Rob LucciDomani, aveva detto Auron ai bambini. Un avverbio che sollevava in Lucci molte domande, probabilmente le stesse che leggeva negli occhi di Kaku quando l'ebbe accanto, davanti alla porta della sala riunioni.
Forse non sarebbe stata necessaria una partenza anticipata, dopotutto. Forse su quell'isola erano davvero ancora i benvenuti.
Le sue congetture furono interrotte dalla vista di Lusky e dalla donna del paese di Wa, madre di Kumadori, apparsa come il colpo di scena d'uno spettacolo drammatico.
Lucci rimase impassibile, ma dentro di sé fu solidale alla reazione del resto dei compagni. Che diavolo, Kumadori li aveva tediati per anni parlando della madre defunta; invece eccola lì, viva e vegeta e toccata almeno quanto il figlio.
«Puuuur!» borbottò Hattori.
Appunto, convenne Lucci.
Quale insulto avesse espresso il piccione lo sapevano solo loro due.
Ben presto Lusky riportò l'attenzione su argomenti più seri, riguardanti i loro attuali rapporti col Governo, o per meglio dire la brusca interruzione degli stessi dopo i fatti di Enies Lobby.
A Lucci premeva capire, in primis, se sull'isola potevano ritenersi al sicuro; in secondo luogo, fino a che punto Spandam avesse compromesso la loro posizione con le autorità. Ma fu Auron a scegliere da dove cominciare.
«Sì. A Water Seven è andata meglio di quanto sperassimo.» rispose Lucci al maestro, anche a nome degli altri agenti infiltrati «Oltre ai progetti di Pluton abbiamo anche arrestato Nico Robin.»
«Per poi farvela sfuggire sul ponte dell'esitazione.» replicò Lusky critico.
«
Spandam se l'è fatta sfuggire.» puntualizzò seccamente Lucci. Sapeva riconoscere una falla nei suoi piani, e sapeva sin dall'inizio che mandare Spandam da solo lo era (quell'uomo riusciva ad essere pericoloso per la sua stessa vita), ma non aveva avuto scelta: Cappello di Paglia non gliel'aveva lasciata.
«Spandam ha affermato di essere stato attaccato da una specie di gorilla lungo il ponte.»
«Non sarà stato il suo stupido elefante a rivoltarglisi contro?» azzardò Jabura in risposta ad Auron. Considerando l'inettitudine dell'ex capo, il dubbio che potesse trattarsi di Funkfleed era lecito.
«No, era Cutty Flam, che avrebbe potuto evitare, se avesse fatto in fretta.» Ma badare ad una donna indifesa e resa del tutto innocua dall'agalmatolite era un compito troppo grande per quell'idiota, evidentemente.
«...E poi ha detto che non siete stati sconfitti, ma vi siete fatti soffiare le chiavi delle manette di Nico Robin. A parte Lucci e Blueno, che sono stati visti combattere da più testimoni.»
«Questa poi...!» ringhiò Jabura a denti stretti. «E la torre tranciata
da lui di netto, nello scontro con Roronoa? Non l'hanno vista!?» era troppo arrabbiato per sbellicarsi dal ridere al pensiero di un Kaku ancora incapace di controllare del tutto il suo frutto del diavolo.
«
Comunque siete stati sconfitti dalla ciurma di Cappello di Paglia.» tagliò corto Lusky, facendo un rapido resoconto dell'esito della battaglia «I progetti di Pluton sono andati distrutti, Nico Robin è scappata coi pirati, e l'isola Governativa è letteralmente in macerie!»
«E' questa la conseguenza più pesante dell'intera vicenda.» convenne Auron, con una calma che lasciava trasparire minor preoccupazione, rispetto a Lusky, per le sorti dei suoi vecchi allievi. «Il Buster Call è stato un provvedimento eccessivo, che non ha portato a nulla, piuttosto ha distrutto uno dei principali simboli della giustizia mondiale.»
Lucci inarcò un sopracciglio e inclinò leggermente la testa da un lato mentre formulava un pensiero che riteneva comune: «Il Buster Call non è nostra responsabilità. Solo il nostro ex capo aveva il potere di richiederne uno.»
Auron, Lusky e la madre di Kumadori si scambiarono una lunga occhiata silenziosa. Lucci capì di aver sfiorato un nervo scoperto, forse proprio il cuore pulsante della questione. Quel punto poteva essere stato oggetto di intensi dibattiti anche tra i piani alti del Governo.
Finalmente il maestro parlò, confermando un sospetto che già si andava insinuando in lui: «Spandam sostiene che è stato un'idea vostra. Che l'avete costretto a richiederlo.»
«Io quel bastardo lo ammazzo!» ululò Jabura, infiammandosi all'istante «Sono tutte stronzate!»
