A difficult change, Marco x Ace

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view post Posted on 16/12/2015, 21:26
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Ti dispiace se mi unisco a te?"

Alzò lo sguardo su di Marco, socchiudendo gli occhi che aveva inconsapevolmente chiuso e ringraziando che l'altro si stesse immergendo, cosicché il proprio sguardo non potesse soffermarsi ove non doveva.
Così, un po' indebolito dal contatto con l'acqua e rilassato dal calore che essa stessa emanava, non era più l'Ace arrabbiato e schivo che aveva mostrato sino a quel momento, come quando si era svegliato nella cabina del comandante ed aveva mostrato una parte di sé che voleva tenere nascosta.
"Mmh... come vuoi."
Appoggiò la nuca sul bordo della vasca e si rilassò, finalmente, per davvero. Lasciò che le preoccupazioni di quei giorni scivolassero via, disciolti nel vapore che si innalzava pigro dalla superficie dell'acqua, e puntò lo sguardo un po' appannato sul soffitto. Si stava rilassando di fronte a colui che considerava un nemico, e sebbene l'idea di rispondergli male per sperare di trascinarlo in una lotta nudi fosse allettante, si rese ben presto conto di non aver voglia di riscuotersi dal torpore che lo stava avvolgendo.
C'era ancora una parte di lui che gli consigliava di alzarsi ed andarsene, che gli diceva che si stava mostrando fin troppo, ma per una volta decise di ignorarla totalmente, di godersi quel calore famigliare che quella ciurma pareva volergli donare. Di ponderare seriamente sulla possibilità di un nuovo inizio.
Riscuotendosi in parte dai suoi pensieri, spostò la testa di lato per guardare l'altro, sovrappensiero.
"Senti, uhm, Marco..." e per quanto gli suonasse strano sentire la propria voce chiamarlo per nome, il sonno che lo stava chiamando a sé era troppo forte perché la sua mente ci facesse effettivamente caso, così, prima di rischiare di addormentarsi come una pera cotta -e si sarebbe cotto volentieri in quel tepore-, pose quella domanda che non voleva dargli pace "...com'è avere un padre..?"
 
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view post Posted on 18/12/2015, 16:00
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Marco

CITAZIONE
"Mmh... come vuoi."

Be', visto che gli dava i permesso se ne sarebbe approfittato eccome. Anche se era rimasto sorpreso dal tono, era più convinto che l'avrebbe visto tirargli un'occhiataccia o protestare della cosa, invece di apparire così rilassato. Ma Marco non se ne sarebbe lamentato: sperava di riuscire a vedere Ace così.
Per non rovinare il momento si sistemò a una distanza ragionevole da lui, chiudendo gli occhi per godersi il caldo della vasca. Se Ace si fosse alzato, l'avrebbe percepito comunque senza bisogno di sorvegliarlo.

CITAZIONE
"Senti, uhm, Marco..."

Li aprì solo quando sentì Ace chiamarlo. Be', più che aprirli li spalancò, perché che ricordasse era la prima volta che lo chiamava per nome. In realtà era la prima volta che lo chiamava e basta, e Marco scoprì che gli piaceva il modo in cui lo pronunciava. "Dimmi."

CITAZIONE
"...com'è avere un padre..?"

Marco lo fissò per un attimo, senza parlare. Era la seconda domanda importante che Ace gli faceva, e nel giro di poco tempo. Dopo la prima aveva cambiato argomento, ma era chiaro che continuava ad interessargli e che stava approfittando della situazione. Be', anche Marco non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione.
"La domanda è mal posta" disse allora. "Credo che quella corretta sia com'è avere un padre come Barbabianca." A differenza di altri suoi compagni, Marco non poteva lamentarsi della sua famiglia naturale: erano brave persone, che avevano fatto di tutto per farle studiare, la cui unica colpa, per modo di dire, era essere morte. Non c'entravano con tutto ciò che gli era capitato dopo. Certo era che Barbabianca era tutt'altra cosa. "Non sono sicuro di poterti spiegare così bene una sensazione, ma direi che è... liberatorio" mormorò infine, dopo averci pensato per un attimo. "E' avere qualcuno che ti capisce, che ti supporta in tutto quello che fai e a cui puoi appoggiarti... mentre sei libero."
 
