A difficult change, Marco x Ace

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view post Posted on 8/10/2015, 22:10
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Portgas D. Ace

Ace socchiuse gli occhi e la prima cosa che il suo sguardo catturò fu il soffitto della cabina in cui si trovava, un fastidioso mal di testa lo aveva destato dall'incoscienza e per i primi momenti il giovane rimase com'era, steso sul letto a guardare il soffitto.
Cosa era successo di preciso?
Ricordava bene lo scontro avuto con Jinbe -ed il sol pensiero di quei giorni passati a combattere gli fece brontolare rumorosamente lo stomaco-, poi era arrivato Barbabianca e lui... e lui aveva perso.
Ace scattò seduto e strinse le mani a pugno, quasi fino a farsi del male con le proprie unghie, mentre con lo sguardo incominciava a guardarsi intorno ed a studiare il luogo in cui era. Non conosceva quella cabina, quindi questo poteva dire solo una cosa: Barbabianca lo aveva preso sulla sua nave.
Diventa mio figlio.
Queste parole rimbombarono nella mente del corvino, che percepì bene la rabbia crescere in lui. Ma chi credeva di essere? Con chi credeva di avere a che fare? Si sarebbe pentito di non averlo messo in manette!
"Col cavolo!"
Sbottò, alzandosi dal letto su cui era seduto e dando un calcio ad una gamba del letto, poi si avviò all'uscita della stanza. Lui avrebbe ucciso Barbabianca, di questo era sicuro, e quel pensiero riuscì ad oscurare per il momento la richiesta del vecchio che ancora gli tornava alla mente, mentre nel frattempo apriva la porta e si apprestava ad uscire.


Chiedo scusa perché mi è venuto un po' corto ma spero che come inizio vada bene ^-^


Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:35
 
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Marco

Marco si affacciò alla porta dell'infermeria. Il suo sguardo passò sui letti, occupati per la maggior parte dai membri della ciurma dei pirati di Picche; chi non era ferito, era comunque al capezzale degli altri. "Come va?" si informò, rivolgendosi a
Curie, la capo infermeria. Lei si alzò dalla sedia, con un'espressione poco convinta, e lo spinse fuori dalla porta, chiudendola poi dietro di sé.
"Stanno bene" sussurrò. "Ho dato un calmante a quelli più agitati, ma in linea generale non credo causeranno problemi."
"Stavo parlando delle loro ferite" replicò Marco.
Curie gli scoccò un'occhiata divertita. "Ci siete andati piano" rispose solo.
E Marco ricordò che non era stato affatto facile, dato che i pirati di picche avevano combattuto come dei leoni. Al ricordo, Marco sorrise: un capitano che riscuote un tale successo e una tale federltà dai propri compagni era sicuramente una persona che valeva la pena conoscere. E Portgas D. Ace diventava più interessante ogni momento che passava. Poiché Curie lo stava guardando interrogativa, aggiunse: "Be', non sarebbe stata una buona idea convincere qualcuno a unirsi a noi facendogli a pezzi la ciurma, non credi?"
Curie alzò le spalle. "A me non pare una buona idea invitare uno in cirma dopo che ha provato a ucciderti e che tu lo hai massacrato, ma sai com'è fatto il Babbo."
"Lo so bene." Marco rise, ma si guardò bene dal dire che era d'accordo con lui. "Ma visto che ne stiamo parlando, lui dov'è?"
"L'abbiamo messo in una delle stanze vuote sul ponte da basso. Non aspettavamo l'intera ciurma per cena."
Marco annuì. "Non c'è il rischio che dia fuoco alla nave appena sveglio?"
"Il Comandante Satch lo sta controllando."
"Oh, questa sì che è una buona idea!" Ace avrebbe preso fuoco più in fretta, probabilmente. Senza aggiungere altro, si diresse nella direzione che gli era stata indicata.

No, ma figurati, va più che bene XD Anche perché il mio tempo è quello che è, quindi se dovessi fare post lunghi ci metterei molto a rispondere :)
 
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view post Posted on 12/10/2015, 20:38
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Portgas D. Ace

