Posts written by MikNiichan

view post Posted: 24/7/2015, 11:54 SEGNALAZIONE ASSENZE DAL FORUM - Forum's Info
scusate ragazzi, ma devo assentarmi nuovamente per questi ultimi giorni di luglio e per tutto il periodo di agosto. motivi? VACANZE!!! XD
mi mancherete tanto! vi mando tanti cari baci! <3
view post Posted: 1/4/2015, 22:34 SEGNALAZIONE ASSENZE DAL FORUM - Forum's Info
purtroppo sarò assente a tempo indeterminato causa vacanze e studio post-vacanze. perdonatemi, la vita universitaria fa schifo -.-' cercherò di tornare tra voi il prima possibile. già mi mancate!!! T T
view post Posted: 14/11/2014, 12:14 SEGNALAZIONE ASSENZE DAL FORUM - Forum's Info
purtroppo risulterò assente per un periodo parecchio indeterminato.
scusatemi, ma è per cause di forza maggiore.
abbiate pazienza.
view post Posted: 11/10/2014, 17:52 SEGNALAZIONE ASSENZE DAL FORUM - Forum's Info
mi duole annunciarvi che sarò assente a tempo indeterminato, causa lavoro.
spero di rivedervi il più presto possibile raga, ciao!!!! :(
view post Posted: 9/9/2014, 23:50 Il Drago Bianco Dal Cuore Nero - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli het
ragazzi, vi annuncio che, per problemi tecnici, d'ora in poi i capitoli della fanfcition verranno pubblicati solo ed esclusivamente sul sito di efpfanfic.net. vi lascio qui di seguito il link del nuovo capitolo appena pubblicato e vi auguro, come al solito, una buona lettura e tanto divertimento! ciao!
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2819289
view post Posted: 8/9/2014, 23:50 [NSFW] Due Sorrisi, Rosso e Blu - Reprise - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli yaoi

ATTO FINALE



- Quindi… lui non sa ancora niente di quello che hai passato…? -, mormorò Alvida, quando Bagy ebbe finito il suo racconto, ricevendo in risposta solo un debole “si”.
- Ma… perché? Insomma, sono cose passate, di cosa hai paura? -, chiese ancora, confusa da quella decisione da parte del Clown, ma soprattutto sorpresa da tutta quella determinazione e forza di volontà.
Nel breve tempo in cui lei gli era stata accanto come alleata, si era sempre resa conto di come Bagy fosse un inguaribile fifone, uno sconsiderato che però non esitava a buttarsi nel pericolo solo per avere un po’ di fama, anche se molto spesso se ne pentiva e batteva in ritirata non appena le cose si mettevano male.
Mai, MAI, avrebbe immaginato che sotto tutta quella pomposità inutile e quel suo strano e bizzarro carattere, il Clown nascondesse tutto quel dolore e quella sofferenza. Ma soprattutto, si stupiva del fatto che fosse riuscito a tenersi tutto dentro e a nascondere così bene i suoi veri sentimenti grazie alla sua sola forza di volontà.
Era straordinario oltre che immensamente angosciante.
Probabilmente nessuno, che lei sapesse, avrebbe potuto resistere a lungo a un tale stress psicologico senza impazzire o dare cenni di instabilità.
Invece lui niente, non aveva mai mostrato alcuna emozione, non aveva mai ceduto, se non quando gli incubi prendevano il sopravvento su di lui durante la notte.
Nonostante tutta quella forza d’animo, però, ora lo scopriva spaventato dalla sola idea di rivelare quei dettagli all’uomo che amava. Ma perché?
- Perché Bagy? Perché non gliel’hai mai detto? -.
- Avevo paura ok?! -, sbottò improvvisamente lui, ammettendo finalmente ciò che realmente lo spaventava, - Avevo paura della reazione che Shanks avrebbe potuto avere se avesse saputo che ero diventato la cagna di quel bastardo! Tu credi che i miei incubi si basino su quello che ho passato in quegli anni? Una piccola parte si, ma la maggior parte hanno sempre lo stesso doloroso tema: io che confesso quello che ho fatto e Shanks che…. -.
Si bloccò per un attimo il Clown, stringendo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, e appoggiandosi con forza al parapetto per non crollare a terra.
- Tu non hai idea di come ci si senta, Alvida. Non sai cosa si prova a perdere qualcuno per più volte nella vita com’è successo a me -.
- Si, lo so, e ti capisco, ma… -.
- No tu non capisci!!! -, urlò nuovamente Bagy, sbattendo con rabbia un pugno sul duro legno della nave, non rompendosi la mano per poco, - Io non voglio che Shanks, dopo aver saputo tutto, mi guardi con disprezzo! Non voglio che si allontani da me! Chiamami pure egoista se vuoi, ma non voglio separarmi da lui per vederlo tra le braccia di un altro o un’altra! -.
Nonostante stesse tentando in tutti i modi di ricacciarle indietro, le lacrime aveva preso a scendergli lungo il viso, vecchie come il tempo ma rinnovate da una nuova sofferenza.
- Io non voglio perderlo, Alvida, non voglio. Ma nonostante questo mio desiderio, ogni notte che passo con lui lo sento sempre più lontano da me. Non vedo più la luce nei suoi occhi, né sento più la dolcezza dei suoi baci e delle sue carezze. L’unica cosa che provo è il dolore che la sua mano mi provoca, come se fosse rovente! -.
Bagy si lasciò cadere a terra, in un mare di lacrime, sentendo a poco a poco quella rinnovata tristezza farsi strada in lui, dolorosamente e inesorabilmente.
Alvida, dal canto suo, non sapeva che fare; avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva come approcciarsi con lui, temeva di ferirlo.
L’unica cosa che si sentì di fare fu di promettergli che non avrebbe mai svelato il suo segreto: - Nessuno verrà mai a sapere niente da me, Bagy. Nessuno, nemmeno Shanks, te lo giuro, te lo promet… -.
- Evita di fare promesse che non puoi mantenere Alvida -.
Una voce alle loro spalle li fece sobbalzare e voltare all’unisono, mentre dall’oscurità della nave, si faceva avanti la figura di Shanks il Rosso.
- Per favore, Alvida, lasciaci soli. Devo scambiare due parole in privato con Bagy -, disse l’Imperatore, con un tono che non ammetteva repliche e al quale Alvida fu costretta ad obbedire, senza però evitare di lanciare uno sguardo preoccupato al Clown, ancora steso a terra, in lacrime.
Quando finalmente se ne fu andata, Shanks avanzò, portandosi davanti alla figura del suo amante e inginocchiandosi davanti a lui.
- Si può sapere perché non mi hai mai detto una cosa del genere? -, il suo non era un tono di rimprovero, ma alle orecchie di Bagy arrivò con tutt’altra intonazione.
Era terrorizzato, non riusciva a muovere un muscolo.
Il suo incubo più grande si stava avverando, e come in ogni suo incubo, lui non aveva la forza né di guardare in viso il Rosso, né di parlare o reagire in qualche modo.
Rimaneva semplicemente lì, a terra, in ginocchio, addossato con la schiena al legno duro e scuro della nave, sperando che tutto finisse in fretta, come nei suoi incubi.
Quante volte se l’era immaginata quella scena: lui che provava a spiegarsi, giustificarsi, e Shanks che non solo non lo ascoltava, ma che lo riempiva di insulti e gli intimava di non farsi più vedere da lui.
“Mi hai tradito!!!”, ripeteva sempre le stesse parole, “Hai fatto da puttanella a quel maledetto che mi ha fatto questo”, e si indicava le cicatrici, “E osi pure chiedermi di perdonarti???”, e infine la sentenza con relativo schiaffo, “Vattene!! Sparisci!!! E non farti mai più rivedere!!!”.
Quella scena era talmente vivida nella sua mente, che stava distorcendo completamente la realtà intorno a lui.
Non sentiva più la voce di Shanks che lo chiamava, né lo sciabordio delle onde, e neppure distingueva le figure attorno a sé, nemmeno quella di Alvida che sapeva essere nascosta dietro l’albero maestro a origliare, troppo preoccupata per obbedire del tutto all’ordine di lasciarli soli.
Non sentiva più niente….
Shanks, per un attimo, fu percorso da un brivido di panico. Non era la prima volta che Bagy aveva di questi attacchi. Già una volta era successo, e aveva seriamente rischiato di perderlo per sempre.
Non avrebbe lasciato che accadesse di nuovo!
Non gliene fregava un accidente se Bagy si era venduto per salvarlo, perché lui avrebbe fatto lo stesso, anzi, l’aveva fatto, rimettendoci quasi mezza faccia, e sapeva che al posto suo il Clown l’avrebbe perdonato!
L’azzurro non l’avrebbe mai lasciato in mezzo ai guai, e lui non sarebbe stato da meno.
Gli afferrò dunque il viso con l’unica mano che aveva, baciandolo con tutta la passione che aveva in corpo, staccandosi solo quando ebbe bisogno d’aria, aspettando pazientemente una reazione da parte dell’altro.
Ma Bagy non accennava a rispondergli in alcun modo.
Il Rosso, però, non demorse, e afferratogli il viso con la mano, si sporse in avanti per baciare ancora il pirata, sperando così di poterlo tirare fuori da quella specie di trance di cui era preda.
Non smise un attimo di carezzare dolcemente il viso del suo uomo, cercando nei suoi occhi la luce che di solito vi brillava viva e splendida quando stavano l’uno accanto all’altro.
- Perché non me l’hai mai detto? Perché avevi tanta paura di perdermi? Lo sai che non avrei mai, MAI, potuto farti del male. Io ti amo, Bagy, non potrei mai decidere di lasciarti. MAI -, disse ancora, dandogli qualche altro piccolo bacio a fior di labbra e sulle guance.
- Bagy, ti prego -, continuò, stavolta con tono leggermente allarmato, dato che l’altro continuava a non dar cenni di volerlo ascoltare, - Ti prego, mi fa male vederti così. Parlami. Per favore -, e lo baciò ancora, come se sperasse che i suoi baci avessero degli effetti curativi e che potessero lenire il dolore che sentiva l’altro stava provando ma che non riusciva ad esternare.
- Bagy… -, lo chiamò ancora, stringendolo a se, come quando erano giovani e lui provava a consolarlo dopo qualche guaio, come quando erano ancora felici di stare l’uno accanto all’altro.
Non avrebbe mai potuto immaginare che quegli eventi avessero potuto segnare così profondamente l’animo del SUO Clown fino a renderlo così, e la cosa lo faceva stare malissimo.
- Gliela farò pagare -, sibilò piano, indirizzandosi alla persona che aveva causato tutto quello, - Te lo prometto, amore mio, gli farò rimpiangere di aver osato toccarti e farti del male. Lo squarterò pezzo per pezzo con la mia spada, fosse l’ultima cosa che faccio! Te lo giuro -.
E infine, dopo quella che all’Imperatore era sembrata un’eternità, durante la quale non aveva fatto altro che rinnovare i suoi giuramenti d’amore e le sue promesse di vendetta, la voce di Bagy fuoriuscì dal suo corpo, debole, ma pur sempre viva: - … Non fare… mosse azzardate… Baka… -.
Shanks gli alzò piano il viso, e vide con gioia un piccolo sorriso adornare quelle rosse labbra che tanto amava.
- Bagy! Ti sei ripreso! -, sorrise il Rosso, abbracciandolo ancora, stringendolo a sé con quanta forza aveva, come se avesse paura che potesse sgusciare via dalla sua stretta da un momento all’altro.
- Si… perché c’eri tu a chiamarmi… dall’altra parte… -, sussurrò con voce roca il pirata coi capelli azzurri.
- Che vuoi dire, non capisco -, ammise l’Imperatore, guardandolo interrogativamente, ma senza mollare la presa.
- … Non so spiegartelo… ero come in preda al mio incubo… Ti vedevo urlare e inveirmi contro… ma al tempo stesso ti sentivo da un’altra parte… sentivo che mi chiamavi… e che mi dicevi che… che mi amavi… nonostante… -, per un attimo la sua voce si spense, ma ci pensò il Rosso a terminare la frase per lui: - Si. Si, l’ho detto. E te lo ripeterò fino all’infinito se necessario! Non m’importa ciò che hai fatto in passato, l’importante per me è che tu sia qui con me, nel presente! Quando lo vorrai capire, Baka? -, rise, felice che l’altro si stesse riprendendo da quell’incubo.
- Ma… Ma io ho… -.
- Non m’interessa Bagy -, lo bloccò Shanks, baciandolo nuovamente per impedirgli di parlare oltre, - Quello che voglio è stare insieme a te. Ricomincerei il nostro rapporto da zero se servisse a stare con te per sempre -.
Bagy sorrise, felice nel sentire quelle parole tanto agognate, che come un balsamo miracoloso andavano a lenire e curare le ferite del suo cuore, e a ricongiungerne i pezzi che credeva ormai rotti per sempre.
Ricambiò i baci che l’altro gli dava, e insieme a lui, si diresse verso la sua cabina, mentre le luci dell’alba, dietro di loro, incorniciavano dolcemente la loro rinnovata unione, finalmente salda, dopo tanto dolore.

