You jump, I jump, [VM 18] Lucci x Kaku ~ Isola del CP9

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view post Posted on 25/3/2016, 16:28
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The storm is approaching

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Rob Lucci

Lucci riaprì gli occhi controvoglia quando le dita di Kaku interruppero il bacio, riportandolo momentaneamente alla realtà.
La differenza col sogno, con un ben preciso momento del sogno, era divenuta così impalpabile nella sua mente che quasi si stranì nel vedere il compagno senza l'elegante frac indosso, e nessun finestrino appannato, nessun sedile di carrozza d'epoca a circondarli.

CITAZIONE
-Pensi di poter fare qualcosa prima che mi scambi per Jabura?-

Guardò il piccione con la coda dell'occhio.
«Hattori... esci.» Mormorò, in quello che persino alle sue orecchie parve il tono più scazzato del mondo.
Sarebbe comunque dovuto bastare, perché Hattori era un animale perspicace (di sicuro più di un paio dei suoi colleghi) e in genere molto obbediente.
«Puuuuur!»
Almeno prima del Titanic.
Lucci si accigliò, lanciando al pennuto uno sguardo perplesso e di rimprovero. Ma che aveva combinato Kaku per farlo indispettire così?
Poco prima aveva accennato a qualcosa sul dottor Trafalgar... quello che stava col rosso incinto...
Si sforzò di ricordare (non senza del disagio) qualche dettaglio utile, ma Kaku spezzò subito il filo dei suoi pensieri con un nuovo bacio. Le mani a prendergli il viso come aveva fatto più volte sul Titanic e ancora in poche occasioni in quell'altra vita.
Lucci non trattenne un fremito di piacere. Schiuse le labbra per incontrare di nuovo la lingua del compagno, riprendendo ciò che avevano interrotto e dimenticandosi all'istante la minaccia alata che li studiava in un silenzio sospetto.
L'unica cosa che Lucci sentiva, che voleva continuare a sentire, era il calore di Kaku bruciare con lui... e per lui.
Gli sollevò la tesa del berretto, scoprendogli la fronte e spettinandogli i capelli chiari, finché non l'ebbe sfilato del tutto. Allora notò le gote di Kaku in fiamme, e più o meno nel medesimo istante avvertì il bacino dell'altro alzarsi, protendersi verso il suo corpo. Lo eccitava da impazzire: una pulsione insistente sotto la cerniera dei calzoni non mancò di assicurarglielo.
Infilò le mani sotto la camicia di Kaku e percorse i suoi fianchi centimetro dopo centimetro, mentre succhiava con avidità la pelle del suo collo, impregnata di salsedine per la notte trascorsa all'aperto, sul ponte della nave.
Aveva appena raggiunto e cominciato a stuzzicare un capezzolo del compagno con l'indice, che percepì qualcosa.
«Ku-Ku-Kuruppo!»
Un verso più rumoroso degli altri.
Lucci sollevò la testa con veemenza. Il suo pestifero piccione zompettava sulla trapunta, sfoggiando un capello biondo -appena strappato a Kaku- stretto nel becco come un trofeo, compiaciuto del proprio operato.
Va bene. Ora Hattori doveva togliere il disturbo sul serio.
Lucci arricciò il naso e soffiò con aria minacciosa; i canini da leopardo, lunghi e leggermente curvati all'indietro, a sporgergli dalle labbra.
Non era una vera minaccia, no di certo, ma comunicava in modo efficace quanto poco fosse disposto a sopportare o rimbrottare un capriccioso pennuto in quel momento.
Stavolta Hattori obbedì. Allarmato, forse un po' risentito, ma obbedì. Abbandonò il letto, librandosi sopra le loro teste, e uscì dalla finestra con un sonoro frusciare di piume contro il vento.


Ehm, i gatti non sono molto pazienti quando si fissano su qualcosa.
Che poi, non so bene che intenzioni avesse Hattori. Magari voleva "solo" tentare di costruirsi un nido come ha fatto con Marco xD
 
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view post Posted on 29/3/2016, 21:52
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Kaku


