SaboSapeva già che ad Ace non piaceva mentire alla sua ciurma e non voleva farlo, ma Sabo gli stava solo chiedendo di evitare di dirgli che si era fatto direttamente arrestare senza passare prima ad avvertirli, anche se i comandanti lo sapevano, non voleva che il resto della ciurma pensasse che si faceva gli affari suoi. Comunque, anche entrare con Rufy poteva andare, al massimo avrebbe detto che non c’era verso di far cambiare idea a Rufy e quindi era andato per proteggerlo ed aiutarlo al posto di Ace. Sorrise nel vedere com’era in realtà contenta l’intera ciurma che Ace stesse bene e com’era contento lui della cosa e di sentire le loro urla, anche se così facendo non si capiva una mazza di quello che stavano dicendo al lumacofono. Per un attimo, gli passò nella mente il fatto che nessuno di loro stesse chiedendo di lui. Non che fosse una cosa strana, i comandanti sapevano che era solo di passaggio e con gli altri non aveva legato per niente, dato che aveva passato la maggior parte del tempo con Ace, ma dovette ammettere che la cosa un pochino lo intristiva. Be’, lui almeno aveva avuto Iulo come appoggio, il che era meglio che niente, ma era in momenti simili che ricordava chiaramente come il suo gruppo non fosse affatto paragonabile ad una ciurma.
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“E poi avevo già detto che c’eri anche tu con me“
Annuì. Almeno gli altri sapevano che stava bene anche lui, il che lo rassicurò un pochino di più sul fatto che nessuno avesse chiesto di lui, probabilmente avevano immaginato che se Ace era tranquillo voleva dire che stavano tutti bene.
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“Con tutto il casino che hai fatto là dentro te la aumenteranno ad almeno diecimila berry”
Sabo lo guardò molto male. “Solo?” Sapeva che non avrebbe dovuto esserne contento, ma dato che Ace lo stava di nuovo prendendo in giro si sentì in dovere di difendersi. “Ti valuti proprio poco.” Perché sì, quello che aveva fatto era stato salvarlo, il che significava che la taglia avrebbe dovuto commisurarsi al suo salvataggio. “Se me la devono aumentare i così poco, che non lo facciano del tutto,” aggiunse. Almeno avrebbe potuto continuare a tenere un basso profilo e la cosa gli sarebbe andata benissimo, anche se significava doversi ancora sopportare le frecciatine di Ace.
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“Consolati, almeno Iulo non c’era mentre eri una ragazza, può farsi raccontare com’eri ma non ti ha visto di persona” “E comunque avrai qualcosa di nuovo da scrivere nel tuo libro”
Ecco, appunto. “Ah, sì, giusto, grazie per l’aiuto prima, sei stato prezioso” commentò, facendo riferimento al fatto che l’avesse lasciato da solo a tentare di far star zitto Rufy, cosa che era praticamente impossibile. “Oh, sì, lo scriverò come ho scritto minuziosamente com’eri vestito in Bretagna. Cosa che potrebbe scapparmi
casualmente a bordo della Moby Dick, sai com’è.” Ovviamente non aveva alcuna intenzione di farlo, per lo meno non se lui gliene avesse dato l’occasione, per cui sperava che la parentesi di Impel Down fosse finalmente chiusa una volta per tutte. Non ci teneva proprio a ricordarsene, grazie tante. Avrebbe voluto dirgli di andare a dormire, ma ammetteva che era piacevole rimanere lì abbracciato a lui e ricordarsi com’era piacevole il suo calore, per cui lo strinse maggiormente ed appoggiò la testa sulla sua spalla, in maniera da far coincidere le loro guance. Almeno finché Iulo non venne a dare loro il cambio, motivo per cui si allontanò in fretta prima che l’amico avesse la possibilità di commentare. La mattina successiva trascinò via Rufy prima che facesse abbastanza casino da svegliare Ace e lo distrasse con del cibo. Per il resto del viaggio cercare di farlo star buono fu un dramma, fortunatamente Capitolina ci mise del suo per dargli una mano ed arrivarono abbastanza in tempo all’isola prima di impazzire. E trovarono Rayleigh, il quale non sembrava affatto stupito che ce l’avessero fatta a salvare Ace, anzi, sembrava quasi orgoglioso del suo pupillo, motivo per cui Sabo si sentì in dovere di ringraziarlo perché stava effettivamente facendo un ottimo lavoro ad allenare Rufy.
