Una guerra che parla di noi, Franky x Robin - Enies Lobby

Nico Robin


Ormai aveva preso la sua decisione e non sarebbe più tornata indietro. La sua vita, o quella del mondo intero, non aveva importanza, ma quella dei suoi nakama sì: persone meravigliose che le avevano ridato la voglia di vivere dopo tanti anni di buio.
Ovunque andasse, suo malgrado, la maledizione che portava su di sé dall'età di otto anni finiva sempre per coinvolgere le persone attorno a lei. Quante volte aveva sentito dire:
<< La tua esistenza è un crimine!>>
Eppure sua madre, quel giorno, le aveva detto tutto il contrario.
"Mi dispiace mamma, scusami Sauro, non credo che potrò più portare avanti questa promessa"
Continuò a fissare il vuoto cercando di togliersi dalla mente quelle immagine terribili che erano impresse nella sua mente.
Per fortuna, poco fa, era riuscita a salvare Sanji e Usopp dalla grinfie Blueno.
Fu in quel momento che si ricordò dell'altro passeggero del Puffing Tom: Franky.
Si girò nella sua direzione, ritrovandosi i suoi occhi addosso.
Aveva cercato di aiutarla a fuggire durante lo scontro. Quell'uomo aveva rischiato la sua vita per lei, perchè potesse tornare dai suoi compagni. Era stato tentativo molto eroico da parte sua.
Desiderava ringraziarlo per il suo gesto, ma sentiva morire le parole dentro di sé.
Quell'uomo possedeva i progetti di Pluton, l'altra Arma Ancestrale. Forse anche la sua vita era stata rovinata dal Governo...
Pensando a ciò, non potè fare a meno di constatare quanto fossero intrecciati i loro destini.

Nico Robin

Robin distolse lo sguardo da quello di Franky. Dopo quelle parole sentiva di non riuscire più a sostenerlo. Decise, quindi, di fissare insistentemente davanti a sé. Poi con tono calmo e pacato rispose:

<< Non hai sentito cos'ha detto Lucci poco fa? Il mondo considera la mia esistenza un crimine. Questo basta.>>

Detto ciò decise che non serviva aggiungere altro.
Perchè quell'uomo si ostinava a volerla aiutare? Non aveva capito che voleva farla finita? Per 20 lunghi anni non aveva fatto anche nascondersi, approfittando del prossimo, nascondendosi dietro alle spalle dei peggiori criminali.
Non sapeva chi era? Eppure Iceburg doveva pur averlo messo in guardia.
Lei era il demone sopravvissuto di Ohara e nulla avrebbe potuto cambiare corso del suo destino.

Nico Robin
Sobbalzò, sentendo un fremito nel profondo del cuore.
Le parole che aveva pronunciato erano ciò aveva sempre voluto sentirsi dire negli ultimi vent'anni.
Si sentiva come se Franky fosse riuscito a leggerle l'anima.
Guardò furtivamente nella sua direzione, sperando di non essere notata.
A prima vista sembrava un tipo abbastanza strambo, ma aveva ormai imparato da tempo che le apparenze sono l'ultima cosa di cui bisogna fidarsi e Franky non aveva fatto altro confermare nuovamente il suo pensiero.
Non sapeva niente di lui e non l'aveva mai visto prima, ma mai come allora si era sentita così spiritualmente e sentimentalmente vicina ad una persona. Quell'uomo sembrava conoscere tutto di lei, era come se i suoi occhi fossere riusciti a penetrare il velo di freddezza e distacco che indossava da tanti anni. E doveva ammettere che ciò le faceva un pò paura, poichè Franky aveva intaccato le sue difese, quelle che erano riuscite a far sì che rimasse impassibile davanti alla ciurma nello stanza di Iceburg e che le facevano mantenere un portamento fiero e pacato di fronte al destino che la attendeva.
Sbirciò fuori dal finestrino e vide le tenebre far posto alla luce. Stavo per giungere all'isola senza notte: Eines Lobby.

Nico Robin
Robin scese dal treno continuando a pensare alle ultime parole di Franky. Quell'uomo era veramente una continua sorpresa.
< Forza sbrigatevi!> disse Lucci. Robin alzò gli occhi verso il primo dei due cancelli che conducevano alla Torre dI Giustizia: era veramente immenso.
< Muoviti Cutty Flam!> Robin sentì diversi rumori poco rassicuranti. Evidentemente l'altro passeggero del Puffing Tom doveva essere molto restio ad avanzare con le buone maniere. Poi vide Blueno uscire dallo scompartimento tenendo una pesante catena tra le mani e, a pochi passi di distanza, Franky lo seguiva con le braccia incatenate. Blueno lo fece continuare ad avanzare finchè non si trovarono uno di fianco all'altro. Lucci li squadrò da capo a piedi.
< Bene adesso possiamo andare, il capo vi sta aspettando>.
I due presero ad avanzare seguendo i membri della CP9. Robin teneva lo sguardo fisso davanti a se non accorgendosi che ad ogni passo si stava avvicinanando sempre di più a Franky, finchè non sentì il suo braccio premere contro quello possente del cyborg.
Robin si fermò accennando un piccolo < Scusa> nella direzione di Franky.

