Revolutionary Brothers, [VM 18] AcexSabo

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view post Posted on 30/5/2011, 14:07
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Sabo

Sabo era seduto sui gradini di un negozio chiuso; da quel punto aveva una visuale perfetta del palazzo reale, che si trovava in fondo al viale, in posizione rialzata rispetto al resto degli edifici. Il re che vi abitava era completamente pazzo, un tiranno che uccideva i sudditi senza motivo se si svegliava con la luna storta e che aveva nominato come suo consigliere un cavallo. Ma naturalmente tutto ciò al governo mondiale non interessava, a patto che continuasse a pagare regolarmente le tasse. Tasse che venivano pagate con i soldi di quelli che aveva ammazzato, naturalmente.
I rivoluzionari avevano già scelto il suo successore: era un uomo giovane, affidabile, e soprattutto dalla loro parte, la cui prima azione come re sarebbe stato separarsi dal governo mondiale. Ma per permettere a quest'uomo di salire al trono, erano necessarie due condizioni: che qualcuno uccidesse il re attuale, e che non ci fossero dubbi sull'innocenza di quello futuro.
Ecco perché Sabo si trovava in quel posto: stava semplicemente aspettando la notte, quando sarebbe stato il momento di agire.

Un gruppo di bambini gli passò di fronte, urlando e schiamazzando. In certi momenti, la nostalgia dei fratelli era qualcosa di intollerabile. Ed era diventata ancora più difficile da sopportare da quando aveva saputo che Ace si trovava nella Rotta Maggiore come lui. Avrebbe potuto andare a cercarlo quando voleva (con la rete di comunicazione che avevano, sarebbe stato uno scherzo scoprire dove si trovasse), ma Dragon gli aveva tassativamente vietato di farlo. La priorità per i rivoluzionari era la segretezza e be', Ace non era certo conosciuto per uno che passava inosservato. E qualche volta c'erano regole che non si potevano infrangere.
L'unica consolazione di Sabo era sapere che non solo suo fratello stava bene, ma che stava anche realizzando i suoi sogni: faceva il pirata, ed il suo nome era conosciuto per tutta la Rotta Maggiore. Anzi, da quel punto di vista forse stava anche esagerando, contanto che ci aveva messo meno di un anno a diventare il comandante della seconda flotta di Barbabianca!
Il rivoluzionario sorrise dentro di sé: scommetteva che Ace non aveva perso la sua abitudine a cacciarsi nei guai per non voler mai scappare di fronte ad un avversario.
Ma prima o poi sarebbe venuto il momento in cui avrebbe potuto rispettare la promessa di rincontrarsi.

Spero vada bene ç.ç


Edited by Akemichan - 7/4/2012, 20:08
 
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Portogas D. Ace

Lo striker viaggiava a gran velocità già da un pezzo quando Ace avvistò in lontananza un’isola. Schermandosi gli occhi dalla luce del sole con la mano cercò di capire se l’isola fosse abitata o meno. Quando vide che c’erano delle case e delle navi attraccate al porto sorrise sollevato. Erano giorni che sulla sua rotta incontrava solo isolotti deserti e si era dovuto accontentare di pesci e frutti tropicali, ovviamente non sufficienti a riempire il suo più che capiente stomaco. Finalmente avrebbe potuto sedersi in una locanda e fare un pasto come si deve. Decise di evitare di attraccare lo striker al porto poiché spesso attirava l’attenzione dei passanti che non capivano in che maniera fosse azionato e scelse invece una piccola insenatura. Dopo essersi assicurato di averlo legato come si doveva iniziò ad incamminarsi verso l’area abitata. Nell’ultima isola in cui era stato giravano voci su Barbanera, a cui Ace stava dando la caccia. Pareva infatti che avesse messo gli occhi sul tesoro reale dei un regno poco lontano. Aveva anche sentito dire che il Re di quel luogo una persona spietata che caricava i sudditi di imposte altissime e che faceva torturare e uccidere coloro che non potevano pagarle e che poteva disporre di numerosi soldati, pazzi almeno quanto lui. Avrebbe cercato di dare nell’occhio il meno possibile e decise quindi di indossare lo stesso mantello che portava anche ad Alabasta per celare momentaneamente il vistoso tatuaggio che aveva sulla schiena e quindi evitare di venire riconosciuto. Voleva solo trovare Barbanera, non voleva certo avere alle calcagna tutto l’esercito del paese, anche se avrebbe potuto facilmente sconfiggerli tutti in breve tempo.
Nell’indossare il mantello ricordò il suo incontro con Rufy ad Alabasta, avvenuto pochi mesi prima. Aveva avuto modo di rivedere il suo amato fratellino e di constatare di quanto sebbene fosse cresciuto e diventato più forte fosse rimasto lo stesso di sempre. Sorrise inconsciamente nel ripensare a Rufy e al loro ultimo incontro e la sua mente vagò ai tempi lontani in cui erano bambini e alle loro avventure sul monte Corvo. Perso com’era nei suoi pensieri quasi non si accorse di essere arrivato alle porte della città. Quel posto gli ricordava un po’ il regno di Goa.. pullulava di soldati e quello che Ace immaginò essere il palazzo del Re svettava sul resto della città. Storcendo il naso si guardò intorno e mentre il suo stomaco iniziava a protestare per il lungo digiuno decise che visto che ormai era il tramonto avrebbe cercato un posto dove mangiare e sarebbe tornato a dormire dove aveva lasciato lo striker. Vide poco lontano quella che sembrava essere una piccola osteria, proprio nel viale principale e si incamminò verso quella direzione e passando davanti ad un negozio chiuso scorse con la coda dell’occhio un ragazzo biondo seduto sui gradini. Senza farci troppo caso entrò nell’osteria e chiese cibo in abbondanza. Dopo che ebbe mangiato e bevuto a volontà (la razione di 5 persone) srotolò l’avviso di taglia di Barbanera che aveva con sé e domandò all’oste e agli altri clienti se per caso l’avessero visto ma tutti gli dissero che no, non l’avevano mai notato da quelle parti. Sospirando rimise nello zaino la pergamena e invece di tornare al tavolo saettò in direzione della porta per ricorrere ad una delle sue tecniche preferite, il “mangia e fuggi”. Appena l’oste si accorse che il ragazzo cercava di scappare senza aver pagato iniziò a gridare. Correndo nella direzione in cui era arrivato Ace si girò per controllare di non essere seguito e non si accorse invece di avere alle sue spalle il ragazzo che aveva intravisto prima seduto sugli scalini. In pochi attimi si trovò placcato a terra. “Che diavolo fai, lasciami!”. Nonostante avesse i polsi bloccati sotto le mani dello sconosciuto, Ace si liberò facilmente dalla stretta del ragazzo rilasciando qualche fiamma giusto per spaventarlo, non voleva ferire qualcuno che non gli aveva fatto nulla. Rialzatosi tentò nuovamente di scappare, contando sul fatto che dopo averlo visto sprigionare fuoco nessuno sano di mente lo avrebbe più inseguito. Invece con sua sorpresa dopo pochi secondi si sentì strattonare il mantello che gli scivolò giù per il braccio, scoprendo il tatuaggio col suo nome.
“Ti ho detto di lasciarmi, maledizione!” urlò di nuovo voltandosi, ma quando incrociò lo sguardo dell’altro rimase come paralizzato..
il tuo post è perfetto!! il mio è venuto di una lunghezza inaudita!!! O.o sorry mi son fatta prendere un po' la mano!! è il mio primissimo tentativo, spero vada bene!! :ross:


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:52
 
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view post Posted on 30/5/2011, 18:26
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Sabo

In circostanze normali, Sabo non sarebbe intervenuto. Lui stesso non era alieno a lasciare i ristoranti senza pagare, ricordi di quand'era bambino, ma soprattutto aveva imparato a restare nell'ombra, essere un fantasma, una persona anonima che non veniva mai notata. Tuttavia, pensava che gli abitanti di quella città ne avessero già abbastanza del loro re per subire altri soprusi, ed arrestare un ladro avrebbe potuto facilitargli la missione che doveva compiere.
Quindi si mise all'inseguimento e pochi attimi dopo aveva già buttato a terra l'avversario e lo stava trattenendo per i polsi.

