A difficult change, Marco x Ace

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view post Posted on 3/12/2015, 18:36
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Marco

"Dovevi rimanere lì finché non aveva mangiato tutto!" Come Marco aveva previsto, nom c'era proprio possibile salvezza dalle lamentele di Satch sul cibo, nonostante gli avesse spiegato più volte com'era andata.
"Non potevo farlo" disse per l'ennesima volta. "Se non l'avessi notato, Ace non ama molto la nostra compagnia e di certo rimanere lì a fissarlo non avrebbe contribuito a farlo mangiare."
"Ma ha dormito nel tuo letto!" Protestò ancora Satch. "Perché avete dormito, vero?" Parve essergli venuto solo in quel momento il pensiero che forse le cose non erano propriamente andate come Marco raccontava.
"Okay, questa conversazione è andata avanti fin troppo." E Marco fece per alzarsi e andarsene. Non che avesse qualcosa da nascondere - effettivamente Ace aveva dormito e basta, nel suo letto, mentre lui lavorava - non gli piacevano proprio le insinuazioni di Satch. Soprattutto quand'erano vere, come il quel caso. Marco non poteva negare che in un angolino remoto del suo cuore, nel suo letto con Ace avrebbe voluto farci altro. Ma ovviamente non l'avrebbe mai ammesso con Satch, o non ne avrebbe più visto la fine.
"Non mi stai rispondendo!" Poi, fortunatamente, i compagni iniziarono a entrare in sala mensa per pranzo e Satch dovette a malincuore smettere di tormentarlo per dedicarsi al controllo della cucina, con grande sollievo di Marco che, dopo aver afferrato un panino, se la filò onde evitare che l'interrogatorio continuasse.
Non aveva previsto di andare a cercare Ace, non così presto almeno, per cui considerò un segno del destino l'averlo trovato sul ponte dove stava andando. Era anche piuttosto strano che fosse lì tranquillo, dato che Marco era sicuro che se non fosse stato per lui non si sarebbe riposato né avrebbe mangiato. Si avvicinò cautamente .
"Che fai?"
 
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view post Posted on 3/12/2015, 21:59
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Che fai?"

Alzò di scatto la testa la testa nel venir colto da quella domanda abbastanza inaspettata, poiché non si immaginava che qualcuno fosse ancora a giro per il ponte, ma una volta appurato chi fosse colui che aveva parlata, riabbassò la testa come se nulla fosse.
"Niente che ti interessi."
Bugia.
Stava rimuginando su come dar fuoco a Barbabianca, per cui era una cosa che sarebbe effettivamente interessata a Marco, ma erano futili dettagli che poteva risparmiarsi di esporre.
"E tu invece? Non hai nessun altro da infastidire? Dovete spiegarmi cosa ci trovate di divertente ed interessante in una persona che vi vuole uccidere il capitano!"
Forse i suoi propositi di starsene tranquillo in attesa che il ponte fosse deserto non sarebbero durati a lungo, lo faceva stranamente arrabbiare la presenza del biondo comandante, e non perché si comportasse male o chissà cosa, anzi, lo faceva arrabbiare proprio il suo volergli dare aiuto, il fatto che sembrasse calmo nonostante la situazione e il fatto che lo avesse effettivamente aiutato, prima dandogli la possibilità di mangiare e poi offrendogli persino il suo letto in cui dormire ed il bagno poi quella mattina per lavarsi, anche se quello lo aveva rifiutato. Non riusciva, in quella condizione, a provare sensazioni diverse dal fastidio.
"Comunque puoi anche non rispondere, non me ne frega nulla."
 
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view post Posted on 7/12/2015, 09:59
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Marco

CITAZIONE
"Niente che ti interessi"

Marco sospirò. Sapeva già che i progressi che avevano fatto il giorno precedente erano risicati, ma non poteva fare a meno di dispiacersene.
Per questo motivo si stupì quasi quando Ace gli fece la domanda riguardante il fatto che lo volessero a bordo. Non che l'avesse davvero formulata come domanda, era più una specie di strano ringhio, ma allo stesso tempo era a tutti gli effetti qualcosa di cui si poteva parlare. Ed era indubbio che il fatto che Ace non comprendesse perché lo volevano era il primo ostacolo all'accettarli come futuri compagni.

CITAZIONE
"Comunque puoi anche non rispondere, non me ne frega nulla."