La luce del sole ferì lo sguardo di Ace non appena la porta della stanza fu del tutto aperta, e d'istinto il giovane si portò una mano sulla fronte per poter proteggere gli occhi da tutta quella luce che lo aveva colto all'improvviso e, una volta che lo sguardo color pece si fu abituato, ciò che si trovò di fronte lo lasciò per i primi istanti senza fiato.
Vedeva il blu sconfinato dell'oceano. Quello stesso oceano per il quale era salpato, che amava senza alcuna riserva ma che, in quel momento, così vasto e sconfinato sembrava volergli impedire ogni tipo di fuga da quella nave. Nonostante ciò, per un piccolo e misero istante un pensiero lo rincuorò: aveva visto i suoi compagni scappare quando gli aveva detto di farlo, anche questa era una cosa che ricordava più che bene, per cui in quel momento dovevano essere per forza al sicuro, lontano da dove si trovava lui e questa era una buona cosa. Almeno dal suo punto di vista.
Ace si avvicinò alla balaustra in legno e si lasciò cadere a terra seduto, schiena contro il legno e testa tra le mani, quando qualcuno gli si avvicinò. Aveva intravisto i suoi piedi entrare nel suo campo visivo.
"Hey!"
Una voce gioviale ed allegra giunse alle sue orecchie e dunque Ace alzò la testa, giusto per ritrovarsi di fronte ad un uomo con dubbi gusti in fatto di capigliatura. Si era forse infilato una banana troppo cresciuta in testa e l'aveva poi coperta con un po' di capelli? Decise di sorvolare, presto o tardi, si disse, gliel'avrebbe bruciati quei capelli. L'uomo, dal suo canto, non sembrava a conoscenza di ciò che stava pensando il ragazzo perché riprese a parlare.
"Io sono il Comandante della Quarta Flotta, Satch! Dato che ti unirai alla nostra ciurma, penso che dovremmo diventare amici!"
Era troppo allegro, almeno per i gusti di Ace in quel momento, e a stento si trattenne di saltargli alla gola per farlo fuori. Prima veniva il capitano, ma non riuscì a trattenersi dall'urlargli con odio un:
"Taci!"
E la prima cosa che sentì dopo ciò fu un'odiosa risatina. Gli stava già sulle scatole quel tipo! E per di più si stava rimettendo a parlare come se niente fosse! Avrebbe fatto meglio ad ignorarlo, infatti tornò alla sua posizione iniziale, ovvero un po' rannicchiato e con la testa tra le mani. Doveva pensare a cosa fare.
"Ti sei certamente svegliato di pessimo umore!..."
E poi, per Ace, ciò che seguì fu solo un chiacchiericcio indistinto, dal momento che aveva smesso veramente di prestargli attenzione. Almeno fino ad un certo punto.
"...E i tuoi compagni sono tornati a riprenderti, così li abbiamo sconfitti tutti."
Sussultò, Portgas, ma rimase ostinatamente a testa bassa mentre macinava quell'informazione. L'unica cosa che si chiedeva era: Perché? Perché erano tornati indietro? Gli aveva detto di scappare, dovevano andare al sicuro almeno loro! Non avrebbe voluto che venissero sconfitti! Chissà come stavano adesso, chissà se erano stati abbandonati feriti sull'isola dov'era avvenuto lo scontro.
Ma quel tipo, aveva detto di chiamarsi Satch?, forse si era accorto del suo sussulto.
"Cosa? Non ho detto che sono morti. Li abbiamo portati qui, sulla nave."
In quel momento, Ace alzò la testa per guardarlo, nuovamente insofferente dopo quelle parole. Erano vivi, e questo a lui bastava, adesso la sua priorità era trovarli.
"Siete sicuri di volermi lasciare così, senza manette od altro?"
Quello lo aveva lasciato perplesso. Un pirata potenzialmente pericoloso cerca di uccidere il capitano di una ciurma e quella ciurma, oltre a volerlo con loro, lo lascia pure a piede libero, così, come se nulla fosse? Non erano strani su quella nave, erano molto, molto di più, e la leggera risata dell'uomo, seguita dalla risposta, rafforzò la sua convinzione.
"Manette? Non abbiamo bisogno di usarle!"
Se solo avesse avuto più autocontrollo... invece no, scattò in piedi con l'intento di avventarglisi contro. Voleva mettergli le mani addosso, voleva bruciare quella sua ridicola capigliatura e, ancora di più, bruciare l'uomo stesso! Non gli interessava in quel momento il capitano, quel comandante era la sua attuale priorità. Gli dava veramente sui nervi!

Menomale XD avevo paura di aver scritto poco ^^


Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:36
 
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view post Posted on 14/10/2015, 18:41
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Marco raggiunse Satch e Ace giusto in tempo, dato che, almeno da quello che poteva intuire, Ace era già arrivato alla fine della sua (poca?) pazienza e stava per azzannare Satch alla giugulare, il quale non sembrava essersi accorto di nulla.
"Quante volte ti ho detto che non devi infastidire i nuovi arrivati?" Marco mise il braccio attorno alle spalle di Satch e lo tirò leggermente indietro, quanto bastava speranzosamente per sottrarlo dalle grinfie di Ace.
"Non lo stavo infastidendo" protestò lui, cercando di sottrarsi alla presa, ma Marco non lo lasciò. "Stavamo diventando amici, vero, Ace?"
Marco inarcò leggermente un sopracciglio, rivolgendo la sua attenzione ad Ace, come a dirgli che si sarebbe certamente stupito nel ricevere una risposta positiva. Poi però tornò a rivolgersi a Satch: "a me pareva che ti stesse per attaccare. Se finisci arrosto, sono fatti tuoi."
Satch scoccò un'occhiata ad Ace e sorrise. "Ti ringrazio della preoccupazione, ma dovresti sapere che non ci riuscirebbe."
Marco alzò gli occhi al cielo e sospirò pesantemente. Non trovava che fosse una buona idea provocare Ace oltre misura. Benché non potesse negare che i comandanti avevano probabilmente abbastanza forza da battersi alla pari con lui, una sconfitta era già abbastanza. Non era il caso di rigirare il dito nella piaga. Cambiò tattica.
"Non è ora che tu vada a controllare la tua divisione?" disse. "Non manca molto alla cena e come sai abbiamo parecchie bocche in più da sfamare.
"Uffa." Satch sbuffò, ma finalmente libero dalla stretta di Marco sul collo, alzò le spalle. "Va bene, va bene, vado..." Prima di andarsene, però, si avvicinò a sussurrò a Marco: "se volevi una scusa per rimanere tu e lui da solo, bastava dirlo."
"Sparisci." Tentò di dargli un calcio, ma Satch fu rapido a schivare e poi si allontanò divertito sul ponte. Marco sospirò: almeno era riuscito ad allontanarlo e ad evitare uno scontro.
Si voltò ad osservare Ace: le infermiere avevano già curato le sue ferite, ma il risultato di uno scontro con Jinbe durato così a lungo, seguito poi da uno scontro col Babbo (per quanto quest'ultimo ci fosse andato piano) di certo non se ne potevano andare dopo una notte di riposo. Ace doveva rimanersene tranquillo più a lungo, ma qualcosa gli diceva che non l'avrebbe fatto. Marco dubitava che quel concetrato di rabbia che aveva davanti corrispondesse al vero pirata Porgas D. Ace e si chiese se e quando sarebbe riuscito a incontrare ciò che si nascondeva dietro quella maschera.
"Sono Marco, il comandante della prima flotta" si presentò, per quanto sperasse che il suo nome fosse abbastanza famoso da essere conosciuto dai nuovi pirati. "Ti chiedo scusa per Satch, ogni tanto tende a parlare senza riflettere." Fece una smorfia: lo sapeva fin troppo bene. "Hai ancora bisogno di riposo, per cui credo sarebbe meglio fare una tregua, no? Posso portarti dalla tua ciurma." Marco sperava che offrirsi di aiutarlo e portarlo in una zona 'amica' lo avrebbe aiutato ad aprirsi.