CITAZIONE
“Che diavolo fai, lasciami!”

Si aspettava di trovarsi di fronte ad un semplice ladruncolo di periferia, ma quando quello rilasciò dal suo stesso corpo delle fiamme, capì di essersi sbagliato. Fu costretto a lasciarlo, ovviamente, anche perché il suo corpo era rimasto momentaneamente paralizzato dallo shock. C'era una sola persona in tutta la Rotta Maggiore che avrebbe potuto fare una cosa del genere.
Ora, Sabo avrebbe fatto meglio a lasciare perdere: se davvero di fronte a lui c'era Ace, gli ordini di Dragon erano chiari a questo riguardo. Eppure il suo braccio si mosse da solo quando lo alzò per afferrare il mantello dell'altro, impedendogli di scappare.

CITAZIONE
“Ti ho detto di lasciarmi, maledizione!”

Il tatuaggio con il nome "ASCE", la cui S era sbarrata (Sabo si era sempre chiesto se si trattasse veramente di un errore) spiccava a chiare lettere sul suo braccio. Non c'erano più dubbi.
Quello che aveva davanti era proprio Ace. E lui non riusciva a muoversi.
Lo guardò dritto in viso, ma capì che stava sbagliando. Non poteva farlo. Abbassò immediatamente la visiera del cappello sugli occhi, ma fu l'unica cosa che fece, perché era combattuto tra il senso del dovere ed il fatto che dopo dieci lunghi, lunghissimi anni, suo fratello fosse di nuovo davanti a lui.
La voce dell'oste che stava inseguendo Ace con una mannaia in mano lo scosse. Senza nemmeno pensare a quello che stava facendo, lo afferrò per un braccio e lo trascinò via.
"Vieni, conosco una via di fuga!" disse mentre correva, per evitare che l'altro si opponesse. Anche se, probabilmente, lo stava prendendo per scemo, dato che un attimo prima stava cercando di arrestarlo e un attimo dopo lo aiutava.
Lo portò per la strada che aveva preparato per la sua fuga, un vicolo strettissimo e completamente immerso nell'oscurità, da cui si poteva accedere facilmente alle fogne, che erano un vero e proprio labirinto sotterraneo, ma di cui lui aveva imparato tutte le scorciatoie possibili per garantirsi una fuga sicura.
Una volta che furono scesi, chiudendosi il tombino alle spalle, Sabo lasciò a malincuore il braccio di Ace, si allontanò e si accertò ancora che il suo cappello fosse abbastanza chinato sul viso da nasconderlo.
Era quasi notte, e avrebbe dovuto entrare in azione fra poco. Si era già scoperto fin troppo, seppure - stava cercando di ripeterlo per convincersi - non avesse in realtà infranto il divieto di Dragon: aveva incontrato Ace per puro caso, e lo aveva aiutato.
Finisce qui pensò amaramente Sabo, per niente convinto di poterci riuscire.
"Se segui questa strada, giri a destra al secondo arco e poi prosegui dritto, raggiungerai una delle spiagge dell'isola. E' abbastanza nascosta, non avrai problemi."

SPOILER (click to view)
Meglio, preferisco i post lunghi :) Andava benissimo!


Edited by Akemichan - 30/5/2011, 21:30
 
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Portogas D. Ace

Un secondo, solo un secondo aveva incrociato il suo sguardo.. Lo sconosciuto era stato più che rapido a spezzare il contatto visivo e a calarsi il cappello più a fondo sul viso. Eppure c'era qualcosa in quegli occhi, gli sembrava di averli già incontrati, erano quasi familiari. Per una frazione di secondo l'immagine di un viso conosciuto gli galleggiò nella mente, un bambino di dieci anni, biondo e con gli occhi penetranti proprio come quelli di questo ragazzo. Per un attimo gli aveva ricordato Sabo, per un attimo si era illuso che quella persona potesse davvero essere il fratello che aveva perso tanti anni prima.
Stupido, Sabo è morto nove anni fa, è solo qualcuno che gli somiglia
Però anche solo il fatto di aver trovato qualcuno che glielo ricordasse così tanto aveva scaldato per un momento il cuore ad Ace. Se solo fosse riuscito a guardarlo meglio...
CITAZIONE
"Vieni, conosco una via di fuga!"

Fu riscosso violentemente dai suoi pensieri dall'altro che prendendolo per il braccio aveva iniziato a correre trascinandolo verso una parte meno illuminata della città, piena di vicoli stretti e bui. Ma che sto facendo? Perchè gli vado dietro? Sono benissimo in grado di cavarmela da solo... E poi.. Prima tenta di fermarmi e poi mi aiuta?
Ma nonostante la sua testa pensasse una cosa il suo corpo ne faceva un'altra, non provò nemmeno a liberarsi dalla stretta del misterioso ragazzo che lo condusse fin giù nelle fogne.
CITAZIONE
"Se segui questa strada, giri a destra al secondo arco e poi prosegui dritto, raggiungerai una delle spiagge dell'isola. E' abbastanza nascosta, non avrai problemi."

Gli aveva lasciato il braccio mentre gli diceva come fuggire. "Eh? Ah, si ok..." Non aveva davvero ascoltato, stava ancora cercando di guardare meglio il suo interlocutore che, da parte sua, pareva proprio non volersi mostrare affatto e nemmeno il buio che regnava in quel posto era d'aiuto. Ma voleva vederlo meglio, voleva mettere a tacere il suo cervello che continuava a tampinarlo con immagini e ricordi di Sabo e quindi, anche un po' perchè non voleva fare la figura del cretino e rimanere così senza dir niente azzardò ad accendere una piccola fiammella sull'indice "Grazie delle indicazioni..." non bastava, al suo cervello non bastava affatto. Nonostante la luce non era riuscito a vederlo meglio. Magari se gli avesse chiesto come si chiamava e avesse sentito dalle sue labbra un altro nome allora si sarebbe finalmente messo l'anima in pace. Dio, penserà che sono un maniaco "Sai, mi ricordi molto una persona.. Io vorrei.. Ehm so che è una richiesta strana ma... Mi piacerebbe sapere il tuo nome"

in corsivo ho scritto i pensieri. a te la palla ora ^^


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:53
 
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Sabo

CITAZIONE
"Eh? Ah, si ok..."

Ace non sembrava aver davvero ascoltato, ma d'altronde non poteva dargli torto, per lui era un perfetto sconosciuto che si stava comportando in maniera particolarmente bizzarra. Uno sconosciuto..? No, Sabo cercò di convincersi: era improbabile che l'avesse riconosciuto da quella semplice occhiata, era passato molto tempo, erano cresciuti, erano diventati degli uomini...

CITAZIONE
Grazie delle indicazioni..."

E che uomini... gli scappò, quando Ace illuminò leggermente la zona con una fiammella sull'indice permettendo a Sabo di dargli un'occhiata. Stette ben attento a continuare a tenere il viso ben nascosto sotto il cappello, e l'oscurità che li circondava avrebbe fatto il resto. Di nuovo, il suo sguardo cadde sul tatuaggio con il nome sul braccio di Ace.