Eh, no. Proprio no. Marco non aveva intenzione di farsi sfuggire la possibilità ora che ne vedeva una. Con lentezza, si sedette al suo fianco, la schiena appoggiata contro la balaustra. Il suo sguardo era in lontananza, non stava fissando Ace. Non perché non gli piacesse l'idea di vedere la sua reazione, ma perchè voleva che avesse la possibilità di rilassarsi e pensare a ciò che significavano senza avere qualcuno che lo fissava intensamente aspettandosi una risposta.
"Ovviamente, ci farebbe molto piacere se smettessi di attentare alla vita del Babbo" gli disse. "E di certo non è quello il motivo per cui ti vogliamo a bordo, anche se ne hai avuto di fegato." Marco sorrise, ricordandosi la scena a cui aveva assistoto, e il modo di Ace di proteggere i suoi compagni. "Ti vogliamo come compagno perché ci piaci, tutto qui" rispose infine, semplicemente. "Abbiamo visto come ti sei comportato con i tuoi compagni, e con Jinbe, e persino con noi. E' un tipo di personalità che apprezziamo molto." Solo allora Marco si voltò a fissarlo. "Quindi rispondi tu alla domanda: perché non dovremo volerti a bordo?"
 
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view post Posted on 7/12/2015, 11:02
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Portgas D. Ace

Si tirò le gambe vicino al petto circondandole con le braccia, così da appoggiarci il mento, tanto a cosa sarebbe servito allontanarsi? Gli sembrava che alcun luogo di quella nave gli potesse permettere di stare da solo in tranquillità.
Con la coda dell'occhio guardò Marco e rimase in silenzio, ascoltando le sue parole

CITAZIONE
"Quindi rispondi tu alla domanda: perché non dovremo volerti a bordo?"

A quella domanda inaspettata, ebbe un lieve sussulto e puntò lo sguardo sul pavimento in legno. Già, come mai non avrebbero dovuto volerlo a bordo? Lui lo sapeva perfettamente, erano gli altri a non saperlo.
"Perché sono Ace. Tutto qui."
Portò le mani sul pavimento e si diede una leggera spinta per mettersi in piedi, poi alzò lo sguardo sull'oceano per alcuni istanti, infine diede le spalle al comandante, pronto ad allontanarsi.
"Non ho intenzione di unirmi a voi e non capisco come mai voi non vogliate capirlo, non ho bisogno delle vostre gentilezze né tantomeno del vostro bene. Ho già la mia ciurma e la mia famiglia, non ho bisogno di trovarne un'altra, e inoltre l'ultima cosa di cui ho bisogno è un padre. Il mio mi ha già rovinato abbastanza l'esistenza."
Adesso, a parlare con Marco, la rabbia iniziale aveva lasciato spazio ad un'improvvisa nostalgia. Nostalgia di tutto: di Foosha, di suo fratello Rufy, della comprensione che sapeva avere Sabo, prima della sua morte, e, perché no, anche un po' di Dadan. Tutta quella situazione ri-spolverava una tristezza che aveva sperato di aver dimenticato, aggiungendo nuovi sentimenti. Amarezza per non aver saputo proteggere la sua ciurma, finita su quella nave assieme a lui, rabbia per non riuscire nemmeno a pensare ad un buon metodo per far fuori Barbabianca, ed infine fastidio. Un fastidio enorme verso chiunque cercasse di attaccar bottone con lui, la novità del momento, il ragazzino che si illude di poter sconfiggere Barbabianca, ci mancava che qualcuno si mettesse a seguirlo con fare petulante ed avrebbe potuto sopperire alla mancanza di Rufy.
Sentiva il bisogno di una presenza amica in mezzo a quella ciurma nemica.
Nemica perché lo vuoi tu.
Si sentì mormorare da una vocina maligna, nella propria testa, ed era vero. Alla fine dei conti, era lui che li allontanava, era lui a rifiutare ogni gentilezza ed era sempre lui a dimostrarsi ostile. Era, dunque, colpa sua, ancora una volta il suo comportamento era dettato da ciò che si era abituato a ricevere, perché quando si viene cresciuti in mezzo al disprezzo generale, eccezion fatta per due o tre persone, si arrivava ad odiare sé stessi ancor più del resto del mondo, e lui, in quanto figlio di Roger, non meritava le gentilezze che gli venivano offerte. Lui non meritava niente di positivo, ed era maledettamente sicuro che sarebbe stato cacciato se avessero saputo la verità, quei pirati di Barbabianca. Non voleva affezionarsi, illudersi, tutto qui.
Allora vattene.
Gli sussurrò questa volta quella vocina che solo lui, nella sua testa, poteva sentire, ma non poteva ascoltarla ed abbandonare lì la sua ciurma. Doveva far fuori l'Imperatore Bianco e doveva farlo in fretta. Lui non... poteva accettare un padre. Proprio non ci riusciva.
 