Kaku si massaggiò la testa, basito. Quella notte pazza aveva creato un mostro.
D'altro canto... quando Lucci aveva soffiato aveva sentito un brivido.
Non sapeva se si trattasse di paura o cosa. Forse la giraffa che era in lui aveva avvertito il leopardo. Doveva essere una giraffa molto stupida, si disse, con un sorriso, carezzando il viso di Lucci per riconquistare la sua attenzione da predatore. Voleva sentire di nuovo le sue mani percorrergli il corpo e trasmettergli gli stessi brividi. Le mani si spostarono dalle guance del moro a dietro la nuca. Kaku cinse la testa dell'altro fra le braccia per stringerlo a sé, mentre s'impadroniva nuovamente delle sue labbra carnose, così sensuali su di lui. Le assaporò e succhiò prima di cercare la lingua di Lucci con la sua per invitarlo a danzare con lui.
Una danza scatenata di terza classe, da soli, stavolta, senza piccioni, cecchini e transformati vari, in una stanza nella quale il tempo pareva essersi fermato.
I loro corpi accaldati che si strusciavano e cercavano, i loro respiri affannati, a differenza della stanza, tutto di loro era cambiato, tutto correva, trascinando la sua mente verso l'esplosione del piacere, che già pregustava.
Senza riuscire a smettere di baciare Lucci, Kaku infilò le mani sotto la sua maglia e scorse dai suoi addominali ai pettorali, soffermandosi su quelli e sui capezzoli. Si strinse maggiormente contro il suo corpo.
Poteva sentire i pantaloni diventare sempre più stretti.


Giusto per ricordarti che a questa giraffa piace la carne.
Piccione, ricordati che questa me la metto in conto XD
 
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view post Posted on 3/4/2016, 20:22
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Fece appena in tempo a vedere Hattori uscire (e sperare andasse a sfogarsi su Jabura) che una carezza lo invitò a riabbassare lo sguardo.
Disteso sotto di lui, chissà per quale motivo, Kaku sorrideva. Ed era un sorriso stupendo, il suo; capace di illuminargli tutto il viso.
Era uno di quei sorrisi che avevano scaldato il cuore di Lucci molti anni prima, in quella stessa stanza, e che adesso glielo mandavano in subbuglio con disarmante semplicità.
Il moro annullò gli effetti del suo frutto del diavolo per rispondere al bacio. Sentì le braccia di Kaku stringerlo, la sua mente divenire più leggera, distante, mentre l'altro gli succhiava le labbra amplificando il desiderio e ridestando fantasie che avrebbero provocato l'epistassi ad un certo artista di terza classe.
Premette più forte le labbra contro quelle del biondo, finché incontrò la sua lingua. Ne assecondò la danza in quei lunghi, passionali secondi scanditi solo dai loro respiri. Poi Kaku sondò il suo petto con le dita e lui rabbrividì di piacere nel sentire i capezzoli diventare duri come chiodi per la stimolazione.
Ma non gli bastava.
Si sollevò di qualche centimetro, mettendosi a carponi su Kaku giusto quanto serviva a sfilare una mano da sotto la sua camicia, senza dover interrompere il contatto umido e concitato delle loro lingue. Ridiscese il ventre del compagno seguendo la linea degli addominali, tastando ogni fibra di quel corpo perfetto coi polpastrelli, quasi volesse tracciarne il profilo a fuoco.
La mano di Lucci superò l'ombelico di Kaku, raggiunse il cavallo dei pantaloni e lì si soffermò, allettata, avvertendo con chiarezza l'erezione sottostante.
«Questa è la posizione della Giraffa che si tende all'infinito!»
Il ricordo scemo (e perverso, in tali circostanze) del sogno gli attraversò le sinapsi del cervello come un lampo improvviso.
Beh, forse quella giraffa non raggiungeva ancora l'infinito, ma di sicuro tesa lo era parecchio. E questo al leopardo piaceva un sacco.
Lucci cominciò a carezzare la virilità per tutta la sua lunghezza, lentamente ma con una certa pressione, affinché Kaku potesse sentirlo nonostante gli indumenti.

Come Jabura disse una volta, la carne di giraffa è dura, ma a Lucci piace così!
E dopo questa mi eclisso xD
 
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view post Posted on 21/4/2016, 19:03
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Kaku


Mugugnò qualcosa nel sentirsi stimolato a quel modo da Lucci e si lasciò sfuggire un gemito incontrollato Non volendo essere da meno di lui, e volendosi in parte vendicare di quell'attimo di debolezza, cercò la virilità dell'altro, constatando quanto anche lui fosse messo male là sotto. O bene, dipendeva dai punti di vista. Con le labbra scese a baciargli il collo, mentre la mano stuzzicava l'erezione oltre la stoffa. Si sentì come liberato. Un tempo non avrebbe nemmeno osato sognare di trovarsi in una situazione simile e da un certo stupido sogno aveva imparato a cogliere l'attimo, perché avrebbe potuto perdere Lucci in un attimo. Già Cappello di Paglia aveva mostrato loro che non era invincibile. Se avessero incontrato qualcuno di più forte e più bastardo di quel ragazzino? Kaku respinse quel pensiero, ma esso lo spronò a mostrarsi al compagno in tutte le sfumature subito, prima che fosse maledettamente tardi.
La mano che torturava l'erezione strusciò verso l'alto, per infilarsi dentro l'intimo. Kaku accarezzò il sesso di Lucci prima di liberarlo dall'indumento e sorrise malizioso prima di iniziare a muovere la mano col preciso intento di strappargli dei gemiti. Pregustò la visione di un Lucci preda del piacere come se si trattasse di un sogno proibito.
Gemette a sua volta sonoramente e spinse il bacino contro il suo, preda a sua volta dei tocchi dell'altro.
Un sogno proibito concesso solo a lui, finalmente reale.
In quella stanza, nell'annullarsi delle distanze su quel letto, il vero sé poteva liberarsi, ironicamente, incatenandosi a quell'inebriante piacere.