CITAZIONE
"Sai, mi ricordi molto una persona.. Io vorrei.. Ehm so che è una richiesta strana ma... Mi piacerebbe sapere il tuo nome"

Le ultime parole famose... pensò Sabo, che si era appena autoconvinto del contrario, e invece a quanto pare Ace era quasi riuscito a riconoscerlo. D'altronde, era di suo fratello che stavano parlando. E non avrebbe mai voluto mentirgli.
Prese un sospiro profondo. "Mi dispiace, non sono autorizzato a dirtelo."
In fondo, quella era la pura verità, perché erano gli ordini di Dragon che stava seguendo. Non doveva dimenticare quanto doveva a quell'uomo, e che dalla sua missione di stasera dipendeva un'intera nazione. Per quanto male faceva, non poteva permettere ad un suo egoista desiderio personale di avere la meglio su di lui. Anche se si trattava di suo fratello.
Ace stava bene, e quello era l'importante; di tempo per rivedersi ce ne sarebbe stato: un giorno, dopo la sconfitta del governo mondiale, si sarebbero seduti assieme a parlare di tutto quello che era successo, e l'avrebbero fatto sulla prua della nave di Rufy, il re dei pirati.
"Ora devo proprio andare, scusami."
Lo superò, e fece per tornare nella direzione dalla quale erano arrivati. Ormai si era fatta sera, e doveva entrare in azione. In quel momento, però, ricordò l'ultima volta in cui aveva voltato le spalle ai suoi fratelli: era stato quando suo padre li stava minacciando pur di riaverlo con sé, e lui aveva deciso di accettare le sue decisioni pur di proteggerli. Ricordava ancora la voce di Ace che lo chiamava da dietro chiedendogli se volesse davvero abbandonare il suo sogno.
E poi non li aveva più rivisti.
Non poteva andarsene in quella maniera anche quella volta. Si voltò di nuovo verso Ace, stavolta senza nemmeno preoccuparsi di nascondere il viso con il cappello, forse sperando inconsciamente in qualcosa. "Buona fortuna."

SPOILER (click to view)
Benissimo, anche io sono abituata a scriverli in corsivo ^^



 
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Portogas D. Ace

CITAZIONE
"Mi dispiace, non sono autorizzato a dirtelo."

Cosa? Non è autorizzato? Come sarebbe non è autorizzato!? Lavora per qualcuno? Nonostante ci fosse rimasto un po' male decise comunque di far finta di nulla. D'altronde non gli doveva nulla, l'aveva perfino aiutato a fuggire. "Capisco..." disse abbozzando un mezzo sorriso.
CITAZIONE
"Ora devo proprio andare, scusami."

Già, doveva andare. Gli sarebbe piaciuto che si fosse fermato un po' più a lungo... Ma che fesserie andava a pensare?! Non gli aveva nemmeno voluto dire come si chiamava perchè si sarebbe dovuto fermare a parlare con lui? A quell'ora e per giunta in una fogna?? Doveva essere impazzito. Vide l'altro voltargli le spalle e sentì di nuovo quella sensazione di vuoto che aveva provato quando prima gli aveva lasciato il braccio. Non voleva che se ne andasse. Perchè? Perchè quel tizio mai visto prima d'ora doveva fargli quell'effetto? Nella sua mente vorticavano ancora scene del suo passato, di lui, Rufy e Sabo che giocavano ai pirati nel loro nascondiglio, di loro tre che si sfidavano a lottare e che la sera dormivano insieme sognando il giorno in cui sarebbero diventati pirati.
Poi successe in un lampo...
CITAZIONE
"Buona fortuna."

Si era girato. Si era girato e grazie alla luce che scaturiva dalla sua stessa mano Ace potè finalmente vederlo meglio sotto al cappello. E sebbene quello che aveva davanti fosse un adulto gli somigliava, somigliava parecchio al bambino le cui immagini continuavano a riapparirgli davanti come flash. E se fosse davvero stato Sabo? No, non poteva essere, ci aveva già pensato prima; Sabo era morto, morto per mano dei Draghi Celesti, che avevano spietatamente bombardato la sua barca nonostante fosse solo un bambino. Ma lui non c'era quando Sabo era morto.. Gliel'avevano solo raccontato... e se non fosse morto? Se Sabo si fosse salvato dall'esplosione?? No non poteva essere, sarebbe tornato da loro, avrebbe fatto sapere ai suoi fratelli che era vivo in qualche modo.
Ma potrebbe averlo fatto per proteggerci. Più una speranza che un pensiero sensato. Ma ormai non erano più i pensieri sensati ad avere il sopravvento dentro di lui. Il suo istinto gli diceva di non lasciarlo andare e il suo istinto non aveva mai sbagliato. E poi non aveva nulla da perdere.
Mentre lottava contro sé stesso, l'altro se ne stava andando, se Ace non avesse fatto qualcosa non avrebbe mai saputo, non avrebbe mai avuto la certezza e non se lo sarebbe mai perdonato.
Buona fortuna?? Buona fortuna un corno! Penso guardandolo. Gli aveva già voltato le spalle, come aveva fatto Sabo l'ultima volta che l'aveva visto, quando suo padre se l'era portato via e lui e Rufy non avevano potuto fare niente... Qualcosa di molto simile al panico si impossessò di Ace mentre la sagoma di Sabo da bambino che voltava le spalle a lui e Rufy si sovrapponeva a quella dell'uomo che gli voltava le spalle in quel momento
"Aspetta... Aspetta, Sabo!"

il tuo post è stato sublime :*.*:


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:53
 
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Sabo

CITAZIONE
"Aspetta... Aspetta, Sabo!"

E Sabo si fermò. Pur continuando a restare voltato dalla parte opposta, il suo corpo aveva risposto automaticamente a quel richiamo e non aveva potuto fare a meno di obbedire.
L'aveva chiamato per nome. Sabo sentì una specie di morsa stringergli il cuore, come se un piccolo albero avesse appena messo le sue radici in quel posto. Una parte di lui era felice, felice che suo fratello l'avesse riconosciuto con quella facilità, che nonostante quegli anni di separazione non fosse cambiato nulla fra di loro. D'altra parte, però, c'era la consapevolezza che le cose non sarebbero più state come un tempo.
Che cosa stai aspettando? Vattene da lì! disse la sua parte rivoluzionaria.
Che cosa stai aspettando? Va' da lui replicò invece un'altra parte, quella di Sabo bambino, quella che gli ricordava cos'era successo l'ultima volta che gli aveva voltato le spalle.

"Sabo, non andare!"
"Non pensare a noi, ce la caveremo in qualche maniera. Scappa!"
"Non andare via!"
"Hai intenzione di rinunciare al tuo sogno?"
"Aspetta... Aspetta, Sabo!"


Ok, forse l'ultima parte non era successa davvero, almeno non dieci anni fa, ma non importava. La verità è che non poteva più sopportarlo. Finché stavano lontani, poteva accettarlo, ma in questa maniera, con Ace a pochi passi da lui, con Ace che lo aveva chiamato... Come poteva pensare di riuscire a fare finta di niente?
Si voltò, la gola secca. "Devo davvero andare," affermò. "Ho una cosa di vitale importanza da fare e se non vado ora, non riuscirò a farla," gli spiegò. "Ora non posso proprio restare, mi dispiace, Ace."
Era un buon compromesso: non sarebbe venuto meno ai suoi doveri verso Dragon, anche se su una cosa gli aveva disubbidito.
E con Ace non aveva negato di essere Sabo.