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view post Posted on 9/12/2015, 16:50
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Marco

CITAZIONE
"Perché sono Ace. Tutto qui."

Era una risposta che non avrebbe significato assolutamente nulla, ma Marco capiva. In realtà, tutti su quella ciurma avrebbero capito. C'era stato, nella vita di tutti i pirati di Barbabianca, un momento della loro vita in cui si erano sentiti inutili. Poco importanti. Quando non sapevano cosa fare della propria vita. Era stato Barbabianca a dare loro un posto nel mondo dove poter completamente dimenticare queste sensazioni. La loro famiglia, il posto che finalmente chiamavano casa. Fissò la schiena di Ace senza dire una parola.

CITAZIONE
"Non ho intenzione di unirmi a voi e non capisco come mai voi non vogliate capirlo, non ho bisogno delle vostre gentilezze né tantomeno del vostro bene. Ho già la mia ciurma e la mia famiglia, non ho bisogno di trovarne un'altra, e inoltre l'ultima cosa di cui ho bisogno è un padre. Il mio mi ha già rovinato abbastanza l'esistenza."

Era la prima volta che Ace si spingeva così avanti a parlare delle sue ragioni, per cui Marco spalancò gli occhi e fu felice di sapere che non poteva vederlo, perché immaginava di essere davvero comico. Dopotutto, aveva la fama di non stupirsi di nulla, ma evidentemente con Ace c'erano sempre delle eccezioni. Si rese conto che avrebbe voluto alzarsi e abbracciarlo, ma non lo fece. Ace aveva bisogno dei suoi spazi e lui era già stato fin troppo invadente, più di quanto doveva essere abituato a fare. La sua mente stava pensando al padre di Ace: be', ognuno aveva le sue croci da portare riguardo alla propria famiglia di origine e per quanto una parte di lui volesse sapere la storia, un'altra parte aveva deciso che non gli importava. Ace non era sua padre e, anche se era probabilmente stato definito anche da lui, non era detto che il futuro lo fosse altrettanto.
Rifletté anche su tutto il resto che aveva detto. Certo, nonostante tutte le sue belle parole, era vero che Marco appoggiava l'idea di Barbabianca di prendere Ace a bordo senza nemmeno il suo permesso, e si rendeva conto che non era esattamente la cosa migliore da fare. Lo stava forzando. Come Ace aveva detto, aveva già una ciurma e una famiglia. Non che loro volessero in qualche modo sostutirsi alle persone che Ace amava, al massimo sarebbe stata una somma, ma ciò comunque significava che Ace poteva prendere la decisione autonoma che quello che aveva gli bastava.
Eppure... Non era stata la prima risposta di Ace. Non aveva espresso il desiderio di rimanere un capitano con la sua ciurma (che poteva anche essere alleata, come molti pirati là fuori), non subito almeno. E poi c'era tutta quella storia di suo padre... Nom, era inutile, più parlava più Marco voleva che rimanesse.
"Non sei l'unico qui ad avere un passato" mormorò allora, alzandosi. Rimase in piedi a fissargli la schiena. "E non sei nemmeno l'unico che avrebbe difficoltà ad accettare il Babbo come padre." Avrebbe voluto aggiungere qualcosa riguardo al fatto che sicuramente il Babbo era meglio del suo padre naturale, ma decise che non avrebbe fatto commenti su quella storia. Non disse nemmeno che avevano cambiato tutti idea. "Ma poi abbiamo provato a chiederci perché no."
 
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view post Posted on 9/12/2015, 18:16
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
Non sei l'unico qui ad avere un passato" "E non sei nemmeno l'unico che avrebbe difficoltà ad accettare il Babbo come padre." "Ma poi abbiamo provato a chiederci perché no."