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view post Posted on 18/12/2015, 16:28
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"La domanda è mal posta" "Credo che quella corretta sia com'è avere un padre come Barbabianca."

Non aveva mai dato veramente peso a Barbabianca in quanto persona, sapeva che era il rivale di Roger, che erano della stessa risma, se così si poteva dire, e a lui era bastato ciò per prendere la decisione di farlo fuori. Per riuscire dove suo padre aveva fallito e farsi finalmente valere per come era, per Portgas D. Ace e non per Gold Ace, un nome che odiava e che aveva ripudiato, per questo si ritrovò ad ascoltare con una malcelata attenzione le parole dell'altro. In silenzio.

CITAZIONE
"Non sono sicuro di poterti spiegare così bene una sensazione, ma direi che è... liberatorio" "E' avere qualcuno che ti capisce, che ti supporta in tutto quello che fai e a cui puoi appoggiarti... mentre sei libero."

Libero. Che bella parola la libertà, era ciò che Ace cercava di raggiungere più di ogni altra cosa. Libertà dai giudizi della gente, libertà dal nome di suo padre, libertà di fare ciò che voleva, di seguire sempre quella che per lui era la cosa giusta senza dover temere delle ripercussioni.
In parte, aveva raggiunto tale libertà diventando un pirata, ma ancora non riusciva a sentirsi del tutto libero, lui si sentiva come libero per metà, ed era una sensazione che un po' metteva tristezza.
Riportando lo sguardo sul soffitto, Ace chiuse gli occhi.
"Nessuno mi ha mai supportato o donato appoggio."
Ammise infine, sebbene non fosse una totale verità. Aveva avuto i suoi fratelli, nonostante tutto, ma Sabo era morto all'età di soli dieci anni e Rufy si appoggiava a lui, piuttosto che donargli appoggio, senza contare che le uniche figure che più potevano avvicinarsi ad un famigliare adulto fossero Dadan e Garp, la prima non li teneva d'occhio più di tanto ed il secondo pensava a riempirli di mazzate per "allenarli" a diventare marine, obbiettivo fallito dato che di lì a tre anni anche Rufy avrebbe preso il mare per diventare un pirata.
"E nessuno si è mai realmente interessato a me. Come ho fatto ad essere io ad attirare la vostra attenzione? Esistono tante persone migliori e meno problematiche."
Doveva ammettere di non avere un'alta stima di sé, anzi, se avrebbe dovuto mettere la sua autostima ad un livello, certamente avrebbe scelto il livello terra, al pari della suola delle sue scarpe.
 
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view post Posted on 19/12/2015, 19:25
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Marco

Quando Marco vide Ace scostare lo sguardo e chiudere gli occhi, pensò che la conversazione fosse finita, proprio come poco prima lo aveva visto cambiare totalmente argomento rispetto all'aver posto una domanda importante. Invece Ace parlò ancora, e non era decisamente qualcosa che a Marco fece piacere sentire.

CITAZIONE
"Nessuno mi ha mai supportato o donato appoggio."

Conosceva la sensazione, nonostante tutto per un periodo l'aveva sperimentata personalmente. Lo sospettava, ma era tremendo pensare che una persona come Ace ci fosse passata. Incredibile, ma Marco sentiva di volerlo proteggere.

CITAZIONE
"E nessuno si è mai realmente interessato a me. Come ho fatto ad essere io ad attirare la vostra attenzione? Esistono tante persone migliori e meno problematiche."

