KakuJabura fece una smorfia, come dire "Ma certo, perché no..." e gli porse il suo lercio pacchetto.
Dopo che Lucci ebbe sfilato la cicca, l'uomo lo fissò attentamente da capo a piedi e osservò il ponte, nel punto in cui lui e Kaku erano stati trovati avvinghiati.
Qualcosa non gli tornava.
-Quelle...- fece sorridendo, dopo essersi scolato il saké scadente che portava nella piccola giara appesa alla cintura -Le conviene allacciarle quelle.- indicò le scarpe -Una volta sono inciampato, non le dico che ruzzolone...-
-Chi se ne frega!- ribattè Hattori. Ma Jabura lo ignorò, pensando tralaltro che fosse Lucci a parlare.
-E' straordinario pensare che il signorino sia scivolato e lei abbia avuto il tempo di levarsi giacca e scarpe, le pare?-
-Niente è impossibile per i maniaci! Prrrr-
Poi l'uomo lasciò Lucci da solo.
Intanto Kaku era nel suo camerino, intento a pulire uno specchio, quando Spandam entrò con tutta la sua grazia d'elefante e l'oggetto s'infranse.
-So che sei melanconico.-
"No, sono scazzato." fu il suo pensiero, ma rimase in silenzio, perché vide alle sue spalle uno strano oggetto.
Delle sferette bianche.
Maschera da sadomaso, sferette bianche, faccia da maniaco...
Kaku sudò freddo temendo in anticipo per la sua verginità e chiuse gli occhi per l'imbarazzo.
La musica che ascoltava sul suo carillon fu bruscamente interrotta delle chiappe dell'altor che ci si sedettero sopra a peso morto. Poi Spandam gli mostrò le sferette.
-Avevo intenzione di dartelo in occasione del party di fidanzamento, ma ho pensato che stasera...-
-Al matrimonio bisogna arrivare vergini!- esclamò alzandosi rosso in viso e fece per fuggire, ma poi Spandam gli mise la collo l'oggetto incriminato e allo specchio vide che non era quello che credeva.
-Oh mio Dio!- esclamò
-Come somma dei sentimenti che provo per te...-
Era davvero quel tirchio del suo fidanzato?
-Non sarà un tarocco?- chiese prendendolo fra le mani sottili.
-Come puoi dubitare. E' reale, autentico. E' un-
-Cazzo...-
-Diamante, Kaku.-
-Lo so che è un diamante.... è... -
-56 carati, per essere esatti.- disse Spandam fissando con sguardo maniacale il gioiello al collo del ragazzo -Lo indossò re Wapol e lo chiamò...-
I due poi dissero contemporaneamente -Le coeur de la mer.-
Poi Kaku si scosse.
Quel gioiello era come un collare, comportava un impegno da parte sua. L'impegno di legarsi a quell'uomo ed essergli succube.
-Non ce nulla che io non possa darti, Kaku.-
Ne era convinto, Spandam.
Ma non avrebbe mai potuto dargli l'amore che lui voleva nel suo io più profondo.
Lo lasciò parlare ancora, ma la sua mente vagò al pensiero di Rob Lucci.
Avrebbe dovuto ringraziarlo il giorno dopo. Da solo.
U__U ecco la demenza segreta di Kaku