E la carne di leopardo fa strani scherzi XD
 
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view post Posted on 27/4/2016, 22:28
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Un sorriso malizioso increspò le labbra di Lucci mentre Kaku si lasciava scappare un gemito.
Quella era la parte del gioco che preferiva: quando la calma e la lucidità dell'altro, che lui tanto apprezzava in qualità di collega e partner, cominciavano a vacillare.
Ma forse, non era l'unico a trovare quella parte divertente.
Sentì la mano del biondo sfiorargli l'erezione e poi cercarla sotto l'intimo; sicura, esperta, determinata a restituirgli lo stesso trattamento.
Lucci sussultò per la scossa di piacere improvviso, stringendo i denti. Premeva la fronte contro quella del compagno mentre dei gemiti rochi gli risalivano la gola, senza che potesse fare nulla per zittirli. Cominciava a sentire un caldo infernale e certo essere ancora bendato non era d'aiuto.
Poi Kaku spinse il bacino contro il suo ed il calore si amplificò, propagandosi e infuocandogli le guance, parzialmente nascoste dai ricci corvini.
Gemette di nuovo, ma stavolta sentì di non essere il solo: la sua voce vibrò con quella di Kaku, nello stesso momento, come fossero note simultanee di un accordo. Quando sopraggiunse il silenzio, Lucci non desiderò altro che ascoltarle ancora e ancora, aumentare d'intensità fino a riempire l'intera stanza.
Spogliò Kaku di tutti i suoi vestiti con gesti rapidi e impazienti; quindi tornò su di lui, famelico come un leopardo affamato, e gli sollevò le cosce facendogliele aderire contro il corpo.
Succhiò la pelle di Kaku alla base del collo mentre iniziava a penetrarlo con le dita, inserendone una per volta e muovendole per gradi, sempre più velocemente, perché il dolore arrecato venisse sormontato dal piacere.


:impuri:
Per fortuna la stanza è in cima alla torre e non li sente nessuno... si spera!
 
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view post Posted on 7/5/2016, 16:09
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Kaku

Nel sentire le dita di Lucci penetrare in lui s'irrigidì un poco, d'istinto. Rilassò il corpo quanto necessario, poi riprese a baciare l'altro, salvo essere interrotto dalle scosse di piacere che quello gli dava. Non c'era nulla da fare. Che fosse il sesso o un omicidio, Lucci ci sapeva proprio fare con le dita. Kaku alzò la testa lasciando andare un gemito sonoro.
Ci sapeva fare dannatamente.
Si arrese a lui lasciandosi pervadere dal piacere, limitandosi a incitare l'altro di tanto in tanto, drogato da quelle scosse che sembravano non bastare mai. Allungò la mano fra le proprie gambe per darsi piacere a sua volta, affondando il viso sulla spalla del moro. Quelle dita...
Era come se lo stesse tempestando di shigan, che, ironicamente, era anche la cosa che li aveva uniti all'inizio.
-Lucci... - mormorò dopo un poco -Lucci... sto per...- un gemito più sonoro del solito.
Se continuava così sarebbe arrivato su quella stella solo con le dita...


:nono: e chi te lo dice che gli altri non stiano origliando fuori dalla porta?
 
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view post Posted on 13/5/2016, 11:33
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Rob Lucci