E' FINITAAAAA!!!! EVVAIIIII!!!! raga ce l'abbiamo finalmente fatta!!! dopo lacrime, dolore, sofferenze, agonie, e quant'altro, questi due sono finalmente tornati insieme!!! YEEEEAAAAHHHH!!!! ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito con secchi e fazzoletti vari per le lacrime e tanta tanta pazienza fino alla fine di questo triste ma lietofinato (?) viaggio dei nostri eroi! GRAZIE E BUONANOTTE!!!
view post Posted: 6/9/2014, 16:43 [NSFW] Due Sorrisi, Rosso e Blu - Reprise - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli yaoi

PACE



Quando finalmente mi risvegliai, la prima cosa di cui mi resi conto era che mi trovavo nuovamente nell’infermeria e che, a giudicare dalle stelle che vedevo dagli oblò, doveva essere notte fonda. Chissà da quanto tempo era che dormivo…
Per un attimo, pensai con sollievo che tutto quello che doveva essere accaduto nelle ultime ore fosse stato solo un sogno, anzi un incubo, che la mia mente mi aveva giocato, ma non appena provai ad alzarmi, una fitta dolorosissima al fianco mi rivelò che quell’incubo era stato reale e quasi mortale, sia per me che per….
- Shanks! -, esclamai, allarmato come non mai; dov’era Shanks?? Che gli era successo??? Stava bene??
Mi guardai in giro, nella speranza di NON scorgerlo tra i lettini accanto a me, così da potermi rassicurare sul fatto che stesse bene, ma il ricordo di tutto il sangue che aveva sul viso, più il fatto di riconoscere quella sua inconfondibile zazzera rossa su due letti più in là, mi fece ricredere e ricadere nel panico.
Strisciai quanto più velocemente e silenziosamente possibile fuori dal letto, con il fianco che mi pulsava terribilmente quasi stesse per spaccarsi, e raggiunsi il rossino dall’altro lato della stanza.
Era girato su di un lato e stava dormendo e aveva una pesante fasciatura tutto intorno alla testa, ma per il resto sembrava stare bene.
Quando però, con un lieve mugugno indistinto, si voltò verso di me, vidi che la fasciatura gli prendeva anche tutto l’occhio sinistro.
Mi portai una mano sulla bocca per reprimere un gemito, mentre ricordavo tutto il sangue che gli avevo visto in viso, e pensando immediatamente al peggio: Shanks era forse diventato….
Improvvisamente, con un altro lieve movimento e uno sbadiglio, Shanks aprì l’occhio sano, puntandolo poi sulla mia figura, cercando di metterla a fuoco nonostante il velo di sonno che ancora lo possedeva.
Per un attimo, provai l’istinto di tornarmene indietro, di non farmi vedere e di fingermi addormentato nel mio letto, ma una fitta al fianco me lo impedì inchiodandomi sul posto.
Aspettai dunque, che Shanks si risvegliasse del tutto, senza fiatare e senza osare muovermi; non mi sentivo ancora pronto per affrontarlo, non dopo tutto quello che….
- Bagy…? -, la sua dolce voce impastata dal sonno mi riscosse, - Bagy sei tu? -.
Cavolo quanto mi era mancato sentire quella voce!
- S-Si… sono io -, faticai a rispondere, mentre lo osservavo alzarsi pigramente e stropicciarsi l’occhio destro. Quando poi si toccò quello sinistro, trattenni un attimo il fiato, in attesa della sua reazione incredula e poi agitata.
Ma Shanks si limitò semplicemente a sfiorarsi la fasciatura, sbuffare e mandare una piccola maledizione a Crocus, borbottando su quando si sarebbe deciso a levargli quell’orrendo pezzo di stoffa dalla faccia.
Si rivolse poi verso di me, con il suo solito sorriso a 32 denti (il sorriso più bello che avessi mai visto!) e mi disse: - Bene, vedo che finalmente ti sei svegliato anche tu. Mi fa piacere -.
- A-Anche a me… -, balbettai incerto, - Ma da quanto tempo… insomma… per quanto ho… -.
- Russato come un ghiro borbottando frasi sconnesse nel sonno? -, ghignò il rossino, aspettando poi una mia reazione a quella frecciatina; ma vedendo che non emettevo un fiato, si decise a rispondermi: - Per quasi una settimana. Crocus ti ha dovuto dare sedativi su sedativi per evitare che ti lamentassi per il dolore. È una brutta ferita quella -, e indicò con un cenno della testa il mio fianco fasciato.
- Già… -, borbottai, pensando a come me l’ero fatta, - Ma tu… come stai? -, chiesi titubante, cercando di non svelare la mia preoccupazione.
- Intendi questo? -, sorrise, mentre si indicava l’occhio, come se non fosse niente di grave, - Crocus ha detto che l’occhio non è danneggiato e quindi tornerò a vedere, ma che purtroppo mi rimarranno tre cicatrici parallele l’una all’altra. A parte questo e qualche altra ferita superficiale, sto bene -.
- Di te che mi dici, invece? -, aggiunse poi, - Ti fa ancora male, vero? -.
Annuii distrattamente, sentendomi a disagio sotto quello sguardo che sembrava potesse leggermi l’anima, nonostante derivasse da un occhio soltanto.
- Vieni nel letto con me -, disse all’improvviso il rossino, prendendomi una mano e tirandomi piano verso di lui.
- Cosa??? Ma che fai? No. Non voglio… Aspetta -, ma le mie proteste furono vane, perché venni trascinato di peso sul materasso, mentre Shanks mi si avvinghiava contro peggio di un koala, mozzandomi il respiro.
- Scusa, ma era da tanto che non lo facevamo. Mi mancavi -, sorrise a mò di scusa, appoggiando la sua testolina sul mio petto come se niente fosse, mentre io diventavo più rosso dei suoi stessi capelli.
Ma che gli prendeva tutto a un tratto?
Che stesse in qualche modo cercando di riallacciare i rapporti con me?
Dio, che confusione!
Rimanemmo così per qualche minuto, in assoluto silenzio, fin quando la sua voce non si fece di nuovo sentire: - Bagy, sei arrabbiato con me? -.
- Perché me lo chiedi? -, gli domandai a mia volta.
- È da un po’ che ti comporti in modo strano con me. Mi eviti, a stento mi rivolgi la parola, e ora che siamo vicini nemmeno mi tocchi -.
Esitai un po’ prima di rispondergli: - Beh… ti ricordo che non stiamo più insieme, quindi è normale che io non possa prendermi certe libertà -.
- Ma non centra! Siamo amici, il contatto fisico è una cosa normale -, obbiettò lui, alzandosi e appoggiandosi alle braccia per guardarmi in viso, ma io distolsi lo sguardo: - Non è così semplice come pensi… -, mormorai.
- Invece lo è, sei tu che rendi le cose complicate -, sbuffò lui, toccandomi la guancia, ma io mi ritrassi.
I suoi tocchi mi facevano male, ardevano come fuoco sulla mia pelle più volte ferita da un male più profondo di quello che un’arma può dare.
- Shanks, per favore, voglio tornare nel mio letto. Se Crocus ci vede finiremo nei guai -, cercai di protestare, ma lui mi bloccò la strada: - Perché mi stai evitando? Che cosa ti ho fatto, Bagy? -.
- Tu non mi hai fatto nulla, voglio solo andare a riposare -.
“Ti prego, lasciami andare! Non toccarmi, non me lo merito!”.
- Puoi riposare qui, accanto a me. Cos’è ti faccio ribrezzo ora? -.
- No, no, è solo che… -.
“Semmai dovresti essere tu a provare ribrezzo e schifo nei miei confronti, e non sai quanto!”.
- Solo che cosa? Qual è il problema? -.
- Il problema è che state facendo troppo casino, voi due -.
Una voce alle nostre spalle ci fece sussultare, ed entrambi ci voltammo verso la porta, in tempo per vedere Crocus che se la richiudeva dietro e avanzava verso di noi.
- Si può sapere che ci fate nello stesso letto e perché state urlando tanto? Lo sapete che ore sono? -, chiese con tono di rimprovero.
- Scusaci Crocus, torno subito a letto -, colsi la palla al balzo, cercando di scappare, ma Shanks mi trattenne fulmineamente per un braccio, impedendomi la fuga: - Può rimanere almeno questa notte? Per favore -, chiese, sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi innocenti e supplichevoli.
- Assolutamente no -, fortunatamente, Crocus era un tipo abbastanza irremovibile.
- Allora solo per il tempo che mi devi cambiare la fasciatura. Ti prego Crocus -.
- … Oh e va bene, ma solo fino a quando non avrai finito -.
Avevo detto “abbastanza”, eh!
Così, rassegnato all’idea che non sarei riuscito ad andarmene, mi risedetti sulle lenzuola, la mano di Shanks ancora stretta attorno al mio polso, e osservai Crocus sciogliergli piano le bende.
Se avessi saputo cosa avrei visto sotto di esse, avrei fatto di tutto per andarmene via di lì, anche rompere il braccio al rossino!
Tre cicatrici, di colore rosso scuro, partivano da sopra al sopracciglio di Shanks fino ad arrivare allo zigomo, disegnando tre strisce perfettamente parallele anche se dai bordi zigzaganti.
Dei brividi gelidi mi corsero lungo la schiena, mentre sentivo qualcosa risalirmi lungo la gola; la testa mi girava e il sudore mi scendeva freddo e copioso dalla fronte.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo sfregio sul bellissimo viso di Shanks, nel frattempo che la mia mente ripercorreva gli eventi di quel giorno fino al ritrovamento di Shanks col volto coperto di sangue.
Non potevo sopportare oltre quella vista.
Scesi velocemente dal letto, infischiandomene sia del dolore al fianco sia degli sguardi preoccupati dei miei due compagni, e corsi a rifugiarmi in bagno, dove vomitai perfino l’anima.
Quando finalmente riuscii a calmare i tremiti del mio corpo, mi lasciai scivolare a terra, lungo la parete della stanzetta, mentre il senso di colpa mi assaliva.
“È colpa mia!”, mi ripetevo, “Avrei dovuto saperlo che sarebbe tornato alla carica! Dovevo saperlo che ne avrebbe approfittato! Maledizione! Maledizione! MALEDIZIONE!!!”.
- Bagy? -, la voce incerta di Shanks, mi arrivò da dietro il legno della porta, prima che questa si schiudesse (mi ero dimenticato di chiudere a chiave) e mi lasciasse intravedere il viso del rosso… senza fasciatura.
Distolsi immediatamente lo sguardo, intanto che le lacrime premevano contro i miei occhi per uscire.
“Ti prego, Shanks, lasciami stare. Va via. Va via!”.
- Bagy -, sospirò lui, sedendosi accanto a me, provando ad abbracciarmi; ma io lo respinsi nuovamente, intimandogli con voce rotta di starmi lontano.
Sapevo che forse lo stavo ferendo e che forse lui avrebbe capito che non volevo toccarlo perché mi faceva schifo, ma la realtà era un’altra: ero io che mi facevo schifo da solo e non volevo che lui mi toccasse.
Ma Shanks, come suo solito, non demorse, afferrandomi per le spalle e stringendomi a se con forza, nonostante le mie, seppure deboli, proteste.
- Bagy, ti prego, smettila! Non è colpa tua se ho queste cicatrici, smettila di colpevolizzarti! -.
Cosa?
Che ne sapeva lui di quel che stavo pensando?
Che avesse intuito i miei sentimenti?
O forse…. Teach gli aveva raccontato tutto….
- Rayleigh-san e il Capitano mi hanno spiegato che eri preoccupato per me dopo quello che aveva provato a farmi la volta scorsa, ma che non volevi avvicinarti a me per rispetto nei miei confronti e nel fatto che ci eravamo lasciati -, continuò il rossino, lasciandomi basito.
Rayleigh e Roger si erano davvero inventati quella semi-bugia per proteggermi dal rivelare la verità? Se era davvero così, quei due avrebbero dovuto farli santi!
- E mi hanno anche detto che probabilmente ti saresti sentito in colpa per non avermi tenuto d’occhio abbastanza -, disse ancora Shanks, inconsapevole dei pensieri che mi giravano per la testa, - Ma tu credi davvero che se fossimo stati insieme lui non mi avrebbe sfidato lo stesso a duello? -.
- Sfidato a duello? -, finalmente la mia voce si decise a venire fuori, - Lui ti ha sfidato a duello e tu hai accettato?? Nonostante sapessi che non avevi possibilità??? Nonostante sapessi quello che voleva farti???? -.
- Ho dovuto farlo! Lui… -.
- Dovuto?? DOVUTO??? E chi te l’ha detto?? Avresti potuto benissimo rifiutare!! Che motivo avevi per… -.
- L’ho fatto per PROTEGGERTI, Bagy! -, m’interruppe, - Aveva giurato che ti avrebbe fatto qualcosa di male se non avessi accettato di combattere. Non potevo lasciar perdere -.
Rimasi di sasso per qualche minuto, mentre mi costringevo ad alzare lo sguardo verso il rossino, tentando di non badare alla cicatrice che aveva e che sembrava quasi brillare di luce propria.
- Proteggermi? E perché…? Che bisogno avevi di farlo?... I-Io mi so difendere, lo sai? -.
Bugia, ENORME bugia.
Ma comunque aveva ragione. Anche se fossimo stati insieme, non sarei comunque riuscito ad evitare quel combattimento.
Shanks esitò qualche istante prima di rispondere; sembrava a disagio, come se quello che stesse per dire fosse il più grande segreto del mondo.
- Lo so, ma… La verità è che… Io non volevo che ti accadesse nulla…. Perché… io… io ci tengo ancora a te…. -.
Per un attimo, dopo quella frase, sentii le parole del Vice di giorni e giorni fa rigirarmi nella testa: “Non credere di aver sofferto solo tu a causa della lontananza tra di voi in questi mesi. Anche se rideva e scherzava, lui continuava a pensare a te…. Con i gesti, gli sguardi e il modo con cui gli parlavi, era ovvio che tu provassi ancora qualcosa per lui. Come Shanks prova ancora qualcosa per te”.
- Capodanno… -, mormorai.
- Eh? -.
- A Capodanno. Tu non stavi mentendo. Non eri solo ubriaco. Facevi sul serio -.
Shanks arrossì, ma annuì poco dopo, chiarendomi il dubbio che ancora mi attanagliava il cuore; Shanks, quindi, provava davvero ancora qualcosa per me….
- Bagy -, la sua voce, esitante come la prima volta in cui ci eravamo confessati cosa provavamo l’un per l’altro, arrivò alle mie orecchie, dolce come allora, - Bagy ascolta… so che… tra me e te ci sono state tante cose… belle e brutte… e so che tu, forse, non vuoi più avere niente a che fare con me… ma… -, e qui, i suoi occhi scuri incontrarono i miei, e io vi potei leggere tutta la speranza che custodivano, tutta la voglia di andare avanti e lasciarsi il passato alle spalle che il rossino voleva trasmettermi, - Potremmo… si insomma… credi che… noi… potremmo… -.
- Ricominciare? -, finii io per lui, mentre sentivo il mio cuore battere più forte nel frattempo che annullavamo senza accorgercene la distanza che ancora c’era tra noi.
- Si.. io… vorrei… -.
- Si -, conclusi, sorridendo appena, - Si, lo voglio -.
E in quell’istante, ci baciammo.
Fu un bacio lungo, passionale, che sapeva di attesa, lontananza, desideri costanti, promesse rinnovate e memorie ritrovate.
Un bacio che valeva più di mille parole, un bacio che cancellava il passato, confinandolo nell’oblio delle nostre menti, per lasciar spazio al presente e al futuro che sarebbe venuto poi e che avremmo vissuto insieme.
Un bacio che, però, almeno per me, significava un segreto non detto, una realtà mai raccontata e della quale avrei sempre temuto le conseguenze.
Un dovere a cui mi ero sottratto e che avrebbe continuato a perseguitarmi fino a quando non fossi diventato adulto….

raaaaaagaaaazziiiii uuuuuuuuuuuuh!!!! eccomi qua! sono tornata dopo.... SOLO UN GIORNO???? WTF???? no vabbè vi spiego, è che ho tanta di quella voglia di levarmi di tor... ehm cioè... di finire questa bellissima fiction, così da poter tornare a dedicarmi all'ltra su Mirella che sto trascurando, che questo finale della storia di Bagy mi è venuto in un lampo. Ora però attenzione, perchè ci sarà l'ATTO FINALE! Bagy riuscirà finalmente a liberarsi dall'incubo del suo passato e dire tutto a Shanks? e Alvida che fine ha fatto? si sarà tagliata le vene afuria di ascoltare tutta questa sfilza di disperazione e agonia, oppure è ancora viva??? lo scoprirete nel prossimo capitolo! a presto!!!
view post Posted: 5/9/2014, 17:16 [NSFW] Due Sorrisi, Rosso e Blu - Reprise - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli yaoi