A me il tuo è piaciuto un sacco *.* Quando Ace ci fa "buona fortuna un corno" era proprio lui! *.*

 
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Portogas D. Ace

Ace sgranò gli occhi e il cuore gli mancò qualche battito: quando lo aveva chiamato Sabo si era fermato di colpo. No, non era possibile, non poteva essere vero. Probabilmente aveva sbattuto la testa quando era stato buttato a terra e questo era tutto uno scherzo della sua immaginazione. La mano sinistra che aveva usato prima per fare un po’ di luce si accese completamente e rischiarò quel tratto di cunicolo.
CITAZIONE
"Devo davvero andare"

Nel parlare si era girato di nuovo e poteva vederlo meglio in viso. Non aveva negato di essere Sabo, non aveva detto che quello non fosse il suo nome. Allora… quella persona di fronte a lui era davvero Sabo!
Ace mosse qualche passo verso di lui ”No, non te ne puoi andare!”.
Avrebbe voluto dirgli diecimila cose e avrebbe voluto chiedergliene centomila ma il suo cervello stava ancora registrando le ultime informazioni.
"Tu… Io-io ti credevo morto!!” fu l’unica frase che riuscì a formulare. Sabo non era morto, suo fratello era vivo e stava bene ed era lì, di fronte a lui. Ace lo guardò dritto negli occhi, aspettando una risposta o un gesto qualsiasi. Non era felice di rivederlo dopo 10 anni? Non era contento di averlo ritrovato?
CITAZIONE
"Ho una cosa di vitale importanza da fare e se non vado ora, non riuscirò a farla"

Di tutte le cose che avrebbe voluto sentire, beh, questa non era proprio nella lista.
Di vitale importanza? Probabilmente lo sconcerto e il dispiacere trapelavano dai suoi occhi ma al momento non ci poteva fare niente.
CITAZIONE
"Ora non posso proprio restare, mi dispiace, Ace."

E il cuore di Ace mancò di nuovo un battito quando sentì il suo nome. Era la conferma che mancava, adesso Ace era sicuro che quello fosse Sabo, aveva pronunciato il suo nome proprio come lo faceva da bambino. Non sapeva se essere più sconvolto per il fatto di aver ritrovato suo fratello o per le parole con cui il suddetto lo stava semplicemente congedando. Gli aveva detto che aveva qualcosa di davvero importante da fare, non sarebbe rimasto in ogni caso. Ma non poteva davvero pretendere che Ace facesse finta di niente!! Cominciò a provare un senso di fastidio e anche di rabbia. Non capiva cosa significasse per lui che si fossero ritrovati?!
“Sabo” iniziò chiamandolo di nuovo per nome, tanto per essere sicuro che non lo smentisse “non so cosa tu debba fare ma.. credo tu mi debba almeno delle spiegazioni. Non credere di potertene andare così come se niente fosse...”.
Mosse ancora qualche passo verso di lui alimentando inconsapevolmente le fiamme che ardevano ancora sulla sua mano: era molto seccato, mai avrebbe pensato di contare così poco per Sabo. Ormai erano uno di fronte all’altro, Sabo era qualche centimetro più basso di Ace, che abbassò di poco lo sguardo per mantenere il contatto visivo
“Se davvero hai tutta questa fretta di andare a fare questa cosa così importante” disse calcando l’accento più importante di me “allora sbrigati a parlare. Oppure verrò con te. A te la scelta”.

grazie, sto tentando di rimanere più IC possibile ma è una faticaccia ^^


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:53
 
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Sabo

Sabo era rimasto un attimo interdetto. Perché mai Ace credeva che fosse morto? Era vero che non si era fatto più sentire dopo l'unica lettera che gli aveva mandato per assicurarsi che fossero sopravvissuti all'incendio e per salutarli, ma da lì a darlo già per spacciato... Poi si ricordò che la sua partenza da Goa non era stata delle migliori. E se... E se qualcuno della famiglia Dadan l'avesse visto? Oh mio Dio... Sabo iniziò a capire cosa potesse essere successo e la consapevolezza gli diede la nausea. Per tutto questo tempo aveva lasciato che i suoi fratelli lo credessero morto... Sabo conosceva quella terribile sensazione di panico, l'aveva provata lui stesso dopo l'incendio al Grey Terminal, quando non poteva sapere cosa fosse successo ad Ace e Rufy, ed era qualcosa di angosciante, che ti divorava dall'interno. Poi però il gabbiano aveva consegnato la lettera, e aveva avuto la conferma che erano sani e salvi. Era stata una sensazione orribile, ma non era certo durata dieci anni come la loro... Se solo l'avesse saputo prima, avrebbe mandato gli ordini di Dragon a quel paese per avvertirli ben prima!

CITAZIONE
“Sabo”

Ace lo chiamò - di nuovo con il suo nome. Ormai anche se avesse negato, non ci avrebbe più creduto, e comunque non poteva più farlo, non dopo quello che aveva capito.
Dopo averlo sentito ancora pronunciare il suo nome, si stava anche chiedendo come aveva fatto a resistere fino a quel momento; probabilmente era per questo che aveva cercato di andarsene il più velocemente possibile, altro che missione. Rivedere Ace aveva fatto riaffiorare tutta una serie di sensazioni che, in quanto rivoluzionario, aveva dovuto nascondere a lungo, compreso un senso di colpa grosso come Dadan.

CITAZIONE
“non so cosa tu debba fare ma.. credo tu mi debba almeno delle spiegazioni. Non credere di potertene andare così come se niente fosse...”

Sabo saettò un attimo lo sguardo sulla mano infuocata di Ace, prima di riportarlo sul suo volto, ormai di fronte al suo. Era ancora più alto di lui, accidenti! Era arrabbiato, lo poteva capire benissimo e non solo dalle fiamme, e aveva tutte le ragioni del mondo per esserlo. Non era decisamente così che si immaginava di rincontrarlo. Avrebbe voluto spiegargli così tante cose, era il tempo che mancava.
Andarsene così, senza una spiegazione, era però fuori discussione. E poi, se Ace non era cambiato da quando era bambino, non gliel'avrebbe nemmeno permesso.

CITAZIONE
“Se davvero hai tutta questa fretta di andare a fare questa cosa così importante” “allora sbrigati a parlare. Oppure verrò con te. A te la scelta”.

A Dragon non sarebbe piaciuto per niente, ma almeno Sabo avrebbe comunque completato la sua missione e forse, con un po' di fortuna, non si sarebbe nemmeno fatto scoprire. Con tutte le cose che aveva da dire, adesso non poteva liquidare Ace con qualche parola, ma se si fosse trattenuto più a lungo avrebbe perso il momento giusto.
"Va bene," acconsentì alla fine. "Puoi venire con me. Dopo, te lo prometto, ti spiegherò tutto."
Sperò vivamente che ad Ace, per il momento, quella promessa bastasse. Era la sua parola, dopotutto: ma sarebbe ancora riuscito a credergli?
"Andiamo," aggiunse voltandosi e facendogli cenno di seguirlo. Sabo sorrise dentro di sé. Diciamo la verità, quanto gli era pesato non avere più Ace come compagno di avventure? Per quanto il suo carattere non fosse proprio conforme alle regole tipiche dei rivoluzionari.

Sabo ripercorse la strada al contrario, riemergendo nel vicolo buio. Oramai si era fatto buio, e le strade avevano iniziato ad essere pattugliate dalle guardie reali. Sabo si appoggiò contro il muro, molto vicino all'imboccatura della strada in una di dimensioni maggiori, e fece cenno ad Ace di fare silenzio, mentre estraeva dalla tasca tre piccoli bastoni che con uno scatto si unirono a formarne uno più lungo.
Rimase in attesa finché una delle guardie non passò per la strada principale, quindi scattò come un gatto, la atterrò con un colpo di bastone secco alla nuca e la trascinò nel vicolo, dove iniziò a spogliarla dei vestiti.
"Se vuoi venire con me, devi procurarti anche tu una divisa," disse ad Ace. "A mezzanotte precisa al palazzo arriva il rifornimento di viveri per il sovrano, ovviamente protetto da una scorta. Noi dovremo inserirci senza essere notati per riuscire ad entrare a palazzo," gli spiegò mentre terminava di prepararsi. "Una volta dentro... Io dovrò uccidere il re."
Sabo aveva tentennato prima di dire l'ultima frase, ma era necessario che Ace capisse precisamente cosa dovevano andare a fare, anche se per il momento aveva evitato di spiegare le ragioni. Non era diventato un assassino, perciò sperava che il fratello aspettasse di sapere tutta la storia prima di giudicare. Quello che lui e Rufy pensavano era la cosa che importava di più al mondo.