Lucci non si voltò a guardare il resto dei suoi compagni, ma non dubitava che se l'avesse fatto, vi avrebbe scorto la stessa rabbia inespressa che ribolliva in lui, e che invece gorgogliava, visibile come un vulcano in eruzione, in Jabura.
Si appellò ai nervi saldi e tentò di articolare una risposta un po' meno istintiva.
«Per una volta, ha ragione lui: è totalmente falso.»
Sforzandosi di ricordare gli ultimi momenti condivisi con quella carogna, aggiunse: «Ho scortato Spandam e Nico Robin fino alla prima torre del ponte dell'esitazione e non ha chiamato il Buster Call in mia presenza. L'ha fatto solo dopo...»
«...per errore.» terminò Califa. «Doveva usare l'altro lumacofono, ma ha preso per sbaglio quello d'oro.»
«Si può essere più deficienti??» incalzò Jabura.
Auron sospirò, incrociando gli avambracci sul petto.
«Lo sappiamo. Cioè, lo immaginavamo. Qualche superstite ha raccontato questa versione dei fatti, dalla trasmissione ascoltata sull'isola, ma non essendovi testimoni oculari...»
«...E' solo la vostra parola contro quella di Spandam.» fece presente Lusky. «E non c'è bisogno di ricordarvi che stiamo parlando del figlio di Spandine, colui che distrusse Ohara e liberò il mondo dai suoi demoni.»
Una sorte di eroe per il Governo Mondiale, insomma. Mentre Lucci e gli altri, con sola eccezione di Califa e Kumadori, rimanevano un pugno di orfani graziati e allevati dal Governo; poco o nulla importava che avessero fatto carriera nel Cipher Pol: la loro parola rimaneva quella dei figli di nessuno.
«La soluzione migliore è che vi consegniate alle autorità spontaneamente.» continuò Lusky «Patteggiando un accordo con Spandam, forse riuscirete a riavere il vostro lavoro dopo qualche anno dietro le sbarre... o, volendo essere ottimisti, dopo un periodo di sospensione dagli incarichi governativi.»
Quella prospettiva scatenò nell'orgoglio di Lucci un'onta di indignazione pura.
«Non ci prenderemo le colpe di quell'incompetente, men che meno lavoreremo ancora per lui!»
Piuttosto, si sarebbe tolto lo sfizio di uccidere Spandam con le sue mani e di rendere così un servizio all'umanità.
«Ma non avete scelta!» insisté l'uomo. «Spandine sta cercando un capro espiatorio per suo figlio e a farne le spese sarete comunque voi. Se non patteggiate è probabile che vi spediscano ad Impel Down!»
«Una scelta c'è, e l'abbiamo già presa.» replicò Lucci in tono risoluto, come a dire che non erano tornati sull'isola in cerca di consigli. «Non ci costituiremo. Non torneremo nel Governo Mondiale.»
Il padre di Califa lo investì con uno sguardo glaciale. Non appariva neanche troppo sorpreso, forse perché in parte aveva ipotizzato una risposta del genere (come anche Auron e la madre di Kumadori), ma l'asprezza nei suoi occhi era tale che sembrava potesse corrodere i muri.
«E cosa pensate di fare, esattamente? Di vagabondare e vivere alla giornata per il resto dei vostri giorni? Dopo una vita di sacrifici, rinuncereste così alla vostra posizione?»
Da un lato, Lucci lo capiva. Capiva quanto fosse insensato e disonorevole per dei killer professionisti della loro portata darsi alla macchia, tuffarsi in una vita che nulla aveva a che fare con loro. Ma non poteva non tener conto dei suoi compagni, di come lo avessero salvato a San Popula, di come la sera precedente avessero esternato il desiderio di partire per altre isole e intraprendere nuovi mestieri mollando -almeno per il momento- la carriera da assassini.
E, soprattutto, non poteva non tener conto di Kaku, di ciò che era diventato il loro legame e di cosa sarebbe stato disposto a fare per esso.
Salti tu, salto io.Già. C'era un fondo di verità anche nell'oblio dei sogni più assurdi.
«Anche se fosse così, la cosa non ti riguarda.»
Stavolta il messaggio sfiorò il limite dell'arroganza. Lusky gli rispose con un'altra smorfia carica di disprezzo. Non poteva immaginare quanto somigliasse alla Califa del Titanic, che con ogni sguardo evidenziava quanto fosse inadatto Rob Lucci in prima classe.
«E voi tutti appoggiate quest'idea sconsiderata?» lo sguardo dell'uomo trafisse uno per uno i membri dell'ex CP9, a partire da Kaku, il più vicino a Lucci, per finire con la figlia, sulla quale sostò per interminabili secondi.
Chiedo venia, questo post è veramente palloso t.t
Che infame, Spanda!