FERITE



Quello che accadde il giorno dopo, nessuno riuscì a prevederlo, ma fu un evento che quasi spaccò l’amicizia che ancora vigeva sulle due ciurme rivali.
La prima cosa che notai, in quel tardo pomeriggio in cui finalmente Crocus mi lasciò uscire dall’infermeria, era che eravamo attraccati su una nuova isola.
La seconda cosa era che… Shanks non c’era.
Era scomparso, volatilizzato nel nulla.
Sulle prime non mi preoccupai, pensando a come quel pazzo scatenato amasse andarsene a ciondolare per i negozi di ogni santissima isola con almeno una cittadella, ma col calar della sera, cominciai davvero a preoccuparmi del fatto di non vederlo tornare.
Il panico poi mi assalì, quando dalla ciurma di Barbabianca, che aveva attraccato con noi, era sparito anche Teach!
Corsi immediatamente ad avvisare il Vice, che subito accettò di seguirmi a terra per controllare dove fosse finito il rossino, accompagnato da Crocus.
Ci dividemmo, prendendo strade diverse: loro in città, io verso il bosco.
Arrivai quasi alla sua fine senza trovare nessuno e stavo quasi per arrendermi, quando sentii delle grida a me molto, troppo familiari, che mi ferirono a sangue le orecchie: Shanks!
Corsi più veloci che potei fino al limitare degli alberi e lì li vidi: Shanks era steso a terra, il volto coperto di sangue, e su di lui troneggiava Teach, che ghignava trionfante con quei suoi diabolici guanti artigliati sporchi di sangue e pronti a colpire ancora!
- NO! -, urlai, prima di scagliarmi contro di lui, incrociando le lami dei miei pugnali con le sue, ma era uno scontro perso in partenza: io ero piccolo e debole, lui era grande il doppio, forte e spietato.
Mi conficcò senza troppe cerimonie una lama di agalmatolite nel fianco, aprendo una profonda ferita e facendomi urlare, per poi scaraventarmi lontano, contro un albero.
Lo schianto fu così forte che per poco non mi ruppe la schiena!
Cercai di rimettermi in piedi, ma il sangue che stavo copiosamente perdendo mi stava togliendo tutte le forze.
Ci riprovai, ma caddi rovinosamente a terra, mentre il dolore si impossessava della mia mente.
Vedevo sfocato e sentivo in bocca il sapore del sangue, ma non m’importava; volevo raggiungere Shanks, per proteggerlo o condividere con lui lo stesso destino, ma non riuscivo neanche a strisciare.
Potevo solo starmene lì, con la mano tesa nella sua direzione, piangendo e sperando in un miracolo che però sembrava non voler arrivare.
Infine, però, qualcosa accadde davvero: nell’oscurità che mi avvolgeva sentii il rumore di lame che cozzavano, e dopo poco, il viso di Crocus mi si delineò davanti agli occhi.
Muoveva le labbra, ma io non sentivo le sue parole, e nemmeno m’importava; non era di me che doveva preoccuparsi, ma di Shanks, lui era quello più messo male!
Cercai di parlare, di farglielo capire, e miracolosamente lui recepì il messaggio perché si allontanò da me, voltandosi verso Shanks, non prima però di avermi consegnato nelle mani del Vice, che ora mi guardava con un’espressione molto preoccupata in viso, mentre continuava a dirmi parole che non riuscivo a sentire.
A questo però non davo peso.
Crocus era lì, si stava prendendo cura di Shanks, Teach era stato cacciato e il Vice ci aveva salvato entrambi.
“Ora non voglio fare altro… che riposare…”, pensai, prima di sprofondare dolcemente nel buio….


ehilàààà eccomi di nuovo qua!!! e in netto anticipo per giunta, WOW! sto migliorando eh? va bene, allora, che ne dite del capitolo? si, lo so che è strappalacrime, ma ve lo Prometto, questo era davvero l'ultimo! ripeto L'ULTIMO in cui piangerete dalla disperazione, perchè i prossimi tre capitolo (che sono anche quelli conclusivi) saranno dedicati ai lieti fini della storia. quindi, io vi saluto e vi dico "A presto amici cari, con il prossimo capitolo!"
view post Posted: 1/9/2014, 13:38 [NSFW] Due Sorrisi, Rosso e Blu - Reprise - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli yaoi

RASSICURAZIONI



Quando finalmente ci sciogliemmo dall’abbraccio, vidi che Roger mi stava sorridendo, così come anche il Vice e Crocus.
Ricambiai lievemente il sorriso, dopodichè mi staccai dal Capitano, che immediatamente si alzò, annunciando che sarebbe andato a parlare con Barbabianca della faccenda.
- Crocus, vai in cucina e fai una camomilla al ragazzo, intanto, ha bisogno di calmarsi. Ray, ti dispiace rimanere un po’ con lui a fargli compagnia nel frattempo che io sistemo la faccenda? -.
Il Vice annuì, e mentre il Capitano e Crocus uscivano, lui mi si sedette più vicino, passandomi poi una mano tra i capelli.
- Allora? Ti sei calmato almeno un po’? -, mi chiese, e io annuii, mentre mi asciugavo le lacrime.
Con la mente però, era ancora un po’ in ansia; come sarebbe andato l’incontro tra Roger e Newgate?
- Stai tranquillo, Roger se la caverà -, mi disse il Vice, quasi avesse letto nella mia mente le mie preoccupazioni, - Lui e Barbabianca si conoscono da tempo, sono sicuro che riusciranno a risolvere tutto senza problemi e senza tirare in ballo nessuno -.
- …Si… forse…. Ma… e Shanks? -, chiesi a un tratto, colpito da un pensiero improvviso, - Lui non verrà a sapere nulla, vero? -.
Rayleigh esitò un po’ prima di rispondere: - Naturalmente noi non gli diremo nulla, ma credo che dovresti comunque raccontargli per sommi capi quello che ti è successo. Tra due persone che si amano non dovrebbero esserci segreti, lo sai anche tu no? -.
- Due persone? -, sospirai tristemente, - Non credo che dopo quello che gli ho detto… anzi, urlato in faccia, Shanks voglia ancora saperne di me -.
- Io non credo -, ribattè il Vice, - Sai, quella sera, quando con quello schiaffo riuscisti a fargli passare la sbornia, Shanks corse da me, dicendo “Maestro! Maestro! Bagy non mi ama, non mi ama!”. Io mi feci spiegare tutta la situazione e in un primo momento non ti nascondo che ne rimasi alquanto scioccato. Insomma, mi sembrava ci fosse qualcosa di sbagliato. Fino a quel momento tu non avevi fatto altro che dichiarare il tuo amore per il rossino… non apertamente, questo lo so… ma con i gesti, gli sguardi e il modo con cui gli parlavi, era ovvio che tu provassi ancora qualcosa per lui. Come Shanks prova ancora qualcosa per te -.
- Prova ancora qualcosa per me? -.
- Si, certo. Ricorda Bagy “In vino veritas”, dice il proverbio. Non credere di aver sofferto solo tu a causa della lontananza tra di voi in questi mesi. Anche se rideva e scherzava, lui continuava a pensare a te, e lo so perché me lo ha confidato -, poi ridacchiò leggermente, - E’ quasi come se voi due foste due calamite. Per quanto vogliate separarvi l’uno dall’altro, riuscirete sempre e comunque a tornare insieme. È come se fosse segnato dal Destino che vi dobbiate frequentare. L’unico problema è che Shanks è orgoglioso, e tu sei un inguaribile pessimista -, rise ancora, scompigliandomi di più i capelli in un gesto affettuoso.
Ridacchiai leggermente anch’io, sentendomi il cuore un po’ più leggero dopo quelle parole.
Chissà, magari, quando tutto sarebbe stato risolto, avrei potuto riprovare a farmi avanti con Shanks.
- Speriamo in bene. L’unica cosa che mi preoccupa è come reagirà quando verrà a sapere di… di tutto, ecco… -.
Il Vice mi mise una mano sulla spalla: - Stai tranquillo, ragazzo mio. Vedrai che non la prenderà male. Te l’ha detto anche il Capitano, non è stata colpa tua. Credimi, hai fatto una cosa che… sinceramente… neanch’io avrei mai avuto il coraggio di fare, questo lo confesso -, ammise.
- Non ne avrebbe avuto bisogno. Con la forza che avete, Vice, avreste potuto ridurlo a brandelli in un attimo. Sono io che sono troppo gracilino… -.
- A questo si può porre rimedio -, mi confortò lui, - Quando le acque si saranno calmate e le cose saranno tornate al loro posto, tu insieme a Shanks tornerete ad allenarvi con me, e vedrai se non riuscirò a farti sviluppare un po’ di muscoli -, concluse ridacchiando, pizzicandomi leggermente il fianco, facendomi ridere.
- Ora però riposati, ne hai bisogno. E non temere Roger aggiusterà ogni cosa -, aggiunse, alzandosi e facendomi ridistendere, rimboccandomi le coperte, per poi risedersi sulla sedia.
Senza neanche rendermene conto, non appena toccai il cuscino, tutta la stanchezza accumulata mi si riversò addosso, facendomi addormentare.