Secondo me te la stai cavando alla grande! *.*


 
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Portogas D. Ace

CITAZIONE
"Va bene, puoi venire con me. Dopo, te lo prometto, ti spiegherò tutto."

Ace avrebbe preferito si passasse subito alle spiegazioni ma d'altronde Sabo gli aveva già spiegato che aveva qualcosa di davvero importante da fare per cui per il momento decise di accontentarsi. Avrebbe comunque avuto modo di passare un po' di tempo con lui. Aprì la bocca per rispondere ma col groppo in gola che ancora non gli era passato da tutto quell'insieme di emozioni inaspettate non riuscì a dire nulla e si limitò ad annuire e respirando a fondo spense le fiamme che ancora lambivano la sua mano.
CITAZIONE
"Andiamo"

gli disse Sabo iniziando a camminare. Ma per Ace era troppo. Erano successe troppe cose e tutte troppo in fretta. Avere ritrovato suo fratello in un'isola dimenticata da Dio quando l'aveva creduto morto per anni l'aveva scosso profondamente e ora tutte queste emozioni chiedevano prepotentemente di uscire. Guardò la schiena di Sabo che lo precedeva e in un attimo corse verso di lui annullando la distanza che li separava, gli buttò le braccia attorno alla vita e appoggiò la fronte sulla sua spalla destra.
Sabo... se solo sapessi quanto ho sentito la tua mancanza... avrebbe voluto dirglielo ma non ci riuscì, si limitò a rimanere fermo per qualche secondo respirando quell'odore così familiare, per poi sciogliere la stretta e guardare dappertutto tranne che nella direzione dove sapeva essere il viso di suo fratello, immerso nell'oscurità del tunnel.
Una volta riemersi Sabo gli fece strada verso il viale principale, lo vide fargli segno di non fare rumore mentre estraeva un bastone componibile e tramortiva una guardia.
Non è cambiato affatto! pensò Ace lasciandosi scappare un sorrisetto. Vide che l'altro aveva iniziato a togliere i vestiti alla guardia.
CITAZIONE
"Se vuoi venire con me, devi procurarti anche tu una divisa"

"Nessun problema" gli rispose. Adocchiò un'altra guardia reale che si stava dirigendo verso di loro, probabilmente per cercare il suo collega che sembrava sparito nel nulla. Quando fu abbastanza vicino all'imboccatura del vicolo Ace lo agguantò per il collo con il braccio sinistro mentre con il destro lo colpì in testa tanto forte da fargli perdere i sensi e iniziò anche lui a togliergli i vestiti.
CITAZIONE
"A mezzanotte precisa al palazzo arriva il rifornimento di viveri per il sovrano, ovviamente protetto da una scorta. Noi dovremo inserirci senza essere notati per riuscire ad entrare a palazzo"

Ace voleva dirgli che aveva capito ma di nuovo non riuscì a parlare perchè si era incantato a guardare Sabo mentre si toglieva il mantello e la camicia che portava, rivelando il torso snello ma con muscoli ben delineati. Il corpo di Sabo non era muscoloso come quello di Ace ma risultava più che piacevole alla vista. Gli addominali erano ben sviluppati e il torace era largo e ben definito. Si soffermò a guardare anche le sue spalle e le braccia, tornite e muscolose ma allo stesso tempo aggraziate, a differenza delle sue che di aggraziato avevano ben poco. Riscuotendosi da quegli strani pensieri che si erano fatti strada nella sua mente cercò di memorizzare la parte del piano che Sabo gli aveva appena esposto mentre si cambiava e indossava gli abiti che aveva tolto alla guardia. Sistemati i propri indumenti nello zaino lo nascose insieme al cappello e al corpo della guardia tramortita, diligentemente legata e imbavagliata, in un edificio abbandonato e fatiscente situato nel vicolo in cui erano.
CITAZIONE
"Una volta dentro... Io dovrò uccidere il re."

Ace spostò gli occhi nella direzione di quelli di Sabo. Ecco qual'era il motivo per cui era su quell'isola: doveva uccidere il re. Per un momento ad Ace balenò in mente l'idea che Sabo potesse essere un agente della Baroque Works. Poi pensandoci meglio però capì che non poteva essere perchè aveva letto che Rufy aveva sconfitto Crocodile qualche mese prima quindi l'organizzazione era crollata insieme al suo capo. Ma allora per conto di chi lavori Sabo? Per il momento si sarebbe accontentato di quello che sapeva, Sabo gli aveva promesso che gli avrebbe spiegato tutto in seguito. "D'accordo" mormorò.

Ormai era mezzanotte. Ace si sporse dal vicolo e vide che stava arrivando la scorta con i rifornimenti. Uscendo dal vicolo vestito da guardia e cercando di destare meno sospetti possibile si accodò alle altre guardie, facendo il saluto militare al capitano e sussurrandogli "Qui è tutto tranquillo, signore". Il capitano fece un cenno di assenso e Ace seguì la scorta fin dentro al palazzo. Una volta all'interno vennero separati in gruppi dal responsabile delle dispense "Voialtri, portate quel vino nelle cantine, voi laggiù il pesce nella cella frigorifera". Poi rivolgendosi ad Ace "e voi portare l'olio, la farina e il sale nella dispensa dietro le cucine, svelti! Non fate rumore, il sovrano sta riposando e se viene disturbato vi farà fucilare sicuramente!".

questo post è stato un parto.. non so se ho fatto bene ad aggiungere scene che tu non avevi messo.. spero di non aver fatto casini


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:54
 
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view post Posted on 31/5/2011, 18:22
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Sabo

CITAZIONE
"D'accordo"

Fortunatamente, Ace non fece una piega, anzi, acconsentì senza alcuna domanda. Meglio così. Forse suo fratello aveva ancora fiducia in lui.
Immaginava che fosse disorientato, specialmente se per tutto quel tempo aveva pensato che fosse morto, ma anche perché Sabo si stava comportando in maniera palesemente distaccata, come se non gli importasse. Non era vero, ovviamente, stava solamente cercando di mantenersi lucido per la missione, cosa che non avrebbe sicuramente potuto fare se si fosse lasciato andare ai sentimenti fortissimi che provava. Ne aveva avuto la prova, pur non avendone bisogno, quando Ace l'aveva abbracciato: in quel momento, sentendolo respirare dietro di sé, aveva rischiato di perdere il controllo. Era un contatto fisico che aveva completamente dimenticato: gli altri rivoluzionari erano suoi nakama, ma per quanto forte avesse stretto dei legami, non erano paragonabili a quelli che aveva col fratello.
E aveva rischiato di perdere il controllo una seconda volta quando lui ed Ace si erano cambiati per travestirsi da guardie: Ace era cresciuto, lo sapeva, ma ritrovarselo improvvisamente davanti e verificare di persona quanto quello che era stato un bambino scheletrico era diventato adulto era stato uno shock particolarmente forte. Ace era parecchio più muscoloso di lui (oltre ad essere più alto, cosa parecchio seccante), ma senza alcuna esagerazione: le spalle ampie, i pettorali modellati, i muscoli tesi delle cosce, ogni singola parte del suo corpo sembrava essere stata scolpita dalle mani di uno scultore che ricercava la perfezione.
Capendo che si stava avventurando su sentieri ben poco fraterni, Sabo aveva concentrato lo sguardo sul tatuaggio ampio che copriva la schiena (perfetta) di Ace. Doveva ammettere che, conoscendolo, non si sarebbe mai aspettato di vederlo sottostare a qualche altro capitano, nemmeno ad uno conosciuto come Barbabianca. Avrebbe decisamente voluto sapere com'era successo. Forse anche Ace era cambiato, in tutti quegli anni, era diventato una persona diversa da quella che conosceva, e la prospettiva lo terrorizzava. Sapere che i suoi fratelli stavano bene era l'unica cosa che gli desse sollievo, e pensare che...
Si asciugò le mani sudate sui pantaloni. Concentrazione, Sabo, concentrazione si disse, tentando di non pensare a quanto stesse bene ad Ace quella divisa.