Ogni gemito di Kaku era una grazia e una condanna allo stesso tempo. Era lo spasmo che gli mozzava il respiro, il sangue che gli pompava insistente in un'unica direzione; ma era anche il collasso del suo autocontrollo e la minaccia di esplodere da un momento all'altro.
Lucci proseguì a muovere le dita, un po' per istinto, un po' per la malsana curiosità di scoprire quale effetto potessero avere su di lui quei gemiti una volta diventati grida di piacere, finché Kaku non gli lasciò scelta. Dovette fermarsi.
Forse fu la vista del compagno che si masturbava senza alcun freno inibitorio, alla luce del sole. Forse fu il suono della sua voce così incrinata dal piacere, o il contenuto del messaggio. Magari, bastò semplicemente immaginare Kaku che gli veniva addosso, copioso e caldissimo, per capire che non poteva più aspettare: voleva portarcelo subito, su quella stella, e sentirsi erompere con lui all'arrivo.
Strinse i fianchi di Kaku tra le mani, lo guardò dritto negli occhi in una specie di avvertimento non verbale. Poi entrò con una spinta.
Era talmente era eccitato che fece male, nonostante avesse cercato di calibrare la forza. E Kaku... Dio, Kaku era bollente. Un anfratto di paradiso che bruciava come l'inferno.
Lucci mandò un gemito strozzato mentre afferrava le cosce dell'altro, assecondava le sue gambe a poggiarglisi sulle spalle e affondava del tutto in lui.
Pensò che non aveva realmente compreso cosa volesse dire perdere il fiato, fino ad allora. Indietreggiò, le ginocchia puntate sul materasso, e spinse di nuovo; una, due, tre volte, sempre più in fretta, senza quasi darsi il tempo di respirare. Il piacere lo assaliva a ondate, passando dal sollievo al tormento nel giro di un attimo.
«Ah... Kaku...!»
All'ennesima spinta, le terminazioni nervose gli schiaffarono davanti due certezze. La prima, che loro meta era pericolosamente vicina. La seconda, che il loro atterraggio sarebbe stato molto più simile ad uno schianto.

In effetti, forse non hanno nemmeno bisogno di origliare: sentono già tutto dal corridoio :fua:
Sarà meglio per loro che tengano la bocca chiusa xD
 
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view post Posted on 17/5/2016, 15:55
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Kaku


Kaku sussultò per l'intrusione e da lì in poi fu tutta una corsa al piacere finale. Le scariche di goduria che Lucci gli trasmetteva gli davano continuamente alla testa, una dietro l'altra, tanto che gli mancò presto il fiato e le dita si serrarono alle lenzuola mentre il corpo sopportava lo sforzo sia di assecondare le spinte, sia di ricevere il piacere.
Ad un certo punto, Kaku lasciò le lenzuola e quasi si gettò su Lucci, allacciandosi più che poté al suo corpo per far durare maggiormente quelle scosse, troppo forti e troppo brevi.
-Lucci....- si morse le labbra per contenere un gemito, con scarsissimi risultati.
Poi arrivò il piacere che annullò ogni altro senso. Kaku si tese per farlo durare per il maggior tempo possibile, premendosi contro il corpo di Lucci e riversando il proprio seme sull'addome di entrambi.
In quel momento, gli parve di essere completo.
Tutto era perfetto così com'era.
-Puuuuur-
Anche il tempismo di Hattori era perfetto. Perfettamente irritante.



Ecco uno di quelli che hanno sentito tutto u.u
 
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view post Posted on 20/5/2016, 08:16
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Rob Lucci

Raggiunse l'apice del piacere sentendo Kaku contrarsi a quel modo, e con un'ultima, profonda spinta venne dentro di lui. Un sospiro liberatorio abbandonò le labbra di Lucci mentre chiudeva gli occhi e ascoltava il silenzio inghiottire ogni cosa, eccetto i loro respiri affannati.
Per un attimo si ritrovò a pensare che se avesse scoperto prima il sesso, forse la sua vita sarebbe stata un po' diversa. Non avrebbe sentito il bisogno del sangue, della sua licenza da killer per sperimentare quella sorta di piacere primordiale. Ma poi, senza l'amore di Kaku, il silenzio dopo l'orgasmo sarebbe diventato come negli omicidi a danno di gente onesta: troppo assordante per rimanere ad ascoltare. Così diverso da quello che li circondava adesso, appagante e perfetto.

CITAZIONE
-Puuuuur-

Beh, quasi perfetto.
Lucci spalancò gli occhi.
Da quando Hattori non si faceva problemi a interromperli nel bel mezzo delle intimità?
«Siamo sicuri di essere svegli, vero?» mormorò retorico all'altro. Aveva ancora le gote leggermente arrossate e quell'aria da bravo ragazzo colpevole d'aver commesso più di una follia con chi proprio non doveva. Gli venne da sorridere. Era tutto diverso lì, ma Kaku restava bello come un sogno.
Uscì lentamente da lui e lo strinse, sdraiandoglisi accanto, in attesa che i battiti di entrambi rallentassero.
Hattori tubò di nuovo, appollaiato sullo schienale di una sedia come un avvoltoio. Inclinava la testolina da un lato all'altro e studiava Kaku, forse valutando in che modo colpirlo nell'immediato futuro. E pensare che la sera precedente non riusciva nemmeno a guardarli nudi senza coprirsi gli occhi.
«Devi avergliela combinata grossa...» commentò Lucci, rivolgendo al pennuto uno sguardo fiacco. Sinceramente, non gli interessava molto altro che non fosse l'odore della pelle di Kaku o il ritmo del suo cuore, e parlò senza dar peso alla questione.
«Cosa ci può essere di peggio che averlo venduto al cecchino? ...Ah, già. Mi dicevi di quel chirurgo, quel Trafalgar...»
"Hai presente il dottor Trafalgar? Cioè, il Chirurgo della Morte... ero piuttosto preso dalla situazione e-"
La frase di Kaku gli riaffiorò in mente simpatica come una puntura di spina. Lucci s'irrigidì d'istinto e si staccò dall'altro per fissarlo negli occhi, manco gli avesse tirato uno shigan nel sonno.
Di solito, lui era uno che pensava prima di parlare; ragionava, prima di porre domande sceme e fare figure di merda alla Jabura. Di solito...
«Ci sei andato a letto?»
Non stavolta.
Si maledì all'istante. E non solo perché si trattava di un sogno stupido, perché anche se fosse Kaku ne aveva tutto il diritto e perché non erano affari suoi: il punto era che gli avrebbe dato fastidio comunque. E questo lo faceva sentire un completo idiota.
«No. Lascia perdere.» Si rigirò a guardare il soffitto, augurandosi che il suo imbarazzo non fosse così palese. «Non voglio saperlo.»

