A difficult change, Marco x Ace

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view post Posted on 25/11/2015, 22:17
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Portgas D. Ace

Il giovane, avendo il sonno pesante, non si rese conto di esser stato preso in braccio e trasportato nella camera di Marco, ma quando fu coperto dal lenzuolo si agitò un poco, rannicchiandosi su di un fianco, e non ci mise infatti molto a destarsi dal suo sonno. Perché? Proprio quando si era assopito senza problemi, senza pensare alla situazione in cui era finito, qualcosa lo disturbava. Con una lentezza dettata dalla stanchezza, Ace schiuse le palpebre e le sollevò quel poco che occorreva per poter distinguere la parete di fronte a sé, rimanendo poi fermo per una buona manciata di minuti, ovvero il tempo che serviva al suo cervello per svegliarsi e riattivarsi. Solo poi si rese conto che qualcosa non quadrava.
Per prima cosa: da quando c'erano pareti sul ponte? Perché ricordava benissimo di essere rimasto fuori e di non essere entrato da nessuna parte, per seconda cosa: quello che percepiva sopra di sé era un lenzuolo? Perché era coperto da un lenzuolo? Rendendosi, finalmente, conto di essere in una cabina, si tirò su seduto con uno scatto degno di una molla, poi si guardò intorno per cercare di capire in quale cabina fosse. E per un istante sperò di essere stato portato in quella che gli avevano assegnato. Invano.
Non appena i suoi occhi avevano catturato la figura del comandante in prima seduto alla scrivania, assottigliò lo sguardo in un'espressione ben poco amichevole.

"Cosa diavolo ci faccio io nella tua cabina, mh?!"

Sibilò tali parole.
Solo l'idea di essere stato trovato mentre dormiva lo faceva arrabbiare -con sé stesso, soprattutto, per essersi fatto beccare in un tale momento di debolezza dal nemico-, se poi pensava al fatto che proprio Marco lo avesse trovato e fosse anche stato così gentile da portarlo nella sua cabina, beh, s'imbestialiva! Ma dovevano capitare tutte a lui?!

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:49
 
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Marco

Avrebbe preferito se Ace avesse riposato per tutta la notte, anche se ciò avrebbe significato non dormire, un po' perché si sarebbe riposato definitivamente, un po' perché non avrebbe fatto danni in giro e un po' per evitare un'altra discussione. Ma non aveva avuto così tanta fortuna, evidentemente. Con un sospiro, dovette abbandonare di nuovo il lavoro.

CITAZIONE
"Cosa diavolo ci faccio io nella tua cabina, mh?!"

"Perché ti sei addormentato in giro per la nave e non saresti mai riuscito a riposarti come si deve sdraiato a terra" rispose gentilmente, senza però voltarsi a guardarlo. "La vera domanda che ti devi fare è perché sei crollato sul ponte." Solo in quel momento si voltò verso di lui. "E la risposta è che sei troppo stanco. Per cui sdraiati e dormi. Per stanotte te la puoi prendere comoda."
Non sapeva se Ace avrebbe accettato l'offerta, ma doveva almeno provarci.
 
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Perché ti sei addormentato in giro per la nave e non saresti mai riuscito a riposarti come si deve sdraiato a terra" "La vera domanda che ti devi fare è perché sei crollato sul ponte."

Oh, ecco il perché! Ma certo, ora si preoccupavano pure per lui come se fosse un amico, non un pirata pericoloso che vuole far fuori il capitano della ciurma.
Trattenne un piccolo ringhio minaccioso, più che altro spaesato dal tono gentile con il quale l'altro gli si era rivolto. Se non lo avesse infilato nella lista dei nemici, Ace di certo si sarebbe calmato all'istante di fronte a quel tono, inoltre c'era da ammettere che Marco fosse oggettivamente attraente, almeno sotto l'aspetto fisico.

CITAZIONE
"E la risposta è che sei troppo stanco. Per cui sdraiati e dormi. Per stanotte te la puoi prendere comoda."