In qualche maniera, il piano che aveva ideato funzionò, e i due fratelli riuscirono ad accedere al palazzo reale. Tuttavia, la guardia a capo delle operazioni, iniziò a dare gli ordini più disparati.

CITAZIONE
"Voialtri, portate quel vino nelle cantine, voi laggiù il pesce nella cella frigorifera".

ordinò a Sabo e a tutti quelli nelle vicinanze, mentre ad Ace

CITAZIONE
"e voi portare l'olio, la farina e il sale nella dispensa dietro le cucine, svelti! Non fate rumore, il sovrano sta riposando e se viene disturbato vi farà fucilare sicuramente!".

Sabo la maledisse mentalmente. Era assurdo: si erano ritrovati da poco e già venivano separati, era chiaro che il mondo intero complottava contro di loro. Si avvicinò a lui quanto più possibile fingendo di dover prendere del carico e gli sussurrò: "occupati delle guardie con te appena puoi. Ci vediamo là in cima." Ed accennò con la testa ad una scalinata a chiocciola presente in un angolo della cucina.
Poi si separò a malavoglia e si avviò con il suo gruppo verso la cella frigorifera, che era grande all'incirca come un campo da calcio. Una volta dentro, Sabo finse di attardarsi ad entrare, in realtà ne approfittò per uscire non appena tutti gli altri erano distratti e chiuderli dentro a chiave. La porta era in ferro massiccio, prima che qualcuno li sentisse avrebbe avuto tutto il tempo di scappare, e loro non sarebbero morti.
Si precipitò di nuovo verso la cucina, dov'era rimasta solo la guardia capo con alcuni dei suoi uomini; Sabo estrasse di nuovo il suo bastone e si preparò allo scontro. Atterrò la prima con un colpo secco, poi, prima che le altre potessero reagire, spostò prima orizzontalmente il bastone per colpirne un'altra, quindi lo usò come perno per saltare, atterrare dietro altre due e buttarle a terra spingendo il bastone contro le loro gambe.
Le altre avevano fatto in tempo ad estrarre le pistole, ma Sabo usò il suo bastone per parare i colpi, precipitandosi contemporaneamente contro di loro, colpendole una dopo l'altra. Quand'ebbe finito, le radunò in fretta dentro una delle stanze laterali e chiuse la porta, per poi precipitarsi in tutta fretta su per le scale.
Ace non era ancora arrivato. Sabo trattenne la delusione di dover essere di nuovo lontano da lui pensando che non c'era di che preoccuparsi, aveva totale fiducia nel fatto che avrebbe sistemato il resto delle guardie icon facilità, perciò, nel frattempo, si dedicò alla serratura della porta blindata che separava la cucina e gli appartamenti dei servi da quelli destinati alla nobiltà: aveva studiato la planimetria ma non sapeva se ci fossero oppure no guardie all'altra estremità, perciò era meglio andare cauti. Estrasse da sotto il mantello uno dei suoi attrezzi ed iniziò a lavorare alla serratura per farla aprire.

Hai fatto benissimo, non preoccuparti ^^


 
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view post Posted on 1/6/2011, 10:32
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Portogas D. Ace

Sei fortunato che questa stanza trabocchi di guardie, lurido farabutto leccapiedi di un… Ace non aveva affatto gradito che il responsabile dei rifornimenti avesse spedito lui in un posto e Sabo dalla parte praticamente opposta. Cercò con gli occhi quelli di Sabo, distante da lui pochi passi, che nel frattempo aveva fatto volontariamente cadere alcune cose e si era chinato a raccoglierle. Ace colse al volo l’invito e si chinò a sua volta ad aiutarlo per tentare di scambiare qualche parola
CITAZIONE
"occupati delle guardie con te appena puoi. Ci vediamo là in cima."

Ace guardò nella direzione accennatagli da Sabo e vide che indicava una scala a chiocciola che portava al piano superiore. Annuendo e restituendogli i pacchi che aveva raccolto si rialzò in piedi e lanciò un ultimo sguardo al fratello con aria un po’ tesa Fa attenzione, Sabo….
Infine raggiunse il suo gruppo e con loro si diresse verso la dispensa, attraversando una rete di corridoi che Ace si impegnò ad imprimere nella memoria e superando le cucine. Mentre camminavano Ace fece il conto mentale delle guardie: il suo drappello era composto da 10 uomini contando anche lui, avrebbe dovuto quindi sistemare alla svelta e più silenziosamente possibile gli altri nove. Arrivarono alla dispensa, un enorme magazzino pieno di scaffalature e ripiani stracolmi di ogni genere di beni alimentari, dallo zucchero al caffè a grandi mucchi di cereali di ogni tipo. Il luogo era immerso nella semioscurità in modo da consentire una miglior conservazione della merce. Bene, almeno avrò il buio dalla mia. Certo che mentre la sua gente muore di fame il re invece fa proprio una bella vita; non si fa mancare nulla vedo. Notando che nel frattempo le altre guardie si stavano affaccendando per sistemare i vari prodotti ne approfittò per seguirne uno e con la scusa di chiedergli dove avrebbe dovuto mettere i sacchi di fagioli appena questi si girò per guardarsi in giro lo colpì al collo con il gomito, facendolo sbattere contro lo scaffale e cadere a terra. “Fuori uno” mormorò con un ghigno Ace. Ma il rumore provocato dalla botta contro il ripiano attirò altri due uomini “Che succede?” gridò uno dei due.
“Non so, ho sentito un rumore e quando sono venuto a vedere era a terra, aiutatemi a tirarlo su” disse Ace chinandosi e non appena si piegarono fu svelto a far sbatterle le loro teste uno contro l’altro. Vedendo che altri tre di loro erano poche corsie più lontano, si diresse in quella direzione, deciso a sistemarli in fretta per raggiungere Sabo. Vedendolo correre verso di loro e intuendo che fosse un intruso, le guardie iniziarono a sparare nella sua direzione ma grazie ai poteri del frutto del diavolo passarono attraverso Ace senza fargli alcunché. Cogliendo l’attimo di sgomento delle guardie ne approfittò per dare a uno di loro un pugno in pieno volto, mentre un altro venne sistemato da un poderoso calcio alla schiena. L’urlo del terzo richiamò l’attenzione delle rimanenti tre guardie “Bene, così vi sistemo più in fretta! Croce di Fuoco!!” gridò Ace lanciando un’onda di fuoco verso i quattro che, sbattendo violentemente contro il muro persero i sensi.
“Perfetto, sistemati” si disse compiaciuto Ace mentre iniziava a correre seguendo al contrario il percorso che aveva fatto per arrivare lì. La dispensa era abbastanza isolata dal palazzo quindi speranzosamente nessuno aveva sentito i rumori provocati dai suoi attacchi e i malcapitati non si sarebbero certo ripresi per un bel po’. Si domandò se Sabo stava bene… Nah, cosa andava a pensare; aveva fiducia in lui, in fondo anche da bambini Sabo era già abbastanza forte da sconfiggere gli adulti e le guardie del regno di Goa pensò sorridendo tra sé e sé. Non avrebbe certo avuto problemi con dei pivellini come questi. Arrivato nel salone principale si imbatté nell’incaricato alle forniture che aveva diviso i gruppi: senza pensarci su due volte aumentò la velocità e dirigendosi verso di lui senza dargli nemmeno il tempo di fiatare gli sferrò un pugno all’addome così potente da farlo svenire sul colpo “Questo” gli bisbigliò “è per aver diviso me e Sabo, bastardo!”. Trascinò poi il poveretto in quello che scoprì essere uno sgabuzzino per le scope e dopo averlo abbandonato tra i secchi e gli stracci corse silenziosamente su per la scala a chiocciola. Quando fu in cima vide che Sabo era già lì e sospirò sollevato. Sapeva che non avrebbe avuto difficoltà a battere quelle guardie da strapazzo ma fu comunque contento di ritrovarlo indenne. Vide che stava trafficando con degli arnesi mentre cercava di aprire una serratura. Con un mezzo sorriso gli mise una mano sulla spalla e gli sussurrò
“Lascia fare a me, fratellino”. Mettendo la serratura con la mano destra, mandò più calore che poteva in quel punto finché il metallo della serratura non divenne rosso ed incandescente e iniziò a fondere. A quel punto ad Ace bastò spingere la porta in avanti perché quella si aprisse “Può essere utile in certe occasioni essere fatti di fuoco” aggiunse sorridendo all’indirizzo di Sabo.
Procedette spedito lungo il corridoio, finché non vide un’altra guardia poco distante. Facendo rapidamente cenno a Sabo di fare silenzio e seguirlo e si diresse deciso verso di lui, facendo il saluto militare. Aspettò che l’altro glielo rifacesse prima di aggiungere “Buonasera compagno, siamo stati mandati a sorvegliare la camera di Sua Maestà. Ma siamo arruolati da poco e i corridoi sono tutti uguali, potresti gentilmente indicarci dove si trova?” era un azzardo, un grosso azzardo, Ace lo sapeva. Ma al momento era la loro miglior opzione per trovare la camera del re più in fretta possibile. “Ah, siete quelli del cambio turno notturno. Hai ragione, io stesso ci ho messo mesi ad ambientarmi in questo palazzo. Per raggiungere la camera di Sua Maestà dovete andare fino alla porta in fondo a questo corridoio, superarla, poi prendere il secondo corridoio a sinistra. Troverete altre due guardie all’esterno della stanza, è a loro che dovete dare il cambio”. Che fortuna, per fortuna quest’imbecille non ha dubitato di noi!! “Grazie, amico, sei stato davvero molto utile. Ma non posso correre rischi, scusa…” Per buona misura mise fuori gioco anche lui colpendolo con una ginocchiata alle reni non appena si girò. Anche il poveretto venne nascosto, stavolta in una nicchia coperta da una tenda di un arazzo. Guardando nella direzione che avrebbe dovuto prendere si sistemò meglio il cappello della divisa che portava e iniziò a camminare verso la porta indicatagli dalla guardia.

