SOTTOMARINO DEI PIRATI HEART, [VM 18]

Eustass Kidd

Kidd seguì Law, osservando che zoppicava un poco.
Ma non disse nulla.

Rimase ancora zitto e prese il cibo che gli venne dato. Iniziò a mangiare voracemente. Era decisamente buono.
Ascoltò le cazzatte che Law sparava senza fare commenti di alcun genere e osservò il suo modo di comportarsi con i suoi uomini.
Era una persona abbastanza tranquilla e affabile in apparenza. Penguin porse anchge a Law della carne e da quel momento, cominciarono ad arrivare a raccolta orde di uomini affamati, di entrambe le ciurme. Sembravano andare tutti parecchio d'accordo.
Gli Hearts erano ospitali e quelli di Kidd non rompevano le balle più del dovuto.
Killer discuteva ancora con Bepo di qualcosa che non riusciva a comprendere perché sedevano lontani.
-Ma guarda... si è fatto l'amichetto...- sbuffò corrucciato.

Guardò Law conla coda nell'occhio.
-Dov'è il mio rhum?- chiese, poi aggiunse -Comunque è buona.- prese un grosso boccone di carne e se lo ficcò in bocca.

Trafalgar Law

Law finì di masticare l'ultimo boccone poi si alzò e si diresse in una stanzetta vicino alla cucina. Ne uscì poi con due bottiglie in mano, pergendone, poi, una al rosso.
Lo guardò per un attimo divertito e poi di nuovo si sedette al suo posto. Aprì la sua bottiglia e iniziò a bere.
-Ah Eustass... sta attento, potrebbe essere avvelenata...- scoppiò in una fragorosa risata e continuò a bere. In poco tempo, il contenitore si svuotò del tutto.
-Penguin, vammi a prendere un'altra bottiglia...- dal tono della voce, si poteva capire benissimo che era un pò brillo. L'altro cercò di dissuadere il suo capitano che per tutta risposta lo minacciò di farlo a fette. Meglio ubbidire, Law avrebbe potuto farlo di certo. Ritornò quindi con altre due bottiglie, almeno per un pò il suo superiore non si sarebbe lamentato.
-Cos'hai Eustass? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Stai zitto zitto...-



Edited by Ale_Mau - 14/9/2010, 21:10

Eustass Kidd
-Basti tu a parlare, Trafalgar.- gli rispose, scolandosi una bottiglia. Non sapeva a che numero era arrivato in tutto, ad ogni modo, un fastidioso intorpidimento elle braccia e alle gambe, con annesso senso d'estraniamento, gli fecero capire che aveva esagerato.
Oh beh, poco male.
Trafalgar era messo peggio di lui, visto che parlava parlava e parlava. E beveva beveva beveva.
Nella sala c'era tanta allegria e guardandosi intorno Kidd capì che anche gli altri, tutti, erano più o meno brilli. Ma era quello il bello.
Essendo pirati non ci si fidava di nessuno, nemmeno di altri pirati, anzi quelli erano il peggio del peggio.
Ma in quel momento, dopo le varie vicissitudini, gli uomini e le donne delle due ciurme erano felici e rilassati. SI fidavano. Erano compagni in quela strana avventura, almeno fino al mattino dopo, quando la sobrietà li avrebbe fatti ragionare e costatare che nel Nuovo Mondo sarebbe tornata la rivalità.
Riguardo alle donne, nella ciurma di Kidd ce n'erano solo due. Poche ma buone. Violente e sadiche. Un sogno praticamente per uno come lui cresciuto a pane e Morti Viventi, che aveva come amico immaginario Frankenstein e da bimbo correva per casa con un mantello cercando di succhiare il sangue della nonna perché credeva che con fanciulla vergine s'intendesse il segno zodiacale.
Beata ignoranza Kidd...
Ad ogni modo, in mezzo a quel putiferio di grida e brindisi e danze sui tavoli e discorsi tra vice che non riusciva ad afferrare, Eustass Kidd incrociò lo sguardo di Trafalgar Law seduto di fronte a lui e allungò la gamba sotto il tavolo, premendo in una zona morbida di sua consocenza con la punta del piede.

