You jump, I jump, [VM 18] Lucci x Kaku ~ Isola del CP9

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Vegethia
view post Posted on 14/11/2015, 13:29 by: Vegethia
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The storm is approaching

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Rob Lucci

Mentre Hattori finiva di rimpinzarsi con le poche scorte di cereali trovate in dispensa, Lucci gli versò mezzo dito di caffè dentro un bicchierino da liquore, tornando poi a sorseggiare il suo, completamente amaro.
Intercettò lo sguardo di Jabura che parlava dell'ex capo: quel vigliacco nato nella parte privilegiata delle società persino in sogno. In effetti, aveva provato un certo piacere nel beffarsi di lui con Kaku (e non l'aveva visto sputazzganare in un occhio dal suo fidanzato, purtroppo), ma rimpiangeva di non essere stato abbastanza cosciente da cantargliele di santa ragione.
Perché Spandam si meritava ben più che un matrimonio sfumato dopo i fatti di Enies Lobby. Se erano ricercati dal Governo lo dovevano soprattutto a lui; non poteva passarla liscia.

CITAZIONE
-Chapapapa forse dovremmo attraccare di nascosto senza dare nell'occhio.-

Finì di bere il caffè senza considerare quella proposta alquanto irrealizzabile (a meno di lasciare Fukuro e Kumadori sulla nave). Però l'intenzione di non creare scompiglio come a San Popula era indubbiamente corretta.

CITAZIONE
-Cosa pensi di fare?-

Lucci poggiò i gomiti sul tavolo e incrociò le dita davanti alla bocca, valutando le loro prossime mosse.
«Approderei sul versante est.» cominciò «Dubito che servirà a nascondere la nave, se non l'hanno già avvistata sarà solo questione di tempo.»
L'unico edificio presente sull'isola sorgeva al centro di una giungla selvatica e si articolava su più piani, offrendo una buona panoramica del mare circostante. Lucci, che aveva atteso l'arrivo delle navi del Governo molte volte da lassù, lo ricordava nitidamente.
«Tuttavia quel lato dell'isola ha sempre avuto una vegetazione fitta, sarà più facile muoversi senza dare nell'occhio.» scoccò uno sguardo eloquente a Fukuro e proseguì «Forse non troveremo anima viva e non serviranno tante precauzioni, ma è meglio evitare contatti con ospiti inattesi.»
Capitava di rado che i comuni agenti del Governo Mondiale si recassero lì in assenza di scopi precisi, ed era troppo presto perché avessero già organizzato una spedizione per cercarli, d'altra parte, la prudenza non era mai troppa.
«Quindi ci dirigeremo subito alla base, dove avremo più probabilità di trovare il Se-» si fermò, correggendosi «Auron. Non possiamo fare a meno di parlare con lui.»
Suonava strano pronunciare il suo nome, nonostante fossero passati così tanti anni. Per lui, come per il resto dei suoi compagni, Auron era sempre e solo stato il Sensei, il loro maestro di Rokushiki. Un agente di storica fama nel Cipher Pol, che dopo una lunga e brillante carriera da assassino s'era "congedato" per anzianità, ritirandosi a condurre una vita solitaria sull'isola. In realtà, non era mai completamente uscito dal giro della giustizia in nero, piuttosto aveva cambiato ruolo: da esecutore a formatore di nuove generazioni di killer professionisti. Un mestiere che aveva finito col diventare la sua vocazione e che lo aveva condotto ad insegnare le Sei Arti al gruppo di Lucci; in assoluto gli allievi di cui andava più fiero, almeno prima del Bustercall a Enies Lobby.
Adesso, solo Eneru sapeva cosa pensava di loro e come li avrebbe ricevuti. E non solo lui.
Califa abbassò lo sguardo, fissando inespressiva il fondo della sua tazza da caffè. Anche suo padre si trovava lì. Cosa doveva aspettarsi da lui?
«Se non siamo i benvenuti sull'isola, ce ne andremo.» concluse Lucci.
«Come sarebbe?! Siamo appena arrivati!» protestò Jabura.
«Vuoi forse combatterli?»
Una domanda che suonava più come un rimprovero. Non che non ne fossero in grado, anzi, con tutta probabilità lui, Kaku e Jabura avevano ormai superato il maestro in termini di forza fisica, ma il punto era un altro. Era una questione di rispetto.
Quella era la loro casa, quell'uomo li aveva addestrati. Non era affatto la stessa cosa che punire un pugno di piratucoli ostili, come a San Popula.
«No, no.» precisò subito Jabura, seccato.
«Se sono contro di noi, segnaleranno subito la nostra presenza al Governo,» sottolineò Lucci «e allora dovremo andarcene comunque.»
«E se glielo impedissimo? Possiamo prenderli in ostaggio e...»
«E' fuori discussione!» esclamò Califa, irritata. L'ultima cosa che voleva era vedere suo padre legato e sbattuto in una cantina come un prigioniero, per mano sua.
«Inutile arrovellarsi prima del tempo. Spiegheremo le nostre ragioni, diremo come sono andate veramente le cose ad Enies Lobby. Quando chiariranno le loro posizioni, decideremo di conseguenza.»
Hattori terminò la colazione appollaiandosi soddisfatto sulla sua spalla. Nel farlo, gli scoprì in parte il collo segnato dai morsi di Kaku durante le loro effusioni notturne.


Figura imbarazzante fra tre.. due... uno... XD
 
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