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“Non andrete via adesso, vero?” “Ancora non sono scaduti i tre giorni, potete restare qui finché non sapete cosa fare”
Dall’espressione che aveva fatto Iulo non sembrava troppo entusiasta, ma disse “devo verificare che quest’isola sia abbastanza sicura.” Sinceramente, Sabo non sapeva se fosse una buona idea rimanere lì, data la presenza di Rayleigh, ma dopo tutto quello che aveva fatto forse Rufy si meritava ancora un po’ di compagnia ed Ace avrebbe potuto sopportarlo per un paio di giorni, dopotutto era anche colpa sua. Per cercare di alleggerire la cosa Sabo fece riferimento al fatto che Rufy si fosse stancato facilmente dopo aver usato l’haki del re e che quindi aveva bisogno ancora di molto allenamento, motivo per cui Rayleigh se lo trascinò subito via con Rufy che protestava dietro. “L’isola è sicura, è fuori dalle rotte della marina e comunque non sospettano minimamente di Hancock, possiamo restare,” comunicò Iulo tornando sul ponte della nave. Alzò le spalle. “Si tratta solo di due giorni, un posto vale l’altro.”
I due giorni più lunghi dell’intera vita di Sabo, probabilmente. A differenza di quando Ace era stato arrestato, l’adrenalina gli era calata di molto, dato che non c’era nulla da fare se non aspettare di scoprire quale sarebbero state le conseguenze delle sue azioni. Per di più, c’era anche il piccolo problema che non voleva che Ace si sentisse a disagio, costretto a stare troppo vicino a Iulo o Rayleigh, due persone con cui decisamente non andava molto d’accordo. Iulo aveva deciso che si sarebbe allenato approfittando dell’isola deserta, per cui Sabo decise che l’avrebbe imitato, cercando di tenere occupata la mente in altre cose che non fosse farsi problemi sulle conseguenze. Aveva anche la netta impressione che l’evasione avrebbe potuto creare problemi a Sengoku, dato che era responsabilità sua, e quindi si chiedeva se Iulo fosse felice della cosa, ma non aveva il coraggio di chiederlo. Per di più, non voleva costringere Ace ad allenarsi con la storia dell’haki. Più che altro, aveva deciso che non poteva affatto ricattarlo con cose come “te l’avevo detto”, non perché non fosse vero, ma perché sapeva che il fratello si sentiva abbastanza in colpa per conto suo senza voler rigirare il coltello nella piaga. Motivo per cui si limitava a dire “vado ad allenarmi, vieni?” lasciandolo totalmente libero di decidere cosa e come fare. Se gli avesse chiesto una mano con l’haki non gliel’avrebbe negata, ma non l’avrebbe costretto a farlo, per il momento. Iulo era ancora migliorato con l’haki e con la spada, motivo per cui era ottimo come partner durante gli allenamenti, ma ogni tanto stava per conto suo ad allenare Capitolina o a “suonare” il pianoforte (soprattutto quando iniziava a nevicare, isola del cavolo!), per cui Sabo poteva dedicarsi totalmente ad Ace o ai suoi allenamenti senza rischiare che i due litigassero. Rayleigh aveva di nuovo preso seriamente il suo compito di tutor di Rufy, il quale sembrava particolarmente felice dell’intera situazione, dato che probabilmente non si poneva il problema delle conseguenze di quello che avevano fatto. E nonostante arrivasse la sera completamente pieno di lividi e graffi era sempre di ottimo umore e mangiava per venti persone, cosa che tutto sommato contribuiva a mettere Sabo di buon umore e, sperava, permettesse ad Ace di sopportare la presenza di Rayleigh.