Marco si limitò a fissarlo per un attimo. Si morse quasi la lingua, in maniera metaforica, perché le prime parole che avrebbe voluto dire - o la prima cosa che avrebbe voluto fare - rischiavano di essere troppo precipitose. Ma seriamente, Marco provava del dispiacere fisico a vedere cosa Ace pensava di se stesso, quanta poca stima avesse delle sue capacità e di quello che era e dei motivi che li avevano spinti a invitarlo a bordo. Cosa poteva dire Marco, per fargli cambiare idea? Persone migliori di lui? E in cosa? Cosa c'era di migliore là fuori di un rookie che sapeva veramente cosa volesse dire essere un pirata? Che si era costruito una reputazione tale che persino la marina l'aveva invitato nella flotta dei sette, ma lui aveva preferito rifiutare? O di una persona che non aveva voluto in alcun modo mettere in pericolo la sua ciurma, ma questi erano comunque tornati indietro a prenderlo, tanta era la stima che Ace aveva fatto crescere in loro? Sinceramente, c'era qualcosa che Marco potesse dire per contenere tutto il discorso?
No, non c'era. Marco si fece avanti lentamente, i movimenti indeboliti dall'acqua in cui erano immersi, e poi, senza preavviso, lo abbracciò. Lo tenne stretto per un attimo, il tempo che sperava fosse sufficiente a mostrargli quell'appoggio che non aveva avuto prima.
"Noi non vogliamo una persona migliore o meno problematica, vogliamo te" gli disse.
E poi si alzò e uscì dalla vasca, recuperando il suo asciugamano. Sperò di non aver superato una linea invalicabile, con quell'abbraccio, ma davvero avrebbe voluto tenerlo stretto e non lasciarlo più.
 
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view post Posted on 20/12/2015, 12:27
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Portgas D. Ace

Si pentì di ciò che aveva pronunciato non appena il silenzio calò su di loro, e quando percepì l'acqua smuoversi si disse che, probabilmente, l'altro se ne sarebbe andato, indirizzandosi verso la cabina del capitano per porgli quel quesito che lui aveva da poco posto al comandante, e sicuramente avrebbero cercato qualcuno di migliore e lui sarebbe stato allontanato o, peggio, si sarebbe potuto ritrovare sul fondo dell'oceano a far da compagnia ai pesci. Eppure non andò proprio come aveva immaginato.
Quando si ritrovò stretto in un abbraccio inaspettato, Ace riaprì gli occhi -o per meglio dire, li spalancò- e sebbene il contatto durò poco, un velo di rossore si fece strada sul suo viso.

CITAZIONE
"Noi non vogliamo una persona migliore o meno problematica, vogliamo te"

Seguì con lo sguardo Marco uscire dalla vasca, poi lo distolse e rimase in silenzio. Cos'avrebbe dovuto fare adesso? Arrabbiarsi per la libertà che l'altro si era preso? Non si sentiva arrabbiato, però, solo in imbarazzo, inoltre quel gesto, stranamente, non gli aveva dato fastidio. Gli aveva fatto piacere, in un certo senso, ma non lo avrebbe sicuramente ammesso.
Voltandosi nuovamente verso l'altro, non si curò di nascondere la confusione che le sue parole ed il suo gesto avevano posto in lui.
"Perché? Cosa ho io di tanto speciale?"
Era questo che voleva sapere, lui voleva il perché. Perché lui, che non aveva niente in più di molti altri pirati? Perché lui che portava con sé il peso del sangue di suo padre? Si era mostrato tanto schivo ed arrabbiato fino a quel momento, ma in verità era solo un ragazzo come tanti altri, con la differenza di esser considerato il figlio del Demonio, pensiero poi che Ace stesso aveva incominciato ad associare a sé.
 
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view post Posted on 20/12/2015, 13:17
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Marco

Aveva lasciato Ace indietro, a riflettere sulle sue parole, da solo e con calma. Già il fatto che non avesse tentato di bruciarlo quando l'aveva abbracciato era una buona cosa, ma Marco non aveva intenzione di testare oltre la sua fortuna. Non avrebbe più toccato Ace senza sapere i pensieri dell'altro in proposito.
Però non si allontanò troppo, per non dare l'impressione di averlo abbandonato. Prese l'asciugamano che aveva lasciato appeso alla doccia e iniziò ad asciugarsi il corpo.

CITAZIONE
"Perché? Cosa ho io di tanto speciale?"

A quella domanda, Marco tornò a guardarlo. Lo fissò dritto in faccia e, come prima, non vedeva più quel ragazzo irritato con il mondo che era pronto a uccidere chiunque si fosse messo in mezzo fra lui e il suo obiettivo. Quello che aveva davanti era un Ace senza più difese, che rivelava tutte le sue debolezze.
E che voleva un perché. Un perché che Marco non era sicuro di riuscire a esprimere a parole, perché sapeva bene che non bastava una persona, un estraneo, a dirti quanto non era vero quello che pensi di te stesso per farti cambiare idea. Specie se quel sentimento è così radicato.
"Perché eravamo come te" rispose infine. "Non avevamo nessuno, e pensavamo di essere spazzatura. Il Babbo non ci ha dato solo una casa e una famiglia, ha tirato fuori quello che veramente eravamo. Ed è quello che vorrebbe fare anche per te." La sua bocca si piegò in un sorriso. "Se glielo permetterai."
 