Si riscosse dai suoi pensieri un po' inopportuni e lo guardò male. Lui non era stanco, soffriva solo di una leggera narcolessia -che proprio leggera non era, ma quelli erano dettagli irrilevanti- che lo aveva portato a crollare addormentato in un luogo poco consigliato e troppo esposto. Lui era in forze e non aveva bisogno di riposare.
"Non sono stanco, e non me la posso prendere comoda! E, anche se potessi, di certo non me la prenderei comoda nella tua stanza!"
Senza contare che aveva saltato la cena pur di non stare con gli altri e voleva infiltrarsi nelle cucine una volta che queste si fossero svuotate, e se fosse rimasto ad occupare il letto del comandante in prima lui non avrebbe dormito, così non sarebbe nemmeno potuto sgattaiolare via in piena notte. L'improvvisa idea che l'altro, pur di poter dormire, si infilasse con lui sotto le lenzuola lo fece quasi arrossire. Quasi.
Si tolse il lenzuolo di dosso e scese dal letto dopo un leggero tentennamento di soli pochi istanti. Era vero, aveva sonno ed aveva bisogno di dormire, ma non poteva rinunciare alla sua idea dell'agguato notturno, no? Certo, Barbabianca non sarebbe scappato e la mattina lo avrebbe trovato ancora lì al suo posto, ma l'idea di rimanere lì, in quella camera, dopo l'improvviso pensiero di lui e Marco a dormire insieme... no, non poteva proprio rimanere in quella stanza.
"Non ho bisogno della tua gentilezza."

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:49
 
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Marco

CITAZIONE
"Non sono stanco, e non me la posso prendere comoda! E, anche se potessi, di certo non me la prenderei comoda nella tua stanza!"

Non che Marco non si aspettasse una rispostaccia, ma stava iniziando a stancarsi. Era davvero dura cercare di non trattare una persona come un ragazzino, sapendo che non lo è, quando quest'ultimo si comporta come tale. O, peggio, come un bambino.
Non era stato nemmeno un errore portarlo nella sua camera, era probabile che si sarebbe svegliato anche nell'altra e non avrebbe avuto nessuno lì a fermarlo, così non si sarebbe riposato nulla. Considerando ovviamente se Marco sarebbe stato capace di fermarlo, cosa che non era ancora certa.

CITAZIONE
"Non ho bisogno della tua gentilezza."

A Marco non era affatto sfuggito il lieve tentennamento che aveva avuto alzandosi, segno che chiaramente il suo corpo aveva bisogno di riposarsi e rilassarsi, non di andare in giro per la nave a fare chissà cosa, ma di sicuro nulla che l'avrebbe aiutato a riprendersi.
"E allora non prenderla come gentilezza" affermò, alzandosi dalla scrivania e muovendosi di due passi per bloccargli la strada verso l'uscita. "Prendilo come opportunismo. Se vuoi avere qualche chance di uccidere il babbo devi riposarti, quindi fossi in te ne approfitterei." Poi, in un attimo, si fece in avanti e lo spinse nuovamente sul letto, la schiena premuta contro il materasso e le mani strette sul suo braccio e sulla sua spalla.
"Oppure, se preferisci, posso sempre legarti al letto, così non la prenderai più come gentilezza."
 
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"E allora non prenderla come gentilezza"

Non appena si vide bloccare l'unica via d'uscita, d'istinto fece un passo indietro e si irrigidì, preparandosi a lottare pur di poter andar via.

CITAZIONE
"Prendilo come opportunismo. Se vuoi avere qualche chance di uccidere il babbo devi riposarti, quindi fossi in te ne approfitterei."

Cercò di opporsi quando si sentì spingere sul letto, ma il suo corpo era stremato dai giorni passati, non aveva abbastanza forza per resistere e gli era bastato esser di nuovo a contatto con il materasso per percepire i propri muscoli rilassarsi, decisamente felici di essere distesi su di una superficie morbida.

CITAZIONE
"Oppure, se preferisci, posso sempre legarti al letto, così non la prenderai più come gentilezza."