Vai tranquilla XD
 
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view post Posted on 14/10/2015, 20:33
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CITAZIONE
"Quante volte ti ho detto che non devi infastidire i nuovi arrivati?"

Il giovane si bloccò poco prima di finire contro la balaustra a causa dello spostamento del castano, e subito volse lo sguardo furioso su chi li aveva appena raggiunti. Alto, muscoloso e capelli a dir poco strani che Ace catalogò in perfetta sintonia con quelli a banana gigante dell’altro. Ma era una prerogativa di quella ciurma avere dei capelli strani? Bah, evitò per quella volta commenti sarcastici.

CITAZIONE
"Non lo stavo infastidendo" "Stavamo diventando amici, vero, Ace?"

Ace, a quelle parole, quasi prese fuoco, letteralmente, ma riuscì a trattenere le fiamme sopite in sé, comunque pronte a divampare per ogni evenienza, l’unica cosa che fece fu dare vita ad un leggero ringhio rivolto a Satch, come a fargli intendere che, no, non stavano affatto diventando amici perché lui non avrebbe mai legato con nessuno che avesse a che fare con Barbabianca. Ma dopo quell’unico verso, rimase in posizione di attacco ad osservare i due.

CITAZIONE
"a me pareva che ti stesse per attaccare. Se finisci arrosto, sono fatti tuoi."
"Ti ringrazio della preoccupazione, ma dovresti sapere che non ci riuscirebbe."
"Non è ora che tu vada a controllare la tua divisione?" "Non manca molto alla cena e come sai abbiamo parecchie bocche in più da sfamare."
"Uffa." "Va bene, va bene, vado..."

Ecco, quelle parole risultarono interessanti per il corvino, che rimase a rimuginarci sopra alcuni istanti. Sentir parlare di cena aveva fatto tornare in lui l’appetito, ma sperava vivamente che il suo stomaco non si facesse sentire proprio in quel momento. Pensando a queste cose, non diede peso a ciò che il Comandante in Quarta aveva sussurrato al biondo, le sue orecchie furono raggiunte solo dal "Sparisci." di quest’ultimo, così tornò a guardarlo con un palese odio nello sguardo.
"Se vuoi continuare ad osservarmi ti pregherei di trovarti un mio manifesto e di appendertelo nella tua cabina, perché non ci tengo ad essere tenuto sotto osservazione da te."
Sibilò tali parole, riferendosi al fatto che il biondo lo stesse osservando, ed Ace, per quanto fosse a suo agio anche al centro dell’attenzione, non ci teneva a rimanere sotto lo sguardo di uno che sembrava volesse quasi scandagliarlo. Soprattutto se quel qualcuno era una persona che Ace voleva far fuori.

CITAZIONE
"Sono Marco, il comandante della prima flotta"

Gli si presentò come se niente fosse, ed Ace, che non aveva mai amato leggere i giornali e seguire i fatti di cronaca, non lo conosceva. Non era a conoscenza di molte taglie, ne conosceva solo qualcuna di quelle che i suoi compagni ogni tanto gli mostravano. E di certo non avrebbe scordato facilmente una capigliatura che assomigliava incredibilmente al ciuffo di un ananas.

CITAZIONE
"Ti chiedo scusa per Satch, ogni tanto tende a parlare senza riflettere." "Hai ancora bisogno di riposo, per cui credo sarebbe meglio fare una tregua, no? Posso portarti dalla tua ciurma."

Un leggero ghigno feroce gli si disegnò in volto, e stava per rispondere un: "Ed io ti chiederò scusa dopo averlo arrostito a puntino." ma ciò che stava per pronunciare gli morì in gola, ancor prima di aver raggiunto le labbra che ora stirava in un’espressione, se possibile, piena di maggiore odio. Di slancio, afferrò il biondo per il bavero della sua camicia e gli arrivò ad un palmo dal naso.
"Se avete torto anche un solo capello di troppo ai miei uomini faccio affondare questa bagnarola in uno schiocco di dita."
E fu tutto ciò che sibilò con fare minaccioso, rimanendo con uno sguardo pieno di rabbia fisso negli occhi dell’altro.
Purtroppo per lui, che non era mai andato a braccetto con la fortuna, in quell'istante il suo stomaco brontolò rumorosamente per reclamare cibo.