Trafalgar Law


Scoppiò a ridere nell'udire quella frase. Ormai il vino aveva fatto il giro completo. Eppure era abbastanza "lucido" da capire che ormai era andato. Si guardò per un attimo intorno: entrambe le ciurme sembravano divertirsi e anche parecchio. Bé, buona cosa... in fondo un pò di divertimento non avrebbe fatto male a nessuno. Per un attimo guardò Eustass negli occhi. Anche lui lo stava fissando, stranamente però. Ad un tratto sentì qualcosa toccargli ripetutamente in mezzo alle gambe, proprio sul suo membro. Kidd... brutto bastardo, era di sicuro lui.
Per tutta risposta il moro indietreggiò con la sedia e la gamba del rosso, per quanto lunga poteva essere, cadde a terra non potendo più arrivare alle parti basse di Law. Si alzò traballante e gli si avvicinò rimanendo appoggiato al tavolo.
-Se non erro... lei signore non si è ancora fatto una doccia...- lo guardò malizioso, portandosi una dito sulla bocca. Rimase per un pò a fissarlo e intanto un desiderio di lussuria iniziava a crescere sempre più in lui.
Kidd era un bastardo, un rompipalle, tutto quello che volete eh, ma a letto... era la fine del mondo! Secondo Trafalgar.
-Se vuole... le indico il bagno...- disse ridendo.
Osservò per un attimo i loro compagni: troppo impegnati a fare chiasso, non avrebbero notato la loro assenza. Lo fece alzare e lo condusse tra i corridoi bui del sottomarino.
Finalmente arrivarono nella stanza di Law e il moro si chiuse la porta alle spalle. Di nuovo cinse il collo di Eustass e subito iniziò a leccargli la giugulare molto lentamente.
-Kidd... non permettere più a qualcun'altro di toccarmi...- non si era neanche reso conto di quello che stava dicendo. L'alchool fa male, davvero eppure a volte riesce a farti esternare i tuoi veri sentimenti...

Eustass Kidd

Percorse il corridoio che lo separava dala stanza di Law in religioso silenzio, come se stesse avventurandosi nel tunnel per i campi elisi. Inconsciamente. In realtà camminava e basta, dietro un uomo col cappello di vacca delle nevi.
"Doccia..." fu l'unica cosa che la sua mente riuscì a epnsare concretamente.
Aveva bevuto troppo e poi c'era lo stress.
Poi c'era qualcosa di morbido che gli sfuggiva.
"Stronzo..." pensò, osservando vacuamente il fonoschiena di Law.
La porta della cabina venne aperta e di nuovo quell'odore bizzarro confuse le sue narici. Due braccia scure si consero intorno al suo collo e una bocca gli percorse la pelle bianca, bramosa e ansimante. Poi una voce flebile quanto inusuale gli sussurrò
Lui si strinse intorno a quel corpo più piccolo e levatogli il cappello posò le labbra sui suoi capelli, trovando confortevole il calore fra di loro.
L'indomani avrebbe semplicemente dimenticato tutto e ad ogni modo, il suo orgoglio era stato momentaneamente messo da parte, sopresso dal rhum e da una zazzera nera, da un sorriso da schiaffi. Da una pelle bruciata dal sole e da due occhi grigio verdi cerchiati di nero.
Che male c'era a passare una notte diversa dalle solite?

Trafalgar Law

Lentamente Eustass gli tolse il cappello e gli diede un bacio sui capelli. Un semplice bacio, dolce e casto nulla di più. Sentì le sue braccia forti circondarlo e subito provò un senso di pace e tranquillità.
Ora si sentiva davvero bene, al sicuro. Eppure in cuor suo sperava che il giorno seguente si fosse dimenticato tutto, era meglio così. Due nemici, diventati amanti, che cosa stramba.
Appoggiò infine la testa sulla sua spalla e rimase immobile, senza dire nulla. Voleva soltanto godersi fino in fondo quegli puri attimi di felicità. Si, perché quello che stava provando in quel momento era felicità, che il giorno seguente si sarebbe trasformata in un incubo. Perchè poi porsi tutte quelle domande inutili, quando mai i pirati pensano al domani? Liberi e spavaldi loro vivono alla giornata, quindi è inutile farsi tante paranoie, su cosa accadrà domani o altre cose.
-Kidd... io...- taque. Lo guardò un attimo negli occhi perdendosi in quell'immensità di pozzi neri.

