Nami la Gatta LadraLa giovane osservò con tanto d'occhi quello che dopo poco tempo di cammino si era parato davanti loro.
Sabbia ovunque, insieme ad alberi secchi scossi dal vento e mura di città abbandonare.
Le ricordavano tanto i villagi della sua isola quando, finiti i soldi, venivano distrutti da Arlong, solo che la sabbia non c'era.
Non che facesse molta differenza, ma sentiva una stretta al cuore non trascurabile.
Fortunatamente le bastava lanciare un'occhiata a Rufy per stare più tranquilla, ma se lei stava così, non voleva immaginare come si sentisse Bibi.
Avevano trovato a Yuba - così si chiamava la città - un vecchio che la Principessa chiamava nonno.
Un temerario abitante che da tre anni non faceva che scavare nonostante le tempeste, per avere l'acqua e così avere la prova che non c'era bisogno della rivolta.
Nami l'aveva ammirato per quella testardaggine, la stessa sua quando per otto anni aveva lottato per avere i soldi per Arlong.
E Rufy anche l'aveva ammirato, a quanto pareva, perché si era messo a scavare con aria seria, come fosse improvvisamente importante anche per lui.
Il giovane Capitano stimava chi perseguiva i propri obbiettivi, non era un segreto.
Per quella notte si sarebbero fermati lì, e Nami era sicura che avrebbe dovuto recuperare Rufy addormentato dalla fossa.
Quindi appena vide Bibi dormire, con Sanji e Zoro che si prendevano a calci nel sonno e Usopp e Chopper abbracciati come temessero un mostro, uscì dalla casetta.
Respirò affondo.
Non aveva fatto caso ad Ace, ma in fondo le importava poco e niente che fosse morto o vivo.
< No, se muore Rufy ci rimane male > pensò, guardandosi intorno.
Probabilmente era lì da qualche parte anche lui, ma la cosa più importante era recuperare il Capitano e metterlo a letto.
Quel vecchietto stava ancora scavando, ma Rufy doveva dormire, se il giorno dopo volevano affrontare ribellioni e affari politici vari.