Eustass Kidd-Basti tu a parlare, Trafalgar.- gli rispose, scolandosi una bottiglia. Non sapeva a che numero era arrivato in tutto, ad ogni modo, un fastidioso intorpidimento elle braccia e alle gambe, con annesso senso d'estraniamento, gli fecero capire che aveva esagerato.
Oh beh, poco male.
Trafalgar era messo peggio di lui, visto che parlava parlava e parlava. E beveva beveva beveva.
Nella sala c'era tanta allegria e guardandosi intorno Kidd capì che anche gli altri, tutti, erano più o meno brilli. Ma era quello il bello.
Essendo pirati non ci si fidava di nessuno, nemmeno di altri pirati, anzi quelli erano il peggio del peggio.
Ma in quel momento, dopo le varie vicissitudini, gli uomini e le donne delle due ciurme erano felici e rilassati. SI fidavano. Erano compagni in quela strana avventura, almeno fino al mattino dopo, quando la sobrietà li avrebbe fatti ragionare e costatare che nel Nuovo Mondo sarebbe tornata la rivalità.
Riguardo alle donne, nella ciurma di Kidd ce n'erano solo due. Poche ma buone. Violente e sadiche. Un sogno praticamente per uno come lui cresciuto a pane e Morti Viventi, che aveva come amico immaginario Frankenstein e da bimbo correva per casa con un mantello cercando di succhiare il sangue della nonna perché credeva che con fanciulla vergine s'intendesse il segno zodiacale.
Beata ignoranza Kidd...
Ad ogni modo, in mezzo a quel putiferio di grida e brindisi e danze sui tavoli e discorsi tra vice che non riusciva ad afferrare, Eustass Kidd incrociò lo sguardo di Trafalgar Law seduto di fronte a lui e allungò la gamba sotto il tavolo, premendo in una zona morbida di sua consocenza con la punta del piede.