Eustass Kidd

-Che vuoi?- gli chiese, lasciandolo appoggiato a se, ma carezzandogli le spalle, scendendo lungo le sue braccia e risalendo. Cercando il contatto fisico o inconsciamente riscaldando e dando conforto a quel nemico troppo intimo.
Di punto in bianco si erano trovato così vicini eppure a mente lucida Eustass non avrebbe avuto dubbi nell'affermare -E' solo sesso.-
-Trafalgar...- la sua mente iniziava a recuperare lucidità, ma era ancora troppo intorpidito e su un altro mondo per prendere a calci il chirurgo e sbatterlo fuori dall'oblò. Lo sospinse piano, lontano da se, ma verso il letto anch'esso bianco a fantasia maculata. Soffice e caldo, invitante.
"Costrinse" Law a sedersi spingendolo per le spalle.
-Mi fa senso vederti così...-

Trafalgar Law

Si sedette, così sul letto, imitato dall'altro. Per un attimo ci fu silenzio, poi quella frase che proferì Eustass:


Law sorrise, un sorriso amaro e malinconico, non guardò però il rosso in viso, si limitò ad appoggiare i gomiti sulle gambe.
-Si Kidd... mi faccio schifo da solo...-
Aveva recuperato un pò di lucidità, abbastanza per rispondergli anche se con troppa sincerità. Sbuffò e si alzò in piedi, quasi in preda alla rabbia.
-E' che... cazzo... non ci capisco più niente! E' successo tutto così in fretta... troppo in fretta!- si posò una mano sulla fronte. Era strano confidarsi con il proprio nemico, ma davvero lo era?
Guardò per un attimo il pirata sul letto, facendo una smorfia e si rimise a sedere accanto a lui. Si stese poi iniziando ad osservare le spalle del rosso coperte dalla pesante pelliccia.

Eustass Kidd

Kidd deglutì. Aveva la bocca secca e l'emicrania post sbornia già cominciava a farsi sentire.
Piano piano.
Ma sapeva che al mattino sarebbe stato incapace di muoversi per il dolore.
Ad ogni modo, fissò Law che osservava la sua pelliccia con fare interessato.
-Non venire a dirlo a me.- scosse la testa. Che altro dire?
Se avesse detto -Anche io non capisco e mi sento confuso...- sarebbe stato solo un eufemismo. Aveva già detto tutto prima e Law aveva completato. Si alzò dal letto e scosse ancora la testa confusa.
-Vado a fare la doccia.- e senza attendere consenso, si chiuse la porta del bagno alle spalle.

Trafalgar Law


Ok, messaggio ricevuto: Kidd non aveva assolutamente voglia di parlare dell'argomento. Law sospirò rassegnato. Si mise a pancia in sotto e appoggiò la testa al cuscino.
-Fanculo Eustass...- disse sottovoce.
Uno sbadiglio lo colse di sorpresa, era un bel pò stanco dopotutto quella era stata una giornata alquanto movimentata. Ripensò a tutto quello che era successo pochi minuti fa e arrossì come una ragazzina alle prese con le prime cotte. Ovviamente, come al solito, non lo ammise e diede la colpa all'alchool, dicendo che iniziava a sentire caldo da per tutto. Si spogliò quindi e rimase solo in boxer. Intanto mille pensieri iniziarono ad annidarsi nella sua testa...

Eustass Kidd

Kidd rimase in silenzio un attimo. Finalmente solo, finalmente in pace. Si assicurò che la porta fosse ben chiusa e iniziò a spogliarsi.
Aprì il getto dell'acqua calda e ci si fiondò sotto, senza pensarci. Erano tante le cose che aveva fatto senza pensare, ultimamente.
L'acqua fece scivolare via dal suo corpo la stanchezza, oltre che la sporcizia e il sangue rappreso.
Gemette per il piacere che gli arreccava quel toccasana e sorrise, cercandodi vivere quell'istante di assoluta pace al meglio.
-Al diavolo, tutto...- disse, piano mentre le mani scorsero sui capelli, per renderli leggeri e pulirli per bene. Prese la spugna e vi mise il sapone sopra. Era quello ad emanare quello strano profumo.
Esitò.
Non che volesse profumarsi del profumo di Trafalgar. Era come ammettere che non voleva separarsi da lui.
"Oh, al diavolo!" battè, esasperato dalle incertezze, il cranio sulla parete liscia e fredda della doccia.

