Kaku) e un nasino molto delicato fece capolino dallo spiraglio; ciocche rosa spinsero di più la porta e infine essa si aprì.

Jabura si sedette sul davanzale per godersi la scena.

Il primo fu Kaku, che aveva aperto la porta: il volto guardingo e velato dalla preoccupazione si aprì in un sorriso che contagiò occhi, naso, orecchie e persino il cappellino, roba da far invidia ai mocciosi che si faceva scivolare addosso.
Califa spalancò la bocca truccata in una modesta “O” muta, che coprì subito con la mano per pudore.
Blueno sollevò le sopracciglia e piegò la testa di lato. Sempre tanto espansivo, lui.
Fukuro alzò le braccia al cielo, si aprì la zip e cominciò a parlare: « Chapap- »
« IL MIRAAAAAAACOLO È DUNQUE AVVENUTO! MADRE! MADRE E TUTTI GLI ANGELI CHE TI ACCOMPAGNANO NELLA TUA VITA ULTRATERRENA! MIRAAAAAAACOLO!!! GRAZIE! NOI TI RINGRAZIAMO A GRAN VOCE! GRAZIE PER AVERCI RESTITU- »
« DACCI UN TAGLIO, KUMADORI! » riuscì a sovrastarlo Jabura sollevandolo di peso dal pavimento. « Non ho intenzione di farmi sbattere di nuovo fuori! E quello là sta su davvero per miracolo, quindi piantala di urlare! »
Kumadori spalancò gli occhi. « Quello che dici ha assolutamente senso! »
« …e vorrei ben dire. »
Guardò preoccupatissimo verso Rob Lucci e infine declamò: « Sono stato così privo di assennatezza! Ah scellerato! Farò seppuku per rimediare al mio errore! »
« Fallo in silenzio! » gridò Jabura.
Intanto gli altri si erano avvicinati, felici ma esitanti, all’amico appena sveglio. Hattori, in bilico sul ciglio del materasso, faceva da body guard e impediva a tutti di avvicinarsi troppo, sbattendo le ali quando qualcuno parlava con voce un po’ troppo alta.
« Va bene, va bene, ho capito! » sorrise Kaku sussurrando e tranquillizzando quel piccolo Argo, fedele in ogni situazione. Poi considerò: « Ma se è appena uscito dal coma… che diavolo ci fa già seduto? » domandò al piccione, per poi spostare lo sguardo sul collega nel letto. I giorni precedenti i dottori non avevano fatto altro che spiegargli che, subito dopo il risveglio, sarebbe stato difficile per lui anche solo cambiare posizione nel letto…!
Califa, ben dritta sulle spalle e al sicuro dietro le sue lenti, scandì fredda: « Porgo le felicitazioni dello staff del CP9 » non sapeva che Lucci era già al corrente delle ultime novità, così aveva mantenuto il vecchio nome del gruppo.
Fukuro aprì di un nonnulla la sua zip e sussurrò: « Chapapa, è così formale, ma in realtà sta tremando! Ha avuto paur- » un calcio molto formale gli tappò la bocca.

Jabura guardava il gruppetto che faceva le feste al leader. E poi “cane” lo dicevano a lui! Bah! Poco mancava che scodinzolassero, altro che “agenti freddi e distaccati”! Però, doveva riconoscere, negli ultimi quattro giorni erano cambiate tante cose, e avevano dovuto fare i conti con tante paure che credevano essere cancellate per sempre, e altre ancora che non avevano mai creduto di poter avere. Si prendessero quel momento, sperando che quell’insensibile non li silurasse con qualche cattiveria delle sue.

La porta della stanza, chiusa da Blueno quando erano tutti entrati, si aprì e la corpulenta infermiera dai tacchi a spillo e le autoreggenti a rete si palesò sull’uscio.
« L’orario di visite non è ancora- » cominciò subito Jabura, sulla difensiva.
Ma l’infermiera lo ignorò. « Il direttore dell’ospedale manda un messaggio ai degenti e ai loro familiari. » disse preoccupata. « Non toccate e non cercate di sradicare i tentacoli vegetali che escono dalle prese elettriche e dalle prese d’aria. Segnalateli al personale. Stiamo provvedendo a chiamare degli specialisti. » e uscì dalla stanza in tutta fretta, probabilmente diretta verso altre camere.

Edited by Yellow Canadair - 16/1/2017, 21:48
 
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