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view post Posted on 20/12/2015, 15:07
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Perché eravamo come te" "Non avevamo nessuno, e pensavamo di essere spazzatura. Il Babbo non ci ha dato solo una casa e una famiglia, ha tirato fuori quello che veramente eravamo. Ed è quello che vorrebbe fare anche per te." "Se glielo permetterai."

Osservò il sorriso che si era fatto strada sul viso dell'altro, e per i primi istanti non seppe cosa dire, poi si alzò ed uscì dalla vasca, afferrando il proprio asciugamano per incominciare ad asciugarsi il corpo.
"Non eravate come me."
Si frizionò i capelli, prendendo tempo per soppesare le parole che diceva. Non voleva mostrare ancora la propria debolezza.
"Io non sono mai stato solo, ero circondato da persone che mi ripudiano. È diverso."
Che poi fosse stato cresciuto da dei banditi, al di fuori delle mura della città di Goa, in mezzo alla spazzatura, ai boschi e tra persone dalla mentalità abbastanza chiusa, almeno sul discorso di Roger, non gli era mai interessato. Era il figlio del demonio e non sarebbe di certo cambiato al di fuori di Foosha e di Goa.
"Non potete paragonare le due situazioni, soprattutto se non conosci la mia."
Si legò l'asciugamano in vita e andò a recuperare i propri abiti, poi si avviò verso l'uscita del bagno, fermandosi però sulla porta.
"Nessuno di voi sa niente sulla mia situazione, eppure volete compiere un salto ad occhi chiusi. Non avete idea di chi volete a bordo."
Non si curò troppo di avere solo un asciugamano a coprirlo dalla vita sino poco sotto le ginocchia, uscì dalla stanza in silenzio, con gli abiti sottobraccio e le scarpe in una mano, e si avviò verso la propria cabina, improvvisamente anche lo stomaco gli si era chiuso.
 
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view post Posted on 20/12/2015, 22:02
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Marco

Marco rimase a fissare Ace, nella speranza che annuisse, o chiedesse ancora, cercando di capire. Quando uscì dalla vasca quasi ignorandolo, sperò che stesse cercando di posticipare la risposta, ma venne deluso.

CITAZIONE
"Non eravate come me."
"Io non sono mai stato solo, ero circondato da persone che mi ripudiano. È diverso."
"Non potete paragonare le due situazioni, soprattutto se non conosci la mia."

C'era del vero in quello che Ace diceva: Marco sapeva pochissimo di lui, oltre a quello che dicevano i gionali e che sapeva non essere affidabile. Tuttavia, lo capiva, C'era stato un periodo della sua vita in cui era stato ripudiato, in cui la gente lo vedeva solo come un mostro e utilizzava i suoi poteri per guadagnare dei soldi. Il pensiero che Ace avesse subito una sorte simile, in un certo senso, lo faceva ribollire.

CITAZIONE
"Nessuno di voi sa niente sulla mia situazione, eppure volete compiere un salto ad occhi chiusi. Non avete idea di chi volete a bordo."

Marco imprecò mentalmente. Era sicuro di esserci arrivato così vicino... Ace aveva iniziato ad aprirsi, aveva fatto delle domande, gli aveva chiesto cose e gli aveva detto cose personali. Aveva visto oltre il muro e sperava che non lo avrebbe alzato più. Invece era tornato tutto come prima e Marco si chiese che cosa avesse sbagliato nella sua risposta, che aveva cercato di essere il più onesta e assicurante possibile.
Decise però che non avrebbe mollato la presa, non adesso che ci era arrivato così vicino, che aveva compreso in parte qual'era il problema di Ace. Si precipitò fuori dal bagno, senza nemmeno preoccuparsi di coprirsi con l'asciugamano. La sua ciurma l'avrebbe preso in giro per anni se l'avesse visto, ma al momento non gli importava. Era pronto ad accettare le prese in giro, se fosse servito a qualcosa.
Raggiunse Ace in fretta e lo bloccò senza troppe cerimonie contro il muro di legno del corridoio, le mani ai lati della testa di Ace, in maniera da guardarlo fisso in volto.
"E' vero, io non so niente del tuo passato" gli disse. "Ma proprio per questo non puoi decidere per me." Come poteva aiutarlo, come poteva giudicarlo, senza sapere nulla. "Dimmelo. Dimmi tutto di te. E lascia che sia io a stabilire se ti voglio ancora a bordo oppure no."
 