Un leggero rossore gli imporporò le guance nel ritrovarsi in quella situazione che, almeno ai suoi occhi, poteva essere fraintesa. Ma perché dovevano capitare a lui? E poi, dov'era finito il tono gentile dell'altro? Distolse lo sguardo nel farsi quell'insensata domanda. Poi sbuffò e si arrese, abbandonandosi del tutto contro il materasso. Rischiare di intraprendere uno scontro in quelle condizioni sarebbe stato un suicidio.
"Va bene, mi arrendo! Contento? Ora togliti di dosso!"
Tornò a guardarlo, di nuovo con lo sguardo indurito.
"Spero almeno tu non voglia dormire con me!"
Così magari avrò un occasione per andarmene dopo che ti sarai addormentato, pensò, sebbene sapesse che, ormai, il suo corpo si sarebbe rifiutato di alzarsi da lì almeno fino al mattino successivo. Dunque quel pensiero sarebbe certamente rimasto tale.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:51
 
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Marco

Il lieve rossore sulle guance di Ace diede a Marco la chiara idea che aveva superato il limite che si era imposto, se persino a lui (che lo vedeva come un nemico) la situazione era apparsa equivoca. Aveva sentito i suoi muscoli rilassarsi al contatto con il materasso, per cui l'unica cosa a cui aveva pensato era che forse sarebbe riuscito a farlo riposare. Eppure, così sopra di lui, non poteva negare che gli stessero venendo dei pensieri che nulla avevano a che fare con il riposarsi.

CITAZIONE
"Va bene, mi arrendo! Contento? Ora togliti di dosso!"

Fortunatamente Ace gli diede l'occasione di togliersi da quella posizione prima che le cose diventassero eccessivamente imbarazzanti. "Peccato..." gli sfuggì comunque dalle labbra, mentre si alzava e tornava alla scrivania.

CITAZIONE
"Spero almeno tu non voglia dormire con me!"

"Tranquillo, ho un sacco a pelo per le emergenze" lo assicurò immediatamente. Non che non ci avesse pensato, più che altro per tenelo d'occhio durante la notte, ma aveva scartato l'idea, per ovvie ragioni. Ace non solo li vedeva come nemici, ma era ovvio che non si fidasse di loro, e non riteneva che dormirci assieme avrebbe aiutato la loro causa. Anche se Marco non avesse avuto strani pensieri in testa, cosa che comunque aveva.
"Il letto per stanotte è tuo, ne hai bisogno" gli fece presente. "E poi ho da lavorare, non sono nemmeno sicuro che andrò a dormire del tutto." Benché fosse capacissimo di passare la notte in bianco e l'avesse fatto in altre occasioni, era più un appunto nel caso Ace avesse tentato di aspettare sveglio e di sgattaiolare fuori della stanza per evitare di riposarsi.
"E tranquillizzati, a me non piacciono i ragazzini."
Cosa che, in questo particolare caso, era una gigantesca bugia.
 
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Portgas D. Ace

Seguì il comandante con lo sguardo, osservandolo mentre se ne tornava alla scrivania, e tirò internamente un sospiro di sollievo nel non averlo più sopra di sé.

CITAZIONE
"Tranquillo, ho un sacco a pelo per le emergenze" "Il letto per stanotte è tuo, ne hai bisogno" "E poi ho da lavorare, non sono nemmeno sicuro che andrò a dormire del tutto."

Non poté evitare di guardarlo con perplessità a quelle parole, poi si voltò su di un fianco per star più comodo -in fondo, ormai, era meglio approfittare di quella possibilità per riposarsi bene e star comodo- e prese a borbottare tra sé.
"Ma bene, mi fai tanto l paternale perché devo riposarmi e tu in primis non dormi? Certo che su questa nave la coerenza si può trovare in ogni angolo!"
Sbuffò ed affondò la guancia nel cuscino, trattenendo un mugolio rilassato. Aveva decisamente bisogno di quel riposo che l'altro voleva imporgli, e sebbene sapere che non avrebbero dormito insieme lo tranquillizzava, l'idea di essere tenuto d'occhio durante il sonno lo agitava e, sì, un po' anche lo inquietava. Gli dava la sensazione di essere spiato, inoltre avrebbe rischiato di parlare nel sonno, cosa già successa in passato.