Te l'ho detto che avrebbe finito col pensare male!
 
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view post Posted on 20/5/2016, 14:33
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Kaku

CITAZIONE
«Ci sei andato a letto?»

Kaku spalancò gli occhi e si trattenne a stento da sputare via un polmone.
-A letto?- domandò col respiro corto sia perché non credeva che Lucci avrebbe mai fatto il Jabura della situazione, sia perché non aveva appena finito di fare una passeggiata.
CITAZIONE
«No. Lascia perdere. Non voglio saperlo.»

Rimase un po' interdetto, ma poi non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
-Santo Eneru... No!- esclamò poi, con la mano sulla faccia. -Eri appena morto!- (e quello era col suo mogliero incinto sul piede di guerra)
Si avvicinò a lui e gli prese un ricciolo scuro fra le dita, mentre i loro corpi combaciavano l'uno con l'altro. -Gli ho solo dato il diamante.- rispose.
-Puuuuurrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.- replicò irritato Hattori.
Kaku s'irrigidì.
-Era per riconoscenza, dato che ci aveva aiutati.-
Hattori lo squadrò malissimo, tanto che temette si vendicasse in qualche modo. Che fosse col becco o col deretano, preferiva non lo facesse affatto.
-Insomma, era solo un sogno, non avresti avuto il diamante comunque.- chiuse il discorso con uno sbuffo.
Peccato che per il piccione non era una faccenda chiusa. Hattori volò verso di lui e iniziò a becchettarlo in testa per ripicca.
-Ehi!! Smettila!- Kaku si difese prima col braccio, poi con un cuscino, semplicemente frapponendolo fra sé e il nemico alato. Anche perché non poteva abbatterlo purtroppo.
-Smettila, Hattori!! Lucci, digli qualcosa tu!- esclamò esasperato. Invano. Finché un "Lululalalù" non riecheggiò nell'aria e Hattori si fermò nel mezzo dell'attacco, pietrificato.

*fischietta* qui qualcuno è geloso, eh?
 
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view post Posted on 20/5/2016, 22:57
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Rob Lucci

La risata di Kaku gli fece venir voglia di eclissarsi. Storse il muso, un po' piccato, continuando ad evitare accuratamente il suo contatto visivo.

CITAZIONE
-Santo Eneru... No! Eri appena morto!-

Era una cosa abbastanza ovvia, se ne rendeva conto, anche perché ricordava che quel Trafalgar aspettava un bambino da un altro tizio nel sogno (ed Eneru solo sapeva come l'avrebbe presa Eustass Kidd quando si fosse svegliato), però Lucci non poté fare a meno di sentirsi sollevato. Molto idiota, certo, ma sollevato.
S'azzardò a guardare Kaku in volto mentre gli si avvicinava, catturava una ciocca dei suoi capelli e spiegava cosa aveva provocato l'ira funesta di Hattori.
Il diamante...
"Lucci... voglio che tu mi ritragga come uno dei tuoi ragazzi di Sabaody. Con questo addosso. Con solo questo addosso."
Oh, per quanto lo riguardava, quel diamante aveva già adempiuto al suo scopo; Kaku avrebbe anche potuto gettarlo nell'oceano o in pasto alle focene, non gli interessava (a maggior ragione perché era un regalo di Spandam): purtroppo Hattori non era della stessa idea e non tardò a manifestarlo.
Sordo a tutte le buone ragioni di Kaku, vide il piccione scagliarsi contro di lui. Era ovvio che non riuscisse ancora a discernere il sogno dalla realtà, e a questo punto, Lucci cominciava a credere che non ne sarebbe mai stato in grado. Doveva rassegnarsi a portare in spalla un mezzo demonio.
CITAZIONE
-Smettila, Hattori!! Lucci, digli qualcosa tu!-