ragasci ragasci ragasci!!! ma ciao!!! come va tutto bene? a me si, a parte i libri che mi stanno sommergendo per via dei tre esami che ho da preparare! ma chissene, l'importante è che il nuovo capitolo sia qui, no? è un capitolo tranquillo, in cui finalemnte Ray e Bagy riescono a parlare civilmente e tranquillamente, e a quanto sembra ci sono anche delle svolte positive. voi pensavate che il rosso non amasse più il nostro clown? e invece no! ne abbiamo l'assoluta conferma! diciamo pure che questo è un capitolo di "respiro" per così dire, prima della staffilata finale che capiterà ai due. eh lo so, lo so dietro le cose belle si nascondono sempre quelle brutte e io non faccio che evidenziarle, ma che volete farci? io vi avevo avvisato che non sarebbe stata una passeggiata eh! cooomunque, buona lettura e grazie a chi la leggerà, a chi recensirà a chi piangerà e anche a chi si è rotto di sentirmi parlare, e anche a chi.... ok ok la smetto!
view post Posted: 25/8/2014, 17:02 [NSFW] Due Sorrisi, Rosso e Blu - Reprise - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli yaoi

LACRIME



Quando mi risvegliai, capii dall’odore forte di alcool che mi arrivava alle narici e che mi stava facendo venire il voltastomaco, di essere in infermeria. La seconda cosa di cui mi resi conto, poi, era che non ero solo; sulla sedia di fronte alla scrivania, infatti, c’era… Rayleigh???
Che cavolo ci faceva Ray in infermeria???
“Oh no! Vuoi vedere che Shanks ha spifferato tutto e che ora il Vice vuole picchiarmi di nuovo?”, pensai, a metà tra l’esasperato e il rassegnato, e con una punta di profondo senso di colpa nel cuore; evidentemente il rossino non si era scordato facilmente di quello che gli avevo detto.
“Adesso starà sicuramente male per colpa mia! Sono stato troppo impulsivo a cercare di ferirlo in quel modo! Che razza di stupido!!! Stupidostupidostupidostu…”.
- Bagy -, la voce del Vice mi richiamò alla realtà, distogliendomi dai miei pensieri di auto-colpevolizzazione, - E’ inutile che fingi di dormire. Tanto lo so che sei sveglio -.
Trattenni il respiro per un attimo, giusto il tempo di rendermi conto che mi dovevo rassegnare alla sfuriata che tra poco mi avrebbe investito, dopodichè sospirai, sedendomi piano al centro del letto, pronto a ricevere il mio destino.
Il Vice, allora, si alzò dalla sedia sulla quale si trovava, per venire a sedersi sul bordo del letto, facendomi indietreggiare leggermente; era un gesto non voluto, ma non potevo biasimare il mio corpo se voleva stare lontano da una qualsiasi forma di dolore.
- Bagy -, mi chiamò ancora il Vice, fissando poi il suo sguardo nel mio, - Si può sapere cosa ti sta succedendo? -, chiese.
Stranamente non c’erano né astio né rancore nella sua voce, ma non per questo mi rassicurai; conoscevo Rayleigh e sapevo che era un maestro nel nascondere le sue vere emozioni fino al momento opportuno.
Fu per quella consapevolezza che gli risposi senza mezzi termini: - Senta, non tiriamola per le lunghe. Se deve picchiarmi un’altra volta per ciò che ho fatto ieri sera, lo faccia in fretta e senza giri di parole, d’accordo? Tanto so che qualunque cosa io dica non riuscirà a cavarmi fuori dai guai -, aggiunsi, con un tono che era a metà tra il rassegnato e l’esasperato, preparandomi poi ad incassare il colpo che sapevo di lì a poco sarebbe venuto….
Che però non arrivò, sostituito, invece, da parole che mai e poi mai avrei anche potuto solo immaginare venire fuori dalla bocca del Vice, precedute da un sospiro alquanto rattristato dell’uomo: - Ah, quello. No Bagy, non sono qui per questo, anzi, ti chiedo scusa se quella volta mi sono comportato in quel modo. Mi dispiace, non avrei dovuto reagire in modo così impulsivo e stupido. Perdonami -.
Sgranai gli occhi, sconcertato da quanto avevo appena sentito; ma stava facendo sul serio? E comunque, se non era lì per farmi del male, allora cosa voleva da me?
I miei dubbi dovevano sicuramente leggermisi in faccia, perché il Vice si affrettò a rispondere a quelle mute domande: - Bagy, ascolta, io e Roger siamo molto preoccupati. È ormai da troppo tempo che ti comporti in modo… alquanto strano. Prima avevi detto che era a causa degli allenamenti e non ci abbiamo fatto caso, ma da quando ti sei sentito male ieri sera, abbiamo cominciato a preoccuparci del tuo stato di salute. Pensa poi quanto ci siamo allarmati quando Crocus ci ha detto che non era la prima volta che avevi questi… attacchi. Perciò, se c’è qualcosa… qualsiasi cosa… che tu vuoi dirci, ricorda che tutta la ciurma ti è vicina, il Capitano ed io in primis. Anche se forse stenterai a crederci visto i miei precedenti nei tuoi confronti -, e qui abbozzò un lieve sorrisetto, che ricambiai lievemente, giusto per fargli capire che non ero così arrabbiato, ma che subito scomparve dal mio volto una volta che mi fui reso conto della situazione in cui mi trovavo.
Non potevo dire loro quello che stava accadendo, o Shanks sarebbe stato in pericolo! Per quanto non volessi, dovevo forzatamente mentire al Vice, se volevo avere qualche possibilità per proteggere il rossino!
Aprii dunque la bocca per inventare l’ennesima scusa, quando la porta dell’infermeria si spalancò di colpo, lasciando entrare il Capitano Roger; dall’espressione che aveva sul viso si poteva dire che sembrava parecchio preoccupato.
- E allora? Come sta Bagy? Si è ripreso? -, aveva il tono di voce un tantino biascicante, segno che si era ripreso dalla sbornia e dal sonno solo pochi secondi fa, e continuava a bombardare Ray di domande sul mio stato di salute, senza dargli il tempo di rispondere e senza nemmeno accorgersi del fatto che io ero sveglio e stavo relativamente bene. Tipico del Capitano farsi prendere dal panico quando qualcosa non andava per il verso giusto. In questo Shanks gli somigliava parecchio.
Al pensiero del rosso e di quello che era successo l’altra sera, mi venne un groppo in gola; chissà come stava? Chissà se stava ancora male per le parole che gli avevo detto? Forse, non avrei dovuto esagerare in quel modo….
-Roger, per la miseria! -, urlò improvvisamente Ray, facendomi sobbalzare, mentre lui, esasperato dal comportamento infantile del Capitano, gli piantava un sonoro cazzotto sulla zucca per farlo calmare, - Non vedi che è già sveglio? Sta benissimo, guarda -, aggiunse poi, indicandomi.
Roger si voltò istantaneamente verso di me, e senza neanche darmi il tempo di salutarlo, mi buttò le braccia al collo, gridandomi nelle orecchie: - Oh meno male che stai bene! Crocus ci ha fatto preoccupare dicendo che avevi avuto un infarto o qualcosa del genere! -.
- No… io sto-sto bene… sto… soffocando… -, balbettai, mentre la stretta dell’uomo mi toglieva il fiato a poco a poco; decisamente dopo una sbornia Roger diventava seriamente pericoloso!
- Bene, meno male -, disse infine il Capitano, sciogliendo finalmente quell’abbraccio stritolatore, - E ora giovanotto, vuoi per favore spiegarci che cosa ti sta succedendo in queste ultime settimane? E non cercare di ingannarci raccontando quella balla sugli allenamenti, perché tanto non ci caschiamo -, aggiunse poi, sedendosi dall’altro lato del letto parallelamente a Rayleigh.
Deglutii, rendendomi conto che convincerli non sarebbe stato per niente facile, soprattutto perché la carta “allenamento” l’avevano appena bruciata, lasciandomi completamente spiazzato.
Mi spremetti le meningi cercando di farmi venire qualche buona idea, anche una fesseria, ma tutto quello che riuscivo a cavare fuori dal mio cervello era… il NIENTE più TOTALE.
Mi sentivo braccato, completamente privo di difese, e sapevo che questo loro lo avevano notato; l’avevo capito dai loro sguardi perplessi, da un’occhiata che si erano furtivamente lanciati alla presenza del mio immortale silenzio.
- Bagy -, provò allora il Vice, avvicinandosi un pochino in più e prendendomi una mano con fare quasi paterno, - Ascolta, se c’è qualcosa che ti turba, con noi puoi parlarne. Siamo tra amici adesso, non devi avere timore. Qualunque cosa sia accaduta sicuramente c’è un rimedio -.
- Si… magari ci fosse… -, avevo pensato ad alta voce, ma quando me ne accorsi era già troppo tardi; entrambi gli uomini avevano ormai avuto la loro conferma che qualcosa era andato storto e ormai sapevo che non mi avrebbero lasciato in pace finchè non avessi detto la verità.
- Bagy, che cosa vuoi dire con questo? -, chiese Roger, cercando il mio sguardo che, però, distolsi.
- Non è.... Non è niente… Io… io non ho detto niente… -, farfugliai, torcendomi le mani senza volerlo, mentre l’ansia cominciava a salire; non potevo permettere che scoprissero tutto, non adesso!
- Bagy, guardami -, dopo quelle parole, la mano del Capitano mi raggiunse il viso, alzandomelo e costringendomi a incontrare il suo sguardo, nonostante cercassi fermamente di oppormi, - Noi vogliamo aiutarti, perciò smettila di agitarti. Di noi ti puoi fidare lo sai. In questo momento non siamo più il Capitano o il Vice-capitano, siamo solo i tuoi compagni, i tuoi amici, che vogliono darti una mano ok? Non avere paura -, la sua voce era rassicurante, così come le sue parole, ma su di me avevano tutt’altro effetto: non facevano altro che farmi agitare ancora di più, e a farmi pensare alle terribili conseguenze che sarebbero arrivate se avessi parlato, e non mi riferivo solo a quello che sarebbe potuto accadere a Shanks.
