Portgas D. Ace"Ehi, sveglia!" Akihiko picchiettò la testa di Ace finché lui iniziò lentamente a muoversi e a stiracchiarsi.
"Scusa, mi sono addormentato..." mormorò, con la voce ancora impastata dal sonno, mentre si strofinava gli occhi. "Hai fatto?"
"Sì, tutto fatto..." replicò l'altro. "Certo, senza Marco qui non avevi molti motivi per stare sveglio..."
Ancora?! "No, in realtà è stata la tua incredibile bellezza che mi ha fatto svenire, da solo non la reggevo..." Scese dal letto cercando (inutilmente) di controllare come fosse venuto il tatuaggio. La risposta venne da Haruta, che era appena entrata in infermeria:
"Niente male!"
"Lo so, lo so, sono un mito," alzò le spalle Akihiko, modesto.
Poi Haruta salutò Ace. "Oggi hanno incaricato me di farti da guida. A proposito, conosci Izou? E' il comandante della sedicesima flotta," aggiunse, indicando il compagno che era con lei.
"Piacere," disse Ace stringendole la mano. "Ho sempre voluto dirti che penso che tu sia una bellissima donna."
A quella frase, Haruta e Akihito scoppiarono a ridere. "Vero," commentò quest'ultimo fra una risata e l'altra. "Peccato che sia un maschio."
"Davvero?! Caspita, cioè... In effetti avevo notato anche che eri un po' carente sul davanti... Be', resti comunque un bellissimo uomo."
Izou (abituato ad essere costantemente scambiato per una donna) non riuscì a non sorridere a quella faccia tosta nonostante la gaffe appena fatta. "Grazie. Però so comunque che hai una preferenza per i biondi il cui nome inizia per la M."
Ace alzò gli occhi al cielo. "Non è bello dirlo dopo solo un giorno che sono in questa ciurma, ma ho serie intenzioni omicide nei confronti di Satch."
"Nah, è proprio perché fai parte di questa ciurma che ce le hai," lo tranquillizò Haruta.
"E comunque non prendertela," aggiunse Izou. "E' uno scherzo. Mica fate sul serio?"
E già, non facciamo mica sul serio...Come Haruta e Izou gli spiegarono strada facendo, a parte il capitano, i comandanti, le infermiere e i cuochi, gli appartenenti ad ogni flotta avevano degli enormi cameroni a loro disposizione (naturalmente divisi tra maschi e femmine), e la propria tavolata in sala da pranzo, oltre ad una piccola Moby Dick in caso di missione. Anche gli altri pirati di picche erano stati aggregati al suo stesso gruppo.
"Attualmente non c'è un comandante della seconda flotta, ma se hai bisogno di qualcosa puoi rivolgerti a chiunque di noi, o a Teach che del tuo gruppo è il più anziano," terminò Haruta. "Eccoci, questa è la camerata della seconda flotta."
Appena entrati, Ace fu investito da una pioggia di coriandoli, stelle filanti e da voci festose che si coprivano a vicenda non permettendogli di capire un accidente di quello che stavano dicendo (ma suppose dal tono che non stessero cercando di attentare alla sua vita ma semplicemente di salutarlo).
Poi un omaccione enorme riuscì a farsi largo fra la folla per stringergli la mano. "Benvenuto a bordo, ragazzo. Sono Marshall D. Teach."
"G-grazie..." rispose Ace, cercando di liberarsi da quella presa ferrea.
Poi, il casino cessò di colpo: Barbabianca si era appena materializzato dietro di loro e tutto il gruppo era improvvisamente diventato diligente. Il gigantesco pirata fissò Ace e, notando il tatuaggio sulla schiena, si commosse. "Sono così orgoglioso," disse, sringendogli le spalle. "E naturalmente sono molto contento di avere qui anche il resto del tuo gruppo."
"G-grazie..." mormorò di nuovo Ace. Gli stava venendo un assurdo groppo in gola.
"Su, su, Babbo, non commuoverti." Izou diede al capitano qualche amichevole pacca sul ginocchio (anche perché alla spalla non ci arrivava come altezza).
"E stasera festa!" propose Haruta, la cui proposta fu accolta dal riniziare del caos all'interno della stanza.
"Se vi interessa," la voce di Clau sovrastò tutti, "se Ace si ubriaca abbastanza può anche capitare che faccia uno spogliarello!"
Ma ti pare?! Peccato che non riuscisse ad individuarla tra la folla per darle l'occhiataccia che si meritava.
"Oh, allora," fece Barbabianca, "dovremo dirlo a Marco..." Ace tornò a voltarsi verso il capitano.
Ma lo sanno proprio tutti di questa storia?! "... è lui quello incaricato di portare gli alcolici..."
"Tutto bene? Sei un po' pallido," disse Haruta, che in realtà ridacchiava perché aveva capito cos'era successo (malefica). Ace le rivolse un sorrisetto di circostanza.
A stare lì in mezzo a quella gente festosa, ad Ace era tornata in mente la frase di Marco a quella domanda imbarazzante di Akihiko.
"Adoro Ace quanto il babbo e come il resto della ciurma, compreso te Akihiko-san; non vedeva l'ora di conoscerti!" Marco era contento di averlo in ciurma quanto tutti gli altri. Per lui Ace era... un nakama, come chiunque altro a bordo. D'altronde, anche per Ace doveva essere così, no? Un nuovo compagno, come tutti quelli che lo stavano salutando in quel momento.
L'unica persona diversa da chiunque altro al mondo era Rufy, perché era suo fratello, e niente poteva superare il legame che li univa.
Tutti gli altri a cui voleva bene erano i suoi compagni, vecchi e nuovi, e il capitano. Tutti, compreso Marco.
Ma credi davvero a quello che stai dicendo..?Figurati, non preoccuparti, sono sempre io che sono logorroica XD Ho mio malgrado dovuto inserire Teach... ç.ç
Edited by Akemichan - 19/2/2011, 23:58