Città di San Popula, [VM 18] il CP9 dopo Enies Lobby...

Rob Lucci

La parte razionale di Lucci, confinata ed imbavagliata in qualche remoto angolo della sua testa, infondo sapeva che era follia pura e trovava conforto solo nell'idea che nulla potesse far degenerare la situazione peggio di così.
Nulla, certo. Perché Kaku l’avrebbe respinto e tutto si sarebbe fermato, troncato lì sul nascere.
Ma, come si diceva, al peggio non c'era mai limite.. e Kaku aveva avuto proprio la peggiore reazione che la mente fredda di Lucci potesse aspettarsi, l'unica capace di tramutare quella piccola, seppur vivida, fiamma accesa in un bracere ardente.
In fin dei conti, era esattamente ciò che bramavano i suoi sensi.
Entusiasta dal modo in cui il compagno lo aveva accolto, intensificando il contatto tra i loro corpi, accarezzandogli i capelli, il felino s'impossessò totalmente di quella bocca che si offriva a lui come peccaminoso oggetto del desiderio, come un frutto del diavolo sconosciuto, intatto.. tutto da esplorare nel suo sapore e nelle sue proprietà.
E Lucci, che di frutto ne aveva già mangiato uno in passato, scoprì piacevolmente quanto il secondo battesse il primo in dolcezza.
Intrecciò la lingua con quella di Kaku, dibattuto tra la frenesia ed il desiderio d'assaporarlo con calma, senza perdersi alcun dettaglio di lui.
Intanto la mano colpevole di aver scatenato quella lussuriosa catena di azioni s'era spostata, ora sul suo collo, vicino all'orecchio, a protendere il viso dell'altro verso di lui, ora sempre più giù, a sfiorare petto e addominali nascosti sotto la camicia di Kaku.
Si fermò all'altezza dell'ombelico (anche se non voleva *ghgh*) per cingergli la vita con entrambe le braccia, stringendoselo addosso, incapace di sopportare il più minimo distacco tra i loro corpi, di respirare un'aria che non sapesse di lui, dell'acqua salata che gli aveva permeato la pelle.
E intanto la tempesta impazzava sul mare, sulle coste delle isole vicine, all'esterno.. senza mai però eguagliare il subbuglio interiore a cui Lucci stesso non sapeva dare nome o spiegazione.

Rob Lucci

Da quella posizione riusciva distintamente a sentire il cuore di Kaku contro il suo battere sempre più forte, secondo dopo secondo, segno che anche lui si stesse lasciando travolgere dal vortice di libidine.
Sentiva il respiro appesantirsi proporzionalmente all'aumento di calore e desiderio, quando sentì dei rumori.
Bussavano alla porta?
Sulle prime Lucci rifiutò l'idea, tanto voleva restare incollato a quelle labbra e a quel corpo ancora da indagare con cura.
Ma al secondo bussare, più forte, e ai sussulti di Hattori (che per tutto il tempo aveva guardato la scena appollaiato sulla scrivania della stanza) dovette cedere. Si staccò da Kaku senza preavviso, costringendosi ad allontanarlo controvoglia almeno di qualche passo: la sua sola vicinanza era una minaccia al suo autocontrollo, ormai ne aveva la conferma.
E lo fece giusto in tempo, perché Califa aprì la porta senza aspettare un "avanti".

<< Abbiamo un problema Lucci.. >> cominciò a dire, poi si arrestò un po' perplessa nel vedere i loro volti. Sembravano strani.. decisamente insoliti.
Lucci se la mangiò con lo sguardo.
"Anche io ho un problema: TU!" sembrarono urlare i suoi occhi, solo per un istante, prima di riacquistare lucidità.
<< Tutto.. bene? >> chiese la donna titubante.

Rob Lucci

Ascoltò Califa elencare i danni provocati dalla tempesta. In momenti come quelli sembrava essere nata per fare la segretaria, non l'assassina agente del Governo mondiale.. e probabilmente lei stessa preferiva la professione più tranquilla, anche se non l'avrebbe ammesso.
Water Seven l'aveva cambiata.. no, Water Seven LI aveva cambiati. Sia lei, sia Blueno e..
Lucci guardò per un istante Kaku. Anche lui preferiva fare il carpentiere?
Ma automaticamente si rispose con un'altra domanda: c'è bisogno di chiederlo?

<< Cercheremo di rimediare ai danni.. dovremmo aver superato il punto critico della tempesta ormai. Se continuiamo a navigare senza fermarci, entro domattina arriveremo all'isola >> rispose alla bionda.
Aveva di nuovo l'espressione di sempre ed il suo sangue freddo, ma in realtà erano stati gli ultimi pensieri sulle professioni dei compagni a farlo freddare.
Già, perché lui era forse l'unico tra loro che non avrebbe mai potuto abbandonare la strada del killer, rinunciare alla vista, all'odore, al sapore del sangue in battaglia. Per la prima volta si ritrovò seriamente a pensare che, presto o tardi, le loro strade avrebbero dovuto dividersi.
Anche la sua e quella di Kaku...

<< Ah, e per quanto riguarda le provviste… >> aggiunse Califa << ..ho trovato solo della frutta e due barili pieni di sakè, ma non penso che basterà a saziare tutti >>
<< Dai la precedenza a chi ne ha più bisogno, occupatene tu. Io e Kaku andiamo a vedere i danni >>
Avanzò -le gambe adesso erano un po' più sicure di prima, anche se indolenzite- mentre Hattori corse a posarsi sulla sua spalla. Non sapeva se augurarsi di restare solo con Kaku a controllare l'albero maestro, o di trovare qualcuno che li aiutasse proprio per non trovarsi solo con lui, a dover sostenere una situazione alquanto imbarazzante...




