Impel Down, [VM 18] aspettando l'esecuzione a Marineford...

Ace D. Portuguese

Dopo parecchi, snervanti minuti, durante i quali sia Ace che la guardia permasero in un silenzio praticamente assoluto, in attesa di un segno di vita sotto quel piano di metallo, finalmente la botola cigolò.
I battiti di Ace accelerarono per un istante, spegnendosi immediatamente però alla vista del cappello e della divisa da guardia ch'emergeva dal fondo buio dell'ascensore. Nessuna traccia di Rufy.
Si lasciò cadere sulle ginocchia, con lo sguardo perso in quel quadrato scuro, nero come un pozzo senza fondo, disegnato dalla botola aperta. Gli occhi carichi di un'angoscia che sembrava non abbandonarlo mai completamente, da quando era entrato ad Impel Down.
"Stupido fratellino.. dove sei finito adesso?"

<< Ah, eccoti finalmente! >> esclamò intanto la guardia al presunto "collega" appena entrato << Che cosa è successo prima? Ti ho sentito gridare il nome di Cappello di paglia, mi hai fatto prendere un infarto!! >>

Ace non sentì la risposta dell'altro, ma colse un guizzo fulmineo nella penombra, un impatto. La guardia cadde a terra priva di sensi, abbandonando la torcia che stringeva tra le mani a illuminare confusamente il fondo dell'abitacolo con stretti e timidi fasci di luce.
Il pirata sussultò. Solo per un attimo, cercando conferma alla domanda a cui il suo cuore o il suo istinto avevano già risposto.
Fissò la guardia rimasta in piedi e cercò nella penombra di intercettare il suo sguardo, di individuare il suo volto: e poi la vide.. quella cicatrice, sotto l'occhio sinistro, che avrebbe riconosciuto tra un milione di altre simili. Quella per cui, da bambino, gli aveva mollato un pugno in testa e l'aveva sgridato, perché se l'era procurata da solo, per dimostrare di avere chissà quale coraggio ad un pirata dai capelli rossi...
Gli occhi di Ace vibrarono, riempiti dall'intensità di quei quei ricordi, ma anche dalle più attuali ed incalzanti emozioni: un misto di trepidazione, di gioia.. e di rammarico.
Perché Rufy non avrebbe dovuto trovarsi lì, nella prigione di Impel Down, a rischiare la vita per lui.. e lui non avrebbe dovuto essere così dannatamente felice di vederlo, come invece era.

<< Perché.. >> gli disse, abbassando lo sguardo, forse nascondendo un sorriso mentre gli occhi bruciavano << ..Perché sei venuto!? Stupido..! >>

Ace D. Portuguese

In tutti gli anni che avevano trascorso insieme ed in tutte le esperienze che avevano condiviso, mai il tono di Rufy era suonato così serio e arrabbiato nei suoi confronti. Di solito era sempre il contrario.. era sempre lui a rimproverarlo per qualche bravata. Ma non stavolta. Stavolta era Ace nel torto e la sua "bravata", probabilmente, era peggiore di tutte quelle del fratello messe insieme.


Si lasciò sbattere contro la parete, disarmato più nella mente dai sensi di colpa, che nel corpo per gli effetti dell'algamatolite.
Quasi non sentì l'impatto, e quasi non sentiva nemmeno le ferite che si portava addosso dal giorno in cui era stato sconfitto da Teach, perché ciò che faceva male davvero, adesso, sopra ogni altra cosa, era lo sguardo di Rufy.
Ace riusciva a stento a guardarlo, ma non trovava parole per rispondervi. Poi d'un tratto, quasi a volerlo salvare da quell'oblio in cui stava sprofondando inesorabilmente, le braccia del fratello gli cinsero il collo e si ritrovò stretto a lui.
Fu un brivido puro, capace di far vibrare ogni cellula del suo corpo. Se a scatenarlo fosse stato il contatto, mancato da troppo tempo, tra i loro corpi, o la gioia di veder realizzato il suo "ultimo desiderio", questo Ace non lo sapeva, ma gli bastava constatare che Rufy lo stesse abbracciando.. e che gli avesse, in un modo o nell'altro, come già era avvenuto molti anni prima, restituito il sorriso.


