Rob LucciNon aveva bisogno di aprire gli occhi per riconoscere il piacere nel volto di Kaku. Era così teso nella sua bocca che Lucci riusciva perfettamente a immaginarselo, con la fronte imperlata di sudore e le gote imporporite. Ma poi la presa tra i suoi capelli s'irrigidì di colpo e quello si lasciò sfuggire un borbottio, attirando la sua curiosità.
Arretrò un poco e sollevò una palpebra, guardando di soppiatto. Notò subito la coda giraffina che sventolava nell'aria satura di vapore, certo non per volere del suo proprietario.
Lucci non sogghignò solo perché aveva la bocca troppo occupata per farlo; in compenso, strinse il bacino di Kaku tra le mani e lo spinse affamato contro di sé. Sentì la cima ormai durissima dell'erezione affondare in profondità, sino a toccargli la gola. Trattenne il respiro, sorpreso da come i suoi sensi felini si fossero esaltati tanto per un semplice guizzo di coda. Questione di complementarità tra i loro frutti del diavolo, si disse, e ringraziò il cielo che Kaku avesse mangiato quello zoo zoo al posto del paramisha di Califa.
Riprese a muoversi velocemente, succhiando ogni centimetro del sesso di Kaku e serrandovi le labbra attorno, voglioso di sentirlo arrivare al limite.
Jabura fu investito da un'altra occhiataccia, non prima però di aver visto Califa trasalire per un istante, quasi avesse interrotto il filo dei suoi pensieri.
«Certo» sbuffò la bionda. «Che domande fai?»
Ah, le donne e la loro psicologia inversa.
Jabura alzò le spalle. «Non sembra. Insomma, da quando abbiamo parlato col maestro e tuo padre...»
Stavolta lo sguardo di lei si incupì, folgorandolo letteralmente.
A Jabura tornò in mente che in quella squadra ognuno aveva i suoi argomenti off limits. Per il gatto era stata la sconfitta contro Cappello di Paglia, per Kaku la forma bizzarra del suo naso, prima che il sogno sul Titanic conquistasse il podio di entrambi. Per lui era la fottuta classifica di doriki che lo vedeva ad un misero terzo posto. Per Califa, invece, era senza dubbio suo padre.
«Sto benissimo. E ora smettila con queste molestie sessuali!»
Decise di non insistere (non che ne avesse avuto sul serio la possibilità, a meno di non essere disposto a beccarsi un rankyaku in faccia), limitandosi a osservarla sparire verso le scale della torre.
Magari dopo pranzo sarebbe stata meglio, pensò. Sperava solo che Blueno non rovinasse quel delizioso cinghiale con la sua pseudo-cucina da osteria.
Giraffa batte cinghiale: ho vinto la sfida di caccia!!
Ehm sì, rileggendo ho notato che siamo ancora all'ora di pranzo xD