Tra una cosa e l’altra, tra una tempesta di neve ed un bagno fresco per sopportare l’afa, tra un cercare di evitare che Ace stesse troppo in presenza di Iulo o Rayleigh, tra Anna che ogni tanto chiamava sempre più preoccupata (era in missione, e le cose non stavano andando tanto bene), i due giorni passarono più in fretta di quanto avesse osato sperare, nonostante le preoccupazioni, che però ritornarono tutte assieme sotto forma di nodo alla gola quando, risvegliatosi una mattina, notò chiaramente il giornale appoggiato sul tavolo. Preso un profondo respiro, si avvicinò. Appoggiata sopra il giornale, c’era la sua nuova taglia: 220 milioni di berry. Guardò la cifra più volte per assicurarsi di non essersi sbagliato, e poi non poté trattenere un sorriso. Alla faccia dei diecimila berry che voleva appioppargli Ace. Sapeva che non avrebbe dovuto essere così contento, ma non poteva farci niente. Certo, era una cifra distante da quella dei fratelli, ma era comunque altissima per essere la sua seconda taglia. Anzi, la prima, dato che l’altra era falsa. “Ti vedo soddisfatto,” commentò Iulo, che era comparso sulla soglia che dava sul ponte, con un’espressione polemica. Sabo tentò di smettere di sorridere e di assumere un’aria colpevole, mentre allungava la mano per prendere il giornale e leggere cosa la marina aveva deciso di dichiarare. E chiaramente tutta la felicità che aveva provato all’avere una cifra alta come taglia scomparve, perché non gliel’avevano data in quanto pirata, gliel’avevano data in quanto rivoluzionario. La marina, non potendo in alcun modo difendersi dal fatto che si erano fatti scappare Ace, aveva deciso di dare la colpa ai rivoluzionari. In pratica avevano accusato Dragon di essere l’ideatore del piano di fuga, di cui Sabo era stato incaricato, insinuando non proprio sottilmente che avesse decisi contatti con un imperatore pirata e chissà, forse, non era l’unico criminale con cui faceva affari. E mentre loro, il povero governo mondiale buono ed indifeso, aveva fatto di tutto per assicurare pericolosi criminali alla giustizia, i rivoluzionari avevano tirato giù la prigione permettendo la fuga di un numero spropositato di pirati. C’era pure la lista. “Se lo sono inventato,” commentò alla fine della lettura, lanciando il giornale sul tavolo, ma la mano gli stava tremando. Era vero che aveva aperto parecchie celle, ma comunque a scappare davvero erano stati in pochi, se Magellan poi non aveva saputo fare il suo lavoro… “Sono stato prudente, avevo già una taglia che mi indicava come membro dei pirati di Barbabianca, stanno solo cercando…” Non sapeva davvero cosa dire. Era pronto ad accettare le conseguenze di ciò che aveva fatto, se lo avessero riguardato personalmente. Ma quello che la marina aveva fatto era di gran lunga peggiore. “Non importa che se lo siano inventato o no,” disse Iulo. “Ci hanno dato la colpa e tanto basta.” Girò il giornale verso di lui ed ammirò il titolo disgustato. “Abbiamo speso anni a cercare di farci una reputazione decente contro quello che diceva il governo, e adesso è stato buttato tutto nel cesso, con il governo che ne esce pulito. Sarà un disastro anche cercare di recuperare la fiducia di quei governi che hanno da sempre problemi con i pirati.” Si voltò di nuovo a fissarlo. “Hai fatto un casino.” Sabo si limitò a fissarlo, perché non sapeva cosa dire. Non c’era altro da dire. Recuperò il suo zaino senza aggiungere nulla e chiamò Neal, aveva bisogno di notizie vere. “Immagino abbiate letto il giornale,” fu il suo primo commento, quando rispose. “Come l’hanno ideata, questa storia? È per il fatto di Ace e quel re?” domandò Sabo, che sapeva dai tempi di Garp che stavano indagando su quella questione. “In realtà, no. È partito tutto da te,” rispose Neal, stupendolo. “Sono solo voci, i piani alti hanno mantenuto un gran riserbo su questa storia, ma pare che abbiano scoperto di dove sei realmente e non credo si siano bevuti la mia storia di copertura. Più che altro, credo che abbiano scoperto che la tua partenza da Goa coincide con l’arrivo di Dragon e hanno pensato di fare due più due, anche se dubito che ne abbiano la certezza.” Sabo sospirò pesantemente: sapeva che c’era il rischio, ma insomma, i suoi genitori di certo non avevano più denunciato la sua scomparsa dato che lo credevano morto e quindi nessuno sapeva di lui, tranne Ace, Rufy, Dadan e… Garp. Ok, forse questo poteva spiegare molte cose… “C’è un’altra cosa che vi devo dire,” aggiunse Neal. “Avete letto sul giornale che hanno cacciato Barbanera dalla flotta? La scusa ufficiale è che non vogliono rischiare dato i collegamenti con Barbabianca.” Sabo quella parte non l’aveva vista, ma era un’idiozia, dato che Barbanera era quello che aveva consegnato Ace alla marina, quindi aspettò di sapere che cos’era successo veramente. “In realtà è