Revolutionary Brothers, [VM 18] AcexSabo

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Elen87
view post Posted on 30/5/2011, 15:31 by: Elen87
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Portogas D. Ace

Lo striker viaggiava a gran velocità già da un pezzo quando Ace avvistò in lontananza un’isola. Schermandosi gli occhi dalla luce del sole con la mano cercò di capire se l’isola fosse abitata o meno. Quando vide che c’erano delle case e delle navi attraccate al porto sorrise sollevato. Erano giorni che sulla sua rotta incontrava solo isolotti deserti e si era dovuto accontentare di pesci e frutti tropicali, ovviamente non sufficienti a riempire il suo più che capiente stomaco. Finalmente avrebbe potuto sedersi in una locanda e fare un pasto come si deve. Decise di evitare di attraccare lo striker al porto poiché spesso attirava l’attenzione dei passanti che non capivano in che maniera fosse azionato e scelse invece una piccola insenatura. Dopo essersi assicurato di averlo legato come si doveva iniziò ad incamminarsi verso l’area abitata. Nell’ultima isola in cui era stato giravano voci su Barbanera, a cui Ace stava dando la caccia. Pareva infatti che avesse messo gli occhi sul tesoro reale dei un regno poco lontano. Aveva anche sentito dire che il Re di quel luogo una persona spietata che caricava i sudditi di imposte altissime e che faceva torturare e uccidere coloro che non potevano pagarle e che poteva disporre di numerosi soldati, pazzi almeno quanto lui. Avrebbe cercato di dare nell’occhio il meno possibile e decise quindi di indossare lo stesso mantello che portava anche ad Alabasta per celare momentaneamente il vistoso tatuaggio che aveva sulla schiena e quindi evitare di venire riconosciuto. Voleva solo trovare Barbanera, non voleva certo avere alle calcagna tutto l’esercito del paese, anche se avrebbe potuto facilmente sconfiggerli tutti in breve tempo.
Nell’indossare il mantello ricordò il suo incontro con Rufy ad Alabasta, avvenuto pochi mesi prima. Aveva avuto modo di rivedere il suo amato fratellino e di constatare di quanto sebbene fosse cresciuto e diventato più forte fosse rimasto lo stesso di sempre. Sorrise inconsciamente nel ripensare a Rufy e al loro ultimo incontro e la sua mente vagò ai tempi lontani in cui erano bambini e alle loro avventure sul monte Corvo. Perso com’era nei suoi pensieri quasi non si accorse di essere arrivato alle porte della città. Quel posto gli ricordava un po’ il regno di Goa.. pullulava di soldati e quello che Ace immaginò essere il palazzo del Re svettava sul resto della città. Storcendo il naso si guardò intorno e mentre il suo stomaco iniziava a protestare per il lungo digiuno decise che visto che ormai era il tramonto avrebbe cercato un posto dove mangiare e sarebbe tornato a dormire dove aveva lasciato lo striker. Vide poco lontano quella che sembrava essere una piccola osteria, proprio nel viale principale e si incamminò verso quella direzione e passando davanti ad un negozio chiuso scorse con la coda dell’occhio un ragazzo biondo seduto sui gradini. Senza farci troppo caso entrò nell’osteria e chiese cibo in abbondanza. Dopo che ebbe mangiato e bevuto a volontà (la razione di 5 persone) srotolò l’avviso di taglia di Barbanera che aveva con sé e domandò all’oste e agli altri clienti se per caso l’avessero visto ma tutti gli dissero che no, non l’avevano mai notato da quelle parti. Sospirando rimise nello zaino la pergamena e invece di tornare al tavolo saettò in direzione della porta per ricorrere ad una delle sue tecniche preferite, il “mangia e fuggi”. Appena l’oste si accorse che il ragazzo cercava di scappare senza aver pagato iniziò a gridare. Correndo nella direzione in cui era arrivato Ace si girò per controllare di non essere seguito e non si accorse invece di avere alle sue spalle il ragazzo che aveva intravisto prima seduto sugli scalini. In pochi attimi si trovò placcato a terra. “Che diavolo fai, lasciami!”. Nonostante avesse i polsi bloccati sotto le mani dello sconosciuto, Ace si liberò facilmente dalla stretta del ragazzo rilasciando qualche fiamma giusto per spaventarlo, non voleva ferire qualcuno che non gli aveva fatto nulla. Rialzatosi tentò nuovamente di scappare, contando sul fatto che dopo averlo visto sprigionare fuoco nessuno sano di mente lo avrebbe più inseguito. Invece con sua sorpresa dopo pochi secondi si sentì strattonare il mantello che gli scivolò giù per il braccio, scoprendo il tatuaggio col suo nome.
“Ti ho detto di lasciarmi, maledizione!” urlò di nuovo voltandosi, ma quando incrociò lo sguardo dell’altro rimase come paralizzato..
il tuo post è perfetto!! il mio è venuto di una lunghezza inaudita!!! O.o sorry mi son fatta prendere un po' la mano!! è il mio primissimo tentativo, spero vada bene!! :ross:


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:52
 
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