Ace chiuse gli occhi, non più appannati dal dolore, e non si trattenne dal sorridere malgrado l'arrabbiatura di Rufy.
<< Si vede che un po' ti somiglio, fratellino >> disse, rialzando la testa e incrociando il suo sguardo << Certo, però che non mi sarei mai aspettato.. che il giorno che saresti venuto a salvarmi il culo l'avresti fatto conciato così! >>
Senza dargli tempo di replica, sollevò le braccia e le abbassò a circondare il collo di Rufy, poi, con i polsi incatenati dalle manette gli spinse la testa verso di lui e gli catturò le labbra in un bacio, tanto improvviso quanto appassionato.
Dio, se gli era mancato..
Mancava da così tanto che Ace si sorprendeva, mentre intrecciava con fervore la lingua con quella dell'altro, di come avesse potuto farne a meno per tutto quel tempo.




Edited by virgo.86 - 13/10/2010, 22:12

Ace D. Portuguese

Rufy aveva ricambiato il suo bacio con un'intensità che rese Ace ancor più entusiasta, perché i suoi gesti valevano più di mille parole e tutti gli stavano suggerendo in quel momento che il suo fratellino avesse sentito il peso della loro distanza almeno quanto lui.
Ma per fortuna, niente era cambiato durante tutto quel tempo: il sapore dei baci di Rufy era lo stesso, dolcissimo, che aveva salutato sulle rive dell'isola di Foosha il giorno della sua partenza per diventare pirata.. e il calore del corpo di lui, a contatto col suo, aveva ancora l'effetto di sempre.. di riscaldarlo nel cuore, nell'anima, così in profondità che ne restava sorpreso ogni volta.
Nessuno ci riusciva così.. nessuno, come lui, gli arrivava dentro facendolo ardere di un sentimento che superava di gran lunga i poteri del frutto Foco foco.

Dopo innumerevoli istanti, immerso in quelle considerazioni, Ace sentì le labbra di Rufy allontanarsi per prendere fiato.


Fronte contro fronte, gli occhi scuri lo fissavano, sorridendo senza ausilio di un sorriso sulla bocca.. anche quello gli era mancato tremendamente.
Ace in risposta ricambiò il medesimo sguardo. Avrebbe voluto scompigliargli i capelli ma per via delle manette non ci riusciva.

<< Ero in pensiero per te, da quando mi hanno detto che eri qui.. Mh? >>
Si bloccò, sentendo qualcosa suonare nella giacca da guardia del fratello. Un po' a malincuore tolse le braccia dal suo collo e recuperò la torcia ch'era finita proprio vicino a lui. A mani giunte la sollevò e la puntò sulla tasca da cui sembrava provenire il rumore.

<< Forse è meglio rispondere >> fece, inclinando la testa da un lato. Ammesso che fosse una chiamata da parte di Magellan o di qualche guardia, sarebbe stato più pericoloso non dare segni di vita.




Edited by virgo.86 - 13/10/2010, 22:13

Ace D. Portuguese

Con chiunque stesse parlando Rufy al lumacofono, Ace fu contento di sapere che avesse un minimo di buonsenso in più del suo scriteriato fratellino -almeno da quanto riuscì a udire-. Ma insomma, ce ne voleva a presentarsi come "Monkey D. Rufy" in quella situazione, e all'apparecchio di una guardia carceraria per giunta!
Lo fissò sconcertato per tutto il tempo della chiamata, chiedendosi come diavolo avesse fatto ad arrivare fin lì, ai piani più bassi di Impel Down, senza farsi catturare.
"Dovrò ringraziare un bel po' di gente quando questa storia sarà finita.." si disse il pirata, che non dimenticava mai chi prestava aiuto a suo fratello, salvandolo dalle sue stesse scelleratezze.
Poi sentì nominare Jinbe, e un nuovo sorriso gli si dipinse sulle labbra.


