Shanks il RossoEra ovvio che Benn gliele stesse facendo passare tutte lisce, quella sera, anche quello che normalmente gli avrebbe fatto pagare in modo per niente velato. Chissà perché, poi. Eppure gli era sembrato di aver mascherato abbastanza bene il suo malessere in quei giorni, il fatto che non dormisse bene e che, che volesse ammetterlo o meno, era preoccupato. E forse magari anche spaventato.
Ma era molto più probabile che Benn tutte quelle cose le avesse intuito, e probabilmente anche i suoi ragazzi, che però l'avevano imputato allo strano comportamento che aveva anche il maggiore.
Quindi forse il maggiore stava solo cercando di farlo stare il più rilassato e tranquillo possibile, a qualsiasi condizione. Shanks però dubitava se ne sarebbe stato del tutto buono e zitto.
Dopotutto era sempre di Benn che si stava parlando e lui, come al solito, di quella mano che gli veniva porta si era preso tutto il braccio, esagerando come poche volte.
Ingenuamente, per carità, sicuramente non voleva provocarlo davvero. Non sapeva nemmeno perché l'aveva fatto, però si era divertito e rilassato talmente tanto che il perché non aveva importanza. Non ne avrebbe avuto nemmeno normalmente, lunatico com'era anche normalmente.
E infatti non si stupì più di tanto quando si sentì afferrato e quando il maggiore lo baciò con foga. Troppa foga. Tanto che non si staccò da lui fin quando non si ritrovò con le goti arrossate e il respiro un po' affannoso, a corto d'aria.
CITAZIONE
"Buonanotte, mio Imperatore"
E si era anche girato dall'altro lato, dandogli la schiena.
Shanks gonfiò le guancie, indispettito più per la schiena che gli rivolgeva il più grande che per altro, se doveva essere sincero.
"No, eh" mormorò.
Era tre notti che dormiva male, aveva sonno, e non avrebbe dormito meglio se Benn gli dava le spalle, se l'era messo apposta vicino, prima.
Si alzò su, fino a trovarsi inginocchioni sul letto, accanto al maggiore, e lo guardò con lo stesso sogghigno che aveva fino a poco prima.
"Comodo? Perché io no!" disse, come lo dovesse riprendere da qualcosa di assolutamente sbagliato. Quindi lo scavalcò, stando attento a far sfiorare le loro cosce, e si stese nuovamente, stavolta però faccia a faccia con Benn.
Sorrise soddisfatto ed annuì "Ecco" fece quindi, chiudendo gli occhi e avvicinando il viso al maggiore "Ora si che va bene" alzò ancora il volto, gli occhi sempre chiusi, e gli scoccò un divertito bacio a fior di labbra "Notte, Benn"
Ormai l'alba era vicina, e la partenza verso Barbanera lo era altrettanto. Non ebbe difficoltà ad addormentarsi, rassicurato dalla presenza del maggiore. A tutti i problemi che Yasopp si ostinava a mettergli d'avanti per spirito battagliero -che di solito condivideva- aveva intenzione di pensarci con calma e mente fresca il giorno dopo.
Si rigirò nell'abbraccio di Benn, infastidito, mugugnando.
Ad attenderlo c'era il giovane Teach in quello che sembrava un appuntamento ormai fisso. Shanks, uno Shanks giovane, privo delle cicatrici e del pizzetto che lo caratterizzavano, gli ringhiò contro. La spada era fra le sue mani ed era pronta.
"Più ti guardo più trovo tu abbia un viso davvero adorabile"
Non fece in tempo a dire niente, perché la scena cambiò e stavolta la spada non poteva aiutarlo. Provò a parlare, ma la sua bocca sembrava muta. Provò a muoversi, ma anche quello sembrava impossibile. L'unica cosa che poteva fare era guardare il sorriso sadico e sarcastico di Teach, di quelli che pare starti prendendo costantemente in giro, che si avvicinava sempre di più, minaccioso.
Non poteva muoversi, non poteva difendersi, non poteva allontanarlo. Si mosse, come se volesse allontanare la scesa, mugugnando.
La scena cambiò nuovamente.
