You jump, I jump, [VM 18] Lucci x Kaku ~ Isola del CP9

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Vegethia
view post Posted on 6/11/2015, 17:46 by: Vegethia
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The storm is approaching

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H5gmebX
Rob Lucci

Lucci colse con la coda dell'occhio la coperta che scivolava, rivelando il corpo scolpito del rosso. Bastò quell'immagine fugace perché la memoria gliene sbattesse davanti un'altra assai più esplicita: l'immagine di Kaku nudo, con solo un diamante al collo, sdraiato su un divanetto a posare per lui, per farsi ritrarre come i suoi "ragazzi di Sabaody".
Lucci maledì il sogno come aveva maledetto Eneru non molte ore prima.
Si forzò a inchiodare lo sguardo in terra e tenere la mente impegnata a cercare i suoi fottuti vestiti, perché no, non avrebbe pensato a quel genere di cose, adesso. Non era proprio il momento.
Trovò i pantaloni e se li rimise, constatando che si erano impregnati di umidità, come anche le bende e la camicia. Gli sembrò di udire una risatina di Kaku, ma prima che potesse voltarsi a verificare, arrivò il rumore di passi dal lato opposto del ponte.
Terminò di vestirsi in silenzio, mentre Hattori gli si posava sulla spalla come di consueto. Stava giusto sistemando il cravattino al suo piccolo pennuto quando arrivò Jabura, con un sorriso che non finiva mai e un'espressione più irriverente del solito stampata in faccia.

CITAZIONE
-Buongiorno!-
-Buongiorno...-

Lucci non rispose, limitandosi a sostenere lo sguardo del lupastro con le mani infilate in tasca. Non amava chiacchierare con quello scemo di prima mattina, specie dopo un'overdose di demenza immaginaria.
Notò con interesse le orecchie da giraffa di Kaku mettersi sull'attenti, nervose, e anche se non lo diede a vedere ne fu un po' divertito.
Purtroppo per lui, il divertimento tra poco sarebbe stato tutto di Jabura.

CITAZIONE
-Che hai da fissare con quella faccia?-
-Nulla, nulla, giraffol-

Jabura che, ancora scosso dalle risate, riuscì a sghignazzare qualcos'altro, prima di ripiegarsi su sé stesso.
«Dimmi, Kaku, come fa una giraffa a tendersi all'infinito
Lì per lì Lucci non collegò. Che stava blaterando quell'idiota? Soprattutto, perché era così in vena di spirito, considerando anche lo screzio avuto con lui la sera precedente?
Poi ricordò.
Quella frase... quell'esatta espressione, non era il nome della "tecnica" che Kaku aveva usato nel suo sogno mettendosi sulle punte, e dopo a testa in giù, in equilibrio sul naso?
«Jabura! Cotanto clamore non si confà quest'ora del giorno! YO-YOI!»
«Lucci ti picchierà di nuovo, Chapapa.»
...No, impossibile.
Forse ricordava male, o era solo una bislacca coincidenza. Ma Jabura continuava a sghignazzare come un ossesso e la cosa cominciava a infastidire Lucci.
«Se sei di nuovo sbronzo è un tuo problema,» lo ammonì «risparmiaci la tua stupidità.»

Jabura gli rivolse un'occhiataccia e scattò in piedi. Non aveva dimenticato il conto in sospeso con quel bastardo, nossignore. Però...
Però il sogno sul Titanic ebbe di nuovo il sopravvento. Più precisamente fu la vista di Lucci, con quegli straccetti da pezzente e la faccetta da ragazzino innocuo, ad avere la meglio su tutto il resto.
Non riuscì proprio a trattenersi.
«Altrimenti cosa farai? Mi sputazzganerai in faccia??»
E giù a ridere della grossa.

Una scintilla di rabbia balenò negli occhi di Lucci, per spegnersi un attimo dopo sotto una doccia di freddo stupore.
Era troppo. Troppo per essere una semplice coincidenza.
Jabura... sapeva.
Jabura aveva fatto il suo stesso sogno!
Gli aveva sentito sparare tutte quelle scempiaggini e aveva visto lui e Kaku a quel ridicolo ballo di terza classe...! E...
Lucci deglutì, gli occhi fissi sul lupastro, increduli.
Jabura sapeva di lui e Kaku. Di come Spandam (...sì, Spandam) fosse stato cornificato, magari aveva visto persino il ritratto che lui aveva fatto a Kaku col diamante...
Non trovò parole per replicare, per quanto velocemente avesse elaborato quelle informazioni e stesse cercando di darvi spiegazione. E Jabura se ne stranì non poco, perché se Lucci aveva un debole (dopo le giraffe), era quello di cedere alle sue provocazioni piuttosto facilmente.
Smise di ridere e rilevò in effetti qualcosa di anomalo negli occhi del felino. Sembrava scioccato. Scioccato ma non stranito come avrebbe dovuto essere.
Come se quelle cose per lui avessero senso.
...Come se le avesse vissute.
«No... Non dirmi che...» balbettò Jabura, sbigottito, e sentendosi sull'orlo delle risate si voltò verso Kaku, quasi a cercare conferma del suo presentimento.


Jabura ha rischiato la vita, ma ha scioccato Lucci: ne è valsa la pena x°D
 
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