CITAZIONE
"E tranquillizzati, a me non piacciono i ragazzini."

L'ennesimo sbuffo fuoriuscì dalle sue labbra mentre alzava gli occhi verso il soffitto. Perché le persone si ostinavano a chiamarlo ragazzino? Va bene che aveva diciassette anni, ma era un pirata, per l'amor del cielo! Possibile che nessuno capisse che lui non era un ragazzino?
"Nemmeno a me piacciono i vecchietti, così non dovrai temere che io ti salti addosso."
Detto ciò si voltò sull'altro fianco, dando le spalle a Marco. Per lui la cosa era chiusa lì, il biondo voleva che si riposasse e lui lo avrebbe fatto, ma aveva il vizio di voler avere sempre l'ultima parola, almeno in discussioni come quelle. Non gli piaceva ritrovarsi a non saper rispondere, così chiuse infine gli occhi e, contrariamente a quanto si era aspettato, non ci mise molto a ricadere nel sonno profondo in cui era prima ancor di essere spostato dal ponte.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:50
 
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Marco

CITAZIONE
"Nemmeno a me piacciono i vecchietti, così non dovrai temere che io ti salti addosso."

Marco ridacchiò fra sé ed ebbe la chiara tentazione di rispondergli che era proprio quello che temeva, guarda, e che adesso era molto più tranquillo, ma alla fine non lo fece. Era sollevato che Ace avesse finalmente accettato la sua proposta e si fosse messo comodo nel suo letto per rischiare un'altra discussione infinita.
Rivolse il suo sguardo alla scrivania e alla pila di foglia a cui doveva dedicarsi, ma non perse effettivamente d'occhio Ace finché non sentì il suo respiro assestarsi. Gli scoccò quindi una rapida occhiata, per verificare che si fosse davvero riaddormentato e lui potesse star tranquillo sulla questione. Era davvero incredibile come, da addormentato, Ace paresse differente da sveglio. Il suo viso si rilassava, facendolo apparire tanto giovane quanto era in effetti, e rilassato nonostante le ferite ancora evidenti, completamente diverso dal racasso che teneva sempre il muso ed era arabbiato con il mondo.
Poi Marco si rese conto che era abbastanza da maniaci fissare qualcuno che dormiva e tornò a dedicarsi ai suoi fogli, scoprendo che era decisamente più facile concentrarsi quando l'alternativa era ricordarsi che Ace stava dormendo nel suo letto, con tutti i pensieri che non voleva fare che ne potevano conseguire. Solo una cosa non riusciva a togliersi dalla testa. Ace l'aveva definito "vecchietto". Per quanto Marco non si ritenesse affatto così vecchio da aver diritto a quel soprannome, era indubitamente vero che tra lui e Ace passessero abbastanza anni. E che Ace fosse effettivamente così giovane da potersi permettere di dare agli adulti come lui dei 'vecchietti'. Per quanto fosse una cosa che già sapeva, averla sentita pronunciare da lui gli aveva dato una brutta sensazione. Era come la conferma definitiva che doveva smettere di farsi teatrini mentali per qualcosa che non era giusto accadesse.
Quando fu a buon punto col lavoro, si chiese se non fosse il caso di mettersi a dormire almeno un paio d'ore, ma peferiva comunque essere sicuro che Ace recuperasse tutta la stanchezza che aveva da recuperare. Così proseguì fino all'alba, quando si rese conto di non riuscire più a vedere i numeri. Allora, fidandosi che Ace, se non si era svegliato fino a quel momento, non l'avrebbe fatto ancora per un po', si alzò e fece un giro del ponte. L'aria frizzante mattutina gli diede la possibilità di riprendersi dalla stanchezza accumulata, poi fece un salto in cucina. I cuochi erano già arzilli per preparare la colazione e dalla cucina proveniva un buon odore di pane e paste appena sfornate.
"Ehi" lo salutò allegramente Satch, che dato il suo lavoro era un altro nottambulo là dentro. "Come va?"
"Tutto bene, ho lavorato tutta la notte."
"Allora ti faccio un caffé." E gli servì davanti una tazza fumante di liquodo nero e amaro, assieme ad una fetta di pane riempita di ogni ben di dio, calda, a cui Marco non poté dire di no. "E il nostro ospite? L'hai più visto?" domandò, mentre lo guardava mangiare.
"Sì, è in camera mia. A dormire, Satch, a dormire" specificò, con sguardo truce, nel notare il sorriso sornione del compagno. "Ieri è crollato sul ponte, aveva decisamente bisogno di un letto dove riposarsi."
"Capisco" mormorò Satch, senza che quel sorrisetto irritante lo lasciasse. Poi diede qualche ordine ai cuochi della sua divisione, che prepararono in fretta un non tanto piccolo cestino, pieno di paste e salato. "Per Ace, quando si sveglia. Sai che certe persone vanno prese per la gola."
"Allora gli suggerirò di provarci con te" lo prese in giro Marco, ma prese comunque con sé il panino e lo portò nella sua cabina, dove lo appoggiò alla scrivania. Emanava ancora un buon odore e Marco si chiese se sarebbe stato sufficiente a svegliare Ace.
 