Stavolta, lo Shanks ragazzino si ritrovava davanti al Teach adulto. Non più il ragazzo magro poco più grande di lui. Era come se...di nuovo, non potesse fare niente.
Solo che stavolta non era come la precedente.
Il ghigno di Barbanera era diverso, più spaventoso se possibile.
"Credo sia arrivato il momento di dirsi addio, Rosso"
Il nero lo avvolse un attimo dopo, soffocandolo.
Era come se gli venisse tolta l'aria, e lui non poteva fare nient'altro che portarsi le mani alla gola, mentre la risata di Teach rimbombava nelle orecchie. Spalancò gli occhi, svegliandosi di soprassalto, ritrovandosi ad incontrare il soffitto della sua cabina. Si portò la mano alla gola, come se dovesse essere certo di riuscire a respirare, e solo allora trasse un lungo, profondo sospiro, socchiudendo gli occhi. Un altro incubo.
Erano tre notti che non dormiva bene o che non dormiva affatto, per questo si andava sempre a rintanare sull'albero maestro. Forse era anche colpa sua, che cercava di reprimere pensieri e ricordi e quelli quindi si facevano vivi durante la notte, impedendogli il sonno.
Dopotutto, non poteva più permettersi di essere così stupido da mettere la propria incolumità davanti a quella dei suoi compagni, anche se non era esattamente così che stavano le cose. Era già difficile che si perdonasse per quello che era arrivato a pensare qualche giorno prima, quando aveva visto Teach allontanarsi. Qualcosa che non era assolutamente da lui.
Quindi stava facendo finta di niente, si stava sforzando di non pensare e quando Yasopp e gli altri gli avrebbero chiesto di ripartire, quel pomeriggio, probabilmente avrebbe detto sì col ghigno consueto sulle labbra, pronto alla vendetta.
Invece il suo subconscio doveva ricordargli che non era esattamente pronto a rivederlo. E non lo sarebbe stato fino a quando non avrebbe fatto pace con se stesso. Anche perché se continuava così c'era la possibilità che una volta trovato davanti a Teach si sarebbe fatto cogliere da una crisi di panico bella e buona, ritornando con la mente a quel giorno e non riuscendo a muovere più un dito. Allora si che si sarebbe fatto uccidere senza nemmeno accorgersene.
E non è che ci tenesse particolarmente.
Sospirò, voltandosi verso Benn con la speranza di non averlo svegliato. Sapeva che era impossibile, che doveva essersi mosso nel sonno. Magari l'aveva anche buttato giù dal letto senza accorgersene.
"Scusa non volevo svegliarti" sussurrò, con la voce non proprio ferma, cercando di abbozzare un sorriso.
Non era proprio il modo migliore per riuscire a rassicurare una persona, specie perché aveva ancora il fiatone come se avesse corso la maratona mondiale. Invece aveva solo visto Teach che lo uccideva.
Scosse il capo, come a schiarirsi le idee. Aveva la bocca asciutta, un cerchio alla testa che nemmeno l'alcool più pesante riusciva a procurargli, gli tremavano le gambe e aveva in fiato spezzato. Sogghignò, notando che era davvero il ritratto della salute, quella mattina più del solito.
Pensare che la sera era passata così piacevolmente da dargli la speranza che anche il sonno sarebbe stato altrettanto piacevole.
Si alzò di fretta e furia, poco stabile, cercando di sfuggire a Benn che avrebbe potuto provare a fermarlo o chiedergli qualcosa.
"Ho...ho bisogno di un bicchier d'acqua" fece, dirigendosi seriamente in cucina dopo aver lasciato la stanza. Avrebbe avuto bisogno di qualcosa di forte in realtà, ma per la bocca e la gola secca non sarebbe stato il massimo, quindi si versò semplicemente un bicchiere d'acqua e lo mandò giù in un sorso, ripetendo l'operazione un paio di volte.
Ora. Normalmente sarebbe andato a rintanarsi sul ponte perché di dormire non se ne parlava più ormai, ma c'era Benn in cabina e forse era il caso di tornare da lui.
Aveva pensato che con Benn accanto sarebbe riuscito a dormire sonni tranquilli quella notte, nemmeno fosse un bambino e il maggiore il suo orsacchiotto. Ma pareva si fosse sbagliato, alla fine.