"Accidenti a te.. avresti dovuto portarlo fuori di qui, e invece.." pensò, ma si rese conto che infondo il cavaliere del mare aveva mantenuto la parola: gli era stata raccomandata la vita di Rufy, prima che la sua fuga da Impel Down, e infatti in un modo o nell'altro.. era ancora tutto intero, davanti a lui.
<< Jinbe.. grazie! >> disse Ace protendendosi un po' verso il lumacofono, perché potesse sentirlo.
Quello dall'altro capo della cornetta sorrise, capendo immediatamente che il ringraziamento riguardasse il suo "vegliare" su Rufy.

Terminata la conversazione, il morò passò al fratello la torcia, per avere le mani libere -beh più o meno- e calarsi come meglio poteva dalla botola.
<< Fai strada, Rufy! >>




Edited by virgo.86 - 13/10/2010, 22:15

Ace D. Portuguese

Scendere quelle dannate scale in manette si era rivelato più complicato del previsto ed Ace se n'era reso conto a spese sue e del fratello, capitolando giù, dentro quel pozzo nero, per metri e metri fino a toccare terra.
Fortunatamente, il frutto del diavolo ingerito da Rufy si era rivelato molto meno inutile di quanto credeva da piccolo, sia sul campo di battaglia che in quelle particolari situazioni.

<< Acc.. che botta! >> fece Ace sentendo un po' di male solo alle ginocchia che, avendo impattato ai lati del corpo del fratello, si erano sbucciate sul pavimento.


<< Sì.. menomale che sei di gomma, fratellino. A quest'ora ti saresti spaccato la testa... beh non che la usi molto, comunq... N-ngh! >>
Le parole gli morirono in gola, soffocate da una scossa inaspettata che repentinamente si era propagata dal bacino ad ogni fibra del corpo.
Cosa accidenti stava facendo Rufy!?

<< Stai.. stai fermo, mi alzo io >> bofonchiò Ace, ancora spiazzato per l'effetto che aveva avuto quel lieve sfreghìo su di lui.
Ma anche il semplice mettersi in piedi, con un paio di pesanti manette ai polsi, era tutt'altro che facile. Non potendo aiutarsi con le mani (che adesso stavano fisse sul pavimento, quasi congiunte sopra la testa di Rufy), il pirata tentò di sollevarsi sulle ginocchia, ma il bacino non gli si scollava da quello dell'altro... erano come incastrati.
Fantastico. La cintura si era impigliata con quella dei pantaloni da guardia del fratello.

"..E andiamo, scollati!" sembrò volesse dirgli Ace, e si mosse in avanti con più forza per liberarsi.
..Ma fu una pessima idea. Aveva premuto nuovamente il bacino su quello dell'altro e stavolta il presentimento che stesse per avere un'erezione, beh... non fu solo un presentimento.
Sentì un brivido corrergli lungo la schiena e il formicolio aumentare sotto i pantaloni, quasi a volergli ricordare che l'astinenza da Rufy era durata fin troppo e per questo stava avendo effetti non desiderati (o meglio, non premeditati).
Doveva distrarsi, subito. Non era affato il momento adesso!

<< Rufy.. ci siamo impigliati, togliti quella maledetta cintura! >> esclamò, lieto che fossero al buio e che non potessero cogliere il colore l'uno del viso dell'altro.




