You jump, I jump, [VM 18] Lucci x Kaku ~ Isola del CP9

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Vegethia
view post Posted on 3/12/2015, 16:38 by: Vegethia
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The storm is approaching

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H5gmebX
Rob Lucci

Si sarebbe trascinato i dolori di quel Rankyaku per settimane, se lo avesse preso in pieno senza alcuna contromisura; o se qualcuno non fosse intervenuto a bloccare il colpo per lui.
Qualcuno come Kaku, per esempio.
Lucci fissò attonito la schiena del ragazzo, irrigidita dal Tekkai, fargli da scudo. Non poteva vederlo in volto, tuttavia era certo che stesse stringendo i denti per lo sforzo, considerata la potenza del colpo di Auron.
Sulle prime pensò che fosse una mossa stupida. Sì, insomma, non era così necessario soccorrerlo; ma d'altro canto lo fece sorridere, almeno mentalmente. Era strano e, avrebbe osato dire, bello sapere di avere qualcuno pronto a difenderti nei momenti di difficoltà, malgrado tu fossi una macchina assassina per il resto del mondo, e forse anche per te stesso.
Fortunatamente, comunque, il maestro decise di porre fine all'assalto in stile Fukuro (anche Lucci era rimasto senza parole in proposito) e rivelare le sue vere, "benevole" intenzioni.

CITAZIONE
-Bentornati a casa.-

Tre parole in grado di fargli dimenticare tutto, compreso il vago senso di vergogna per le trovate del loro cernierone ambulante, che a quanto pareva, non aveva un briciolo di riserbo proprio per nessuno.
«Maestro...» fece poi, rivolgendosi serio ad Auron. Si accorse appena di Hattori che tornava ad appollaiarsi su di lui, per scrutare i bambini indaffarati a riempire di domande due semi-disperati Kaku e Jabura. «Lei è al corrente della nostra situazione col Governo, ovviamente.»
«Ovviamente.»
Lucci inarcò un po' un sopracciglio. Hattori puntò il bambino moccioloso che per qualche oscuro motivo non gli andava a genio. Certe antipatie nascevano così, a pelle.
«Non dovremmo discuterne?»
«A tempo debito.» Auron incrociò le braccia sul petto e poggiò la schiena contro una grossa quercia, facendogli un cenno verso i suoi giovani allievi «Credo che dovresti dare man forte ai tuoi compagni. Li vedo un po' in difficoltà.»
E non c'era da stupirsi, cavolo. Erano killer, mica baby sitter. Anche se con Spandam accanto, ogni tanto Lucci si era sentito una specie di assistente per minorati mentali.
«Tu sei Rob Lucci?» chiese una vocina alle sue spalle.
Il moro si voltò e vide un ragazzino di pressapoco undici anni fissarlo, pieno di determinazione. Un paio di occhiali da sole gli tiravano indietro i capelli, scoprendogli la fronte e donandogli un'aria da bulletto.
«Non ricordo di averti autorizzato a fare conversazione, Aidan.»
«Sì, però...» il bambino lanciò una nuova occhiata a Lucci, titubante, come se avesse un bel rospo da sputare «So che lui è entrato nella CP9 a tredici anni! Cosa bisogna fare per lavorare così presto col Governo?? Anche io voglio andare in missio-»
«Aidan, frena la lingua e torna ad allenarti.»
Un ordine che non ammetteva obiezioni. E infatti, un attimo dopo, Lucci osservò il ragazzino allontanarsi a testa bassa, i pugni stretti per la frustrazione. Una scena che aveva già visto, una sensazione che aveva personalmente provato.
«Ti ricorda qualcuno?» fece Auron, retorico. «Dovrebbe.»
Lucci deviò il discorso. Non amava parlare di sé. «Mi sembra troppo giovane perché il Governo possa promuoverlo.»
«Lo eri anche tu, come tanti altri. Eppure l'hanno fatto.» commentò il maestro con una punta di asprezza nella voce.
Ad Auron non era mai garbato che il Governo, da una ventina d'anni a quella parte, reclutasse bambini inesperienti per sbaragliarli in missioni potenzialmente suicide. Lo riteneva uno spreco di risorse, un insulto al suo lavoro, e, soprattutto, un massacro autorizzato. Alcuni allievi erano addirittura stati chiamati senza aver appreso tutte le sei Rokushiki e senza la necessaria educazione al rigore e all'obbedienza; com'era successo con quella testa calda di Nero (di cui, probabilmente, Lucci e gli altri non serbavano memoria).
Lucci evitò di addentrarsi nell'argomento, non solo perché non gli interessava, ma perché aveva una visione diversa dall'uomo. Del resto, poteva capire il desiderio di diventare un agente a tutti gli effetti (con tanto di licenza di uccidere), nonostante quei bambini sembrassero davvero troppo immaturi.
«Ohi, Lucci! Qui ce n'è anche per te.» lo richiamò uno scazzato Jabura, schivando l'ennesimo attacco maldestro della bambina «Hai intenzione di restare lì impalato ancora per molto?!»
Controvoglia e solo perché gli parve chiaro di non avere alternative, Lucci si avvicinò al gruppetto delle reclute, pregando che lo trovassero poco interessante e lo lasciassero in pace. Ma naturalmente non fu così.
«Ah! Signore, hai un piccione sulla tua spalla!» lo informò la bambina coi capelli turchini.
«Se non ci stai attento ti farà la cacca addosso. A me è successo una volta, bleah!»
«Perché hai tutte quelle bende? Hai sbagliato anche tu il Geppo e sei caduto?»
Lucci fu tentato di fare subito dietrofront, ma si costrinse a restare sul posto, lanciando a Kaku uno sguardo di sconfinata insofferenza: di quelli che un tempo volevano dire Portati via quel cretino di Paulie, non lo reggo più alla Galley-La, o Se non mi fermi, è la volta buona che ci libero della sua inutilità a Enies Lobby, riferito a Spandam.
Poi il ragazzino col moccio al naso tentò in sordina di importunare Hattori, saltellando dietro di lui per arrivare a toccarlo.
«Fermo dove sei, bifolco!» lo minacciò il piccione, e riuscì a fare sobbalzare il bimbo per la sorpresa.
«Oooh! Il piccione ha parlato!!»
«Il mio nome è Hattori! E questo è Rob Lucci.»
Jabura sghignazzò un poco. Era evidente che quei poppanti mettevano Lucci a disagio, se per comunicare con loro aveva preferito sfoderare il suo alter ego.
«Fatevi sotto, vi sfido a colpirci!» tubò ancora Hattori.
Almeno tre dei marmocchi raccolsero la sfida con entusiasmo.
«Yay!! Cosa vinciamo se ci riusciamo??»
Lucci guardò i tre e poi di nuovo Kaku: ricordò che a San Popula, per racimolare i soldi delle spese mediche, aveva fatto lo scivolo per i bambini della città trasformato in giraffa (lui non poteva saperlo, perché era in coma, ma Fukuro glielo aveva raccontato).
Non era sicuro che il biondo l'avrebbe presa tanto bene, ma poco importava: era escluso che quei mocciosi riuscissero a colpirlo.
«Vincete un giro sulla giraffa più alta del mondo!»


Non odiarmi Kaku xD
Alla prima occasione ci imboschiamo da qualche parte e mi faccio perdonare!** ❤
 
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85 replies since 4/11/2015, 20:32   1174 views
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