Cosa avrebbero pensato di me quando avrebbero saputo che mi ero nuovamente venduto come con la faccenda di Eric? Come avrebbero reagito sapendo che ero tornato ad essere la persona che più di tutte non volevo diventare? Mi avrebbero disprezzato? Odiato? Cacciato? Emarginato?
Dio, che confusione!!!
Mi liberai dalla presa dell’uomo, incapace di reggere oltre quello sguardo, e indietreggiai verso la spalliera del letto, rannicchiandomi ancora di più nelle coperte, sperando di poterci sparire dentro.
Mi sentivo malissimo e avvertivo gli occhi bruciarmi dalle lacrime trattenute che premevano per uscire fuori.
Ero con le spalle al muro, senza possibilità di scelta: se non avessi parlato, quei due avrebbero sicuramente cercato di indagare oltre e forse questo sarebbe arrivato anche alle orecchie di Teach, mettendo quel miserabile in allarme e Shanks in pericolo, idem se avessi deciso di vuotare il sacco, con l’unica differenza che il marchio di “puttana” che ormai portavo inciso nel mio cuore e nella mia anima non si sarebbe mai e mai più cancellato per il resto dei miei giorni su quella nave.
Non sapevo più cosa fare!
Proprio in quel momento, la porta dell’infermeria si aprì e Crocus fece la sua comparsa nella stanza, con un’aria alquanto trafelata sul viso.
- Capitano -, disse rivolgendosi a Roger, - La nave di Barbabianca si sta avvicinando alla nostra. Devo dire agli uomini di prepararsi allo scontro? -.
A sentire il nome di Barbabianca ebbi un tuffo al cuore!
No, perché proprio ora??? Perché adesso???
Nel frattempo, vidi con la coda dell’occhio che Roger e Rayleigh, dopo avermi guardato, si scambiavano un segno d’intesa, prima che il Capitano parlasse: - Non stavolta, Crocus. Manda un messaggio a Edward e informalo che oggi non combattiamo per via di Bagy che non si sente bene e che non può partecipare… -.
- NO! -, esclamai istintivamente, rendendomi conto del senso delle parole del Capitano; l’ultima cosa che mancava era che Teach venisse a sapere che non stavo bene e che poteva quindi concentrarsi su altro!
- No Capitano, non diteglielo! Vi prego! Non voglio che lui sappia! -.
- Lui… chi? -, dissero in sincronia i tre uomini, fissandomi perplessi, mentre io mi rendevo conto di aver, ancora una volta, parlato troppo.
- Bagy, si può sapere che sta succedendo? -, aggiunse poi Roger, con un tono decisamente più duro del previsto; si stava spazientendo, lo si capiva anche se cercava di contenersi.
Io, nel frattempo, per ogni minuto che passava mi sentivo sempre più in trappola, manco fossi un animale.
Eppure, alla fine, proprio come un animale che ha capito che la sua fine è giunta, cedetti e mi lasciai schiacciare da tutta quella pressione; non ce la facevo più, il peso che avevo nel petto era diventato troppo insopportabile da mantenere da solo.
Per dirla in breve? Vuotai il sacco. Tutto. Parola per parola. Senza escludere nulla. NULLA.
L’unica piccola azione che mi permisi di compiere mentre raccontavo, fu quella di non guardare nessuno in viso, in parte perché non me la sentivo, in parte perché non volevo che mi vedessero piangere. Anche se, ora che mi viene in mente, probabilmente mi avranno comunque sentito singhiozzare.
Dio, devo essere stato patetico in quel momento….
Fatto sta che mi ascoltarono senza fiatare, senza interrompermi mai nemmeno una volta, né dissero una parola una volta che ebbi finito di confessare.
Nella stanza regnava un silenzio quasi tombale, ma che sapevo non sarebbe durato a lungo.
Il primo a romperlo, come c’era da aspettarsi, fu Rayleigh: - Bagy… perché non ce l’hai detto? Perché hai…. -.
- Mi avreste creduto? -, lo interruppi, mormorando appena, - Non me ne avete dato la possibilità quando c’è stata la… “faccenda”… di Eric, cosa avrebbe potuto farmi credere che non vi sareste comportati come la volta scorsa? -, li rimproverai appena.
- Lo avremmo fatto se avessi provato a spiegarti allora -, mi ricordò giustamente Roger, - Ma comunque, la situazione ora è decisamente diversa, anche perché c’è di mezzo anche la vita di Shanks e non solo… -.
- Ah, quindi, alla fine è solo questo il problema? Che di mezzo ci sia anche il rossino?! E io allora??? -, scattai, mentre dentro di me sentivo che qualcosa si era spezzato al suono di quelle parole. Avrei dovuto immaginarlo che avrebbero pensato prima a lui, invece che a me! “Ma in fondo…”
- Ma in fondo avete ragione -, mormorai qualche secondo dopo, calmandomi leggermente, - Chi sono io rispetto al rossino? Io sono il buono a nulla, il codardo, la puttana, quello che è bravo solo a far star male gli altri e a cacciarsi nei guai. Non è così?... -, ridacchiai, ma la mia era una risata falsa, vuota, senza allegria.
Una risata triste e patetica… come me….
- È da quando sono salito su questa nave… anzi no… da quando sono nato!... che non faccio altro che mettermi nei guai per poi scappare senza badare alle conseguenze delle mie azioni. E voi lo avete capito… per questo non mi avete mai creduto, non a una sola parola –, risi ancora, - Però la colpa è solo mia giusto? Si. Sono solo io la causa dei miei guai. Anche se cerco di fare le cose a fin di bene, quelle mi si ritorcono contro perché irrimediabilmente sbaglio qualcosa. Sono proprio un disastro -, scoppiai a ridere più forte, senza motivo, coprendomi gli occhi con una mano per nascondere le lacrime che ancora scendevano nonostante le risa, mentre le parole continuavano a scorrere dalla mia bocca senza controllo. – Anche in questi ultimi tempi non ho fatto altro che fare del male a me e a Shanks. Succede sempre così ormai…. E dire che l’unica cosa che volevo era proteggerlo… salvarlo… tenerlo al sicuro… -, ad ogni parola detta però, il mio sorriso cominciava nuovamente a incrinarsi in una smorfia sofferente, - … volevo solo fare la cosa giusta… almeno per una volta… almeno per lui… perché io… io lo amo ancora… -, sussurrai appena quell’ultima frase, mentre con le mani mi coprivo il viso bagnato di lacrime, piangendo tutta la disperazione che da troppo tempo mi portavo dentro.
Non mi importava neanche più che il Capitano, il Vice e il medico mi stessero guardando.
In quel momento, volevo solo essere lasciato in pace, libero di piangere e disperarmi quanto volevo per quel peso che portavo nel cuore e che ora mi ero finalmente tolto.
- Vi prego… lasciatemi in pace… vi scongiuro… lasciatemi solo…. Lasciatemi solo…. -, continuai a ripetere quella frase all’infinito tra le lacrime, sperando con tutto il cuore che i tre uomini se ne andassero davvero e mi lasciassero con la mia solitudine a leccarmi le ferite infertemi da me stesso, come avevo sempre fatto e come ero convinto che avrei fatto sempre.
Poi qualcosa accadde.
Avvertii come un intenso calore intorno a me, e quando finalmente mi decisi ad aprire gli occhi, scoprii che quel calore proveniva dal corpo del Capitano stretto contro il mio in un abbraccio quasi paterno.
- C-Capitano… -, provai a balbettare, ma fui quasi subito interrotto dalla sua voce.
Una voce calda, rassicurante, che non avrei mai dimenticato e che ancora adesso, se ci penso, mi fa provare la stessa identica sensazione di sicurezza e la consapevolezza di essere finalmente a casa.
- Shhh. Ora basta piangere Bagy. Smettila di darti colpe che non hai. Non è colpa tua se sei finito in questa situazione, né è colpa tua se ti sono capitati tanti guai. Non sei né un codardo, né un debole, anzi. Tu, in questo periodo, hai avuto una forza, che nessuno di noi forse avrebbe mai mostrato se messo alle strette in quel modo: ti sei sacrificato per un compagno, per la persona che ami, e questo ti fa onore. Non credo che qualcun altro ne avrebbe mai avuto il coraggio. Ti sei battuto per ciò che amavi e di questo devi esserne orgoglioso. Non importa se le cose non sono andate per il verso giusto, perché a tutto c’è rimedio. E in quanto agli errori che hai commesso, ormai non hanno più importanza. Fanno parte del passato e ti sono già stati perdonati, se davvero c’era qualcosa da perdonare. Inoltre, ricorda Bagy, che non sei solo, ci siamo noi qui con te. Siamo i tuoi compagni, i tuoi amici, la tua famiglia, e saremo sempre pronti ad aiutarti qualunque cosa accada, quale che sia il pericolo da correre. Ti puoi fidare di noi Bagy. Noi ti vogliamo bene, questo non dimenticarlo mai! –.
Ricordo che non seppi rispondere a quel discorso così paterno e detto con il cuore. L’unica cosa che so è che scoppiai a piangere ancora più forte, stringendomi un po’ di più a Roger, che ricambiò la stretta.
Avevo ancora paura di quello che sarebbe successo, quello si, ma adesso sapevo che qualunque piega avessero preso le cose, il Capitano e la ciurma intera erano dalla mia parte e mi avrebbero aiutato.