Edited by VegetaGirl - 31/8/2010, 23:12

Rob Lucci

Le osservazioni di Kaku sull'albero maestro si rivelarono, come sempre, esatte. Non per nulla alla Galley-la era uno dei migliori a effettuare i controlli sulle navi da riparare.
<< Non tutte le ciurme, dopotutto, sono come quella di Cappello di paglia.. >> constatò Lucci, ricordandosi quante storie avevano fatto per una caravella fuori uso, che però consideravano come una componente dell'equipaggio.
Iniziò a rattoppare il possibile con chiodi e martello procuratigli da Fukuro, alzando solo di tanto in tanto lo sguardo su Kaku mentre lavorava, chiedendosi se anche lui stesse pensando all'episodio di prima.
Avrebbe tanto voluto sapere perché non l'aveva respinto, perché aveva accettato e risposto a quel bacio... ma allora sarebbe stato costretto a rispondere all'inevitabile domanda Tu perché l'hai fatto, Lucci?
E non ne aveva la benché minima idea. Sapeva solo che aveva perso la testa così, di punto in bianco..
Decise dunque di non avviare l'argomento, almeno per il momento, a meno che non fosse stato l'altro a volerlo, ma ne approfittò invece per affrontare l'altra questione..

<< Ci hai già pensato.. >> disse a Kaku mentre finiva di sistemare una crepa piuttosto profonda << a quello che farai dopo essere arrivati all'isola? >>

Rob Lucci

Continuarono a navigare, ciascuno adempiendo ai propri compiti, per più di un'ora, infaticabili. Malgrado non fosse la prima volta che cooperassero così insieme, era una sensazione strana per tutti... di solito lo facevano per il Governo, per la riuscita di una missione, per un ordine imposto dall'alto insomma.
Invece adesso erano tutti lì, a collaborare spontaneamente, per sé stessi e nessun altro, liberi di agire di propria volontà. Ma era davvero così, infondo?
Lucci ricordò le parole che quel pirata gli aveva detto prima di morire

"<< Ahah.. Credi..credi che quei tizi ti stiano vicini perché.. vali qualcosa per loro? Hanno solo paura... paura di te... o traggono vantaggio dall’averti vicino... >>"

Era un'idea che aveva accantonato dopo le recenti disavventure (e avventure di ben altra natura), però non l'aveva scordata, non poteva, credendo che avesse un fondo di verità.
Allora.. era anche possibile che il comportamento di Kaku, poco prima, derivasse da una sorta di soggezione..?
Per fortuna arrivò la notizia del "pranzo" preparato da Blueno a Califa a distrarlo. L'intero gruppo si prese una pausa, approfittando del tempo stabile e gettò l'ancora per andare a rifocillarsi.

<< Ohi!! che significa questa roba striminzita!?? >> sbottò Jabura vendendo il suo misero, primo ed unico, piatto di mela cotta.
<< C'è solo quello.. >> rispose Blueno servendo da bere << e le razioni più grandi vanno a chi deve recuperare le forze >>
Infatti Lucci aveva una macedonia un po' più ricca e corposa delle altre.
<< Chapapapa! io sono completamente senza forze! >>
<< Ma sta' zitto, se riesci ad aprire quella boccaccia hai energia da vendere! >>
<< Tenete e piantatela, io non ne ho bisogno >> tagliò corto Lucci allontanando il suo piatto da lui << piuttosto, visto che siamo qui decidiamo i turni per guidare la nave. Un gruppo resterà sveglio fino a sera, mentre l'altro andrà a riposare per poi dare il cambio al primo, stanotte.. >>

Rob Lucci

Kaku lo invitò a mangiare avvicinandogli il piatto. Lucci trattenne una smorfia: la frutta non era decisamente il suo piatto preferito, anzi.. ma per un istante gli balenò in mente l'idea che se fosse stato l'altro a imboccarlo con le dita, si sarebbe mangiato qualsiasi cosa commestibile senza pensarci due volte.
Affogò i pensieri perversi nella macedonia, prima che il suo sguardo potesse come sempre fermarsi troppo a lungo su Kaku, ascoltando le proposte di Califa.

<< Allora è deciso >> disse infine, guardando i tre omoni più il lupastro << voi quattro starete di pattuglia tutto il pomeriggio, io, Kaku e Califa monteremo dopo cena, sempre che riusciamo a rimediarne una >>

Blueno annuì con la solita aria pacata.
<< Se andate a pescare prendete qualcosa in più per dopo.. >>

Rob Lucci

Sembravano quasi una beffa del caso le occasioni in cui Lucci si ritrovava solo con Kaku dopo quanto era successo in cabina. Ma poi tanto volute dal destino, quegli incontri individuali, non erano.. il felino avrebbe potuto benissimo chiamare qualcun altro a dar loro una mano, o andare a riposare lasciando solo Kaku ad occuparsi dell'albero maestro (tanto il più del lavoro era fatto e l'altro era capacissimo di terminare da solo)... eppure inconsciamente, e nonostante l'accaduto, Lucci tendeva a sfruttare ogni occasione che avessero per restare insieme.


Stava per porgergli l'arnese quando la mano di lui si ritrasse, improvvisa. Lucci lo guardò perplesso.
Che fosse nervoso per la loro vicinanza? O perché, magari, stava ripensando a quel bacio?
Accennò appena un sorriso, nascondendolo bene agli occhi dell'altro, e con indifferenza poggiò il martello davanti a lui.

<< Attento con quella parte lì.. >> indicò con un cenno il legno un po' sfaldato. Avendo piazzato migliaia di chiodi ovunque, nei cinque anni trascorsi al cantiere navale, ormai sapeva riconoscere a vista il legno quand'era tagliente, come in quel caso.