Sady ChanUna linea sottile che scorre invisibile per tutto il mondo. Scorreva, e scorreva.
Il tempo. Ma lì, in quel salottino era interrotta.
Non scorreva.
La vita che fuori continuava non riguardava più nè la Comandante nè la supernova.
Con le fantasie, gli ideali e i sogni da inseguire e realizzare. Con il solo obbiettivo dii sopravvivere a quella sfida dura che è la vita. Che sfida l'uomo, e viceversa. Combattono. Senza fine.
Erano tutte parole, parole senza senso. Che ormai per quella sadica donna e per quell'audace uomo non sapevano più di nulla.
Il tempo era solo un'illusione dettata dalla fantasia.
Lo spazio si rivelava solo un incommensurabile vuoto.
E la realtà, lei distorta e inesistente.
Due corpi uniti solo da una nera striscia di cuoio.
Non avevano nulla in comune. Carne e sangue. E basta.
Solo l'aria passava fra loro due. Fra una parola infuocata e provocante che uscivano dalle loro bocce per colpire l'altro, divertirsi e giocare un pò. A un gioco che in realtà non esisteva davvero.
Dettato forse dalla noia, dalla voglia di provare qualcosa di nuovo, di diverso dalle solite tediose giornate. Che si ripetevano e si ripetevano.
Senza nulla di nuovo. Un grigio cane che si morde la coda insomma.
Loro due a pensar bene non erano poi così diversi.
La voglia di sangue, la stessa mente un pò malata e contorta da una semplice follia di voler uscire da quella noia, da quella statica linea.
Lo stesso cielo, la stessa terra, la stessa acqua. Vivevano sullo stesso mondo.
Con ideali diversi, certo.
Ma ora Sady Chan stava iniziando a capire che la differenza fra loro era solo dettata da una paura nascosta nel profondo.
Perchè credersi così diversi?
La sua seducente provocazione era stata accolta dal mascherato biondo.
Infatti l'aveva attirata rudemente a sè.
La sua faccia era nascosta. A lei sconosciuta. Moriva dalla voglia di scoprire quale sguardo ci fosse sotto. Di scoprire la sua espressione.
La sua vera natura. Per lei ora non era altro che un ente sconosciuto.
Due predatori, due prede. Uno l'obbiettivo dell'altro.
Sangue: era solo questa la ragione che li eccitava. Una sostanza rossa che scorreva in entrambi, calda e dal sapore ferrugginoso.
Killer la teneva per un fianco. Non le spiaceva molto, infondo.
Sentì una punta premere sulla sua schiena, senza troppa pressione.
Aveva intuito che fosse la lama di uno dei suoi coltelli.
Un brivido di paura mischiato all'eccitazione la percorse.
CITAZIONE
"Di cosa dovresti aver paura?"
"Del fatto che lo trovo divertente"
Era rimasto con il suo tono calmo e pacato che tuttavia, alle orecchie della donna non si nascondeva la voglia di sangue e di massacro.
Eccitante, davvero eccitante.
"Mmmm ♥ Anche io lo trovo divertente." Disse lei ghignando.
Avrebbe voluto dire altre mille cose, ma non riusciva a forulare una frase di senso abbastanza decente per uscire dalla sua gola.
Morenti, come una candela che si smorza.
Oddio, speriamo vada bene.
Forse mi sono lasciata andare un
pochino troppo.