| Marco
Tirò internamente un sospiro di sollievo quando si accorse che Ace lo stava seguendo. Era una vittoria, piccola, ma pur sempre una vittoria. Ora doveva solo trovare il modo di farla fruttare. Camminò deciso, ma non abbastanza in fretta da essere perso di vista, e scese sottocoperta, al secondo piano, a raggiungere la sala mensa. Vi entrò prima di Ace, e scese ancora le scale per raggiungere la cucina vera e propria, grande quanto bastava per quella ciurma (cioé enorme). Satch era lì che impartiva ordini ai cuochi. "Ciao" lo salutò in fretta. "C'è Ace di sopra, riusciamo a dargli qualcosa da mangiare?" "Scherzi?!" Satch e tutti gli altri cuochi si offesero all'idea che non fossero in grado di sfamare qualcuno. Poi Marco afferrò Satch per la collottola prima che si precipitasse su in sala mensa. "Non puoi servirgli il cibo semplicemente così, non lo mangerebbe perché sei tu a darglielo" gli spiegò. Satch mise su il broncio, ma poi annuì. "Va bene, allora. Ragazzi, pronti?" I membri della quarta divisione esplosero in un coro festante, e poi uno alla volta salirono in sala mensa con un piatto pronto, fino a riempire tutta un'intera tavolata. Poi Satch invitò Marco a seguirlo e iniziò ad elogiare tutti i piatti presenti, che andavano dagli antipasti ai dessert. "Quello è paté di mostro marino, è una ricetta nuova ma devi provarla. Ti ho messo anche un po' di prosciutto e melone, affettati vari, e una torta di verdure che fa sempre bene..." Parlava rivolto in direzione di Marco, come se avesse fatto tutto per lui, ma era chiaro che in realtà lo faceva unicamente per Ace. E poi Marco non avrebbe potuto mangiare tutta quella roba nemmeno in una vita intera. Si sedette comunque al tavolo, spiluccado qualcosa dal piatto più vicino, fingendo indifferenza. "Quindi, dove siamo diretti?" Satch si sedette di fianco a lui. "San Sebastian. Saremo lì in tre settimane circa." Satch sbuffò. "Ma è un'isola piena di vecchi." "Per forza, ci vanno a trascorrere la pensione tutti gli anziani delle isole vicine. Ma il Babbo ci vuole andare." "Non capisco perché. O meglio, lo capisco che ci sono un sacco di suoi amici, però la noia..." Parlavano fra di loro, fingendo di non prestare alcuna attenzione a quello che Ace faceva o non faceva, ma la realtà era che Marco, seppur di sottecchi, non lo perdeva d'occhio un attimo. Aveva necessità di vederlo mangiare, per riprendersi. In realtà avrebbe anche voluto abbracciarlo, accarezzargli i capelli disordinati e dirgli che andava tutto bene, qualunque fosse il suo problema, ma sapeva bene che il solo provarci l'avrebbe fatto arrostire all'istante. Per il momento doveva accontentarsi di nutrirlo.
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