Bagy il ClownPer la prima volta in vita sua, Bagy ebbe paura di Shanks. Non avrebbe mai creduto possibile che da un ragazzo così solare e sempre sorridente, potesse uscire una furia di quella portata.
L’espressione seria, glaciale quasi, che aveva sul viso in quel momento lo stava terrorizzando e non di meno era l’effetto delle parole del rosso.
Carichi di odio, sibili astiosi uscivano dalla bocca di Shanks, paralizzandolo e al tempo stesso facendogli capire quanto le sue supposizioni fossero state stupide.
Indietreggiò quando l’altro gli urlò di andarsene, ma non si mosse oltre, ancora troppo scosso dalla rabbia che lo aveva appena investito; in quel momento Shanks avrebbe fatto paura persino a un mostro marino. Aveva avvertito una forza strana che, anche se non aveva capito cosa fosse, gli aveva portato un leggero capogiro, pietrificandolo sul posto.
Ma poi la rabbia aveva lasciato il posto alla tristezza e alla delusione e quella forza si era come dissolta. Quando Shanks gli aveva nuovamente urlato di sparire dalla sua vista, Bagy non aveva esitato e se n’era andato, conscio di aver fatto la più grossa cazzata della sua vita…
Si appoggiò alla porta dell’infermeria ormai chiusa con le spalle, lasciandosi scivolare a terra, i sensi di colpi che gli attanagliavano lo stomaco.
Nel corso degli anni che aveva vissuto, le persone che gli erano più care si erano allontanate da lui per colpe che non aveva commesso: Eric, sua madre, suo padre, la gente del villaggio…
Ma ora era diverso.
Era stato lui ad accusare ingiustamente Shanks macchiando la sua innocenza di cose che lui non si sarebbe mai sognate di fare, MAI! Con il risultato che adesso lui sicuramente lo odiava e non avrebbe mai più voluto rivederlo per il resto della sua esistenza!
Si prese la testa tra le mani, le fitte al cuore che gli si facevano via via più forti; era dunque così che finiva? Shanks era destinato ad essere una vittima della sua stupidaggine? Era destinato a soffrire a causa sua???
“No… no… NO!”, pensò Bagy, alzandosi di scatto, ansimando pesantemente. Non avrebbe permesso che accadesse, sarebbe morto piuttosto che vedere ancora il rosso soffrire a causa sua!
Voleva che lui sparisse dalla sua vita? E va bene, lo avrebbe fatto, ma solo dopo aver chiarito un paio di cose!
Fece dietrofront, rientrando a passo di carica in infermeria, andandosi a sedere accanto al rosso, e prima che questi potesse dirgli qualunque cosa, gli afferrò il viso, baciandolo con tutta la passione e la forza di volontà che ancora gli restava.
Dopodichè gli sigillò di nuovo la bocca con una mano, mentre con l’altra tentava di tenerlo fermo, e nel frattempo gli disse con tutto il coraggio che aveva: - Ascoltami Shanks! Mi dispiace! Hai ragione! Sono stato uno stupido, un emerito idiota, un deficiente, uno stronzo, un pirla di prima categoria, un coglione, un mentecatto, una piaga della peggior specie per te! Ti ho fatto soffrire e di questo ne sono profondamente pentito credimi! Ma sappi che tu non sei responsabile di niente! Sono io che ho sbagliato, io che non mi sono fidato, io che mi sono lasciato raggirare da una stupida ragazzina per la mia ancor più stupida gelosia nei suoi confronti! Si, io sono geloso! Sono geloso perché quella non doveva permettersi di toccarti! E credimi, credimi se ti dico che afferrerei un coltello e me lo pianterei nel cuore per averti detto quelle cose! Tu non sei una puttana, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, la persona più innocente di questo intero mondo! Non sei affatto un doppiogiochista, perché sei la persona più onesta che ci sia, una persona di cui potersi fidare senza nemmeno chiedere una ragione! Non sei un manipolatore né un falso, perché preferiresti impiccarti piuttosto che ferire qualcuno! Tu sei la persona più meravigliosa di questo mondo e io… -, ma qui si bloccò indeciso se andare avanti o fermarsi.
Che senso aveva dirgli il resto? Gli aveva assicurato che lui era perfetto e che non doveva sentirsi in colpa, che l’unico che meritasse di soffrire era lui, Bagy, e che gli dispiaceva di tutto quello che gli aveva detto, perciò che senso aveva continuare? Il rosso non l’avrebbe di certo perdonato, nemmeno dopo quella specie di dichiarazione di colpa, perciò che ragione aveva per confessargli che l’amava? Tanto comunque Shanks l’avrebbe cacciato, no?
Scosse la testa, lasciando andare la presa sul braccio e sulle labbra dell’altro, alzandosi poi lentamente.
- Beh… io… insomma… ci tenevo a dirtelo… perché… perché non penso che tu meriti di soffrire per una colpa non tua… Scusami se sono stato un po’ brusco -, cercò di abbozzare un sorriso, ma non ci riuscì, - Sappi che esaudirò il tuo desiderio. Sparirò dalla tua vita. Non mi vedrai più. Solo -, si voltò un attimo a guardarlo, - Ti dispiacerebbe salutare tu gli altri da parte mia? Altrimenti non credo che mi farebbero scendere vivo dalla nave, soprattutto Rayleigh -, tentò nuovamente di sorridere, stavolta riuscendoci un pochino.
- Beh, allora ti saluto Shanks. Addio -, concluse, avviandosi velocemente verso la porta, sperando in cuor suo che l’altro non lo chiamasse; non avrebbe retto a un altro dei suoi sguardi, accusatori o meno che fossero…
grazie!