In un primo momento, Lucci pensò di ricorrere di nuovo al suo frutto del diavolo. Tuttavia, considerata la rabbia cieca del pennuto, dubitava potesse funzionare una seconda volta, e di certo non poteva essere una soluzione definitiva al problema. Allora, osservando Kaku che tentava di parare i colpi, si ricordò di un particolare curioso che poteva giocare in loro favore. Anche se Kaku non ne sarebbe stato troppo entusiasta.
«Lululalalu...» canticchiò senza muovere le labbra, come faceva sempre nei cinque lunghi anni a Water Seven.
Hattori ci rimase di sasso. Guardava ora lui, ora Kaku, confuso e con gli occhietti ricolmi di panico.
«Starei attento a dargli fastidio, se fossi in te.» Lo ammonì Lucci. A incutere terrore ai criminali era bravo, ma coi piccioni, a quanto pare, non era da meno.
«Puuuur...?»
«Non sono stato io.»
«Puuuuuurrr!!»
«Non ti prendo in giro. Guarda.» Tolse di mano a Kaku il cuscino che usava come scudo e gli indicò il naso con l'espressione più seria del mondo. «Credo che sia un suo cugino di terzo grado, o giù di lì...»
Stavolta Hattori rabbrividì. Atterrò sul letto e indietreggiò cautamente da Kaku, senza perderlo di vista. Chissà, forse aspettandosi di vedergli spuntare tre corna e una fionda dal nulla.
Incredibile ma vero: ogni tanto, le strategie idiote del lupastro funzionavano eccome.

Non so proprio di che parli u_ù
 
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view post Posted on 22/5/2016, 15:05
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Kaku


Rimase basito.
Cosa aveva fatto e detto Lucci?
Poiché era un agente della cp9 anche lui, Kaku riuscì a mantenere il sangue freddo, anche se non riuscì a controllare qualche goccia di sudore gelato sulle tempie. Hattori lo fissò con insistenza muovendosi sul lenzuolo sempre più lontano da lui. Beh, doveva cogliere al volo l'occasione.
-Lululalalù.- canticchiò con un sorrisetto a fior di labbra, ottenendo di mettere in fuga il piccione più indisponente dell'universo. Il povero pennuto si rifugiò sulla libreria e, seminascosto dietro un vecchio orologio, spiò Kaku con timore misto a curiosità.
-Al prossimo lavoro ti porterò qualche pietra preziosa, ok?- patteggiò Kaku per tenerselo buono senza doverlo ricattare a vita con la storia del cecchino. Hattori emise un -Puuuurr- appena udibile.
Se avessero dovuto scontrarsi nuovamente con Cappello di Paglia forse sarebbe stato un problema.
Lanciò un'occhiata di sottecchi a Lucci prima di sorridere divertito.
-Non immaginavo che un certo artista di strada venisse nuovamente in mio soccorso, signor Rob Lucci.-
Benché la cosa non gli dispiacesse troppo, segretamente, Kaku sperava che non continuasse sempre così. Non poteva sempre essere lui la damigella da salvare.
Non immaginava certo cosa il destino avrebbe avuto in serbo per loro di lì a poco, perché quella notte folle, fu solo il preludio della vera tragedia.


-Non voglio più farlo!-
-Devi farlo.- rispose il più freddamente possibile Lusky. -Ti è stata offerta questa possibilità, sarebbe stupido sprecarla.-
-Più che una possibilità mi sembra solo un gran ricatto.- fu la replica acida che incontrò lo sguardo sfuggente di Auron.
-Non c'è scelta.- replicò il maestro, chinando il capo.
Non ce n'era davvero?

Certo certo e io farò finta di crederci u.u
 
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view post Posted on 24/5/2016, 16:21
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Rob Lucci

Tutto si poteva dire, ma non che Kaku non avesse intraprendenza. Il povero (beh, mica tanto) Hattori c'era cascato con tutte le penne.

CITAZIONE
-Non immaginavo che un certo artista di strada venisse nuovamente in mio soccorso, signor Rob Lucci.-

«Mpf.» Una nota corrucciata comparve tra gli occhi di Lucci nel sentirsi appellare in quel modo. Quasi invidiò lo spirito con cui Kaku riusciva a parlare del sogno, perché per lui la vergogna di aver vestito i panni di un deficiente era sempre dietro l'angolo.
«Con questo, la storia dello scivolo giraffa è archiviata» decretò alla fine, alzandosi. «Ora sarà meglio renderci presentabili per il pranzo.»
Sottolineò la parola facendo scivolare lo sguardo sul corpo nudo di Kaku. Rimpianse di essersene separato così presto, ma d'altro canto, Lucci non mangiava dal giorno precedente e cominciava ad avvertire i morsi della fame. Immaginava di non essere il solo.
Con un cenno del capo indicò la porta del bagno a Kaku. «...Vieni?»
Suonò curioso persino a lui: l'ultima volta, in una circostanza analoga, aveva preferito che l'altro lo precedesse sotto la doccia. Era stata la prima volta che faceva l'amore con Kaku e gli era parso tutto così tremendamente sbagliato che condividere un altro momento insieme, stretti in uno spazio tanto piccolo, sembrava una pessima idea. Adesso, non uno di quei pensieri rischiò lontanamente di sfiorare Lucci.