Chiuse gli occhi per qualche istante, in silenzio, poi li riaprì ed un sorriso sarcastico fece la sua comparsa sul volto lentigginoso del giovane.
"Ma certo!" Esclamò dal nulla, come colto da un'improvvisa folgorazione "Perché non accettare nella mia vita l'unica figura famigliare che mi ha rovinato l'infanzia e l'adolescenza?!"
C'era scarcasmo, nelle sue parole, un'enorme dose di sarcasmo.
Fulmineo, si voltò verso il comandante e gli si avvicinò, i tratti del viso di nuovo induriti.
"Forse non hai capito ciò che ho detto poco fa, biondino."
Gli puntò il petto con l'indice destro e si avvicinò al suo viso così tanto che quasi avrebbe potuto sfiorarlo, poi assottigliò lo sguardo e schiuse le labbra per sussurrare sole cinque parole.
"Io. Non. Voglio. Un. Padre."
Veloce come si era avvicinato, si allontanò di nuovo e ancora una volta gli diede le spalle.
"Se non riesci a capire questo, allora forse dovresti rivalutare la tua posizione di 'intelligente' della ciurma."
Rilasciò un leggero verso di stizza e si incamminò per il ponte della nave, ben intenzionato a chiudersi all'interno della cabina che gli era stata assegnata, ma doveva essere sicuro che l'altro non l'avrebbe seguito.
Voltò di poco la testa per adocchiare la cassa che aveva segnato -e saluti al suo piano di far prender fuoco allo scranno del capitano- e con un gesto della mano la fece esplodere a causa di una fiammella che aveva appiccato tra le bottiglie di liquore, conscio di quanto l'alcool potesse essere ottimamente infiammabile. Fiero del diversivo creato per tenere impegnato il comandante, piegò le labbra in un ghigno soddisfatto e riprese a dirigersi verso la sua stanza come se niente fosse.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 10/12/2015, 13:46
 
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view post Posted on 12/12/2015, 10:27
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Marco

CITAZIONE
"Ma certo!" "Perché non accettare nella mia vita l'unica figura famigliare che mi ha rovinato l'infanzia e l'adolescenza?!"

Marco aveva sentito quelle storie molte volte. Non lui personalmente, ma non erano in pochi su quella nave a non aver avuto storie familiari particolarmente... soddisfacenti, diciamo così. E proprio per quel motivo, alla fine, avevano tutto accettato Barbabianca come padre. Per avere ciò che gli era sempre mancato e che finalmente erano riusciti a trovare. Sperò che anche Ace, in fondo, stesse facendo la stessa ricerca.

CITAZIONE
"Forse non hai capito ciò che ho detto poco fa, biondino."

Marco rimase senza parole. Non sapeva dire se fu per la vicinanza di Ace - la prima volta che si avvicinava così, anche se non era per motivi piacevoli - o per il fatto che l'aveva chiamato 'biondino'. Che Marco ricordasse, nessuno l'aveva mai chiamato così. Non in tempi recenti, comunque.

CITAZIONE
"Io. Non. Voglio. Un. Padre."

Era ancora senza parole, ma lo avrebbe volentieri seguito se non fosse stato per l'eplosione che Ace aveba volutamente procurato, in modi che non gli furono chiari finché non ebbe modo di analizzare meglio la "scena del crimine" e scoprire che si trattava di alcol (la qual cosa non mise nessuno di buon umore: sprecare del liquore così!). L'esplosione non aveva procurato alcun danno fisico a Marco, né a nessuno della ciurma, ma aveva comunque danneggiato parte della nave e sopratttutto la poltrona del Babbo, per cui Marco passò il resto del pomeriggio in compagnia di Fossa per sovrintendere i lavori di riparazione. Non ebbe quindi il tempo di mettersi a cercare di nuovo Ace, il quale in ogni caso aveva fatto di tutto per rendersi irrintracciabile, e non aveva nascosto di averlo fatto.
Marco si chiese se fosse il caso di raccontare al Babbo il poco che aveva scoperto su Ace in quella giornata. Era sicuro che al Babbo non sarebbe importato minimamente, come non aveva avuto peso nella decisione di prendere a bordo nessuno di loro, e ormai aveva deciso di prendee Ace a bordo, qualunque fosse la sua storia passata. Però, magari, avrebbe potuto dargli dei consigli per come trattarlo. Sì, gliel'aveva affidato, ma poteva anche prendersi le sue responsabilità! Era suo padre, dopotutto!
Alla fine, decise di non farlo, per il momento. Avebbe provato a tenere d'occhio Ace ancora per un po', per vedere quello che combinava. Sempre che riuscisse a ritrovarlo, dato che da dopo l'esplosione non l'aveva più visto; be', era sicuro che prima o poi si sarebbe rifatto vivo, e comunque aveva chiesto ai suoi compagni di informarlo nel caso qualcuno lo avesse individuato. Per il momento non poteva fare altro che aspettare.
Così, a poppa, con la notte scura che faceva apparire tutto l'esterno come una massa buia pronta ad inghiottirli, Marco si trasformò in fenice con l'intenzione di schiarirsi le idee con un volo.
 