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Portgas D. Ace

Dire che aveva dormito era dir poco, per la prima volta da quando aveva messo piede sulla Moby Dick -contro la sua volontà, inoltre- aveva avuto la reale occasione di rilassarsi e far riposare il corpo stanco e provato dai giorni passati, inoltre il letto di Marco gli risultava così morbido che sarebbe rimasto a poltrire tra le sue coltri tutto il giorno, se solo avesse potuto.
Rotolando di lato, Ace arricciò il naso ed annusò distrattamente i dintorni, percependo un odore diverso da quello di cui era pregno il cuscino, così, curioso di scoprire da dove derivasse tale profumo, socchiuse gli occhi con fare stanco. Si sentiva ancora un po' spossato, ma stava decisamente meglio del giorno precedente e si sentiva riposato abbastanza -cosa che mai avrebbe detto dopo aver dormito nella stanza di uno che considerava suo nemico-.
Rimase fermo a guardare di fronte a sé per una buona manciata di secondi, almeno quanto bastava per lasciare che il cervello si riattivasse, poi sbatté le palpebre e spalancò la bocca in uno sbadiglio, infine, mettendosi seduto, portò una mano a stropicciarsi un occhio. In quel momento poco aveva del ragazzo che aveva mostrato sino ad ora ai pirati di Barbabianca, sempre pronto ad allontanare chiunque gli si avvicinasse con tono acido. In quel momento era solo Ace.
Si guardò intorno con iniziale spaesamento, per poi riscuotersi ed irrigidirsi nel notare la presenza di Marco. Lo aveva osservato? Lo aveva potuto vedere nel momento del risveglio? Sarebbe stato alquanto imbarazzante, ma in fondo che gli doveva importare? Se gli avesse detto qualcosa, qualsiasi cosa, avrebbe sempre potuto consigliargli di andarsene allegramente all'inferno. Distogliendo lo sguardo, di nuovo attirato dall'odore che lo aveva destato dal suo sonno, posò gli occhi sulla scrivania e solo allora notò ciò che vi era posato sopra. Doveva per forza esser stato quello a catturare la sua attenzione, ma era per lui? Davvero avevano voluto preparargli la colazione? No, era sicuramente di Marco, avrebbe di gran lunga evitato di accettare tali gentilezze. Erano pur sempre nemici! O meglio, lo erano per Ace, cosa Ace fosse per loro, al diretto interessato ancora non era chiaro.
"Sei rimasto ad osservarmi tutto il tempo, tu?"
Con ancora la voce leggermente impastata dal sonno, rivolse uno sguardo duro al biondo, turbato dall'idea che potesse esser stato osservato durante il riposo. Era un comportamento da stalker!