d'accordo! ^^ mi raccomando, dimmi se scrivo qualcosa che non dovrei (tipo le parti tue XD ) Io intanto ho fatto di nuovo un post da una pagina e mezzo di word... O.o non sarà che Virgo e Vegeta mi abbiano attaccato qualche malattia?? XD


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:55
 
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view post Posted on 1/6/2011, 14:46
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Sabo

Sabo sentì dei passi dietro di lui, ma non si voltò nemmeno a guardare, era assolutamente sicuro che si trattasse di suo fratello. E inoltre era troppo impegnato con quella maledetta serratura che non voleva saperne di aprirsi, accidenti a lei. Stava imprecando mentalmente quando sentì la mano di Ace sulla sua spalla.

CITAZIONE
“Lascia fare a me, fratellino”

"E da quando abbiamo stabilito che sei tu il maggiore?" protestò Sabo tirandogli un'occhiata, prima di rimanere ad osservare ammirato i poteri del fuoco di Ace, che non ci mise che un attimo a fondere la serratura ed aprire la porta. "Non è leale..."

CITAZIONE
“Può essere utile in certe occasioni essere fatti di fuoco”

Sabo ricambiò il sorriso scuotendo la testa. Aveva già avuto numerose conferme di quanto potesse essere utile un frutto del diavolo, figuriamoci un rogia, ma il pensiero che uno ce l'avesse il fratello era alquanto irritante. Com'è che doveva sempre essere più forte di lui, proprio com'erano bambini? Ma in fondo, lo stesso Ace aveva sempre detto che fra di loro non era importante chi vinceva, ed era una delle cose che lo rendeva così speciale.

Seguì Ace oltre la porta e, prima che se ne rendesse conto, il fratello aveva già preso il controllo della situazione. D'altronde, era sempre stato un leader naturale, anche con loro tre, nonostante avesse i suoi difetti, e non sarebbe stato per niente nel suo carattere rimanere nelle retrovie in casi del genere.

CITAZIONE
“Buonasera compagno, siamo stati mandati a sorvegliare la camera di Sua Maestà. Ma siamo arruolati da poco e i corridoi sono tutti uguali, potresti gentilmente indicarci dove si trova?” “Ah, siete quelli del cambio turno notturno. Hai ragione, io stesso ci ho messo mesi ad ambientarmi in questo palazzo. Per raggiungere la camera di Sua Maestà dovete andare fino alla porta in fondo a questo corridoio, superarla, poi prendere il secondo corridoio a sinistra. Troverete altre due guardie all’esterno della stanza, è a loro che dovete dare il cambio”
“Grazie, amico, sei stato davvero molto utile. Ma non posso correre rischi, scusa…”

Potrei anche pensare di suggerire a Dragon di arruolarlo... pensò Sabo scherzando mentre ammirava il fratello all'opera, il che era da sempre uno spettacolo interessante. Quello che aveva fatto con la guardia era un rischio, ma ben giocato, ed il suo intervento era stato rapido ed efficiente. E affascinante, in un certo senso.
Poi, quando lo vide anticiparlo verso la direzione loro indicata, si ricordò che tutto sommato quella avrebbe dovuto essere la sua missione, e che se continuava così Ace gli avrebbe rubato la scena. Non che importasse, almeno, fino ad un certo punto.
Aumentò la velocità fino a riuscire ad affiancarlo. "Non male," ammise, con un sorriso furbo, superandolo per aprire lui la porta.
Lui e Ace camminarono fianco a fianco per i corridoi di quel palazzo labirintico, in cui risuonava solo il rumore dei loro passi. Sabo guardava di fronte a sé, ma ogni tanto i suoi occhi saettavano un attimo verso il fratello. C'erano talmente tante cose che voleva dirgli e che voleva sapere da lui, che non aveva idea da dove iniziare. Stava bene? E Rufy? Com'era stato l'arrivo nella Rotta Maggiore? E il frutto del diavolo? E poi, e poi... E poi, per ironia della sorte, l'unica cosa che potevano fare era stare assieme, in silenzio. Ed era già meglio di niente.
Ma proprio nel momento in cui stava per decidersi a dire qualcosa (in caso del genere, avrebbero avuto bisogno di Rufy: lui sì che avrebbe iniziato da subito a parlare a sproposito), avvistarono in lontananza le due guardie che sorvegliavano gli appartamenti del re. Era tempo di tornare in azione.
"Siamo qui per il cambio," affermò Sabo quando erano ancora abbastanza distanti.
"Siete in anticipo," commentò una delle guardie, ma non sembrava sospettosa, anzi, probabilmente non vedeva l'ora di andarsene da lì. Nell'esatto momento in cui si distrassero, sicuri che non ci fossero pericoli, Sabo balzò in avanti e le spinse entrambe contro il muro, con il suo bastone premuto contro il loro collo, e non le lasciò andare finché non svennero per la mancanza di fiato.
"Che diavolo è tutto questo chiasso?!" si sentì la voce del re da dentro la stanza: evidentemente doveva avere il sonno leggero, se considerava confusione appena quei piccoli tonfi che avevano causato.
Sabo si voltò verso Ace. "Di questo me ne devo occupare personalmente." Non sarebbe stato giusto coinvolgere il fratello più di quanto aveva già fatto. Poi alzò la gamba e buttò giù la porta con un calcio: ormai non era più necessario non farsi notare.
Il re stava scendendo dal letto per controllare la situazione, e non appena lo vide iniziò a sbraitargli contro qualcosa su condanne a morte e roba del genere, ma Sabo non lo ascoltò nemmeno: si limitò ad avvicinarglisi e a bloccarlo al muro premendo la punta del suo bastone sul suo petto.
Ogni volta che doveva uccidere a sangue freddo, Sabo pensava al perché lo stava facendo. Ripensava a suo padre che aveva messo in pericolo la vita dei suoi fratelli, ai nobili di Goa che consideravano rifiuti tutti gli esseri umani e che erano capaci di ignorare un incendio che avrebbe sterminato delle vite, a tutte quelle cose che aveva imparato ad odiare in quegli anni. Lasciava scorrere la rabbia dentro di sé, finché non veniva naturale.
In quel caso, fu anche più spontaneo, perché pensò ad Ace, che ora era al suo fianco, ma a cui aveva dovuto mentire perché al mondo esistevano persone come quella che aveva davanti. Strinse la presa sul bastone, premendo il pulsante che faceva scattare il meccanismo interno: due lame affilatissime uscirono dalle due estremità del bastone, una delle quali perforò il cuore del re, uccidendolo sul colpo.
"Torniamo subito indietro," disse Sabo ad Ace, mentre reinseriva le lame all'interno del bastone e puliva l'estremità dal sangue, senza nemmeno osservare il cadavere che aveva davanti. Recuperiamo le nostre cose e andiamocene. Dove hai messo la tua nave?"


