Saikai - Ritorno., [VM 18] Attenzione: SPOILER!

Monkey D. Rufy

Rufy aveva l'aspetto di una mummia in movimento: le bende bianche gli fasciavano il torace, le gambe, e la testa.
Aveva parecchi graffi e tagli sul collo, sulle guance e uno obliquo che spiccava sulla fronte.


Rufy continuò a sorridere, quel suo sorriso largo, che lasciava i denti scoperti.
“E' vero che sono conciato piuttosto male, però adesso non venirmi a dire che non mi riconosci più!” Esclamò allegro, gettandogli le braccia al collo e stringendosi forte contro il suo petto.
La carne era ancora lì, proprio dove Shanks l'aveva appoggiata, mentre Rufy continuava ad abbracciare il suo vecchio amico, avvinghiandosi a lui come una piccola scimmia.

Shanks


Il sorriso era dannatamente lo stesso.
Come poteva essere lo stesso?!
Nel sentire le braccia piuttosto sottili - almeno in confronto a lui - cingergli il collo non riuscì a trovare il coraggio di scostarsi ancora.
Quando poi quel dannatissimo marmocchio gli si avvinghiò stile scimmia, l'Imperatore poté solo roteare gli occhi in un gesto di resa e portargli una mano al capo fasciato.

"Dove hai lasciato il cappello?" chiese, ignorando la frase del più giovane, come se fosse il copricapo di paglia la sua pricipale e unica preoccupazione.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Monkey D. Rufy


Le braccia smilze di quella piccola scimmia allegra di Rufy si strinsero più forte intorno al suo collo. Mentre la testa fasciata, dai capelli neri e scompigliatissimi, era appoggiata contro il suo petto.
Rufy alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi, e vide quella brutta cicatrice che era rimasta lì, come un marchio sulla pelle.


"Ih, ih, è lì, sul letto! Ed è tutto integro, dovresti vederlo! Nami me lo ha rattoppato qualche volta, ma sta beeeenone!" Esclamò, continuando a sorridere, quel sorriso largo e gioioso che gli andava da orecchio a orecchio.
"L'ho trattato benissimo, Shanks, è il mio più grande tesoro!" Affermò con gli occhi lucidi che gli brillavano di felicità.

Shanks


Per un attimo gli occhi del Rosso parvero brillare di una luce antica, bianca e splendida, solo per poi tornare duri.

Aveva inclinato appena un sopracciglio sottile, lanciando un'occhiata al copricapo.
Sembrava intero, decisamente.
Meno male.

A quelle parole un sorriso era apparso su quelle labbra mature "Ottimo" aveva sussurrato, inudibile.
Era tornato a guardare il ragazzino "Ora però staccati, testa di rapa!" si era lamentato, dandogli un pugno in testa che causò un enorme bernoccolo su quel capo moro.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Monkey D. Rufy




“Ahia!” Esclamò Rufy, mettendo su il broncio e tastandosi il nuovo bernoccolo che adesso sfoggiava sulla testa.
“Mi hai fatto male!” Continuò a parlare, mentre afferrava un cosciotto di pollo dal piatto e se lo infilava dritto dritto in bocca per gustarselo bene - in un tempo massimo di cinque secondi, perché poi doveva necessariamente scivolare giù, in gola, anche se masticato pochissimo.
Aveva una fame enorme e il suo stomaco chiedeva del cibo, altrimenti aveva minacciato di divorarsi da solo.
Perciò Rufy lo aveva accontentato subito, trangugiando l'intero cosciotto e rosicchiandolo fino ad arrivare all'osso.
Poi ne aveva preso un altro, ricominciando ad abbuffarsi di cibo come al solito.

Shanks


Il Rosso lo osservava mangiare con aria corrucciata.
Aveva lo stesso sorriso, lo stesso modo di mangiare e perfino la stessa parlantina, del bambino che aveva conosciuto tanto anni prima; alto sì e no quanto il suo ginocchio e praticamente indifeso.
Solo che ora era un ragazzo quasi uomo, che attirava gli sguardi su di sé, in una maniera o nell'altra.
Gli diede parecchio fastidio.