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:50
 
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view post Posted on 28/11/2015, 14:45
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Marco

Poiché Ace dormiva ancora nella grossa, o almeno così sembrava, Marco recuperò dei raccoglitori da sotto al scrivania e terminò il suo lavoro sistemando tutti i documenti di cui si era occupato la notte precedente.
Avvertì un leggero rumore e si accorse che Ace aveva cambiato posizione; non disse nulla, ma rimase ad osservalo con la coda dell'occhio. E si scoprì a sorridere nel vedere quel viso ancora mezzo addormentato. Almeno, pareva decisamente più riposato e rilassato rispetto alla notte precedente. Marco non era ancora arrivato a vedere il sorriso che c'era sul suo avviso di taglia, ma ci potevano arrivare. Quando i loro sguardi si incrociarono, Marco gli sorrise.

CITAZIONE
"Sei rimasto ad osservarmi tutto il tempo, tu?"

Marco sospirò, poi indicò la scrivania, dove la pila di fogli della sera precedente era stata quasi del tutto sostituita da ordinati raccoglitori. "Come ti avevo detto, ho lavorato per tutta la notte, non avevo certo tempo da perdere a vedere te dormire." Il sorriso divenne leggermente divertito. "Anche perché starti a guardare per tutta la notte sarebbe stato un po' una palla, per quanto carino tu sia." Cosa che purtroppo si era un po' persa nel momento in cui Ace si era svegliato e aveva deciso di nuovo di assumere l'atteggiamento da duro. "Di là c'è il bagno, se ti serve" e accennò col capo alla porta sulla parete opposta "e i cuochi mi hanno chiesto di portarti un po' di roba. Il pane è ancora caldo."
Poi prese i raccoglitori che aveva terminato di sistemare e se li impilò tutti di fronte, voltandosi per aprire la porta della cabina con il piede. "Devo andare a sistemare questi" annunciò. "Ti ritrovo quando torno?"
 
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Portgas D. Ace

CITAZIONE
"Come ti avevo detto, ho lavorato per tutta la notte, non avevo certo tempo da perdere a vedere te dormire." "Anche perché starti a guardare per tutta la notte sarebbe stato un po' una palla, per quanto carino tu sia."

Fermi tutti! Che aveva detto? Che lui era carino? No, non poteva aver sentito bene. Si passò una mano sul viso, così da nascondere un leggero rossore. Nessuno gli aveva mai dato del carino, al massimo con il suo aspetto attirava i commenti di qualche ragazza che lo trovava attraente, ma carino... no, non glielo avevano mai detto. Con un sospiro, si trattenne dal rispondergli male. E nemmeno seppe, poi, perché si stesse trattenendo.
Con lo sguardo seguì la direzione in cui indicò con il capo, adocchiando il bagno con occhio critico. Doveva usufruirne? Non lo attirava l'dea di usare il bagno del comandante, già aveva fatto uno sforzo ad accettare di passare la notte lì, adesso che era riposato poteva tranquillamente tornare a preparare attentati a Barbabianca.

CITAZIONE
"e i cuochi mi hanno chiesto di portarti un po' di roba. Il pane è ancora caldo."

Oh. Allora era davvero per lui quel cesto di vivande che, all'aspetto, sembravano davvero buone. Ed anche ad odore lo sembravano.
Storse il naso e mise su un'espressione che non sapeva nemmeno lui com'era, troppo combattuto tra il voler effettivamente mangiare ed il non voler accettare null'altro dai componenti di quella ciurma. Ma poteva essere più complicata di così la situazione?

CITAZIONE
"Devo andare a sistemare questi" "Ti ritrovo quando torno?"