Nico Robin

Il tragitto verso la Torre di Giustizia si era svolta senza intoppi, anche se, mentre si trovavano di fronte al Tribunale Giudiziario, poco dopo l'isola principale, a Robin era sembrato di udire un frastuono provenire dal cancello frontale esterno. Si era fermata un attimo, guardandosi indietro, ma Lucci e Califa le avevano subito intimato di proseguire.
Adesso si trovava legata al di fuori della stanza del capo del CP9 nella Torre di Giustizia. Franky sedeva di fianco a lei.
Dopo un primo momento di stupore suscitato dall'imponenza di Eines Lobby, Franky aveva continuato ad avanza insieme a lei.
Robin non poté fare a meno di constatare come la sua presenza fosse confortante in quel momento. Il cyborg, che non si era ancora arreso al destino che lo attendeva, insinuava nel suo animo desideri contrapposti: da un lato voleva che la sua vita avesse fine, ma dall'altro stava cominciando a nutrire la flebile speranza che sarebbe riuscita ad uscire da quella situazione e tutto si sarebbe sistemato.
Robin lo guardò e capì che da sola non sarebbe riuscita ad affrontare tutto quello che stava accadendo. Come trascinata da una forza irresistibile, si avvicinò al cyborg senza attirare l’attenzione dei marines che li sorvegliavano e, con le mani ammanettate, cercò quelle compagno di prigionia.
Senza guardarlo negli occhi, con delicatezza, appoggiò la mano su quella di Franky.
Il cuore le batté forte.
Per la prima volta in vita sua Robin stava mettendo tutta la sua fiducia nelle mani di una persona, una persona che sembrava conoscere tutto di lei.
Tornò nuovamente con il pensiero a ciò che le aveva detto:


“Franky…” La sua mano tremò su quella grande e forte del cyborg.

Nico Robin

<< Muovetevi! Il capo vuole vedervi>>

Suo malgrado Robin fu costretta ad interrompere il contatto con la mano di Franky, mentre dei marines si avvicinavano. Uno di loro le si avvicinò tirandola malamente per un braccio.

<< Forza! Sbrigati!>>

L'archeologa si alzò senza protestare. La porta che aveva davanti si spalancò e, con una spinta poco gentile, fu costretta ad entrare insieme a Franky. La stanza era in penombra, al centro si trovava una scrivania ospitata da un tipo dall'aria sgradevole: aveva il volto grigiastro anche se per buona parte era nascosto da una pesante struttura d’acciaio. Davanti alla scrivania, disposte sui due lati, c'erano delle poltrone blu, occupate dai membri del CP9, che andavano a formare un corridoio.
Appena l'uomo seduto alla scrivania li vide, si lasciò andare ad una risata sguaiata e crudele. Poi si rivolse a Franky.

<< Ciò non potrebbe rendermi più felice! Hai fatto un ottimo lavoro sopravvivendo 8 anni fa Cutty Flam>>

“8 anni fa'?" Robin guardò interrogativamente il cyborg. Allora lui e quell'uomo si erano già incontrati anni prima. E da ciò che aveva detto, Franky sarebbe dovuto morire.

<< E la donna che tutto il mondo considera una minaccia: Nico Robin!>>

Lo sguardo di quell'uomo era orribile. La guardava come se avesse appena conquistato un trofeo dopo una caccia estenuante. Un trofeo sacrificabile. Lo vide alzarsi dalla scrivania dirigendosi verso di loro.

<< Finalmente siete nelle mie mani! Il mondo verrà presto a conoscenza di questo glorioso giorno, il giorno in cui io, Spandam, capo della CP9, ho consegnato alla giustizia due pericolosi criminali e ho messo al servizio della giustizia le antiche armi!>>

Spandam rideva come un folle. Robin non poteva permettere che le Armi Ancestrali finissero in mano a persone del genere.

<< Nessuno deve riportare alla luce simili strumenti di distruzione>> esplose la ragazza.

Il capo della CP9 la guardò con disgusto e le si avvicinò minacciosamente.

<< Stupida donna! La tua opinione non conta assolutamente nulla>> Robin poteva sentire il respiro si quell’uomo sulla sua pelle tanto le era vicino mentre le sibilava quelle parole << Stai zitta!>>

Poi Robin fu investita da un dolore acuto al volto, mentre finiva malamente a terra, sentendo il sapore amaro del suo stesso sangue in bocca.

Nico Robin

Robin guardò Spandam pieno d'odio: era proprio vero, gli uomini non imparavano mai! L'idea che quel pazzo potesse entrare in posseso delle antiche armi era terribile e Franky, tenuto sotto controllo da Kumadori, la pensava allo stesso modo. Ammirava il coraggio e la tenacia del cyborg, che ancora non si era arreso alla situazione.

< Ahahahahahahahah!> Robin odiava quella risata < Bene, bene! Incatenateli quì fuori, nel frattempo avverto Impel Down. Tra poco avranno nuovi ospiti>.

L'archeologa fu fatta alzare da mani rudi e poco gentili, ma fu proprio quando stava per varcare la soglia dell'ufficio che Spandam fermò il marine < Aspetta! Ho cambiato idea> disse con un ghigno disgustoso < Nico Robin rimane! Ho proprio voglia di fare una chiaccherata tete-à-tete con lei>

Robin rimase pietrificata. Cos'aveva intenzione di farle? Prese a tremare impercettibilmente lanciando uno sguardo di supplica a Franky.

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