Shanks aveva osservato il nuovo bernoccolo e aveva sbuffato "Peggio di come ti sei conciato da solo, tanto" lo prese in giro, tenendosi lontano dagli 'schizzi' di cibo.
< Può competere con Lucky in 'educazione' > si trovò a pensare.
Solo che invece di schifarlo, lo inteneriva molto.
Il modo di mangiare di Rufy, ovviamente, non quello di Lucky.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Monkey D. Rufy


“L'ho fatto solo per difendere i miei amici: dovevo difenderli, Shanks, sono la mia ciurma e avevano bisogno di me.” Rispose Rufy sorridendo, mentre addentava l'ultimo cosciotto di pollo rimasto integro – ancora per una manciata di minuti o di secondi – nel piatto.
"E smettila di prendermi in giro, vecchiaccio!" Esclamò poco dopo tra un boccone e l'altro, facendogli una linguaccia memorabile.

Shanks



Quando gli aveva dato quella risposta, in un istante il Rosso aveva capito quanto fosse maturato Rufy.
Aveva compreso quanto fosse importante difendere i propri compagni a qualsiasi costo e da chiunque, che fosse la Marina, un Imperatore o il Re dei Pirati dall'oltretomba.
Stava per sorridergli orgoglioso, quando era arrivata la seconda parte della frase.

Al povero capo dolorante del giovane Capitano erano arrivati altri pugni "Rifletti ogni tanto prima di parlare mocciosetto".
Sì, doveva ricordarselo.
Rufy era solo un bambino.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Monkey D. Rufy



“Io non sono più un moccioso, Shanks, non sono un marmocchio!” Gridò Rufy, lanciandogli un'occhiataccia mentre si tastava i nuovissimi bernoccoli - nuovi proprio di zecca!
Avrebbe voluto sciogliersi all'istante le bende bianche che gli fasciavano il torace, farle cadere a terra, e mostrargli la brutta cicatrice che aveva sul petto: quella grossa, rossastra, che gli strisciava lungo la carne come due serpenti che si incrociavano.
"Sono cresciuto, Shanks, non lo vedi? Non sono più un marmocchio." Ripeté Rufy, fissandolo negli occhi.

Shanks



L'Imperatore era rimasto scottato alle parole di Rufy, ma visto il modo infantile in cui si tastava i nuovi bernoccoli, aveva fatto orecchie da mercante.
Solo che poi se li era ritrovati puntati contro.
Occhi neri, che ne avevano viste troppe per essere ancora bambini, lo fissavano con serietà.

Era rimasto spiazzato, davvero.
Il suo volto si era scurito e i suoi occhi erano svaniti in un'ombra che pareva produrre lui stesso "Hai ragione. Dovresti comportarti da tale, però, se vuoi che ti ci consideri" aveva ribattuto, tetro.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Continuò a fissarlo dritto dritto negli occhi: ormai erano lucidissimi. Poi il suo sguardo svicolò sul braccio mozzato del suo amico Shanks, nascosto dal lungo mantello nero.
Anni prima il Rosso l'aveva perduto per salvarlo - per salvare la pelle a Rufy - quando era ancora un marmocchio pestifero che combinava un grosso guaio dopo l'altro.
E poi se ne era andato, lasciandogli una promessa e un cappello, quel cappello fatto di paglia che era diventato il tesoro più prezioso di Rufy.
Ora Rufy lo stringeva tra le mani, quasi con rabbia.
"Sono cresciuto davvero, Shanks." Ribadì Rufy di nuovo, mentre i suoi occhi luccicavano.

Shanks



Il maggiore osservò il ragazzino guardare dove avrebbe dovuto esserci il suo braccio destro e invece c'era solo quel mantello nero da ormai troppo tempo per staccarsene.
Aveva gli occhi lucidi, Rufy, mentre stringeva il cappello di paglia come volesse incanalarvi tutta la rabbia.
L'Imperatore non poté che sospirare "Se sei cresciuto smettila di piagnucolare. Te lo dissi già quella volta. Infondo, è solo un braccio" e, per quanto paresse impossibile, il tono per un attimo fu lo stesso di tanti anni prima.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:54