Io adoro già questa role :*.*:


Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:38
 
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view post Posted on 15/10/2015, 07:58
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Marco

Marco sperava di essere stato il più possibile rassicurante. Per quanto Ace li vedesse (ancora) come nemici, era giusto cercare di comportarsi in maniera da guadagnare gradualmente la sua fiducia. Anche per questo motivo aveva abbassato la guardia (be', doveva ammettere che per via del suo frutto del diavolo tendeva a farlo anche quando non sarebbe stata una buona idea), così si ritrovò con Ace che lo stringeva per la camicia in maniera decisamente aggressiva, anche se per fortuna non lo aveva attaccato direttamente.
Non si poteva dire che non avesse fegato, il ragazzo.

CITAZIONE
"Se avete torto anche un solo capello di troppo ai miei uomini faccio affondare questa bagnarola in uno schiocco di dita."

E anche il suo cuore era decisamente al posto giusto. Dopotutto, pensò Marco, non avrebbero reagito anche loro in maniera molto simile, se qualcuno avesse osato minacciare uno di loro? Marco sentiva che avrebbe personalmente rotto a una a una le ossa di chi avrebbe osato provarci (l'eccezione era chi si sfidava col Babbo, semplicemente perché nessuno poteva batterlo, per cui nessuno si preoccupava).
Per cui Marco si ritrovò non solo ad apprezzarlo ancora di più, ma anche a pensare seriamente a cosa potesse dire per rassicurarlo, quando lo stomaco di Ace brontolò. Sonoramente. E per quando Marco sapesse che non era una buona idea, non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
"Anche ammesso che tu sia capace di affondare la Moby Dick così facilmente" mormorò, cercando seriamente di trattenersi dal ridere. "Probabilmente finiresti per uccidere anche te stesso e la tua ciurma. E in un miracoloso caso di sopravvivenza, non credo sarebbe a lungo considerando il tuo stomaco."
Poi decise che forse non era il caso di prenderlo in giro più del dovuto. "In ogni caso, non sei l'unico a cui non piace quando la propria ciurma viene attaccata, ragazzino." In un attimo, alzò il braccio e gli afferrò un polso, per forzargli il braccio dietro la schiena e costringerlo a lasciarlo. "Al Babbo non importa, tanto non puoi batterlo, ma ti suggerisco di fare molta attenzione a non mettere le mani addosso alle persone sbagliate." Lo lasciò praticamente subito, perché l'ultima cosa che voleva era iniziare uno scontro con lui, considerando che doveva ancora riposarsi. Scostò in fretta lo sguardo da lui, dato che Ace aveva già dato prova di non apprezzarlo, e sospirò. "La tua ciurma è in infermeria, ma l'infermiera capo mi ha assicurato che stanno tutti bene. Se non mi credi, puoi venire a controllare di persona. Di qua." E senza nemmeno aspettare risposta, si incamminò lungo il ponte. Si fermò a un certo punto, per assicurarsi che Ace lo stesse seguendo, e poi sorrise divertito. "Un'ultima cosa... Per quanto Satch possa essere fastidioso, è lui il responsabile della cucina. Se non vuoi stare a digiuno, e non credo tu voglia, forse dovresti riconsiderare l'idea di essere suo amico."

E' divertente, vero? **
 
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Portgas D. Ace

Il giovane digrignò i denti non appena si rese conto che l'altro stava sorridendo palesemente divertito, ed un leggero velo rosso d'imbarazzo gli imporporò le guance piene di efelidi mentre d'istinto aumentava la stretta che aveva sulla camicia.

CITAZIONE
"Anche ammesso che tu sia capace di affondare la Moby Dick così facilmente" "Probabilmente finiresti per uccidere anche te stesso e la tua ciurma. E in un miracoloso caso di sopravvivenza, non credo sarebbe a lungo considerando il tuo stomaco."

Quelle parole lo fecero imbestialire di più, perché erano vere, maledizione, e non poteva dar fuoco alla nave ora che sapeva di correre il rischio di nuocere ai suoi uomini. E il fatto che il biondo cercasse di non ridere gli faceva salire la voglia di tirargli un pugno.

CITAZIONE
"In ogni caso, non sei l'unico a cui non piace quando la propria ciurma viene attaccata, ragazzino."

Quasi senza rendersene conto, si ritrovò con il braccio forzato dietro la schiena e subito cercò di divincolarsi, richiamando a sé anche qualche fiamma per aiutarsi nell'azione.

CITAZIONE
"Al Babbo non importa, tanto non puoi batterlo, ma ti suggerisco di fare molta attenzione a non mettere le mani addosso alle persone sbagliate."

"Non sono un ragazzino! E non mi importa nulla dei tuoi avvertimenti, io metto le mani addosso a chi mi pare!"
Si allontanò a lui di pochi passi non appena lo ebbe lasciato libero e placò le poche fiammelle che aveva richiamato in precedenza, sebbene gli sembrasse di non aver provocato la minima bruciatura in Marco. Questa cosa lo lasciò un attimo perplesso.

CITAZIONE
"La tua ciurma è in infermeria, ma l'infermiera capo mi ha assicurato che stanno tutti bene. Se non mi credi, puoi venire a controllare di persona. Di qua."

