Granelli di sabbia, AcexNami

Portuguese D Ace



Ace si sistemò meglio la borsa in spalla.


Babbo diceva sempre che le donne sono petulanti e una gran scocciatura. Gli sarebbe dispiaciuto dover ammettere che fosse vero proprio a causa di quella ragazza. Ormai l'aveva studiata nei minimi dettagli, ma se prima era interesse superficiale, era diventata una sfida nel momento stesso in cui gli aveva risposto duramente invece di cadere ai suoi piedi. Non un pensiero molto serio o una decisione ferrea a dire il vero, aveva troppi pensieri per la testa per rendersene conto.
Se c'era una cosa che sapeva era però che le guerre purtroppo sembrano aspettarti con i loro orrori dietro la porta ed era praticamente impossibile perdene una.


Oziare gli sembrava un sacrosanto diritto e per un attimo fu tentato di dire che lui, sinceramente, voleva scambiare almeno due parole con suo fratello dopo tanto che non lo vedeva. Peccato che fosse il primo ad avere una fretta impellente. I secondi scorrevano velocemente tra le sue mani e rotolavano via più rapidi di come avrebbero fatto le perle della sua collana se sfilate. Era come se il tempo lo stesse incalzando asfissiandolo e quella ricerca divenisse impellente come una prossima fine.


"Sempre a giocare pensi"sbuffò, preparandosi a seguire lo strano gruppetto.

Edited by kamy - 18/5/2011, 23:19

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Il procedere di Ace non passava sicuramente inosservato. Un passo dopo l'altro in un incedere deciso, ma che lascia muovere il corpo in una specie di danza ondulatoria di chi si sta divertendo un mondo. Il ciondolo con il teschio finiva sbalzato di qua e di là come un pendolo ipnotico, colpendo ripetutamente il petto muscoloso. Le varie cinghie e parti di ferro del suo vestire tintinninavano e anche la sciabola facevano rumore e sembrava che il pirata facesse di tutto per farsi notare. Il viso era in ombra, ma dal sorriso sembrava che ci godesse parecchio a starsene sotto il sole al pari di una salamandra. Il deserto sembrava il suo habitat naturale.
L'arancione guidava il gruppo, ma si voltava di continuo come se avesse avuto degli scatti improvvisi, ma visto che gli sguardi di entrambi erano rivolti a Rufy nella paura che si facesse del male, finivano per incontrarsi spesso in modo indiretto.
Il biondino gli sembrava un tipo troppo ansioso, ma visto che l'azzurrina pareva abbastanza fragile da rompersi con un soffio di vento, aveva le sue ragioni. Il nasone e la renna lo guardavano come se fosse stata una minaccia e, visto che lo era, la cosa lo divertiva precchio. Il verdino era sempre troppo appiccicato a Rufy, ma era troppo intento a controllare che camminando al contrario il minore si facesse male, per badarci.



'Tu giochi anche quando non giochi. Sei al parco per principio'pensò il maggiore, ma a guardarlo in un modo tutto suo sembrava fare lo stesso.


Concordò pienamente, ma non sapeva perché, il vedere Rufy così interessato a lui lo rendeva orgoglioso e poi, amava guardare in faccia il minore. Anche se ogni volta la cicatrice sotto l'occhio gli dava i nervi. Oh, ma se scopriva chi era stato a fargliela!
Ignorò totalmente la discussione interna alla ciurma.


Annuì deciso.
"Appunto pupa, che vuoi che sia"commentò sicuro.

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Lui il suo nome non lo sapeva e fino a quel momento, tranne miracolo che gli avrebbe permesso di impararselo, per lui l'arancione rimaneva 'pupa'. Non era mai stato molto democratico e non si impressionava facilmente.


"Finché non ci cambieremo d'abito e non indosseremo qualcosa di più consono alla gente di questo luogo, non potremo mai passare innoservati". Fece notare ragionevolmente, ma con il tono che un adulto ha nei confronti dei piccoli e ingenui bambini.

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Ace aveva già notato l'enorme zaino sulle spalle del biondino. Non che fosse una cosa difficile da notare, era un pugno nell'occhio quasi il naso del simbionte con la renna, il capello di quest'ultima o le sopracciglia rotonde dello stesso fumatore incallito dai capelli gialli.
Ora capiva a cosa doveva servire. Poveraccio, gli faceva una gran pena. Prendere ordini così, una cosa che non si addiceva certo a un pirata.