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view post Posted on 20/12/2015, 22:25
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Portgas D. Ace

Non fece poi molta strada per allontanarsi dal bagno, che subito venne raggiunto da Marco, e gli avrebbe anche risposto male se solo non si fosse ritrovato bloccato contro la parete in legno del corridoio, con le mani bloccate ai lati della propria testa. E per fortuna si ritrovò costretto a guardarlo negli occhi, perché se solo avesse abbassato lo sguardo sarebbe avvampato.

CITAZIONE
"E' vero, io non so niente del tuo passato" "Ma proprio per questo non puoi decidere per me." "Dimmelo. Dimmi tutto di te. E lascia che sia io a stabilire se ti voglio ancora a bordo oppure no."

Un velo di imbarazzo calò lo stesso sul suo volto, colorandogli di un lieve rosso le guance piene di efelidi, e inizialmente rimase senza parole -insomma, c'era da capirlo. La situazione non era delle migliori per pensare dato che erano praticamente nudi entrambi-.
"Io non decido per te." esalò infine, riprendendosi "Io so che voi farete come hanno sempre fatto tutti. Non è mai stato in altro modo: nessuno ha mai voluto uno come me, e voi, pirati di Barbabianca, non sarete diversi dagli altri."
Abbassò di poco gli occhi, ma poi puntò nuovamente lo sguardo pece in quello ceruleo dell'altro, ignorando la strana sensazione che quello sguardo gli provocava alla bocca dello stomaco.
"Perché tu ci tieni così tanto a volermi qui?"
 
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view post Posted on 20/12/2015, 22:56
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Marco

CITAZIONE
"Io non decido per te." "Io so che voi farete come hanno sempre fatto tutti. Non è mai stato in altro modo: nessuno ha mai voluto uno come me, e voi, pirati di Barbabianca, non sarete diversi dagli altri.

Per la prima volta da quando quella storia era iniziata Marco era arrabbiato. Con Ace. Finché si trattava di non compendere, di essere spaventato, di essere insicuo di se stesso, Marco poteva capirlo. Ma che li giudicasse - che giudicasse lui, suo padre, i suoi fratelli - uguali ai bastardi che lo avevano tormentato e rifiutato, e che in fondo non potevano essere diversi da quelli che avevano tormentato lui... No, quello non poteva accettarlo.
"Noi siamo diversi" ringhiò.

CITAZIONE
"Perché tu ci tieni così tanto a volermi qui?"

La rabbia non gli era ancora sfumata del tutto, ma si attenuò nel notare l'imbarazzo di Ace per la situazione, e il tono della sua voce che era tornato a essere timida e insicura come prima. Tuttavia, era ancora irritato, perché Ace pareva non ascoltarlo. Peggio, non gli stava dando una possibilità, che poi era l'unica cosa che chiedeva. Poter avere l'occasione di mostrargli.
"Te l'ho già detto il perché, ma tu non mi credi." Fece un passo indietro e lo lasciò, anche se era pronto ad afferrarlo se avesse cercato di sottrarsi ancora. "Perciò avanti, spara, dimmi tutto. Noi siamo diversi. E te lo dimostrerò."
 
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view post Posted on 20/12/2015, 23:50
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Portgas D. Ace

Ace doveva ammetterlo, in quel momento Marco lo metteva in soggezione. Era arrabbiato e si capiva bene, ma lui era così sicuro delle sue parole che non capiva il motivo dell'arrabbiatura del comandante.

CITAZIONE
"Te l'ho già detto il perché, ma tu non mi credi."

Lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava di un passo, e non appena ebbe i polsi liberi portò le mani alle proprie braccia, la destra sul braccio sinistro e viceversa, come se volesse chiudersi, metaforicamente, in sé.