Riscosso dai suoi pensieri dalla voce dell'altro, riportò l'attenzione su di lui e lo guardò stralunato. Era da nemmeno un giorno su quella nave e già tutti lo volevano trattare come un amico. Un compagno. Ma lui aveva già i suoi compagni, i Pirati di Picche, e non ne voleva degli altri, così distolse lo sguardo e rispose sinceramente.
"No. Me ne andrò da questa stanza non appena tu te ne sarai andato."

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:51
 
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Marco

CITAZIONE
"No. Me ne andrò da questa stanza non appena tu te ne sarai andato."

Marco avrebbbe preferito un altro tipo di risposta, ma non poteva obbligarlo. E poi, rispetto alla giornata precedente dove aveva ricevuto solo rispostacce e ringhi, adesso stavano facendo una conversazione da persone civili e Marco non l'avrebbe rovinata per rimarcare l'ovvio.
"D'accordo" disse allora. "Ma puoi considerare sempre aperta la porta di questa stanza, quando vuoi." E uscì.
Non sapeva se Ace avrebbe accettato la sua proposta, o se avrebbe dovuto andare in giro a raccattarlo come aveva fatto il giorno precedente, ma in ogni caso, visti i progressi che avevano fatto, Marco si era sentito in dovere di specificarlo e anche di offrire la sua stanza come base.
Barcollando per la pila di raccoglitori che stava spostando, si avviò verso il ponte inferiore dove si trovava l'archivio. Impiegò il triplo del tempo, onde evitare che gli cadessero, e fu molto grato di incontrare Jaws per il corridoio, così da condividere un po' il peso.
"Ti do una mano."
"Grazie."
Camminarono fianco a fianco in silenzio, fino all'archivio, poi Marco appoggiò tutti i accoglitori su uno dei tavoli e si mise alla ricerca degli scaffali dove collocarli. Jaws rimase lì con lui a passaglierli uno alla volta, in modo da semplificare il lavoro.
"Come va col nuovo arrivato?" Jaws era di poche parole, per cui andava dritto al punto senza giri di parole, e quindi Marco non ebbe alcu dubbio che non aveva alcu intento polemico o malizioso nelle sue parole.
"Stanotte ha dormito nella mia stanza."
"Almeno ha dormito" fu infatti l'unico commento di Jaws.
Marco annuì. "Il Babbo me l'ha affidato, per cui lo sto tenendo un po' d'occhio, ma non sarà facile."
"E' in buone mani." Jaws non aggiunse nient'altro e i due comandanti terminarono il lavoro di sistemazione, prima di ritornare al secondo piano. Marco si disse se aveva senso tornare in camera a risistemarla, dopo la notte, ma scoprì che non ne aveva granché voglia sapendo che Ace non sarebbe stato più lì. Ci sarebbe andato con calma dopo, magari a riposarsi nel pomeriggio se la situazione era sotto controllo.
 
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view post Posted on 29/11/2015, 21:53
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Portgas D. Ace

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"D'accordo" "Ma puoi considerare sempre aperta la porta di questa stanza, quando vuoi."

Scrollò le spalle a quelle parole ed attese che l'altro se ne andasse dalla camera, poi scese dal letto e si guardò intorno. Che doveva fare? Il bagno non lo avrebbe utilizzato di sicuro, meglio limitare i favori che accettava, così, dopo aver scosso la testa per togliersi dalla testa il pensiero di accettare la proposta -perché sì, aveva davvero bisogno di una doccia- afferrò un pezzo di pane dal cesto ed uscì dalla cabina con un sospiro. Perché volevano essere gentili con lui, una persona che voleva uccidere il loro capitano? Davvero non li capiva. Erano strani. Inoltre Ace non voleva stringere amicizia con nessuno, se fosse successo sarebbe andato tutto a rotoli e se si fosse poi fatto sfuggire la verità sul suo nome tutto sarebbe precipitato in maniera disastrosa, e lui non voleva illudersi di essere accettato per poi rimanerci male.
Si guardò intorno una volta in corridoio e cercò di far mente locale. Si trovava dov'erano le cabine dei comandanti, per cui doveva trovarsi nel primo sottocoperta. Perfetto.
Addentando il pezzo di pane con gusto -Era davvero buono!- si addentrò per i corridoi dell'imbarcazione alla ricerca di qualcosa di utile. Un'armeria, ad esempio, che di certo gli sarebbe stata di aiuto.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:51
 