Monkey D. Rufy


Mentre stringeva i bordi di quel vecchio cappello tra le dita, nella sua mente tornavano a galleggiare alcuni ricordi che gli erano rimasti impressi come una cicatrice, come un marchio, come un fuoco troppo grande da scacciare via e da dimenticare per sempre.
C'era l'acqua ed era tanta, che si infilava nei suoi polmoni, un mostro marino dalle gigantesche fauci spalacate, e Shanks, con i suoi capelli rossi e il suo cappello di paglia calato sulla testa.
E un attimo dopo c'era un bambino che piagnucolava, mentre appoggiava la fronte sul petto del pirata che gli aveva salvato la pelle, la vita, e che, al momento della sua partenza per riprendere il mare, gli avrebbe lasciato soltanto una promessa da mantenere e un cappello che Rufy avrebbe custodito con cura durante le sue mille avventure.
Tirandolo fuori dai guai, Shanks ci aveva rimesso il suo braccio; Rufy non l'aveva mai scordato.


"Non sto piangendo." Replicò Rufy, strizzando di nuovo gli occhi lucidi e serrando la mascella.

Adesso sentiva ogni muscolo del proprio corpo cedere sotto il peso delle gambe: reggersi in piedi stava diventando difficile, quasi impossibile.
Si portò una mano sulla tempia che gli pulsava dolorosamente, e premette con forza le dita contro la pelle.

"Penso che ora andrò a dormire, ho davvero bisogno di riposarmi." Disse Rufy dandogli le spalle e cercando di non incrociare più il suo sguardo, mentre tratteneva le lacrime che volevano scendere giù, come se fossero pioggia.

"Grazie per aver aiutato me e la mia ciurma."

Shanks


Il rosso lo vedeva poco stabile.
Le mani strette ai bordi del cappello, la mascella tesa, le gambe che tremavano.
Tutto in Rufy dava l'impressione di un ragazzino – di un uomo – distrutto.

Avrebbe voluto deriderlo, se fosse stato chiunque altro l'avrebbe fatto.
< L'hanno notato perfino le pareti che stai frignando, marmocchio. Me la cavo benissimo con un braccio solo > pensava, ma non trovava il coraggio di dirglielo, nel vederlo così maledettamente indifeso .

L'Imperatore pensò che dal suo sguardo fosse evidente quanto lo stesse mentalmente deridendo, se il giovane aveva avuto quello scatto.
Non sopportava che Rufy gli desse le spalle.
Era strano.

La conclusione lo spiazzò.
Era fin troppo matura.
“Non vergognarti di piangere. Sia le lacrime che i sorrisi, servono per crescere, nel percorso della vita” gli disse, scurito “Mettiti a letto e riposa bene. Io e la mia ciurma prenderemo il largo domani all'alba”.



Edited by *Reghina* - 24/2/2011, 22:55

Monkey D. Rufy



Shanks lo conosceva bene; sapeva che i suoi occhi erano lucidi e la sua mascella serrata perché stava cercando di trattenere una manciata di lacrime che volevano scendere giù.
E voleva lasciarlo, prendere il largo per tornare tra il blu acceso dell'oceano e le nuvole bianche che si stagliavano contro il cielo come batuffoli di cotone.
Quando Rufy sentì quelle parole qualcosa si spezzò dentro di lui, graffiandolo.
Stavolta non si trattava di un rumore di ossa frantumate dai pugni che aveva ricevuto durante la lotta forsennata a cui avevo preso parte, o dei calci che aveva incassato.
Shanks sarebbe partito all'alba assieme ai suoi uomini: quindi c'erano ancora soltanto poche ore, minuti, secondi, e poi non l'avrebbe più rivisto perché il mare l'avrebbe riportatato via, lontano, inghiottendolo - proprio come era accaduto l'ultima volta.
E allora sarebbe rimasta ancora la stessa vecchia promessa da mantenere fino alla fine, e lo stesso vecchio cappello di paglia da indossare sulla testa.

"Così...presto?" Mormorò sottovoce; non riusciva a deglutire il groppo enorme che aveva in gola.
Si voltò e lo fissò negli occhi.

< Non puoi andartene così presto; tu devi restare, Shanks. >