CITAZIONE
"Perciò avanti, spara, dimmi tutto. Noi siamo diversi. E te lo dimostrerò."

Poteva fidarsi? Poteva davvero credere, illudersi che lo avrebbero voluto con loro anche se avessero saputo? E poi, non capiva nemmeno come mai si facesse tali problemi, se lo avessero cacciato avrebbe potuto riprendere il suo viaggio da dove si era interrotto. Eppure l'idea non gli scivolava addosso come fosse acqua, perché sarebbe stato l'ennesimo rifiuto che il mondo avrebbe espresso verso di lui.
Si lasciò scivolare lungo la parete sino a sedersi a terra, le gambe piegate contro il petto e le braccia ancora nella precedente posizione. Solo poi parlò, o per meglio dire mormorò.
"Gold Ace."
Esalò infine, preparandosi ad ogni possibile reazione negativa, ad ogni cosa a cui era abituato.
"È il mio vero nome."
 
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view post Posted on 21/12/2015, 11:00
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Marco

Quando Ace scivolò a terra lungo la parete, Marco si sentì in colpa. Si chiese se non avesse esagerato, ad essee così aggressivo. Non avrebbe voluto, non era il suo piano iniziale, ma aveva voluto dagli una scrollata perché Marco non sopportava l'idea di essere paragonato a quelli che l'avevano fatta soffrire.

CITAZIONE
"Gold Ace."
"È il mio vero nome."

Ace aveva parlato così piano che Marco non era sicuro di aver capito bene quello che aveva detto. E non aveva nemmeno spiegato bene la situazione, per cui Marco ci mise un attimo a focalizzarsi e a capire le implicazioni di quello che gli aveva detto.
Gold Ace. Gold Roger.
E alla fine tutti i pezzi del puzzle finirono al suo posto, rendendo chiaro quello che era successo e il comportamento che Ace aveva tenuto fino a quel momento.
E la reazione spontanea di Marco, quella per cui non riuscì a trattenersi nemmeno provandoci, fu di ridere. Una risata di quelle di cuore, ampie, che quando pensi che sia finita te ne nasce una subito dopo, come una cascata che sfonda gli argini. Marco allungò la mano per tenersi contro il muro da quanto stava ridendo forte, e poi alla fine scivolò a terra anche lui, continuando a ridere.
"No, scusa... Certo è che non è facile essere sorpresi così... non sapevo nemmeno che avesse avuto un figlio e poi..." Non riusciva a parlare bene, da quanto stava effettivamente ridendo. La realtà è che era stat così preoccupato per quello che Ace avrebbe potuto dirgli, che quando si era rivelataessere una cosa del genere, non gli era rimasto che ridere. Ma sapeva bene che era un comportamento poco carino, quindi prese un respiro profondo e riuscì finalmente a calmarsi.
"Scusami. E' stato inappropiato" ammise. "Capisco che sia stata dura per te in questi anni." Allungò la mano per sfirargli il ginocchio. "Ma, come ti ho detto, avresti dovuto aspettare che fossimo noi a decidere. E decido che non me ne importa nulla."
 
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view post Posted on 21/12/2015, 11:28
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Portgas D. Ace

Rimase in silenzio di fronte alle sue risate, alzando gli occhi per osservarlo dal basso. Stava ridendo di lui? L'idea gli procurava rabbia, come poteva ridere? Era una cosa seria!
Quando poi scivolò anch'egli a terra, non si sforzò nemmeno di capire cosa stesse cercando di dire.

CITAZIONE
"Scusami. E' stato inappropiato" "Capisco che sia stata dura per te in questi anni." "Ma, come ti ho detto, avresti dovuto aspettare che fossimo noi a decidere. E decido che non me ne importa nulla."

Si ritirò maggiormente in sé quando gli sfiorò il ginocchio, poi scattò in piedi e puntò lo sguardo su di Marco, ancora a terra. Almeno si era reso conto di quanto la sua reazione fosse stata inappropriata, ma si sentiva di nuovo arrabbiato.
"Cosa ci trovi di divertente? Forse non hai idea di ciò che questa cosa mi ha fatto passare! Come può non importarti di avere sulla tua stessa nave il figlio di un Demonio?!"
Era confuso, perché non capiva la reazione del comandante, arrabbiato, perché gli sembrava che non avesse capito la gravità dell'informazione, e stupito, perché davvero non riusciva a credere che le sue parole fossero vere. Forse gli aveva fatto male il bagno, o forse, essendo nudo, aveva preso freddo e non riusciva a pensarci lucidamente, non lo sapeva, ma doveva esserci per forza un motivo per la sua reazione immotivata. Come poteva ridere di un tale fatto?
 