Dici che i post di Virgo e Vegeta sono contagiosi? XD Allora speriamo che sia una malattia incurabile, lo dico per noi e per loro XD


 
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view post Posted on 1/6/2011, 17:31
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Portogas D. Ace

CITAZIONE
"E da quando abbiamo stabilito che sei tu il maggiore?"

Un gran sorriso si fece largo sul viso di Ace “Da quando ho fatto i conti che abbiamo la stessa età e io sono nato il primo Gennaio!” gli rispose come se ci fosse stato un premio da vincere. “Quindi devo essere io per forza il maggiore, anche se beh devo ammettere che da bambino eri molto più assennato di me” aggiunse riflettendo. Non poteva ancora credere che Sabo fosse vivo e fosse lì con lui, era troppo bello per essere vero. Eppure poteva sentire la sua voce, aveva sentito il suo profumo e il calore del suo corpo quando l’aveva abbracciato, lo vedeva (e lo aveva visto anche troppo bene mentre si cambiava).
CITAZIONE
"Non male"

era riuscito a strappargli dalle labbra quando aveva estorto le informazioni alla guardia e l’aveva sistemata. Voleva impressionarlo, voleva in qualche modo far colpo su di lui, fargli vedere che era cresciuto, che era diventato un vero pirata, come quando lo sognavano da piccoli.
Arrivati davanti alla camera del re guardò Sabo sbarazzarsi delle guardie che erano di pattuglia e sorrise vedendo il fratello in azione. Usava ancora il bastone, come quando erano bambini ma adesso era molto più preciso e soprattutto molto più forte. Sentì la voce del re infuriato provenire dalla camera da letto
CITAZIONE
"Di questo me ne devo occupare personalmente."

annuì e incrociò le braccia tanto per tenerle impegnate mentre guardava Sabo sfondare la porta con un calcio ed entrare. Non gli piaceva stare a guardare, ma il compito di uccidere il re non era stato affidato a lui. Sabo avrebbe portato a termine la sua missione, Ace era grato che gli avesse permesso di aiutarlo e sapeva che non gli avrebbe mai concesso di fare il lavoro sporco al posto suo. Continuò a guardarlo mentre puntava il bastone al petto del re e lo trafiggeva con due lame grazie ad un sistema meccanico inserito nel bastone stesso.
Mentre ripuliva le lame dal sangue e le reinseriva nel bastone, benché non riuscisse a vedere i suoi occhi da dov'era, notò sul suo viso un’ombra di fastidio. Non doveva essere stata una cosa facile per lui uccidere così un uomo; nonostante tutto il male che aveva fatto quel re era pur sempre un essere umano. Sabo non era sicuramente il tipo da uccidere la gente per divertimento, non era una macchina senza cuore. Gli venne in mente l’episodio in cui da bambini ebbero una discussione per decidere chi dei due doveva uccidere Rufy in modo che non spifferasse l’ubicazione del loro tesoro; nessuno dei due aveva mai ucciso qualcuno e ambedue non avevano né il fegato né l’esperienza per farlo. Sabo non poteva certamente essere cambiato così tanto da allora e comunque ne aveva avuto prova quando aveva evitato di uccidere le guardie all’esterno della stanza dove si trovavano, limitandosi a stordirle. Probabilmente aveva ucciso solo perché gli era stato ordinato. Le sue riflessioni vennero interrotte dall’interessato
CITAZIONE
"Torniamo subito indietro, recuperiamo le nostre cose e andiamocene. Dove hai messo la tua nave?”

“E’ ormeggiata in un’insenatura non lontana dalle porte della città… Ma non è propriamente una nave… è un’imbarcazione monoposto disegnata appositamente per me, si serve delle mie stesse fiamme come propulsore. Tu come sei arrivato sull’isola?”

mi fermo qui così decidi tu che vuoi fare ^^


Edited by Elen87 - 5/6/2011, 14:55
 
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Sabo

CITAZIONE
“E’ ormeggiata in un’insenatura non lontana dalle porte della città… Ma non è propriamente una nave… è un’imbarcazione monoposto disegnata appositamente per me, si serve delle mie stesse fiamme come propulsore

"Wow... Che figata..." Sabo aveva già avuto l'occasione di vedere alcuni di questi mezzi tecnologici che usavano i poteri del frutto del diavolo, e ne era sempre rimasto affascinato.

CITAZIONE
Tu come sei arrivato sull’isola?”

"Con una nave mercantile," rispose uscendo dalla stanza. "Pensavo di nascondermi sulla stiva di qualche nave al porto, devo trovarmi su un'isola qui vicina per incontrarmi con un mio compagno." Era infatti una regola dei rivoluzionari non portare mai con sé in missione un eternal pose o qualcosa che potesse far ricondurre ai loro nascondigli segreti, che erano la loro salvezza contro il governo mondiale. Solitamente, durante una missione si aveva, ben lontano da dove si agiva, un punto di incontro con un altro, e solo quest'ultimo aveva la possibilità di ritornare a Baltigo; così, nel caso fossero successi degli inconvenienti, nessuno avrebbe potuto risalire all'altro ed il rifugio sarebbe stato al sicuro.
Iniziò ad avviarsi per il corridoio a passi rapidi. "Ma forse potresti darmi un passaggio tu, da bravo fratello maggiore," disse con un sorriso: visto che Ace aveva voluto sottolineare questo fatto, tanto valeva approfittarne. "E poi ti ho promesso di spiegarti tutto, e di sicuro non potremo farlo con tranquillità qui," aggiunse, con una punta di malinconia. Non vedeva l'ora di farlo, in realtà: finalmente avrebbe potuto dirgli veramente quello che provava.
E a conferma delle parole di Sabo, non appena furono fuori del palazzo, le luci iniziarono ad accendersi una dopo l'altra, segno che l'allarme per l'omicidio del sovrano era già scattato.

Spero vada bene, allora ^^

 
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