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Portgas D. Ace

Ace se n'era rimasto tutto il resto della giornata nella sua stanza, prima seduto sul letto e poi sdraiato, aveva fissato il soffitto finché non era caduto preda di un sonno forse un po' agitato. Ripensava in continuazione allo scambio di battute avuto con Marco e si rimproverava per essersi sbottonato troppo, aveva fatto chiari riferimenti a suo padre e gli era già sembrato strano che l'altro non gli avesse fatto alcuna domanda.
Dopo vario tempo passato a rigirarsi nel sonno, si svegliò di soprassalto quando, con un movimento di troppo, finì per rotolare giù dal giaciglio ed atterrò sul freddo pavimento in legno. Ora che ci pensava, stava percependo il freddo. Come mai? Alzandosi da terra, attribuì tale fatto alla debolezza che lo aveva colto e che gli indeboliva anche i poteri, in fondo quel giorno non aveva ancora mangiato e a differenza dei giorni passati a combattere con Jinbee, non aveva l'adrenalina del combattimento in corpo e percepiva decisamente meglio la fame, inoltre, adocchiando il cielo che si intravedeva dall'oblò della stanza, doveva essere passata ormai anche l'ora di cena. Almeno sarebbe potuto sgattaiolare indisturbato in cucina.
Uscì dalla cabina mentre si stiracchiava, poi si diresse con passo abbastanza calmo verso la mensa della nave, senza nemmeno controllare che il ponte fosse deserto. Le sue orecchie non stavano percependo alcun rumore, per cui era relativamente tranquillo. Nonostante stesse cercando di ricordare la strada a memoria, portò una mano di fronte a sé e la fece risplendere grazie al proprio fuoco, così da poter illuminare l'area attorno a sé.
"Che palle."
Borbottò però tra sé, calciando l'aria con un piede. Era già stufo di tutta quella situazione, e inoltre si era reso conto di provare uno strano disagio quando si trovava ad interagire con il comandante della prima divisione. Sembrava essere l'unico in grado di farlo alterare, ma quel pomeriggio gli aveva anche provocato sensazioni diverse dalla rabbia, e non poteva permettere che lo scudo che si era costruito crollasse a causa di uno dei pirati di Shirohige.
Un pirata carino, però.
Si ritrovò a pensare, anche in maniera alquanto inconscia, e subito scosse la testa con vigore. Ma che andava a pensare? Carino quello?? Ma proprio no! Con quei capelli strani, poi, non si poteva proprio definire carino!
Però ha un bel fisico.
Rilasciò un grugnito infastidito, incapace lui stesso di dirottare i suoi pensieri su altro che non fosse quella testa ad ananas.
"E basta!"
Sbottò poi, rivolto a sé stesso. Ed era abbastanza comico vederlo parlare da solo, sul ponte deserto a quell'ora della notte. Dannato biondino.
 
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view post Posted on 13/12/2015, 21:42
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Marco

Marco si era fatto un bel volo oltre le nuvole e, come al solito, aveva le idde più chiare rispetto a quello che voleva fare. Ne avrebbe parlato col Babbo, domani probabilmente, ma aveva deciso che la soluzione migliore sarebbe stata smettere di prestare attenzione ad Ace. Non che volesse farlo, ma credeva che continuare a tormentarlo non avrebbe portato a nulla di buono. Ace aveva bisogno di tempo per rendersi conto da soli di
che tipo di ciurma erano e che tipo di padre Barbabianca poteva essere.
Ritornò verso la nave e lentamente ritrasformò il il corpo in umano in modo da poter atterrare più comodamente sul ponte. E tutti i suoi buoni propositi fallirono miseramente nel momento in cui intravide Ace che borbottava da solo sul ponte.

CITAZIONE
"E basta!"

"Basta cosa?" si ritrovò a domandare. "Basta cecare di uccidere Barbabianca?" Era troppo bello per essere vero, e Marco non ci credette nemmeno per un istante, nemmeno quando l'ebbe pronunciato personalmente. Ovviamente, avrebbe potuto rispettare il suo proposito, alzare le spalle e andarsene prima che fosse troppo tardi. Invece rimase. Nonostante Ace avesse mostrato più volte insofferenza e fastidio, Marco scopriva di adorare la sua compagnia. E l'avrebbe adorata ancora meglio se per Ace fosse stato lo stesso, cosa che sperava sarebbe avvenua prima o poi.
"Lo sai che puzzi?" gli disse improvvisamente. Era una cosa comprensibile, dopo un combattimento di cinque giorni e diversi altri giorni in cui non si era lavato e aveva continuato ad indossare gli stessi verstiti. E se l'aveva costretto a dormire per il suo bene, poteva anche costringerlo a lavarsi, se non altro per il bene del resto dell'equipaggio. "Non riuscirai a fare attentati, ti beccherebbero tutti a chilometri di distanza" gli disse, divertito, ma anche sperando che potesse essere un'argomentazione utile. "Dai, andiamo, mi devo lavare anche io." E si tolse lentamente la camicia viola, tenendola poi appoggiata sulle spalle. Sentiva sempre la necessità di farsi una doccia dopo un volo.
 