Lo seguì, ovvio che lo seguì!, mentre si incamminava verso il luogo in cui, intuì, doveva trovarsi l'infermeria, ed una domanda gli sorse spontanea. Domanda che fu esposta con un odio più velato rispetto a prima, perché in fondo si trattava dei suoi compagni e nonostante tutto quasi temeva che potessero davvero far male a qualcuno di loro.
"Se stanno bene non vedo perché allora dovrebbero stare in infermeria."
E per lui quel ragionamento non faceva una piega: infermeria=feriti, dunque non era vero che stavano tutti bene ed il biondo gli aveva mentito. Gli puntò lo sguardo sulla schiena non appena gli si fermò davanti e...

CITAZIONE
"Un'ultima cosa... Per quanto Satch possa essere fastidioso, è lui il responsabile della cucina. Se non vuoi stare a digiuno, e non credo tu voglia, forse dovresti riconsiderare l'idea di essere suo amico."

...quella era una delle ultime cose che avrebbe voluto, fare amicizia con quel tipo strano... era fuori discussione! Le poche frasi che gli aveva rivolto poco prima gli erano bastate per prenderlo in immediata antipatia e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. Ma non per questo avrebbe rinunciato a fare razzia in dispensa, in fondo mica erano a conoscenza della sua abilità a scassinare lucchetti e serrature. Abilità maturata negli anni, quando con suo fratello Rufy si divertivano ogni tanto a rubare qualcosa dalla dispensa della povera Makino, che ogni volta non si capacitava di come riuscissero ad aprire i lucchetti che metteva alla porta della stanza.
"Quel tipo sarà uno dei primi a morire dopo che avrò fatto fuori Barbabianca."

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:36
 
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Marco

Marco aveva ripreso a camminare, ormai tranquillo del fatto che Ace lo stesse seguendo.

CITAZIONE
"Quel tipo sarà uno dei primi a morire dopo che avrò fatto fuori Barbabianca."

"Be', allora sono tranquillo" ridacchiò. "Non è qualcosa che succederà in questa vita."
Da persona più o meno responsabile, Marco avrebbe dovuto sapere che prenderlo in giro non era la maniera migliore di guadagnarsi la sua fiducia, ma non riusciva a resistere. Ace era così arrabbiato che la situazione era davvero troppo comica.
Non aggiunse altro e si affrettò a raggiungere l'infermeria: comprendeva che Ace fosse preoccupato per la sua ciurma e non poteva biasimarlo. Con 'stare bene' Marco non aveva esplicitato 'seza ferite', ma era indubbio che non era stato esattamente facile fermarli senza danneggiarli seriamente. Marco si sentiva soddisfatto del risultato.
Quando aprì la porta dell'infermeria e entrò, gli sguardi di tutti si concentrarono su di lui, e poté notare il misto di emozioni che quegli uomini stavano provando: irritazione, preoccupazione, prudenza.
"Vi ho portato una persona" sorrise rassicurante, o almeno così gli sembrò. Poté comunque notare il totale cambiamento sul loro viso, che passò immediatamente al sollievo.
Curie batté la penna sulla scrivania dov'era seduta per attirare la sua attenzione. "Il Babbo ti cerca" gli comunicò, una volta che si fu avvicinato. "Lo trovi al solito posto" Il che significava sulla sua grande poltrona sul ponte principale.
"A me?" Marco scoccò un'occhiata ad Ace, però poi alzò le spalle. Per quanto quel ragazzo lo interessasse, aveva già dato dimostrazione che al momento non apprezzava molto la loro compagnia, e Marco non era certo pagato per fare il baby-sitter. Già gli toccava farlo per mezza ciurma. "Va bene, vado."
"Non così in fretta" lo fermò Curie. "Di loro cosa ne facciamo?" E indicò l'intero gruppo dei Pirati di Picche che ancora occupava l'infermeria. "Considerando la decisione del Babbo, dubito che la risposta sia i buttarli fuori bordo, ma non possono stare qui per tutto il tempo. Ho del lavoro da mandare avanti, io."
Marco alzò leggermente le sopracciglia: non era una cosa che avevano previsto e sinceramente non ne aveva idea. Curie alzò gli occhi al cielo e mormorò un 'uomini!' perfettamente udibile, per cui Marco si sforzò di trovare una soluzione prima di essere tacciato di incompentenza. "Mi pare che ci siano ancora dei posti letto liberi nella camerata della seconda flotta" disse infine. "Manderò Teach a controllare, eventualmente Fossa può costruire delle brande provvisorie. Ti faccio sapere il prima possibile" le assicurò, per tenerla buona. "Ora vado dal Babbo."
Si voltò verso Ace: gli aveva già detto che non apprezzava essere osservato, ma certe volte era davvero difficile togliergli gli occhi di dosso, specialmente quando si poteva vedere una rara occasione di calma. "Ehi, Ace" lo chiamò. Per quanto non apprezzasse parlare con lui, doveva almeno accettare la situazione per quella che era. Se Ace non era stupido - e Marco non credeva lo fosse - lo avrebbe ascoltato. "Il log pose è settato sull'isola di San Sebastian, a tre settimane di navigazione da qui. Personalmente vi suggerisco di approfittare dell'ospitalità." E prima che Ace suggerisse che quell'ospitalità poteva ficcarsela dove non batteva il sole (per lo meno, questa era l'ipotesi più probabile che Marco aveva in mente) uscì dall'infermeria con un'ultima frase: "benvenuti sulla Moby Dick."
 
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view post Posted on 16/10/2015, 18:50
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Be', allora sono tranquillo" "Non è qualcosa che succederà in questa vita."