Edited by virgo.86 - 13/10/2010, 22:16

Ace D. Portuguese

Dopo averle maledette più o meno da quando era entrato ad Impel Down, Ace si trovò ora a ringraziare quelle catene di algamatolite che gli serravano i polsi, perché se non le avesse avute, con tutta probabilità, avrebbe preso fuoco a quei tocchi sconsiderati, e nulla lo avrebbe frenato dal menare Rufy che stava peggiorando una situazione già di per sè impeggiorabile, facendolo eccitare proprio lì, nel bel mezzo di quella prigione che il mondo considerava la tomba di pirati e fuorilegge d'ogni specie.
Si lasciò scappare un gemito nel sentire il guanto sfiorargli il torace, ma il lamento di Rufy.. quello sì che fu devastante. In un attimo Ace riportò alla mente tutti i momenti -e ce n'erano stati tanti- passati a far l'amore con lui, i suoi occhi appannati dal piacere.. e quel viso imporporito, che riusciva ogni volta a mandare il buonsenso a farsi benedire.
..Proprio come adesso, anche se Ace non lo vedeva.
Al diavolo.
Al diavolo tutto. Al diavolo Magellan, le guardie che gli davano la caccia, al diavolo Impel Down... tra qualche ora, se non fossero riusciti a scappare, lo aspettava l'esecuzione a Marineford, ed Ace avrebbe potuto pure sorvolare sul fatto di aver fallito la fuga per concedersi un momento d'intimità con Rufy, ma al contrario non si sarebbe mai perdonato di morire lì, sul patibolo, col rimorso di non aver colto quell'occasione un'ultima volta...
Abbandonò dunque ogni tentativo di resistenza e si lasciò guidare dall'istinto, che sapeva sempre cosa fare -specie in situazioni del genere-.

<< Sei proprio una frana, lascia fare a me..! >> riuscì a dire, e una punta di malizia gli accentuò il sorriso.
Aiutandosi coi gomiti strisciò sul corpo del fratello, verso il basso -sganciando finalmente l'incastro tra le fibbie, ma ormai era tardi-, fino ad arrivare alla cerniera del pantaloni.
<< Credo di averla trovata, fratellino.. >> fece ridacchiando, e dopo aver cercato un po' a tentoni con le labbra, chiuse il cursore della lampo tra i denti, tirandolo giù con estrema facilità malgrado il buio.
Da quel punto in poi, il fatto di non vederci non sarebbe più stato un problema: conosceva il corpo del fratello meglio di tutte le carte nautiche capitategli tra le mani in quegli anni.
Senza dare dunque a Rufy nessun ulteriore preavviso, Ace carezzò con la lingua il sesso del fratello da sopra gli slip, lentamente (o almeno ci provava), per non perdersi neppure la più piccola reazione.

Ace D. Portuguese

Se Ace era già convinto di consumare quei momenti in intimità col fratello, i gemiti di quest'ultimo non poterono che essere un incentivo, una sterzata del suo autocontrollo verso la via dell'annullamento.
Sotto la stoffa, riusciva a sentire chiaramente la pelle di Rufy bollente, l'erezione tesa e, al pari della sua, infastidita dagli indumenti che la soffocavano.
Il moro se la rise ancora, non sapeva più se per il fatto che ad entrambi fosse bastato un nonnulla per finire in quelle condizioni, o per la faccia che immaginava dipinta nel volto dell'altro in quel momento, conscio che la situazione gli fosse del tutto sfuggita di mano.

Aiutandosi con le mani, non senza un po' di difficoltà, abbassò quindi anche gli slip di Rufy e posò qualche bacio leggero sul suo sesso, nemmeno gli stesse dicendo "anche tu mi sei mancato" _{(ed infondo era la pura verità xD)}.

<< Sei così scandaloso, fratellino... >> soffiò, tra il divertito e il malizioso, evitando di staccare le labbra dalla sua pelle. Con la punta della lingua azzardò una prima, lenta carezza e aggiunse:
<< ..non sarai venuto a salvarmi solo perché eri in astinenza, vero? >>

Senza aspettare una risposta -anzi, pretendendo come tale nient'altro che gemiti- Ace accolse il membro nella sua bocca spingendosi più a fondo che poteva, con lentezza, salvo poi tornare indietro e ripetere con maggior audacia la stessa operazione.