Califa percorreva svelta i corridoi dei piani più alti della torre come se non li avesse mai lasciati per trasferirsi ad Enies Lobby.
Con l'unica valigia che si erano portati dietro da San Popula stretta in mano, aveva tutta l'aria di chi tentava un'evasione, e non di chi, invece, passava semplicemente a distribuire vestiti puliti nelle camere dei suoi colleghi. Era un compito ingrato, non le toccava e non le era stato richiesto, ma era un modo temporaneo per scappare davvero: scappare dal maestro, da suo padre, dalle ultime parole che le aveva rivolto.
«Sei una sciocca se pensi che loro non lo farebbero, al tuo posto.»
A Califa, non faceva tanto male la prepotenza del suo unico genitore quanto il non essere del tutto certa, in cuor suo, che si stesse sbagliando. Era quella la cosa peggiore, in fondo: la sensazione di non potersi fidare veramente di nessuno.
Sospirò, fermandosi davanti alla camera di Jabura. "KEEP OUT!" recitava il cartello sbiadito e ingrigito dalla polvere al centro della porta. Lo ignorò -lo faceva sempre, anche da bambina-, entrò e fece quel che doveva, depositando una camicia sgargiante su una poltrona in quel caos immenso che governava la tana del lupo. Uscì e passò dalle stanze di Fukuro e Kumadori, poi arrivò a quella di Lucci.
Forse avrebbe dovuto insistere a dire di partire subito. Poteva farlo, sì, ma se poi avesse destato sospetti...
Trasse un sospiro più lungo.
C'era ancora un po' di tempo, tentò di convincersi, ricacciando l'amaro in gola.
Bussò alla porta, più per abitudine che perché si aspettasse di trovare qualcuno, e varcò la soglia della stanza.


Kaku sei impresentabile :nono:

Ok, l'ho fatto perché avevamo bisogno di vestiti puliti, ma anche perché figure di merda non ne avevamo fatte abbastanza xD
 
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view post Posted on 24/5/2016, 19:21
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Kaku

Sbatté le palpebre perplesso.
Lucci che lo invitava a seguirlo sotto la doccia?
Sentì l'eccitazione tornare a pulsare prepotentemente nel suo corpo.
"Sta a cuccia tu." comunicò al suo coso "E' solo una doccia."
Una doccia INSIEME a Lucci, che poteva avere risvolti particolari...
Si accorse di averci messo troppo a rispondere e si affrettò (ma senza fretta apparente) a raggiungere il compagno sulla porta del bagno.
-Che ne è della tua idrofobia?- sogghignò prima di entrare.

Il bagno era rimasto pulito e ordinato. Ogni cosa era impeccabilmente al suo posto.
Kaku si spostò per permettere all'altro di entrare per primo sotto la doccia, dopotutto era il "padrone di casa".
-Spero che quei tre trovino qualcosa di commestibile da mangiare.- commentò poi, tanto per fare conversazione. -Non so te, ma conoscendoli sarebbero capaci di trovare qualcosa di nocivo.-
Una volta che Lucci fu sotto la doccia, lo raggiunse.
Era assurdo essere così impacciato DOPO aver fatto sesso due volte. Era meno assurdo considerato che il raziocinio era tornato a far da padrone. Kaku si grattò lo zigomo e fece vagare lo sguardo per il bagno, cercando le parole per avviare una conversazione. Ma non ne trovò. Evidentemente non ce n'era bisogno.
Si permise di guardare Lucci tutto intero, così da vicino, senza il piacere ad annebbiargli i sensi e quel che vide gli piacque ancor più di quando il corpo dell'altro di muoveva su di lui. Allora poteva scorgerne solo sprazzi di pelle e annegare nel piacere e nel suo profumo. Ora poteva annegare in tutto ciò vedendo tutto tutto nel suo insieme. L'istinto lo mosse a toccare nuovamente quel corpo e la sua mano si posò sugli addominali scolpiti di Lucci.
D'un tratto l'imbarazzo lo fece tornare sulla terra e distolse mano e sguardo, imbarazzato. Forse l'altro non avrebbe gradito.
-Scusa...- mormorò.