Ace indurì, se possibile, lo sguardo ancor più di prima, ma evitò di rispondere quella volta. Sarebbe potuto finire col sembrare oltremodo volgare e scurrile -non che gli interessasse fare bella figura, chiaro, ma se avesse risposto male il biondo avrebbe potuto andar via e non ci teneva a dover trovare l'infermeria da solo su quella nave enormemente grande.-
Per sua fortuna, Marco rimase in silenzio il restante tempo, e non appena furono in infermeria Ace prestò la propria totale attenzione alla sua ciurma, e addirittura, ignorando la presenza del comandante e dell'infermiera, si concesse un piccolo sorriso sollevato subito prima di essere accerchiato.
Lo sguardo del corvino si mosse un po' sui presenti, constatando che stavano tutti piuttosto bene e, sicuramente, meglio di lui stesso che ancora doveva riprendersi dalla batosta subìta ma subito si apprestò a tranquillizzarli sul come stava.
"Sto bene, tranquilli."
Continuava a ripetere, trattenendo un nuovo sorriso. Avrebbe aspettato che Marco se ne andasse, questo era poco ma sicuro, ed anche i suoi compagni sembravano voler rimanere con lui senza orecchie indiscrete a giro.

CITAZIONE
"Ehi, Ace"

Lo sguardo del corvino si spostò sul biondo, ed i suoi compagni tacquero momentaneamente, mentre lo sguardo tornava duro, ma era prevedibile che verso il nemico non avrebbe dato il minimo segno di sentimento che non fossero odio o rabbia. Così domando bruscamente un: "Che vuoi?"

CITAZIONE
"Il log pose è settato sull'isola di San Sebastian, a tre settimane di navigazione da qui. Personalmente vi suggerisco di approfittare dell'ospitalità."

Gli avrebbe risposto male quella volta, se lo sentiva fin dentro le ossa, ma non appena ebbe aperto la bocca per rispondere, la voce dell'uomo lo bloccò.

CITAZIONE
"benvenuti sulla Moby Dick."

Lo osservò scomparire dietro la porta della stanza, e fu in quel momento che fu veramente sommerso dalle domande dei suoi uomini.
"Come stai?"
"Che intenzioni hai ora, capitano?"
"Vuoi davvero rimanere qui per tre settimane?"
Ace alzò le mani e cercò di calmarli, mentre accennava un sorriso. Vederli così lo tirava su di morale, ma non sapeva cosa fare o rispondere. Non aveva idea di ciò che avrebbero dovuto fare in quel momento: dovevano rubare una scialuppa e fuggire? Ace, personalmente, non sarebbe mai potuto fuggire, aveva ormai promesso a sé stesso di far fuori Barbabianca e così sarebbe stato. Poi l'unica ragazza della ciurma gli si avvicinò e gli diede una leggera gomitata su di un fianco.
"Carino quello là, vero?"
Il corvino la vide indicare verso il punto in cui era scomparso Marco ed Ace alzò gli occhi al cielo. Era sempre così con lei, se un uomo era bello non importava quanto potesse essere pericoloso.
"'Quello là' è un nostro nemico, Chloe, e lo sai che io non mi perdo in fantasie sui nemici."
Uno sbuffo raggiunse le sue orecchie, poi seguita da un 'però non hai negato', e subito i suoi compagni scoppiarono a ridere. Era bello ritrovarsi in quella situazione.
"Comunque io non ho intenzione di andarmene e rimarrò qui per cercare di uccidere Barbabianca."
Ed il discorso continuò, Ace non seppe dire nemmeno per quanto, mentre, incuranti anche della capo infermiera presente, mettevano a punto vari modi per mettere fuori gioco il capitano. In fondo era ormai vecchio, che difficoltà ci sarebbe mai potuta essere? Un fuoco appiccato nella sua cabina di notte ed il gioco era fatto, no?

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:40
 
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Marco

Marco aveva chiuso la porta dell'infermeria dietro di sé, ma nel sentire l,a confusione scoppiare all'interno, non si allontanò subito. Era prevedibile che non avessero grande voglia di parlare mentre lui era lì con loro, ma Marco sorrise comunque: era sempre bello incontrare una ciurma che sapeva essere tale. Purtroppo la discussione si spostò presto dal suo aspetto fisico (purtroppo, Marco si sarebbe divertito a sentire una risposta più sincera da parte di Ace) ai vari modi con cui uccidere Barbabianca, per cui Marco decise che era ora di andare. A saperli prima avrebbe perso l'effetto sorpresa e non sarebbe stato divertente.
"Mi hai cercato, Babbo?" chiese, spuntando al sole sul grande ponte.
Barbabianca era come al solito seduto nella grande poltrona, con gli occhi chiusi a godersi il sole, ma quando lo sentì parlare voltò la testa per guardarlo, prima di annuire. "Volevo delucidazioni sulla rotta e sui nostri nuovi ospiti."
Marco si sedette di fronte a lui e gli raccontò tutto, compreso l'intervento poco opportuno di Satch. "Quindi credo che dovresti preparati a un attentato molto presto" terminò, con un sorriso divertiti.
"Non mi sembri preoccupato" borborrò Barbabianca. "Cos', non sei preoccupato per il tuo vecchio?"
"Per niente!" rise Marco, che aveva l'assoluta certezza che nessuno potesse batterlo.
Barbabianca ricambiò il sorriso. "Visto che hai già pensato tu a disposizioni e cose varie, va bene" proseguì poi. "Ne parlerò anche con gli altri Comandanti, ma per il momento te li affido."
"A me?" Marco alzò un sopracciglio. "Tu te li sei voluti, adesso te li becchi."
"Curioso, perché mi sembravi anche tu abbastanza interessato. Parlo soprattutto di Ace."
Marco non capì l'allusione, finché Barbabianca lo guardò con un sorriso inequivocabile. "E' un ragazzino, e a me non interessano i ragazzini" gli fece presente. "Non in quel senso, almeno. D'altro canto, sì, Ace è interessante, ma non credo abbia granché voglia di farsi controllare da me."
Barbabianca non aggiunse nulla, ma rimase un attimo a riflettere, le labbra che si piegavano all'interno. "Se preferisci, lo affido a Satch."
"...certo." Marco sospirò: era chiaro che ormai il Babbo aveva deciso e difficilmente sarebbe riuscito a fargli cambiare idea; tra l'altro, non importava quanto facesse presente di non essere interessato ad alcuna storia, pareva il chiodo fisso di tutti cercare di accoppiarlo. E sia, se volevano almeno si sarebbe divertito anche lui. "Va bene, me ne occuperò io. Ma poi non lamentarti del risultato." E l'occhiata che gli lanciò fu altrettanto eloquente.
 
