AceAce tornò a fissare il volto di Robin, non poteva fare a meno di guardarla e per quanto sarebbe sembrato sciocco e superficialela ragazza gli infondeva fiducia, sembrava una persona capace di ascoltare, una persona che aveva già raccolto tanto dolore ma che era disposta a farsi carico del dolore altrui ... sembrava quasi che lo volesse aiutare, e Ace non potè ingorare il suo cuore che per un istante palpitò più rapidamente.
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"Sai" incominciò Robin "sei una delle poche persone che mi ha affascinato fin da subito, appena ho preso in mano il tuo manifesto di taglia avrei voluto venire a cercarti per conoscerti"
Ace alzò il viso, la felicità lo pervase ... non si era mai sentito dire nulla di simile nemmeno dai suoi compagni.
ma abassò lo sguardo non appena un pensiero gli sfiorò la mente:
Non merito tutte queste attenzioni!rialzò il capo non appena il cameriere gli portò la sua birra fresca, ne mandò giù qualche sorsata poi si pulì la bocca con il dorso della mano.
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"Nella mia vita, ho conosciuto, o incontrato, molte persone e dopo molto tempo, ho imparato a riconoscere la gente che ha avuto un passato difficile quanto il mio"
Ace non si sorprese delle ultime parole della ragazza, aveva già sentito parlare del passato ingiusto che il destino le aveva riservato, della sua infanzia probabilmente rovinata ... ma solo in quel momento poteva immaginare tutto il dolore che racchiudeva dentro di sè ... solo conoscendola aveva scoperto di essere simile a lei.
per un attimo l'idea che Robin avesse intuito quale passato era invece toccato a lui lo turbò un poco e per qualche istante spero non si inoltrasse nel discorso.
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"Non so cosa ti sia successo ma so che hai sofferto e, sembra strano dirlo, ma mi piace ascoltare le storie della gente, soprattutto quelle tristi"
nonostante quell'affermazione sarebbe potuta sembrare un pò strana a Ace non risultava affato così, sapeva benissimo cosa intendeva la ragazza ... ascoltare storie di chi era come te ti rassicurava almeno in parte e ti faceva illudere di non essere poi tanto male.
e poi gli occhi azzuri della ragazza puntati su di lui non facevano che avvolgerlo in uno strano ma confortante torpore, sapere che c'era una persona disposta a ascoltarlo lo faceva stare bene.
chinò il viso senza smettere di sorridere soddisfatto, il cappello coprì i suoi brillanti occhi neri nascondendo parte del viso.
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" Quindi vorrei ascoltarla, ma sono anche pienamente cosciente del fatto che non parlerai molto facilmente"
continuò Robin, il sorriso che rivolse a Ace dopo quell'affermazione lo rassicurò, nessuno lo aveva mai trattato con tanto riguardo.
un fremito lo percorse.
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"Ma sappi che non mi fermerai e in un modo o nell'altro saprò chi sei."
la donna sorrise ambiguamente dopo quelle parole forse un pò insolenti, Ace alzò di nuovo il viso, lanciandogli un seducente sguardo.
Robin bevve il suo caffè poi aggiunse un ultima affermazione, che sorprese il ragazzo ... perchè nessuno gli aveva mai detto qualcosa del genere:
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"Ma stai tranquillo io non giudico"
ormai era fermamente cosciente di ciò che stava per fare e non provò in alcun modo a bloccarsi.
Bevve un altro sorso di birra incrociò il suo sguardo stavolta determinato con quello di Robin.
"Non mi interessa se mi giudichi oppure no ... sono abituato a eventuali critiche. ma ciò che sto per dirti sarà come dire ... il nostro segreto" cominciò il comandante della seconda flotta di Barbabianca, esibendo un intrigante sorriso.
"mia madre era Portuguese D. Rouge ... era sospettata di essere la compagna di quel farabutto ... il re dei pirati. lei rimase in cinta e quell'idiota la abbandonò completamente. Lei mi tenne in grembo per più di venti mesi e dopo il parto morì." La voce di Ace si ruppe in un malinconico sospiro, non ebbe abbastanza coraggio di alzare gli occhi, non gli piaceva risultare sensibile.
"Non ricordò granchè ... solo che fui allevato da un gruppo di banditi e che ben presto cominciai a compiere malefatte con il solo scopo di rimanere in vita ... ero consapevole del mio sangue putrido e non volevo che nessuno mi si avvicinasse, io ero ... sono il figlio di un demonio. non so e non sapevo nemmeno se dovevo vivere.
col tempo imaparai a non fidarmi di nessuno.
Forse fu Rufy a salvarmi.
ma tuttora non so se merito di vivere ... se è giusto che io sia nato!" Ace si lasciò trasportare dal racconto, e per la foga sbattè un pugno sul tavolo provocando un fortetonfo.
il cameriere si voltò per accertarsi che non fosse successo nulla, Ace gli fece cenno di no con fare scocciato, parlare di suo padre non gli piaceva.
Notò che la sua mano tremava e se ne vergognò ma non provò a nasconderlo.
Afferrò il boccale di birra e finì di berla, si mise a braccia conserte e fece per concentrarsi su qualcos'altro per scacciare l'ira che lo pervadeva.
Ma che schifo e OOC! non era nessuna delle due cose!!! io cosa dovrei dire dei miei post ...XD