Trafalgar Law

Law fissava il soffitto, con le braccia aperte, delicatamente adagiate sul materasso morbido del letto. Di nuovo l'immagine di Kidd che lo abbracciava con tanta tenerezza gli balenò in mente portandolo ancora ad arrossire. Doveva cacciare via quei pensieri. Si, doveva proprio. Lentamente si sedette e si guardò intorno, cercando qualcosa da fare. Poteva leggere un libro. Scosse la testa, già tanto se riuscisse a camminare, figuriamoci leggere. Ad un tratto sentì qualcosa sbattere contro la parete del bagno. Si voltò per un attimo e fissò il muro confuso.
-Sarà l'immaginazione...- disse poi cercando di alzarsi. Dopo svariati tentativi, infine riuscì a restare in piedi, ma... cosa fare?
-Bahh... fanculo...-. Iniziò quindi a "camminare" in su e in giù cercando di scacciare i propri pensieri.

Eustass Kidd

Diede un altra capocciata al muro e aumento il getto dell'acqua a soffocare la voce della sua coscienza.
-Fanculo, Trafalgar...- disse, anche se non ce l'aveva espressamente con lui ma con se stesso. Dettagli.
E poi, si era rimbecillito a quasi chiedergli di non pestargli i piedi nel Nuovo Mondo e proteggere i suoi uomini in caso di un suo arresto o morte?!
-Sono Capitano Kidd...- disse fissando con aria torva il muro -Non mi farò mettere i piedi intesta da un medicastro del cazzo.- (era ancora un po' brillo e confuso, ma è normale no?)
Infine, si passò con forza la spugna sulle spalle, impregnata di quell'odore pungente.
"Non ci sono legami. Solo sesso. Solo quello e fiotti di rhum." e per impedire alla sua coscienza di dire altro, aprì la bocca per urlare a squarciagola per cantare le proprie lodi.
Una produzione made in Eustass, che lo risollevava e aiutava a sfogarsi un poco...

My name is Captain Kidd as I sailed as I sailed
My name is Captain Kidd as I sailed
My name is Captain Kidd and God's laws I did forbid
And most wickedly I did as I sailed

Continuò così, senza più pensare. Ripetendo mentalmente, all'infinito "Io sono il Capitano Kidd... fanculo Trafalgar!"

Trafalgar Law

Di nuovo un altro rumore proveniente dal bagno, solamente era più forte, simile ad una testata.

-Ma che...?!-
Eustass. Che cantava. Sotto la doccia. Dio, quanto era stonato!


E sembrava non voler smettere.
Le tempie del povero medico iniziarono a pulsare provacondogli un violento mal di testa. Provò a coprirsi lo orecchie con le sue stesse mani, ma la voce roca del rosso gli arrivava fino al cervello. A grandi falcate percorse la stanza e aprì la porta del bagno, facendola sbattere violentemente contro la parete.
-Porca puttana! Smettila, mi fa male la...-. Si zittì di colpo osservando l'altro nella doccia. L'idiota neanche aveva chiuso la porta scorrevole e ora Law si ritrovava a fissarlo. Se non avesse fatto attenzione, della bava sarebbe potuta scendere dalle sue labbra. Ad un tratto avvertì un fastidio, uno strano intorpidimento sulle gambe. Abbassò lo sguardo e notò che i suoi boxer avevano assunto una forma strana... a punta.
Ritornò a fissare la schiena dell'altro che sembrava non essersi accorto di nulla. Dio che fisico meraviglioso.

Eustass Kidd

Il buon Eustass non si accorse di nulla. Continuò lo straziante concerto mentre l'acqua scrosciava sui suoi muscoli scolpiti. Sulla sua pelle nivea, sui suoi capelli di fiamma.
E non sentì la porta sbattere, ne la voce dl medico che imprecava. Non si accorse della sua presenza e si esibì in una serie di sconnessi vocalizi accompagnati da gesti come di chi suona la chitarra freneticamente.
Ad ogni kodo agitava pericolosamente fianchi e bacino senza rendersi conto di avere alle spalle Trafalgar con tanto di erezione e bava alla bocca. O quasi.