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view post Posted on 18/10/2015, 23:39
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Portgas D. Ace

Ace decise di andarsene dall'infermeria solo quando si rese conto che la capo infermiera, Com'era che si chiamava?, ogni tanto gli lanciava occhiate poco simpatiche a causa della confusione che era scoppiata da quando Marco era andato via, così se n'era andato, ma solo dopo aver promesso ai suoi uomini di tornare. Era un'infermiera che faceva parte della ciurma nemica, ma era pur sempre una donna e inoltre era lei per il momento a prendersi cura dei suoi uomini, quindi avrebbe soprasseduto.
Un leggero sospiro abbandonò le labbra socchiuse del giovane, mentre si guardava intorno per cercare di ricordare la strada che da lì lo avrebbe riportato alla cabina in cui si era svegliato. Aveva bisogno di silenzio per mettere a punto la giusta strategia di attacco e rimanendo con i suoi compagni il discorso sarebbe sicuramente deviato su altro (e con Chloe immaginava bene su cosa di preciso il discorso si sarebbe spostato), e di proposito ignorava chiunque entrasse nel suo campo visivo. Inoltre aveva una fame da lupi e doveva trovare la cucina per sgraffignare qualcosa da mangiare! Sperava solo di non incontrare nuovamente quello strano uomo dai capelli a banana, si chiamava Satch?
Doveva ammettere che sentiva una punta di disagio ogni tanto, quando incrociava sul ponte varie persone che gli sorridevano sebbene lui ricambiasse con sguardi ben poco cordiali e... ma dove stava andando? Ormai doveva essere tornato alla cabina, no? Possibile che si fosse perso?

Chiedo scusa per la risposta corta, ma non sapevo come rispondere meglio


Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:36
 
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view post Posted on 20/10/2015, 18:02
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Marco

Poiché il Babbo si era deciso a dargli quel difficile compito, a Marco non restava che ingoiare il rospo e accettare. Sapeva bene che non avrebbe cambiato idea e poi, sinceramente, chi altri avrebbe potuto occuparsene? Satch? Izou? Seriamente?
Per cui, come aveva promesso anche ad Ace, fece un rapido salto a controllare il dormitorio della seconda flotta, diede indicazioni a Teach su quello che c'era da fare con i loro ospiti, e poi anche da Fossa a chiedere di sistemare nuovi letti.
Prima di tornare in infermeria, dove pensava di ritrovare Ace, decise di fare un salto in cucina. Doveva controllare con Satch com'erano messi riguardo a provviste e anche sapere se i cuochi sarebbero riusciti a organizzarsi al meglio, considerando che in mare anche una sola in bocca più da sfamare poteva essere un problema.
Fu per questo motivo che individuò Ace che passeggiava su uno dei ponti inferiori. Incuriosito, si sporse appena per controllare che cosa stava facendo: dava l'idea di vagare in giro senza avere la chiara idea di dove volesse andare. Ed era altrettanto chiaro che non avrebbe chiesto informazioni a nessuno, per qualsiasi posto dovesse andare.
Gli si avvicinò cautamente da dietro. "Ti sei perso, ragazzino?" disse in tono allegro, disordinandogli i capelli neri. Si allontanò quasi subito, però: non aveva grande voglia di finire bruciato, anche se poteva rigenerarsi subito.
Lentamente, gli girò attorno fino ad arrivare davanti a lui, per osservarlo appena. "Il Babbo ha detto che a voi ci devo pensare io" gli raccontò. "E no, a dispetto di quello che pensi, intende semplicemente controllare che stiate bene. Ma non avevi fame?" chiese poi, cambiando argomento. "Ti posso accompagnare io in cucina. Da questo momento, sono ai tuoi ordini." E fece un piccolo inchino divertito. "Be', più o meno..."

Tranquilla ;) Poi quando parlano possiamo anche farli più corti
 
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view post Posted on 24/10/2015, 17:29
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Portgas D. Ace

Stava ancora camminando senza meta quando sentì la voce di Marco provenire dalle sue spalle, e quasi sussultò dato che non lo aveva sentito avvicinare -troppo perso a cercare di capire in quale parte di ponte fosse finito-, proprio per questo abbassò un poco la testa e basta quando gli disordinò i capello, dato che era rimasto un attimo smarrito dalla sua apparizione 'improvvisa'. In altre circostanze gliel'avrebbe arrostita volentieri, quella mano.
Quando poi lo vide comparirgli davanti lo osservò in silenzio, rimettendo però su un'espressione poco amichevole e storcendo il naso nell'udire le sue parole.
"Non ho intenzione di averti tra i piedi tutti i giorni, quindi puoi girare i tacchi e toglierti cortesemente di torno."