Oh fantastico, non poteva mancare la figura di merda. Lucci si è abbonato ormai XD
Kaku: Io sarei impresentabile? Chissà di chi è la colpa :fua:
 
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view post Posted on 25/5/2016, 22:58
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The storm is approaching

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Rob Lucci

Convenne che non c'era da fidarsi di quei tre impiastri, c'era solo da sperare che nessun animale commestibile sull'isola fosse tossico o velenoso.
Poi Kaku lo raggiunse sotto la doccia e Lucci percepì distintamente dell'imbarazzo. All'inizio, nel modo in cui il suo sguardo vagò per la stanza, dopo, nella velocità con cui lo ritrasse dal suo corpo, assieme alla mano.

CITAZIONE
-Scusa...-

Gli prese il mento tra il pollice e l'indice e riportò a sé i suoi occhi. Per un lungo istante, Lucci rimase a guardare Kaku senza dire nulla.
Non voleva che si scusasse. Non ne aveva motivo e non ne avrebbe mai avuto, finché si appartenevano.
Scelse di dirglielo come gli veniva più naturale: in silenzio, baciandolo con tocchi leggeri, intervallati da piccole pause. Mentre le labbra articolavano quel discorso segreto, Lucci fece scivolare le mani lungo le braccia del compagno, finché non trovò le sue, di mani. Le prese e se le adagiò sul corpo, nel punto in cui Kaku l'aveva toccato prima di ritrarsi.
Gli piaceva sentirle addosso. Gli piaceva avere addosso l'odore, i segni, persino i morsi dell'altro, nonostante i grattacapi con certi idioti dalla bocca troppo larga. Erano la testimonianza che le cose belle, inaspettatamente, capitavano anche a quelli come lui.
Quando credette di aver dissolto le incertezze di Kaku, Lucci aprì l'erogatore dell'acqua, che uscì subito tiepida e bagnò loro i capelli e le spalle.
Rabbrividì un poco. Inutile, non poteva evitarlo. E non aveva nessuna importanza che fosse fredda o calda: dal giorno in cui aveva mangiato il Felis Felis, il suo primo impatto con l'acqua era sempre repellente. Sperò che Kaku non ci badasse, o che attribuisse quel brivido a qualcos'altro (il che era del tutto plausibile, vista la situazione).
Poi lo sentì, o gli parve di sentirlo: un rumore, oltre lo scroscio dell'acqua sulle ante. Fermò le mani (nel frattempo scese ad accarezzare, molto casualmente, il fondoschiena di Kaku) e anche la lingua.
«Hai sentito...?»


Califa capì che qualcosa lì dentro non quadrava, ancor prima di accorgersi del rumore dell'acqua aperta nel bagno. Gli indumenti erano sparsi sul pavimento come se qualcuno avesse avuto una gran fretta di disfarsene.
Mosse un passo avanti, incerta. La porta del bagno era solo socchiusa.
«Lucci?»
«Puuuur!»
Il richiamo del piccione la fece voltare, ma l'occhio le cadde su un altro particolare, l'unico accessorio presente sopra la trapunta del letto sfatto: un berretto. Il berretto di Kaku. Già, c'erano anche i suoi vestiti per terra, assieme a quelli di Lucci...
Califa si sentì mortificare. La valigia le sfuggì di mano, cadendo a terra con un tonfo ben udibile.
«Acc...!» Si affrettò a raccoglierla, ma capì che era troppo tardi per andarsene facendo finta di nulla: l'acqua si era appena fermata. L'avevano sentita.


Lucci giurò a sé stesso che se il brutto muso di Jabura fosse sbucato dalla porta per sorprenderli nudi dentro la doccia, quel brutto muso non avrebbe visto nient'altro nella sua misera e irritante esistenza.
Con l'indice premuto contro il naso, fece segno a Kaku di restare in silenzio. Magari era solo Fukuro, o Kumadori: entrambi troppo tardi per capire che c'era qualcun altro nella stanza con lui. O magari era uno dei bambini venuti a curiosare...
Poi, finalmente, l'intruso ruppe il silenzio, parlando a voce abbastanza alta da farsi sentire restando nella stanza.
«Lucci, sono io. Sono venuta a lasciarti dei vestiti nuovi.»
Una voce femminile. Perfetto: tra tanti idioti di sesso maschile, li aveva (quasi) colti sul fatto l'unica donna presente sull'isola!
«Sì. D'accordo.» Lucci tentò di dare una parvenza di compostezza alla sua voce.
Attese di udire Califa che usciva, richiudendosi la porta alle spalle. Invece, dopo alcuni secondi di imbarazzato silenzio, le sentì aggiungere:
«Lascio qui anche i tuoi, Kaku.»


Credevi di farla franca, giraffolo? xD


Edited by Vegethia - 26/5/2016, 00:24
 
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