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view post Posted on 13/12/2015, 22:20
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Basta cosa?" "Basta cecare di uccidere Barbabianca?"

Il giovane ebbe un sussulto, e anche piuttosto visibile, e si voltò di scatto verso l'altro. Possibile che quell'uomo fosse ovunque?!
Rimase a fissarlo in silenzio per alcuni istanti, giusto il tempo per calmare i propri battiti cardiaci. Gli aveva fatto prendere uno spavento!
Però non aveva negato a tale domanda, che stesse incominciando a ripensarci per davvero? Ace per primo non lo sapeva, ciò che quella ciurma gli aveva dimostrato in quei giorni lo mandava in confusione.

CITAZIONE
"Lo sai che puzzi?"

A quella domanda, un leggero rossore, misto tra rabbia ed imbarazzo, si fece largo sul suo viso rischiarato dalla piccola luce che ancora creava la fiammella sulla sua mano.
"EHI! Ti sembrano cose da dire??!"
Alzò la mano con la fiammella di fronte a sé per poter guardare meglio l'altro, poiché trovava fastidioso non vedere il proprio interlocutore, e si bloccò proprio mentre stava per continuare a ribattere.

CITAZIONE
"Non riuscirai a fare attentati, ti beccherebbero tutti a chilometri di distanza" "Dai, andiamo, mi devo lavare anche io."

La prima parte lo fece inizialmente imbestialire, e subito assottigliò lo sguardo, pronto a ribattere, ma l'ultima parte lo fece bloccare. Si ritrovò a fissare in silenzio il viso dell'altro -Ok, forse non era proprio il viso ciò che stava guardando da dopo che si era tolto la camicia-, poi, nel giro di pochi secondi, il suo volto andò lentamente a passare varie gradazioni di rosso.
"Tu... DEPRAVATO! Non ci penso nemmeno a lavarmi insieme a te! Non voglio sapere che altro ti passa per quella testa!!"
Facendo un passo indietro ed estinguendo subito la fiamma sulla propria mano, Ace sperò di non essere stato visto arrossire.
Ma possibile che dovesse incontrare proprio lui? Non poteva trovare chiunque altro di quella ciurma? Lo avrebbe probabilmente preferito, Marco riusciva a metterlo in imbarazzo e la cosa non gli piaceva per niente, inoltre che doveva fare? Non poteva negare che una recondita parte della sua mente gli suggerisse di accettare, non tanto per il bagno ma per altro, e anche l'idea della doccia calda lo attirava terribilmente, dopo giorni passati senza il minimo contatto con tale elemento volto alla propria pulizia, ne sentiva una gran mancanza. Si sentiva troppo sporco. Però c'era ancora quella parte che lo portava a rifiutare, la stessa che lo aveva fatto uscire dalla stanza dell'altro senza prendere null'altro che un pezzo di pane da quel cesto che tanto affettuosamente gli era stato preparato, rifiutando anche l'invito ad usufruire liberamente del bagno del comandante.
Mentre scrutava il profilo del biondo alla luce della luna, si ritrovò a chiedersi una cosa che niente aveva a che fare con la situazione corrente, ma, alla fine, poco gli importava di questo leggero particolare.
Senza riavvicinarsi, rilassò i muscoli e abbassò di poco lo sguardo, ringraziando la poca illuminazione che adesso regnava sovrana, poi chiuse gli occhi e rilasciò un leggero, quasi inudibile, sospiro. Questa volta, alcuna forma di odio o di rabbia nella voce, solo una malcelata curiosità che sperò non venisse riconosciuta.
"Perché tutti voi... lo chiamate 'Babbo'?"
 
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view post Posted on 15/12/2015, 10:38
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Marco

Marco non si aspettava che Ace l'avrebbe seguito subito, quindi fece un paio di pass e poi si fermò, voltandosi. E rimase stiupido a notare, sebbene alla luce fioca del sup stesso fuoco,Ace che era terribilmente arrossito

CITAZIONE
insieme a te! Non voglio sapere che altro ti passa per quella testa!!"

Marco rimase senza parole. "No... Hai frainteso... cercò di spiegarsi. Era vero che sentiva di provare una sorta di attrazione non prop legale nei confronti di Ace, ma in quel momento stava solo pnsando ad aiutarlo, non certo a puntare in quaklche maniera a lui. Nonn l'avrebbe mai fatto e soprauttotto aveva deciso di non farlo proprio per rispettare le sue decisioni. Il pensiero di aver dato quella cattiva impressione lo fece arrabbiare con se stesso e cercò di pensare a un a un metodo per rimediare, quando Ace lo sorprese ancora una volta.