CITAZIONE
"Ma non avevi fame?" "Ti posso accompagnare io in cucina. Da questo momento, sono ai tuoi ordini." "Be', più o meno..."

Lo sguardo del corvino lo osservò fare quello che, ai suoi occhi, era un ridicolo inchino. Proprio non gli serviva la sua ironia.
"Allora puoi anche andartene, perché non mi interessa averti come uomo ai miei ordini a meno che tu non decida di buttarti in mare da solo. Saresti una persona in meno per me da far fuori più tardi."
Simpatico ed amichevole come sempre si era dimostrato da quando si era svegliato, ovviamente.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:40
 
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view post Posted on 25/10/2015, 08:55
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Marco

CITAZIONE
"Allora puoi anche andartene, perché non mi interessa averti come uomo ai miei ordini a meno che tu non decida di buttarti in mare da solo. Saresti una persona in meno per me da far fuori più tardi."

Non che Marco non si potesse aspettare una risposta simile, ma lo divertì ugualmente. Tuttavia, ai suoi occhi c'era anche parecchia preoccupazione. Era chiaro che si era interstardito con la questione di uccidere il Babbo che non riusciva a vedere le cose chiaramente.
"No, mi dispiace, il suicidio non è contemplato tra gli ordini che puoi darmi" scherzò. "E non puoi nemmeno chiedermi di aiutarti a uccidere il Babbo, anche se è chiaro che non ce la faremo nemmeno noi due assieme." Poi si fece improvvisamente serio.
"Mettiamo l'ipotesi improbabile che tu riesca a uccidere il Babbo... Ti rendi conto che dopo tu e la tua ciurma sareste carne da macello?" In un attimo gli fu vicino, il viso alla sua altezza, gli occhi fissi su di lui. "Noi non perdoniamo chi uccide un compagno di ciurma, figuriamoci il capitano. E se pensi di essere in grado di batterti con tutti noi contemporaneamente e di vincere, o sei stupido o se un illuso." Si allontanò da lui in fretta, ben sapendo che stava rischiando un attacco per non aver rispettato gli spazi personali. "E non credo che tu sia nessuna di queste due cose" aggiunse. "Penso solo che tu sia arrabbiato e questo ti impedisca di ragionare lucidamente."
Si appoggiò al parapetto con naturalezza, gambe leggermente allungate e le mani appoggiate sul legno. Osservava Ace e la reazione che le sue parole avevano creato, mentre si godeva un po' della brezza marina. "E dato che non sei stupido" continuò, alla fine, "non vedo perché tu non debba approfittare della mia cortesia, specie se ti risparmia di girare a vuoto per la nave."
 
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view post Posted on 26/10/2015, 10:24
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CITAZIONE
"No, mi dispiace, il suicidio non è contemplato tra gli ordini che puoi darmi"

Mise su un'aria delusa, così finta che non avrebbe convinto nemmeno un bambino.
"Owww, che peccato... ed io che speravo che tu fossi così gentile da farmi questo piccolo favore."
Non riusciva veramente a prenderli in simpatia, che poteva farci? E poi loro non capivano, ed Ace non era intenzionato a spargere spiegazioni a destra e manca, soprattutto considerato che nemmeno la sua stessa ciurma era a conoscenza delle reali motivazioni del corvino.

CITAZIONE
"Mettiamo l'ipotesi improbabile che tu riesca a uccidere il Babbo... Ti rendi conto che dopo tu e la tua ciurma sareste carne da macello?" "Noi non perdoniamo chi uccide un compagno di ciurma, figuriamoci il capitano. E se pensi di essere in grado di batterti con tutti noi contemporaneamente e di vincere, o sei stupido o se un illuso."

Quasi non si rese conto di quanto il biondo si fosse avvicinato in quel momento, o almeno finché non se lo ritrovò davanti. Sarebbe stato quasi imbarazzante averlo così vicino. Quasi, perché per Ace era solo un nemico.
Il giovane, però, a quelle parole assottigliò lo sguardo e lo puntò in quello ceruleo dell'altro, che ora si era allontanato nuovamente.

CITAZIONE
"E non credo che ti sia nessuna delle due cose" "Penso solo che tu sia arrabbiato e questo ti impedisca di ragionare lucidamente."

Lo seguì con lo sguardo fino a che non si fu appoggiato al parapetto della nave. Solo poi parlò.
"Sarò io ad uccidere Barbabianca e la mia ciurma non avrà niente a che fare con questa storia, quindi vedi di non mettere in mezzo i miei uomini! Inoltre non ti puoi permettere di dire che sono solo arrabbiato, non conosci le mie motivazioni e quindi non hai il diritto di prendere voce in capitolo! E non ho nemmeno bisogno della vostra 'cortesia', so cavarmela benissimo da solo."
Detto ciò, quasi sollevato di non essersi fatto sfuggire nulla di troppo, riprese a camminare per cavoli propri. Per lui il discorso era chiuso, e per quanto l'idea di farsi accompagnare in cucina lo attirasse a causa della fame che aveva, mai avrebbe chiesto aiuto ad un componente di quella ciurma.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:41
 
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