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view post Posted on 21/12/2015, 14:03
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Marco

CITAZIONE
"Cosa ci trovi di divertente? Forse non hai idea di ciò che questa cosa mi ha fatto passare! Come può non importarti di avere sulla tua stessa nave il figlio di un Demonio?!"

Guardò Ace che si alzava, quasi per scostarsi da lui, e scosse la testa. Era ovvio che Ace la pensasse così, specialmente se era cresciuto con persone che non avevano fatto altro che ripeterglielo. In questo, Ace dimostrava tutta la sua giovane età, un'età per cui non aveva ancora abbastanza esperienza della vita per lasciarsi scivolare certe cose addosso.
"Credi che nessuno abbia chiamato mai demonio il mio, di padre?" commentò, alzandosi. "C'era un motivo per cui il Babbo e Roger sono considerati rivali, eh." Fece un leggero sorriso e lasciò vagare la sua mente nel passato, al primo momento in cui aveva incontrato Barbabianca. Erano stati momenti duri, quelli, in cui lottava per sopravvivere in un luogo ostile, in cui odiava i suoi poteri che l'avevano messo in quella situazione, e odiava il mondo. Non aveva alcuna ragione er vivere, e i suoi poteri continuavano a salvarlo. Poi Barbabianca gli aveva teso una mano.
"Quando sono entrato in questa ciurma, il babbo aveva già una discreta fama, per nulla positiva" gli spiegò ancora. "Non m'importava. E non m'importava nemmeno che guardassero male me, solo perché facevo parte della ciurma. Per la gente fuori, siamo tutti demoni qui." Fece un passo avanti, appena. Non voleva avvicinarsi troppo, perché Ace aveva fatto di tutto per scostarsi, ma allo stesso modo sentiva di volerlo abbracciare di nuovo. "Nel tuo caso, non è nemmeno colpa tua, non hai scelto tu di essere suo figlio. Davvero, non mi importa. Tu non sei tuo padre."
 
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view post Posted on 21/12/2015, 15:59
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Portgas D. Ace

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Credi che nessuno abbia chiamato mai demonio il mio, di padre?" "C'era un motivo per cui il Babbo e Roger sono considerati rivali, eh."

Si strinse nelle spalle, colto alla sprovvista da quelle parole, perché erano vere, Barbabianca veniva dipinto come l'uomo più terribile dei mari, così come lo era Roger stesso, ma i pirati di Barbabianca avevano scelto di portare quel nome mentre lui si era ritrovato sulle spalle le colpe del padre senza aver avuto scelta.

CITAZIONE
"Quando sono entrato in questa ciurma, il babbo aveva già una discreta fama, per nulla positiva" "Non m'importava. E non m'importava nemmeno che guardassero male me, solo perché facevo parte della ciurma. Per la gente fuori, siamo tutti demoni qui."

Tenne lo sguardo su di lui, incapace di ribattere a quelle parole, e lo osservò mentre azzardava un passo in sua direzione. Aveva voglia, per una volta, di piangere, di un pianto silenzioso, di quelli che alla fine ti facevano sentire più leggeri. Un po' più svuotati dalla tristezza.

CITAZIONE
"Nel tuo caso, non è nemmeno colpa tua, non hai scelto tu di essere suo figlio. Davvero, non mi importa. Tu non sei tuo padre."

E più il discorso continuava, più riusciva a scavare a fondo nel suo animo, più Ace sentiva il bisogno di cambiar discorso e dirottare l'altro su argomenti diversi. Ma non aveva in mente niente al momento.
"Dici che non ti importa, ma non sei tu a decidere per il tuo capitano."
Disse infine, portando il proprio sguardo, anche se un po' timoroso, in quello di Marco.
"Perché parli come se la mia presenza ti importi in maniera maggiore agli altri?"
 
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