ragazzi!!!! da quanto tempo!!!! come state??? eh, si, sono finalmente tornata dalle vacanze! (povera me -.-') e sono qui per portarvi questo nuovo chappy, che come al solito fa venire le lacrime agli occhi... ma lasciamo stare l'importante è che c'è! cooooomunque il prossimo lo metterò lunedì prossimo e vi annuncio già che sarà un capitolo un pò corto e di "pausa" diciamo, un piccolo break da tutte queste lacrime prima dell'ennesima tragedia che incombe sui nostri eroi. mai che succeda qualcosa di bello eh? -.-' sono proprio una frana a scrivere uffa....
vabbèèèèè come non detto, vi saluto e vi aspetto il prossimo lunedi! ciauuuuuuuuu!!!
P.S. si, lo so che il capitolo doveva chiamarsi Confessioni, ma il titolo Lacrime rendeva più l'idea
view post Posted: 29/7/2014, 20:24 SEGNALAZIONE ASSENZE DAL FORUM - Forum's Info
vorrei informare i direttori e le direttrici di questo SPLENDIDO FORUM che dal 5 agosto in poi non sarò presente, in quanto non so se il luogo che i miei parents hanno scelto per le vacanze abbia o no la connessione internet. speriamo in bene! un bacino a tutti, vi auguro buone vacanze!!!
view post Posted: 26/6/2014, 17:37 Loving you is a suicide - Fanfiction Zorobin
di niente cara! ;) è totalmente meritato!
view post Posted: 26/6/2014, 13:39 Loving you is a suicide - Fanfiction Zorobin
OVVIO!!!!!! E' STUPENDA!!! e anche tanto poetica poi! davvero SPLEN-DI-DA!!
view post Posted: 20/6/2014, 17:27 Loving you is a suicide - Fanfiction Zorobin
WOW.... oddio è... non so.... è..... WOW :wow: :wow: :wow:
view post Posted: 28/5/2014, 22:32 Il Drago Bianco Dal Cuore Nero - Fanfiction Altre Coppie e Triangoli het