CITAZIONE
Perc hé tutti voi... lo chiamate 'Babbo'?

Considerando la discussione della mattina, Marco era sicuro che non glielo avrebbe mai chiesto. Anzi, che non fosse assolutamente interessato a saperlo, o peggio cheodiasse l'idea a prescinbdere. Maco sorrise, e con la mente tornò ai primi periodo trascorsi su quella nave, Non avevano iniziato da subito, in media lo si chiamava Capitano, o vecchio, nel caso dei compagni più giovani. Ma Barbabianca li aveva sempre chiamati figli, finché, quasi per caso, non gli era scappata la parola Babbo. Doveva essere un modo pwer prenderlo in giro, di sicuro, ma a lui era piaciuto. Era piaciuto così tanto che era stato adottato ufficialmente da tutti e persino i più anziani, i più duri, apprezzavano quel ruolo che Barbabianca si era cucito addosso.
"Perché lui ci chiama figli" rispose allora alla domanda di Ace. ""Il resto del mondo ci odia, ma qui abbiamo la nostra famiglia. A lui non importa" Marco socchiuse appena gli occhi, ricordandosi quello che era prim aid salire a bordo. "E' solo una parola, ma ci rende felici."
 
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view post Posted on 15/12/2015, 12:20
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Perché lui ci chiama figli" "Il resto del mondo ci odia, ma qui abbiamo la nostra famiglia. A lui non importa" "E' solo una parola, ma ci rende felici."

Portò lo sguardo sul mare calmo che circondava la nave, mentre pensava e ripensava a quella risposta.
Il resto del mondo ci odia.
Sapeva cosa volesse dire, ma era possibile che anche lui potesse avere la possibilità di ricominciare con una nuova famiglia? Era convinto di non avere nuove possibilità, di aver già avuto troppo dalla vita con quel piccolo casinista che era Rufy e quella testa calda di Sabo, il primo ad aver creato una breccia nel corvino.
Ace sospirò, poi riportò lo sguardo sul biondo ed infine lo portò a terra. Gli stavano sconvolgendo tutto, quei pirati di Barbabianca, gli stavano chiedendo un cambiamento nelle sua vita che non era sicuro di poter accettare, perché l'idea di avere un padre faceva scattare in lui una rabbia repressa ed un grande sconforto, ma, forse, poteva anche dare loro una possibilità, no?
Con uno sbuffo che doveva sembrare infastidito, si strinse nella camicia e fece un paio di passi per avvicinarsi al comandante.
"Sbrighiamoci a fare questa doccia che stavo andando a mangiare."
Sottointeso: 'Stavo andando a rubare cibo'.
 
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view post Posted on 16/12/2015, 12:59
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Marco

Marco aspettò che fosse Ace a parlare. Non voleva pressarlo, non ora che gli aveva fatto una domanda che era sostanzialmente fondamentale. Si limitò a osservarlo di sottecchi, cercando di non essere invadente. Vedeva bene che c'erano molti dubbi e molte incertezze nel modo in cui si muoveva e spostava lo sguardo, ma Marco doveva assolutamente lasciarlo riflettere da solo.

CITAZIONE
"Sbrighiamoci a fare questa doccia che stavo andando a mangiare."

Quando Ace parlò, non era esattamente la risposta che Marco si aspettava, ma annuì. Ace aveva evidentemente ancora bisogno di tempo e lui gliel'avrebbe dato. Poteva già considerarlo un successo che avesse accettato il bagno, considerando l'imbarazzo di poco prima.
Onde evitare che nascessero ulteriori dubbi, Marco decise di non utilizzare il bagno della sua stanza, ma quello comune della prima divisione, certo che a quell'ora della sera non ci sarebbe stato nessuno, perché erano tutti troppo impegnati a divertirsi a mensa. Era un'enorme stanza, con alcune vasche agli angoli e le docce sparse lungo le pareti.
"Puoi trovare tutto il necessario qui" gli indicò, aprendo un'anta dell'armadio, dove lui stesso recuperò del sapone e degli asciugamani. Poi si spostò ad aprire l'acqua per riempire una delle vasche: erano abbastanza basse perché anche un possessore del frutto del diavolo potesse starci senza pericoli. Poi scelse una delle docce, si levò il resto del vestiti e si gettò sotto il getto caldo. Fece tutto cercando di prestare pochissima attenzione ad Ace, per evitare che si sentisse in imbarazzo. Non gli era piaciuto affatto l'insinuazione che aveva fatto riguardo alle sue ragioni per costringerlo a lavarsi. Soprattutto perché non poteva negare a se stesso che, in altre circostanze, il pensiero gli sarebbe potuto venire.
 