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Marco

Marco aveva speso tutta la mattinata ad occuparsi dei suoi compiti, cercando di non pensare ad Ace. Era vero che il Babbo gliel'aveva affidato, ma era altrettanto vero che non poteva permettersi di stargli attaccato 24/24, specie considerando che non era nemmeno qualcosa che Ace volesse e Marco dubitava avrebbe aiutato ad integrarlo. Così aveva parlato con la sua Flotta, stabilendo ruoli e compiti per la giornata, aveva incontrato gli altri Comandanti, soprattutto Namur per verificare che la rotta procedesse com'era previsto. Solo al termine di tutte le responsabilità, si decise a tornare in camera. Come previsto, Ace se n'era già andato, ma la cosa non lo stupì, considerando che erano passate diverse ore da quando lo aveva lasciato. No, ciò che lo intristì un poco fu constatare che Ace non aveva usato il bagno, come gli aveva offerto, né aveva approfittato del cibo che gli aveva lasciato sul tavolino, e che quindi giaceva ancora intatto ma freddo nel cestino sulla scrivania. Con un sospiro, Marco si sedette un attimo tra le coperte ancora disfatte, a chiedersi che cosa ci fosse che non andava. Rifiutare bagno e cibo andava ben oltre l'orgoglio e la stupidità. Era una questione di principio che non riusciva a comprendere, ma che di sicuro doveva essere ben radicata. Marco odiava sentirsi così nell'ignoranza, perché non sapeva come agire. In ogni caso, non c'era molto altro da fare. Risistemò il letto e poi prese il cesto per riportarlo in cucina: già sapeva che i cuochi non avrebbero apprezzato, il cibo non andava sprecato mai in mare. Lo avrebbe fatto presente ad Ace alla prossima occasione, sperando ce ne fosse una.
 
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Portgas D. Ace

Dopo aver vagato per un tempo che sembrava infinito, e che aveva portato Ace a credere di essersi perso in quella nave enorme, la porta che portava sul ponte esterno gli comparve davanti, e l'incredulità si fece visibilmente spazio sul suo volto pieno di lentiggini. Fino ad un attimo prima stava cercando l'armeria, che pareva di ricordare si trovasse nel ponte quattro, e adesso si trovava di nuovo sulla strada per il ponte. Non voleva crederci!
Con un ringhio mal trattenuto, uscì all'aria aperta e calciò l'aria con fare stizzito, poi si diresse verso alcune casse abbandonate da un lato e ci si nascose dietro, mettendosi così a frugarci dentro senza essere visto. Se non avesse trovato nulla sarebbe scalato al piano B, che sperava funzionasse.
"Dai, qualcosa deve esserci..."
Mormorò tra sé, scostando oggetti su oggetti che a lui non interessavano. Funi, più che altro, erano messe ordinatamente nella cassa che stava spulciando.
Con un sospiro uscì dal suo nascondiglio momentaneo, ed allontanò un ragazzo che provò ad attaccar bottone con lui, bastò un ringhio basso ed un'occhiata poco amichevole. Dopo aver allontanato qualsiasi scocciatore -e sperando soprattutto che quel Satch ficcanaso se ne stesse in cucina- andò a nascondersi poco lontano dallo scranno del capitano, infilandosi in una cassa piena di... di che era piena? Erano alcolici, quelli? Un sorriso gli si formò in voltò, mentre una nuova idea gli si creava in testa. Adesso bastava attendere che tutti convergessero a mensa per avere il ponte libero.
Uscì dalla cassa e la segnò con un leggero rigo bruciato su di un fianco, poi si mise a sedere abbastanza tranquillo.

Edited by Cacciatrice Bianca 972 - 2/12/2015, 21:50
 
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