perché, dopo che ve ne siete andati, anche Barbanera è entrato ad Impel Down e ha tirato giù tutto. A quanto pare, l’unico suo obiettivo fin dall’inizio era entrare lì per prendersi in ciurma i prigionieri più pericolosi. Ha anche sconfitto Magellan, solo che… Hanno dato la colpa a voi anche di quello,” concluse. “Iva-san sta bene?” domandò Iulo preoccupato. “Non ho ancora notizie, ma penso che ne abbia approfittato per evadere. Che senso ha rimanere in una prigione che è già stata distrutta? Appena so qualcosa vi faccio sapere.” Sabo ringraziò ed abbassò la cornetta. La situazione peggiorava di minuto in minuto, ma questa storia di Barbanera poteva essere un modo, se si fosse scoperto, per mettere in cattiva luce la marina che nascondeva le cose e le mistificava. Anche se la preoccupazione maggiore al momento riguardava proprio Barbanera stesso, che, era chiaro, aveva un piano ben congeniato in testa e che per il momento pareva funzionare. “Non dire di questa cosa ad Ace, per favore,” disse Sabo ad Iulo. Ace aveva detto ben chiaro che aveva ancora intenzione di prendersi la sua vendetta, per cui al momento voleva che gli arrivassero meno notizie possibili a quel riguardo. Il pugno gli arrivò senza preavviso, mandandolo a sbattere contro la parete. Sentì in bocca il gusto del sangue, per i denti che avevano tagliato la pelle, e alzò lo sguardo a fissare Iulo chiedendosi se non fosse impazzito. “Ne ho abbastanza delle tue stronzate,” gli disse lui. “Ace, sempre Ace. Hai appena causato un danno incomparabile a noi, e tutto quello a cui sai pensare è Ace! È anche colpa sua se hai combinato questo guaio, dato che te l’avevo detto che non doveva combattere contro Barbanera. Sarebbe compito degli amici far notare quando fanno cazzate, ma tu sei sempre lì a difenderlo, anche adesso che dovresti solo incazzarti con lui per quello che ti ha fatto.” Sabo rimase a fissarlo senza dire una parola. Lo capiva, ma non riusciva ad essere arrabbiato con Ace, anche perché sapeva che si sentiva già abbastanza in colpa per conto suo. “Arrabbiarsi non serve,” mormorò, mentre gli tornava in mente la paura che aveva provato quando aveva scoperto che volevano giustiziarlo. “Io credo che lui sappia già che-“ Ma non riuscì a finire la frase, perché Iulo lo interruppe. “Sai qual è la soluzione? Farti a pezzi.” Sabo pensava che scherzasse, ma quando vide Capitolina trasformarsi in spada capì che invece era parecchio serio, motivo per cui estrasse immediatamente il bastone per parare il colpo. “Possiamo dire che non è vero niente che sei uno di noi, che ti abbiamo ammazzato per dimostrare che la marina racconta balle. Tanto ormai…” Era assolutamente ingiusto da parte di Iulo dire quelle cose, lui ci teneva alla rivoluzione, anche se forse non aveva avuto molte maniere di dimostrarlo ultimamente. Capitolina stava rosicchiando il bastone ed immaginò che anche con l’Haki non ci avrebbe messo molto a distruggerlo, per cui alzò una gamba per cercare di colpire Iulo, che incassò il colpo lasciando però andare la spada, che per un attimo si ritrasformò il lupa e, così facendo, fece perdere l’equilibrio già precario a Sabo, che scivolò all’indietro di schiena. Allungò la mano per recuperare il bastone che era caduto a terra per il colpo, mentre tentava di pararsi con il braccio dall’altro fendente. Consapevole che un morso della lupa avrebbe potuto tranciargli il braccio, fece uscire le lame intenzionato a restituire immediatamente il colpo, prima di accorgersi che Capitolina si era bloccata un attimo prima di morderlo. Allora cercò di deviare la sua traiettoria, colpendo Iulo al fianco solamente di striscio. “Scusa!” esclamò, notando la maglia tagliata e il sangue che comunque iniziò a fuoriuscire. “No, scusami tu,” rispose Iulo, mentre lasciava che Capitolina gli leccasse la ferita. “Ho avuto una reazione esagerata.” Sabo si rialzò e recuperò la cassetta del pronto soccorso, per poi premergli una garza bagnata di disinfettante sul fianco. “Hai ragione tu, ho fatto un casino,” ammise. Non voleva rovinare tutto, davvero, voleva solo salvare il fratello, il che non avrebbe dovuto essere una colpa. Fissò Iulo, e poi si voltò verso il lumacofono. Avrebbero dovuto chiamare Dragon e chiedergli che cosa fare, ma aveva paura. Non voleva morire, non voleva nemmeno lasciare la rivoluzione, e non voleva lasciare il fratello così. Il fatto era, adesso, che stava davvero cominciando a dare ragione ad Iulo sul fatto che fosse colpa di Ace che non aveva ascoltato nessuno, benché ritenesse ingiusto farlo non riusciva a non pensarci, perché le conseguenze erano state davvero, davvero gravi.
Lol, no, niente storie lesbo XD Era solo per provare che anche a scuola di possono scrivere certe cose, se si è abbastanza pronti XD Be’, dai, almeno abbiamo dimostrato che non sono 600 post di porno XD