CAPITOLO VENTICINQUE – UNA VECCHIA CONOSCENZA



- TU?! Cosa ci fai TU qui?? -, chiesi alla donna, che ancora mi fissava con un’espressione di pura soddisfazione sul viso.
- Tsk, tsk, tsk. A quanto pare la tua scarsa educazione non è migliorata dall’ultima volta che le nostre strade si sono incrociate, vero ragazzina? -, mi rimproverò con voce suadente, avvicinandosi al letto dov’ero e sedendosi su una sedia lì accanto che prima non avevo notato, accavallando poi le gambe con estrema eleganza, - Ancora non hai imparato che devi portarmi rispetto e che devi rivolgerti a me usando i titoli “Principessa” o “Imperatrice” -, aggiunse, fissandomi dritto negli occhi con fare intimidatorio.
Io, però, ressi il suo sguardo, decisa a farle capire che nonostante mi trovassi in un luogo a me sconosciuto, in una situazione più che strana, non gliel’avrei data vinta tanto facilmente.
- Il giorno in cui arriverò a chiamarti in quel modo -, risposi dunque, mettendo quanto più disprezzo potevo nelle mie parole, - Sarà quello in cui accetterò di farmi tagliare la lingua… Hancock -, conclusi con un lieve ghigno, ben sapendo quanto lei odiasse che io pronunciassi il suo nome.
E infatti: - Attenta ragazzina, non scherzare col fuoco! Sai bene che la mia pazienza ha un limite! -, sibilò, lanciandomi occhiate minacciose, l’espressione gongolante che aveva prima ormai totalmente scomparsa.
Io non risposi, limitandomi a scrollare leggermente le spalle, ignorando le sue parole ed ottenendo così altre occhiate furibonde.
Non si poteva certo dire che io ed Hancock andassimo d’accordo, e il motivo risaliva a circa 3 anni prima, in occasione della mia prima gita scolastica.
Dato che a quel tempo la mia classe era composta esclusivamente da ragazze, come meta del viaggio era stata scelta Amazon Lily, la famosissima Isola delle Donne, vietata agli uomini, governata dall’Imperatrice Boa Hancock, uno dei membri degli Shichibukai (o Flotta dei Sette), ovvero un gruppo di pirati al “servizio” del Governo Mondiale, ai quali veniva congelata la taglia sulle loro teste in cambio del loro aiuto a sconfiggere altri pirati, anche se sarebbe necessario dire di come alcuni di loro, abusassero di questa “protezione” per compiere impunemente le loro malefatte.
Ricordo che la prima volta che vidi l’Imperatrice dell’isola, non potei non dare ragione a quelle voci che la definivano come la donna più bella del mondo; era alta all’incirca un metro e ottanta, la pelle del suo corpo, dalle forme più che prosperose, era pallida e lucente come il marmo più puro, aveva i capelli di un nero lucidissimo, lisci e fluenti e lunghi fino al fondoschiena, possedeva due occhi più blu dello stesso mare, ornati di ciglia perfette e lunghissime, una fronte spaziosa e due labbra splendide.
In parole povere era bella quanto una dea, e da ogni suo movimento trasparivano grazia ed eleganza, tanto che persino noi ragazze, Angelica compresa, ne restammo letteralmente abbagliate.
Poteva esistere al mondo qualcuno di così perfetto?
Evidentemente… NO.
Dico “no” perché, purtroppo, l’Imperatrice Pirata (questo era il soprannome che le aveva affibbiato la Marina per via della sua carica in quel regno), essendo consapevole di tutto il fascino che possedeva, aveva sviluppato un’indole a dir poco altezzosa e superba, oltre che ad avere la propensione a trattare tutti coloro che le stavano intorno come delle nullità.
Per farla breve, credeva che tutto le fosse dovuto e concesso soltanto perché era infinitamente bella.
Fu questo suo lato, contro cui mi sarei dovuta scontrare parecchie volte, che smorzò di parecchio l’ammirazione e il rispetto da me una volta provati nei suoi confronti, anche se devo ammettere che, ancora oggi, il suo fascino non ha ancora smesso di influenzarmi del tutto.
Accadde tutto una sera, durante la cena di benvenuto che le donne di Amazon Lily, chiamate Amazzoni, ci avevano gentilmente offerto per festeggiare il nostro arrivo sull’isola.
Mentre io e le mie compagne di classe stavamo divertendoci insieme alle professoresse, Hancock fece il suo ingresso in sala, accompagnata dal suo fedele Salomè, un enorme serpente bianco a macchie rosa scuro con lo scheletro di un grosso animale in testa a mò di copricapo, e dalle sue due sorelle “minori”, Sandersonia e Marigold.
“Minori” si fa per dire, visto che erano entrambe alte all’incirca 3 metri!
Sandersonia aveva un fisico abbastanza snello e dalle forme generose, anche se un tantino sproporzionato rispetto alla testa, un pochino più grande di quanto dovesse essere, ed aveva dei lunghi capelli della stessa tonalità di verde chiaro degli occhi.
Marigold, invece, era tutto l’opposto della sorella: corpo grassottello, testa piccola, labbra forse un po’ troppo carnose, capelli lunghi color arancio chiaro e occhi scuri.
Nonostante questa loro grande diversità, avevano parecchie cose in comune sia tra loro che con la sorella: un odio profondo verso gli uomini, il carattere altezzoso e il potere di due Frutti del Mare, della categoria Zoo Zoo, modello Serpe Serpe: grazie ai Frutti, Sandersonia poteva trasformarsi un anaconda, mentre Marigold si tramutava in un cobra reale.
Hancock, invece, aveva il potere di un Frutto della categoria Paramisha (questa, insieme alla categoria Zoo Zoo e quella Rogia, formano i 3 gruppi fondamentali dei Frutti del Mare: i Paramisha hanno la particolarità di dare strani e bizzarri poteri, i Rogia possono rendere capaci di diventare e controllare un elemento della natura e di essere dunque intangibili, e gli Zoo Zoo danno la capacità di tramutarsi in animali).
Il Frutto di Hancock si chiamava Mero Mero, e le dava la capacità di pietrificare, tramite un raggio a forma di cuore che le partiva dalle mani, chiunque rimanesse affascinato da lei. Una cosa davvero terrificante, dato che, in forma di statua, se si viene rotti o in qualche modo colpiti, i danni arrecati sono permanenti!
La sua comparsa sulla soglia della sala del banchetto non passò di certo inosservata; tutte ammutolimmo di colpo e gli occhi di ognuna di noi furono puntati su di lei e sul fantastico abito blu che indossava, seguendone l’avanzata letteralmente rapite.
Fu allora che venni distratta da un gridolino proveniente da dietro di me: - Oh no! Mr. Winkis vieni qui! -.
Mi voltai giusto in tempo per vedere un piccolo micino grigio sfrecciarmi accanto per catturare un gomitolo di lana rosa; conoscevo quel gatto, apparteneva a Ginevra, una nostra compagna assai timida e distratta, ed era famosissimo in tutta la scuola per le sue innumerevoli fughe dalla padroncina.
Sbuffando leggermente, mi accinsi ad alzarmi per andare a recuperare Mr. Winkis, che intanto, con la sua scappatella, aveva attirato l’attenzione di tutte, e si era fermato a giocare con il gomitolo appena acchiappato proprio davanti alla Principessa, che nel frattempo si era fermata e ora osservava con aria indifferente il micio.
- Vorrei sapere -, disse improvvisamente Hancock, calamitando nuovamente l’attenzione su di sé, - Chi è stato a mettere questo gatto sulla mia strada -, e quasi come in un video al rallenty, vidi l’Imperatrice tirare leggermente indietro una gamba, prendere la mira… e dare un poderoso calcio al micio, il quale volò, miagolando e soffiando, dritto tra le braccia della padroncina!
Quella scena mi lasciò letteralmente di stucco! Come aveva potuto fare una cosa del genere a un animale indifeso?!
Provai in un istante un’indignazione tale, che persi il controllo e le sbottai contro con rabbia: - Hey, dico! Ma ti sembra il modo di comportarsi questo, maleducata!? -.
In un attimo, tutti gli occhi vennero puntati su di me, compresi quelli della Principessa e delle sue sorelle, le quali mi stavano squadrando da capo a piedi come se fossi la cosa più sgradevole di questa terra; capii da quegli sguardi che “forse” avevo detto la cosa sbagliata, perché, a parte le facce preoccupate e intimorite che avevano le insegnanti e le mie compagne e l’espressione apparentemente indifferente della Principessa, i volti delle Amazzoni lasciavano trasparire una forte e minacciosa rabbia.
Ne ebbi la conferma quando un coro unanime e assordante di voci femminili si levò contro di me in tutta la sua collera: - Ma come si permette QUELLA di dare del “tu” alla nostra Imperatrice?! E a parlarle in quel modo, poi?!! Ma chi si crede di essere?!!! -, e giù con altre imprecazioni e rimproveri, e avrebbero continuato ancora per chissà quanto, se la Principessa non avesse imposto loro il silenzio con un semplice gesto della mano.
Dopodichè, volgendo il suo sguardo ad incontrare il mio, mi fece segno di avvicinarmi a lei, dicendomi:
- Vieni avanti, piccola, voglio guardarti meglio -, aveva un non so che di gelido nella voce, nonostante il tono usato risultasse conciliante e calmo.
Avanzai piano, leggermente titubante, fino a che non le fui di fronte; per quanto in quel momento fossi leggermente arrabbiata per il suo discutibile comportamento, non potei non ammettere che da vicino Hancock era ancora più bella.
- Dimmi, bambina, che cosa del mio comportamento non ti è andato a genio? -, mi chiese, sempre con quel timbro “rassicurante”.
“Bambina a chi??”, pensai nel frattempo, inarcando involontariamente un sopracciglio, “Io ho 16 anni, bella!!”.
Nonostante quel piccolo guizzo interiore del mio orgoglio, riuscii a sforzarmi di risponderle con quanta più calma ed educazione possibile: - Trovo alquanto ingiusto il modo in cui avete trattato quel povero gattino, Principessa. In fondo, lui non vi aveva fatto nulla per… -.
- Si è messo sulla mia strada e questo per me è un motivo più che valido -, m’interruppe lei, avvicinandosi ulteriormente a me, - A me, bambina, è concesso tutto. Che si tratti di governare le mie Amazzoni come meglio credo, di cacciare voi insulse ragazzine fuori dalla mia isola per la tua insolenza -, e qui fui sicura che quasi a tutte le mie compagne fosse venuto un colpo, - O sia di prendere a calci un gatto, tutto mi è permesso e perdonato da chiunque -.
A quel punto assunse col corpo una strana posizione che mi lasciò alquanto perplessa: dopo aver allargato leggermente le gambe, si inarcò all’indietro con la schiena, raggiungendo con essa una posizione quasi orizzontale (cosa che mi stupì parecchio, visto che un normale essere umano a quel punto si sarebbe già spezzato la spina dorsale in due!), dopodichè mi puntò minacciosamente un dito dalla manicure perfetta contro, sentenziando nel frattempo: - Io posso fare tutto ciò che voglio, perché io sono BELLISSIMA! -, e qui si rialzò da quella strana postura, e sempre con quel dito indice ad un centimetro dal mio naso, concluse chiedendomi con voce ammaliante: - Non sei d’accordo anche tu, bambina? -.
In quell’istante, prima ancora che potessi riavermi da quella strana sceneggiata, dalle mie spalle arrivò un altro coro di voci, stavolta euforiche e felici e tra le quali riconobbi anche quelle delle mie compagne:
- AAAH!!! Principessa Serpente siete fantastica!! Nessuna è più bella di voi!!! Siete meravigliosa!!!! -, e avanti così con altri interminabili complimenti diversi.
Hancock, dopo aver ascoltato con un sorriso soddisfatto quelle mille e mille ovazioni, richiese nuovamente il silenzio, tornando poi a rivolgersi a me: - Allora, bimba, non ho ancora sentito una risposta -, a quel punto mi prese saldamente il mento con due dita, alzandomi leggermente il viso e costringendo i nostri occhi a incontrarsi, - Sono o non sono la donna più bella che tu abbia mai visto? -.
Non riuscii a rispondere presa com’ero in quel magnetico sguardo color del mare e rapita dall’improvvisa espressione dolce e sorridente assunta da quella donna. Ero completamente stregata da tanta bellezza, tant’è vero che arrossii di colpo, cosa che a me non era mai accaduta prima di allora.
Fu in quel preciso istante che Hancock, approfittando del fatto che era riuscita ad affascinarmi, scatenò i suoi poteri contro di me.
Ebbi appena il tempo di vedere le sua mani unirsi a formare un cuore, che venni investita in pieno da quegli strani raggi rosa che fuoriuscivano dalle sue dita, tra le urla concitate e spaventate delle mie compagne e delle professoresse.
In un attimo avvertii il mio corpo irrigidirsi, la mia mente offuscarsi e tutti i suoni attorno a me spegnersi, mentre venivo imprigionata nell’armatura di pietra che stava prendendo possesso di me; ma proprio nel momento in cui la metamorfosi stava per concludersi, i miei poteri presero il sopravvento!
Senza che potessi far nulla per fermarlo, un piccolo buco nero andò a crearsi sul mio petto, all’altezza del cuore, cominciando poi a risucchiare o poteri di Hancock, liberandomi dalla mia prigione di pietra e privando la donna delle sue forze.
Io, nel frattempo, non riuscivo a reagire, e guardavo impotente l’Imperatrice che si afflosciava piano al suolo, l’oscurità che la lambiva quasi completamente.
Sentivo le urla di tutte le donne intorno a me farsi sempre più forti, ma io non potevo muovermi; il potere che avevo dentro si stava dimostrando più forte di me, costringendomi ad accettare passivamente il suo volere e il fatto che si stesse scatenando, nonostante dentro di me la voglia di fermarlo fosse forte.
Improvvisamente, proprio quando Hancock era ormai quasi del tutto priva di forze, avvertii un dolore fortissimo alla bocca dello stomaco, dopodichè venni sbalzata via da una specie d’onda d’urto, talmente forte da farmi perdere i sensi.
Quando il giorno dopo mi risvegliai, mi raccontare che per salvare la sorella da morte certa, Sandersonia mi aveva colpito con la sua Ambizione, così da poter bloccare i miei poteri, ormai del tutto fuori controllo.
Ricordai di come, qualche giorno più tardi, una nave della Marina venne a prelevarmi per scortarmi di nuovo a Sabaody, così da poter garantire la sicurezza dell’Isola delle Donne e al tempo stesso farsi raccontare da me cosa fosse successo.
Io, però, negai tutto, avvalendomi della scusa di non ricordare assolutamente nulla di quanto accaduto, conscia del fatto che se avessero cominciato ad indagare sui miei poteri, avrebbero potuto scoprire una parte del mio passato che da tanto cercavo di tenere nascosta al mondo e di cui solo io e il mio amico Brian eravamo a conoscenza.
“Brian… Chissà come sta in questo momento?”, mi ritrovai a pensare, sorridendo tra me e me, mentre riportavo alla mente le immagini riguardanti i giorni succedutisi a quello dell’incidente.
Le domande dei Marine, quelle delle professoresse, delle mie compagne, la lettera minatoria di Hancock che minacciava di pietrificarmi a vita, spaccarmi in due e gettarmi in mare….
Ah, quanti ricordi….
- Ehi! Ma mi stai ascoltando??? -, quell’esclamazione improvvisa mi fece sobbalzare, riportandomi con la mente al presente… e per poco non mi venne pure un infarto nel vedere proprio il viso di Hancock a pochissimi centimetri dal mio!
- Hancock!!! Ma ti sembra il modo?? Mi hai spaventato!! -, la rimproverai, indietreggiando velocemente e sbattendo forte la schiena contro la testiera del letto, imprecando, - Insomma, che vuoi? E perché se lì adesso? -, aggiunsi poi, notando solo in quel momento, e con mio grande imbarazzo, il luogo in cui Hancock effettivamente si trovava; se ne stava tranquillamente seduta sulle lenzuola del letto, le gambe ai lati del mio corpo e le mani poggiate delicatamente sul mio addome, come se fosse la posizione più naturale del mondo, e mi fissava con un’espressione alquanto seccata in viso.
- Che voglio, dici? Voglio che tu risponda alle mie domande, ragazzina. Cosa ci facevi da sola su una nave della Marina abbandonata a sé stessa e perché sei venuta qui da me? -.
- Qui da te? Ma che stai dicendo? -, replicai, decisamente confusa dalle sue parole, - Hancock, se questo è uno scherzo non è divertente! Lo sai benissimo che siamo a Sabaody! E, per la cronaca, io qui ci abito, ecco perché sono qua -.
Lei mi fissò alzando leggermente un sopracciglio in una piccola espressione di incredulità mista a rassegnazione, prima di sentenziare: - Dai un’occhiata fuori e capirai -.
Seppur dubbiosa (e completamente nuda!), non esitai un attimo a scendere dal letto (coprendomi totalmente con il lenzuolo!) e guardare fuori dalla finestra.
Quello che vidi, mi lasciò basita per circa alcuni secondi… prima che un urlo spaccatimpani fuoriuscisse dalla mia gola violentando la quiete che vigeva in quel luogo: - COME CAVOLO CI SONO ARRIVATA IO AD AMAZON LILY?????!!!!! -.


RAGAZZUOLI!!! RAGAZZUOLE!!! DA QUANTO TEMPO!!!! no, ma seriamente, quanto cavolo di tempo è passato dall'ultima volta che ho postato? "guarda il calendario" OH PORC.... UN MESE???? MMMMAAAAMMMAAAAMMIIIIIAAA!!! SONO PROPRIO IN ARRETRATO!!
però eh, raga, io vi avevo avvisato che avevo gli esami all'università, ho messo pure un AVVISO grosso grosso, quindi stavolta non potete lamentarvi con me! o almeno... non potrete lamentarvi per l'assenza,... perchè sono sicuro che questo capitolino-ino-ino che mi è uscito fuori dalla testa (o meglio, che ho dovuto tirare fuori dal mio cervello servendomi di una tenaglia di misure abnormi!!!) sicuramente susciterà la vostra voglia di criticare. BENISSSIMO! divertitevi che io sto sempre qua!!!

p.s. non fatevi ingannare da come ho descritto Hancock; nonostante non l'abbia proprio ritratta stile angioletto, è una delle mie girl preferite! I LOVE HANCOCK!!!
516 replies since 11/11/2010