Ace sorrise, ma quella volta il suo ghigno era leggermente pervertito. Si decise a rimanere lì a guardare. Chissà se l'arancione aveva intenzione di cambiarsi lì dov'era, perché dal modo in cui si stava comportando pareva propensa. O altrimenti si sarebbe cercata un angolino più appartato prima di incitare i compagni a sbrigarsi.

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Ace al contrario non si fece scrupoli a guardare suddetta. A seguirne le curve perfette. I suoi occhi partirono dai corti capelli arancioni che le adornavano il pallido viso, scendendo rapidamente oltre il volto così falsamente angelico da mostrare un'aria felina. Seguì l'incavo del collo, osservandone attentamente le spalle e la curva delle scapole, simili a due piccole ali. Scese ancora guardando ora quella schiena immacolata e la linea della spina dorsale che la percorreva, ora i seni perfetti e sodi che sarebbe stato d'obbligo toccare. Il ventre piatto sembrava adornato dal piccolo ombellico come da un diamantino nero. Il fondoschiena sembrava composto da due cuscinetti morbidi e le gambe, forse un po' lunghe rispetto al resto, erano mozzafiato. Non un filo di grasso, non una ruga, quasi ci fosse dietro una venerazione per mantenere immutate quelle forme. Nel complesso però c'era il segno di un dimagrimento, come un segnale d'allarme per il futuro non colto. I piedini si muovevano nella sabbia, lasciando che quest'ultima giocasse tra le ridotte dita. Le mani dalle dita affusolate si muovevano lente, come se stesse giocando a provocarlo.
'E' una compagna di Rufy'pensò Ace per convincersi a controllarsi. In fondo, fino a prova contrario, era bravissimo a dominare il fuoco che lo incendiava e quindi i suoi bollenti spiriti. Quando lo spettacolo fu terminato e anche gli altri si furono cambiati, si diresse verso le rocce per farlo lui. Non era certo timidezza o imbarazzo il suo, o non sarebbe andato sempre vestito a quel modo. Semplicemente doveva aprire la borsa ed era un po' come lo scrigno dei segreti della sua vita, non una cosa certo da fare in pubblico.

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Ad Ace ci volle un po' di tempo per infilare quella complicata palandrana. Ignorò che avrebbe dovuto togliere il cappello durante quella difficile operazione. Aveva preso dalla borsa tutto quel materiale. Nonostante apparentemente non sembrasse, bisognava chiedersi cosa mancasse in quella sacca. Sembrava non solo capiente, ma direttamente senza fondo.
Il figlio di Roger ci mise qualche attimo per accorgersi chem con una spilla, era attaccato a uno dei capi di quel buffo vestiario un foglietto bianco. Se lo staccò e senza neanche leggerlo lo buttò a terra lasciando che cadesse tra le rocce.
Non si accorse che mentre si allontanava, Rufy, sgattaiolato lì e ben nascosto tra i massi, si era chinato per raccoglierlo. Era scritto in una calligrafia attenta e ordinata, ma il tono era di tutt'altro avviso.

"Bamboccio suicida. Sì, lo sapevo che te ne saresti andato prima o poi. Perché sei irresponsabile e se non ti cerchi duemila guai non sei contento. Conoscendoti ti starai ficcando nei posti più pericolosi. Perciò ti ho riempito la sacca di vestiti e oggetti che ti potrebbero risultare utili per ogni occasione. Se muori sappi che vengo e ti ammazzo. E non me ne frega che sei già morto a quel punto!".

Era firmato: "Marco, ricordatelo bene bamboccio!": Il Monkey ridacchiò e come se niente fosse raggiunse il fratello dopo averla buttata via a sua volta. Ace non si era ancora avveduto di nulla.

Edited by kamy - 30/5/2011, 16:42

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Ace li raggiunse con tutta la sua calma, o almeno era apparente. Come sempre Marco portava ad altri pensieri, soprattutto al ricordo di una persona e alla fine riconduceva tutto al punto ormai fisso della sua vita: il motivo di quel viaggio.


Quella tipa stava di nuovo urlando contro suo fratello. Era peggio di lui da bambino.

"Non agitarti sempre per niente. Fa caldo, rilassati". Cercò di placarla, per poi fare un gesto eloquente che ricordava quello dei domatori dinnanzi alle bestie feroci.