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view post Posted on 16/12/2015, 17:46
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Portgas D. Ace

Seguì Marco sino al bagno della prima divisione, e non appena ci mise piede dentro cominciò a guardarsi attorno. Era una delle stanze più grandi che avesse mai visto, subito dopo la mensa di quella stessa nave, e con le vasche agli angoli subito attirarono la sua attenzione, ignorando le docce lungo le pareti. Con la possibilità di stendersi in acqua, di certo le docce sarebbero state l'ultima scelta.

CITAZIONE
"Puoi trovare tutto il necessario qui"

Riportò la propria attenzione sul comandante e subito dopo osservò l'armadio che era stato aperto, da dove anch'egli prese del sapone ed un asciugamano. Di nuovo distratto da una nuova cosa, la sua attenzione questa volta fu catturata dal rumore dell'acqua che incominciava a riempire una delle vasche presenti, e senza pensarci troppo lasciò l'asciugamano da un lato e si tolse la camicia, sporca e consunta in più punti, ma poi si bloccò.
Perché aveva un'improvvisa voglia di sbirciare Marco farsi la doccia?
Scuotendo la testa per scacciare il pensiero, finì di spogliarsi e si infilò velocemente sotto la doccia più vicina, così, dopo averla aperta, incominciò a lavarsi con attenzione in ogni dove, ripulendosi dallo sporco accumulato e ripulendo anche ogni ferita che non si fosse ancora rimarginata a dovere. Solo poi si avvicinò al bordo della vasca, notando come il fondo fosse basso per agevolare anche i fruttati, e ci entrò, immergendosi sino a toccare il fondo con il fondoschiena per mettersi seduto, lasciandosi sfuggire un sospiro rilassato e, finalmente dopo giorni, un accenno di sorriso sul volto.
Amava farsi il bagno e rilassarsi.
 
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view post Posted on 16/12/2015, 20:12
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Marco

Non voleva sbirciare Ace mentre si faceva il bagno. Il ragazzo aveva già espresso in maniera fin troppo veemente che non apprezzava un certo tipo di attenzioni, e Marco non poteva dargli torto. Era creepy da un vecchio come lui. Tuttavia, era interessato più che altro a controllare lo stato delle sue ferite, al di fuori dello sporco e dei (pochi) vestiti che indossava di solito. Così, quando sentì l'acqua che scorreva della doccia, fingendo indifferenza, alzò appena lo sguardo per sbirciare. Lo sporco stava scivolando giù per lo scarico, rivelando ancora delle ferite che i stavano rimarginando, ma meno gravi di quelle che Marco pensava. Era chiaro che Ace aveva una capacità di ripresa mica da niente, il che lo tranquillizzava.
Purtroppo il suo sguardo indugiò fin troppo, finendo per seguire la mano di Ace che passava in ogni angolo del suo corpo, e il pensiero che quella mano fosse la sua, che fosse lui a toccarlo, fu praticamente immediato. Ed era un pensiero che doveva assolutamente togliersi. Lo sguardo indugiò ancora un attimo sul corpo di Ace, prima di voltarsi e aprire l'acqua fredda. Certe reazioni del suo corpo non gli erano piaciute e soprattutto era meglio che non le vedesse nessun altro.
Sapeva già di provare una sorta di attrazione nei confronti di Ace, sia fisica sia caratteriale, ma aveva deciso che non poteva portarla avanti. La cosa fondamentale per il momento era che Ace si unisse alla ciurma, e per realizzare ciò la cosa meno consigliabile era diventare una specie di stalker maniaco, e non dubitava che Ace avesse già alcuni dubbi a proposito. L'avrebbe nascosto anche dopo, perché Ace era decisamente troppo giovane per lui, ma almeno avrebbe potuto evitarlo e lasciare che restasse con i suoi compagni.
Rifletté se unirsi a lui nella vasca, o se era meglio uscire e lasciarlo da solo con i suoi pensieri, ma dato che erano al sicuro da arrivi indiscreti, era possibile che ad Ace venisse voglia di fargli altre domande. L'aveva stupito, prima, con quella domanda sul Babbo, e sperava che continuasse su quella strada. Allora, lentamente, si avvicinò e si immerse nella vasca calda, sentendo subito il rilassamento dovuto al calore e all'indebolimento dei poteri. Fece comunque molta attenzione a non guardarlo.
"Ti dispiace se mi unisco a te?"
 
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